DI JANET LARSEN
Earth-policy.org
Il cancro è ora la principale causa di morte in Cina. I dati del Ministero della Salute cinese riporta che le morti per tumori sono quasi un quarto del totale dei decessi in tutto il paese. Mentre nei paesi in via di industrializzazione sono comuni le piaghe della povertà – malattie infettive e alta mortalità infantile – in questo caso siamo di fronte a patologie associate ai paesi più ricchi, come le malattie del cuore, gli infarti e il cancro.
Anche se ci si aspetterebbe che tutto ciò avvenga nella città più ricche della Cina, dove le biciclette sono state rottamate per le auto e il consumo di carne è in aumento, invece vale anche per le aree rurali. Infatti, gli studi dalle zone di campagna rivelano un’epidemia di “paesi dei tumori” collegati all’inquinamento di alcuni dei settori industriali che danno la spinta all’esplosiva economia cinese. Ma, nel porre la crescita economica al di sopra di qualsiasi altra cosa, la Cina sta sacrificando la salute della sua gente, mettendo a rischio la sua prosperità nel futuro.
Il cancro ai polmoni
è la più comune patologia tumorale in Cina. Le morti per
questa malattia spesso fatale sono cresciute quasi di cinque volte rispetto
agli anni ’70. Nelle tentacolari città cinesi, come Shanghai e Pechino,
dove il particolato nell’aria è spesso quattro volte più alto che
a New York, circa il 30 per cento delle morti per cancro derivano dal
tumore ai polmoni (Vedere i dati.)
L’aria inquinata non è associata solamente con varie patologie tumorali, ma anche alle malattie del cuore, all’infarto e alle malattie dell’apparato respiratorio, con oltre l’80 per cento delle morti nella aree agricole. In base ai dati del Centro Cinese per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione, l’utilizzo del carbone è responsabile del 70 per cento delle emissioni di fuliggine che oscurano il sole in gran parte del paese, dell’85 per cento di quelle di biossido di zolfo, che provoca le piogge acide e lo smog, e il 67 per cento di quelle di monossido di azoto, un precursore del pericoloso livello dell’ozono nell’atmosfera. L’utilizzo del carbone è responsabile anche delle maggiori emissioni di cancerogeni e di mercurio, una potente neurotossina. Le ceneri del carbone, che contengono materiali radioattivi e metalli pesanti tra cui il cromo, l’arsenico, il piombo, il cadmio e il mercurio, sono la principale fonte dei rifiuti solidi industriali. Le ceneri tossiche, che non vengono più usate dagli impianti o ritrasformate, vengono stipate nei depositi, da dove possono essere portate via dalle correnti d’aria o percolare i contaminanti nelle falde acquifere.
L’inquinamento da
carbone combinato alle emissioni delle fiorenti industrie cinese
e le rottamazioni del numero sempre più alto di veicoli sono già sufficienti
per ostacolare il respiro e mettere a repentaglio la salute. Ma ciò
non impedisce alla metà degli uomini cinesi di fumare. Il fumo è
molto meno comune tra le donne: meno del 3 per cento si accende una
sigaretta. Ma quasi il 10 per cento del milione di cinesi che
muoiono ogni anno per malattie collegate al fumo sono esposti al fumo
passivo, ma non sono fumatori.
Nelle zone rurali,
i cancri al fegato, ai polmoni e allo stomaco raggiungono ciascuno quasi
il 20 per cento dei decessi riferiti alle patologie tumorali. Il cancro
al fegato ha una possibilità tre volte maggiore di uccidere un
agricoltore cinese rispetto a un cittadino del resto del mondo; per
quanto riguarda il tumore allo stomaco, i cinesi che vivono in campagna
hanno il doppio della probabilità di contrarlo rispetto a qualsiasi
altro terrestre. Questi tumori sono provocati dalle acque inquinate
dai prodotti chimici e dagli scarichi, insieme ad altri contaminanti
ambientali.
Mentre le industrie,
gli stabilimenti industriali e le miniere scaricano senza sosta gli
inquinanti, i fiumi e i laghi stanno prendendo delle colorazioni malaticce.
Anche le risorse acquifere sotterranee sono state contaminate. I dati
del governo indicano che metà dei fiumi cinesi e più di tre quarti
dei laghi sono troppo inquinati per poter utilizzare l’acqua per l’alimentazione,
anche dopo i trattamenti. Tuttavia, rimangono la principale fonte di
acqua per molte persone.
Sono stati individuati
più di 450 “villaggi dei tumori” negli anni recenti, secondo
i dati di un analisi condotta dal geografo Lee Liu, pubblicata nel 2010
sulla rivista Environment. Queste comunità – dove un insolito
numero di persone sono state colpite dalle stesse patologie tumorali
– tendono ad ammassarsi nelle aree più povere lungo corsi d’acqua
inquinati o lungo i canali di scarico delle zone industriali. Anche
se la gran parte dell’iniziale sviluppo industriale cinese è avvenuto
lungo la costa, ultimamente le industrie vengono ubicate dove il lavoro
costa meno e la sorveglianza ambientale è meno accurata, spingendo
la cosiddetta “cintura del cancro” verso l’interno.
