DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
Telegraph.co.uk
L’Europa è a sempre più
a rischio di un nuova stretta creditizia dopo che l’offerta di moneta
dell’eurozona si è contratta a novembre per il secondo mese consecutivo
e il volume dei prestiti privati inizia a contrarsi.
I dati pubblicati dalla Banca Centrale
Europea indicano che l’aggregato monetario M3, considerato dagli esperti
come uno dei principali indicatori dell’economia, è in territorio negativo
dal mese di agosto, segnalando una recessione quasi certa nei prossimi
mesi in tutta la regione.
“Il messaggio di questi numeri
è che l’eurozona si affaccia su un fosco 2012, con l’inflazione in
calo rapido“, ha dichiarato Tim Congdon dell’International
Monetary Research. “C’è un disperato bisogno di ripristinare
la crescita nel sistema bancario e di aumentare la quantità di moneta”.
Il credito alle famiglie e alle imprese
sta ancora crescendo dell’1% su base annua, ma su base mensile è
piatto da mesi e ora è in calo. Lo stesso vale per l’aggregato monetario
“allargato” M3, che include i contanti e una vasta gamma di
depositi e forma un pilastro fondamentale della politica monetaria della
BCE.
Simon Ward di Henderson Global Investors
ha detto che i dati dell’aggregato monetario “ristretto” M1
– monitorato per le indicazioni sui depositi a breve termine – mostra
una forte divergenza tra il Nord e il Sud dell’eurozona: “Parte
del centro potrà evitare la recessione, ma non c’è
luce in fondo al tunnel per la periferia. I depositi M1 in Grecia e
Portogallo sono scesi a un tasso annuo di quasi il 20% negli ultimi
sei mesi.”
Il quadro generale, sia per l’offerta
di moneta che per il credito privato, è in contrazione come alla
fine del 2008 dopo la crisi Lehman. Il Presidente della BCE Mario Draghi
ha invertito la rotta dalla sua nomina nel mese di ottobre, tagliando
i tassi d’interesse due volte portandolo all’1% e fornendo € 489 miliardi di credito alle banche per tre anni per sostenere il mercato del
debito dell’UEM.
Draghi spera di addolcire la situazione
mentre le banche si arrabattano a per riuscire soddisfare i duri requisiti
patrimoniali del Tier I pari al 9% entro giugno. Il rischio è che i
creditori rispondano tagliando i crediti e svendendo i titoli, invece
di raccogliere capitali freschi in un mercato ostile. Il Global Stability
Board con sede a Basilea ha detto che le banche dovranno tagliare
i propri bilanci per 2,5 miliardi di euro se decidessero di diminuire
l’indebitamento tagliando gli asset, con la minaccia di uno
shock economico.
L’unico segnale positivo è dato
dal fatto le banche dell’eurozona hanno iniziato a novembre a riacquistare
le obbligazioni governative dopo quattro mesi di vendite senza sosta.
Questo mutamento segue le piroette delle politiche della BCE dal mese
di ottobre ed è un timido indicatore che la nuova strategia di Draghi
potrebbe avere un qualche successo.
Fonte: Eurozone credit crunch fears on M3 money contraction
29.12.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE
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