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La Redazione

 

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I TRUCCHI DI WALL STREET

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A cura di Das schloss
Il 2 Aprile 2010
65 Views

DI MARTIN KHOR
Third World Network

L’uso di mezzi finanziari cosidetti “innovativi” volti a nascondere la precaria situazione finanziaria di una impresa o Paese sono stati evidenziati di recente, illustrando come la manipolazione delle contabilità abbia contribuito alla crisi finanziaria globale.

La scorsa settimana un rapporto commissionato dal governo degli Stati Uniti, sul crollo della banca Lehman Brothers, ha rivelato l’uso fatto da questa società di uno strumento, chiamato Repo 105, per nascondere circa 50.000 milioni di dollari di attivi in liquidi. Fu così che, pochi mesi prima del suo fallimento, la banca “truccò” la sua situazione finanziaria, facendola passare come sana.

La caduta della Lehman nel Settembre 2008 quasi innescò un effetto domino di fallimenti bancari che avrebbe provocato un collasso finanziario globale. Ciò fu evitato col disperato intervento delle autorità statunitensi che fecero si che il Congresso degli Usa approvasse piani di salvataggio, su vasta scala nazionale.Quindici giorni fa si è scoperto che la banca di investimenti Godman Sachs ha fatto uso di un altro mezzo, derivato dal noto Swap (scambio di monete), per assistere il governo della Grecia nel nascondere il suo disavanzo fiscale, che era salito sopra il livello consentito dalla disciplina dell’Unione Europea per restare nella zona euro.

La Grecia affronta ora una grave crisi economica che minaccia lo stato dell’euro, e in questi momenti, alte cariche europee stanno lavorando per poterla riscattare. Goldman Sachs fu già criticata dal cancelliere tedesco Angela Merkel per il suo ruolo nella tragedia greca. Anche gli Stati Uniti, da parte sua, hanno aperto una investigazione sul caso.

Questi due ultimi casi mostrano come i giganti finanziari di Wall Street hanno avuto piena libertà di inventare e utilizzare strumenti finanziari eufemisticamente descritti come “innovativi”, ma in realtà quello che fanno è speculare, ricavando utili abnormi per le imprese coinvolte, o comunque manipolando e nascondendo situazioni fallimentari.

Tentativi dei democratici statunitensi di approvare una legge restrittiva nella regolamentazione di queste attività finanziarie ha trovato una forte ed ostacolante resistenza da parte dei repubblicani.

Nel frattempo, i leader politici della Francia e della Germania, cercano ancora una volta di ottenere che il Gruppo dei 20 disciplini la speculazione finanziaria tramite controlli sulle istituzioni quali gli hedge fund, i derivati e i CDS (coperture del tasso di interesse a credito con rischio).

Tuttavia trovano una forte opposizione negli Stati Uniti e nel Regno Unito che sono i centri dei fondi hedge e delle attività speculative.

Il rapporto di 2000 pagine su Lehman, fornito dal avvocato Anton Valukas, commissionato da un tribunale fallimentare degli Stati Uniti, apporta prove contro il principale dirigente e manager finanziario della banca, per violazione di doveri fiduciari, e contro la società di revisioni Ernst & Young per esercizio abusivo.

La banca aveva adoperato transazioni “Repo 105” (vendita di utili con patto di riacquisto entro un termine), operazione qualificata “trucco contabile” per mantenere attivi 50.000 milioni fuori bilancio e quindi ridisegnare una immagine fuorviante in tempi di resoconti e pubblicazioni finanziarie trimestrali, durante il culmine della crisi del 2008.

Il Financial Times spiegò che in una transazione normale di “repo”, una banca trasferisce beni utili a una controparte come garanzia reale al posto dei contanti. La banca si impegna a restituire il bene utile più gli interessi e torna a prendere la garanzia dopo un certo periodo di tempo più o meno determinato. Il bene utile rimane nel saldo attivo o bilancio della banca e questa si assume la responsabilità per il denaro in contanti da restituire.

Il Repo 105 che è stato utilizzato per ridurre l’incentivo presentato dalla banca è una operazione molto simile ad un repo normale, tranne che per il fatto che la banca si è impegnata per utili pari al 105% del denaro ricevuto dalla controparte.

L’ operazione viene descritta anche come una “vendita” e gli utili sono fuori bilancio, mentre il ricavo ricevuto è utilizzato per regolare le passività, riducendo così l’effetto leva nei momenti critici, come quando soffia vento di resoconti finanziari.

La relazione conclude che Lehman si avvalse di Repo 105 al fine di manipolare l’equilibrio e dare un specchio per le allodole.

Le rivelazioni causarono astio persino a Wall Street, secondo quanto dichiarato dal Financial Times, concludendo che la relazione in oggetto mette in “cattiva luce” anche l’interno della stessa Wall Street o quanto meno alcuni in seno ad essa, che hanno raccolto per sé consistenti guadagni e occultamento delle perdite, durante il boom che precedette la crisi.

Per quel che riguarda l’affaire Goldman-Grecia, il New York Times del 24 Febbraio scrive che la Federal Reserve degli Stati Uniti esaminava le manovre finanziarie messe a punto da Goldman Sachs e di altre grandi banche per aiutare la Grecia a mascherare il suo crescente indebitamento nell’ ultimo decennio.

Come spiegato dal New York Times, nel 2001 Goldman Sachs aiutò il governo ellenico a prendere in prestito, in maniera del tutto discreta, miliardi di dollari sotto forma di swap (cambio di valute) che sostanzialmente trasformò un prestito in un commercio di valuta che, secondo le regole europee, non ha bisogno di essere reso pubblico.

Nel 2005 Goldman vendette lo swap alla Banca Nazionale della Grecia, prima di riorganizzarlo in un soggetto giuridico britannico chiamato Titlos, nel 2008.

Queste transazioni, comprese operazioni finanziarie simili utilizzate da altri paesi europei, hanno provocato un gran tumulto nel continente, cosi come dure critiche espresse dalla Merkel e altri leader.

Ciò nonostante Goldman difende lo scambio di monete della Grecia. Gerald Corrigan, presidente della Goldman Sachs Bank USA, ha dichiarato che è del tutto compatibile con le norme vigenti al momento.

Il ministro greco delle Finanze, George Papapconstantinou ha insistito, la scorsa settimana, sul fatto che il suo Paese non era l’unico che aveva usato nel 2001 le disposizioni finanziarie previste. Egli ha aggiunto che, poiché sono diventate illegali, la Grecia non le ha più messe in atto.

Martin Khor, fondatore del “Third World Network”, è direttore esecutivo di South Centre, un’organizzazione dei Paesi in via di sviluppo con sede a Ginevra.
Titolo originale: “”

Fonte: http://www.rebelion.org/
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27.03.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARISA CRUZCA

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