Per i villaggi un tempo
largamente autosufficienti, l’avvelenamento dell’acqua e del suolo
è devastante. I ragazzi e le persone in forze spesso vanno a cercarsi
da vivere altrove. I troppo vecchi, i troppo poveri e i troppo ammalati
restano, lottando per lavorare la terra avvelenata.
Liu ha notato che in
alcuni casi estremi, come nel villaggio di Huangmengying nella provincia
di Henan, “il tasso di morte è più alto di quello delle nascite
e sta aumentando rapidamente” e non a causa dell’invecchiamento
della popolazione. In questo villaggio, che riceve l’acqua annerita
da un affluente del famigerato fiume Huai, circa l’80 per cento dei
giovani del villaggio sono malati cronici. Persino a un bambino di un
anno gli è stato diagnosticato un cancro. Circa la metà dei decessi
tra il 1994 e il 2004 sono stati causati da tumori al fegato, al retto
e allo stomaco. I dati più recenti non sono ancora disponibili perché
il dirigente governativo che rese i dati pubblici fu accusato di “rivelazione
del segreto di stato”, fu licenziato dal suo posto di segretario del
Partito del villaggio e ora non vuole parlarne, in base al resoconto
del Global Times.
A causa del lasso di
tempo che intercorre la diagnosi e la morte, oltre alla mancanza di
prevenzione per molte delle persone povere che vivono nelle zone più
inquinate, l’intensità dell’epidemia tumorale in Cina potrebbe
anche essere più alta di quanto finora immaginato. E non tutto l’inquinamento
ambientale è endogeno. La contaminazione riguarda sia la geografia
– le tossine nei prodotti e nei raccolti vengono veicolate dal flusso
commerciale o sono letteralmente trasportate dalle correnti al di là
degli oceani — che le nuove generazioni.
La gioventù cinese,
il futuro del paese, è a rischio. Negli ultimi anni i tassi di
anormalità infantile sono incrementati rapidamente nelle più grandi
città e nelle campagne. I funzionari della pianificazione familiare
cinese collegano questa “crescita allarmante” alla contaminazione
ambientale. Le miniere di carbone e le aree per la sua trasformazione
nella provincia di Shanxi sono il luogo dove il tasso di anormalità
infantile è più alto al mondo: più dell’8,4 per cento. Del milione
di neonati affetti ogni anno in Cina, un 20 o 30 per cento può essere
trattata, ma il 40 per cento avrà invalidità permanenti. Il resto
muore poco dopo la nascita.
Negli ultimi anni,
migliaia di bambini che vivono nei pressi delle miniere di piombo, delle
fonderie o degli impianti per la produzione delle batterie sono stati
avvelenati. Mortale se assunto in gran quantità, il piombo nel sangue
è comunque considerato dannoso in qualsiasi concentrazione. L’esposizione
a questo metallo può ostacolare lo sviluppo del sistema nervoso e l’apprendimento,
il blocco della crescita e un calo del QI. Ci sono storie toccanti sui
bambinin che perdono la capacità di andare a scuola o che non riescono
a stare in buona salute a causa dell’esposizione a alti livelli di
contaminazione da piombo.
Per il paese che ha
imposto un figlio per famiglia, non è strano assistere a sempre
più frequenti “incidenti di massa” (il termine del governo
per le proteste) provocati dalle ricadute sulla salute dell’inquinamento.
In alcuni casi, l’attività di industrie irresponsabili è cessata
dopo le proteste; in altre, il governo ha traslocato intere comunità
per consentire agli inquinatori di continuare nelle loro operazioni.
E in molte circostanze, la contaminazione prosegue con la stessa intensità.
È facile puntare il
dito contro le industrie senza scrupoli e i funzionari governativi che
guardano da un’altra parte, ma una qualche responsabilità per l’ambiente
malsano della Cina proviene dal di fuori dei confini. I rifiuti sono
spesso caricati in container oltre oceano e scaricati direttamente in
Cina. Insidiosamente, i consumatori occidentali si tuffano sui componenti
artificialmente economici “made in China” e hanno poi esternalizzato
l’inquinamento in direzione della fabbrica planetaria.
Ancora quest’anno
in concomitanza con la pubblicazione del piano quinquennale cinese,
il New York Times ha citato il proclama del Primo Ministro, Wen
Jiabao: “Non dobbiamo più pregiudicare l’ambiente per il bene della
crescita e per i lanci scriteriati sul mercato.” E mentre la retorica
dei funzionari riconosce l’importanza della preservazione dell’ambiente
e della salute della sua gente, il governo cinese ha ancora molta strada
da fare per aumentare la trasparenza e il rafforzamento dei controlli
ambientali esistenti, per non menzionare il rafforzamento della protezione.
Se così non fosse, il fardello tossico che schiaccia il paese minaccia
di interrompere o di far arretrare i cospicui miglioramenti ottenuti
nella tutela della salute negli ultimi 60 anni, che hanno portato l’aspettativa di vita da 45 a 74 anni e ha abbattuto la mortalità infantile da 122 morti per 1.000 nascite a meno di 20. I profitti economici possano andare perduti se la produttività declina e se si dovranno pagare conti salati per la salute. In ultima analisi, un paese malato può prosperare solo a breve termine.
Fonte: http://www.earth-policy.org/plan_b_updates/2011/update96
25.05.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE