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La Redazione

 

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I soliti sospetti dietro al tentativo di golpe contro Lula

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A cura di Markus
Il 11 Gennaio 2023
11326 Views

Kurt Nimmo
kurtnimmo.substack.com

C’è un elemento importante che viene omesso dall’attuale narrativa sul Brasile e sull’attacco al governo eletto di Luiz Inácio Lula da Silva.

Prima, però, diamo uno sguardo alla situazione attuale del Brasile. Secondo l’establishment del “giornale dei record,” il New York Times,

Migliaia di sostenitori dell’ex presidente brasiliano spodestato, Jair Bolsonaro, hanno preso d’assalto domenica il Congresso, la Corte Suprema e gli uffici presidenziali del Brasile per protestare contro ciò che, a torto, ritengono un’elezione rubata, il culmine violento di anni di teorie cospirative avanzate da Bolsonaro e dai suoi alleati di destra.

Jair Bolsonaro era stato definito il “Trump dei tropici,” un paragone forse ingiusto in quanto la politica di Bolsonaro era stata molto più radicale e distruttiva di qualsiasi cosa Trump fosse riuscito a far passare al Congresso o, se non altro, all’interno della sua stessa cerchia.

Se diamo per scontato che le elezioni erano state regolari, allora si può dire che il popolo brasiliano aveva rieletto Lula e che l’attacco al Congresso, alla Corte Suprema e agli uffici presidenziali del Brasile rappresenta un tentativo di colpo di Stato. Forse i sostenitori di Bolsonaro hanno organizzato da soli il saccheggio o forse sono stati aiutati.

Innanzitutto, il governo statunitense si oppone con fermezza alla permanenza in carica di Lula.

Nel 2021, la CIA era stata coinvolta nella rimozione di Lula dal panorama politico brasiliano. Brasilwire aveva riferito il 3 giugno 2021,

In una telefonata alla Casa Bianca da parte di alti funzionari dell’amministrazione per la lotta alla corruzione, un funzionario dell’amministrazione Biden ha ammesso che la CIA ed altri settori dell’apparato di intelligence statunitense erano stati coinvolti nel sostegno alla “guerra alla corruzione” che aveva contribuito a mandare in prigione l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva e a far eleggere Jair Bolsonaro.

Leggendo una trascrizione ufficiale della Casa Bianca, apprendiamo che il Dipartimento di Stato e l’USAID erano stati coinvolti, come aveva detto Antony Blinken, “nell’attività di anti-corruzione in tutti i nostri contesti bilaterali, così come nei forum multilaterali,” in altre parole, per assicurarsi che i nemici politici, designati come corrotti, fossero rimossi dal panorama politico.

L’USAID, come aveva ammesso l’ex direttore John Gilligan, funziona come “una scuola di specializzazione per agenti della CIA” e “molti uffici dell’AID erano sempre stati infiltrati da cima a fondo da personale della CIA… Era abbastanza ovvio quello che stavano facendo… L’idea era di piazzare agenti in ogni tipo di attività che avevamo all’estero, governativa, di volontariato, religiosa, di ogni tipo.”

Jair Bolsonaro è in ottimi rapporti con la CIA. Dopo tutto, era stato il primo leader brasiliano ad aver visitato il quartier generale della CIA a Langley, in Virginia. “Era stato accompagnato dal suo Ministro della Giustizia, Sergio Moro, responsabile dell’incarcerazione del principale avversario Lula da Silva prima delle elezioni del 2018, con accuse ora annullate,” aveva riferito Brasilwire. “Al contrario, Bolsonaro non aveva mai visitato l’ABIN, l’equivalente moribondo della CIA in Brasile.”

Inoltre, il Consiglio Atlantico aveva collaborato con i procuratori brasiliani nel tentativo di sbarazzarsi di Lula, secondo un rapporto di Brasilwire. Il Consiglio Atlantico è un influente think tank “composto da militari, dalla CIA e dai loro politici, nonché da amministratori delegati di industrie strategiche, del settore petrolifero e mediatico. Ha stretti legami con la NATO ed è una parte centrale del moderno complesso militare-industriale del Congresso,” secondo WikiSpooks.

Tutto questo viene ignorato o minimizzato dai media mainstream. Per esempio, sarebbe davvero più unico che raro che il coinvolgimento del governo statunitense nell’Operazione Lava Jato, l’apparente progetto “anti-corruzione” in Brasile, venisse menzionato, per non parlare di un’indagine da parte di quotidiani come il New York Times o il Washington Post, entrambi non certo estranei alle campagne di disinformazione della CIA.

Un’istanza presentata alla Corte Suprema Federale (STF) da parte della difesa dell’ex presidente Lula presenta nuove prove del fatto che l’ex giudice Sergio Moro fosse colluso con autorità straniere nel corso del processo che, nel 2018, aveva portato all’arresto del leader del Partito dei Lavoratori e alla sua successiva esclusione dalla corsa alla presidenza.

Quindi, ora abbiamo “manifestanti di destra” che assaltano gli uffici del governo e manifestano con violenza per il rovesciamento di Lula. Considerando quanto sopra, è lecito affermare che il governo statunitense e l’USAID (che ora fa gran parte del lavoro sporco della CIA) sono coinvolti, dietro le quinte, nell’assalto agli uffici governativi.

Non lo so per certo. È una speculazione basata sulla storia.

Più precisamente, nel 1964, il colpo di stato in Brasile era stato organizzato da JFK e dalla CIA. Nonostante tutta la glorificazione di Kennedy, va ricordato che era un fervente anticomunista. Kennedy riteneva che il presidente brasiliano Goulart in America Latina fosse troppo amico degli attivisti anticoloniali e antiamericani, molti dei quali indubbiamente comunisti, come Che Guevara, ucciso in Bolivia con l’assistenza della CIA nel 1967.

Nel 1823 la Dottrina Monroe aveva dichiarato l’America meridionale e, di fatto, l’intero emisfero occidentale, proprietà del governo statunitense, tale da non poter essere rivendicata o occupata da altre nazioni e imperi. In seguito era diventata dominio esclusivo delle corporazioni agricole statunitensi e tale dominio era stato protetto dai marines del governo statunitense, come descritto dal maggiore generale Smedley Butler nel suo breve libro “La guerra è un racket.

Considerando la storia del governo americano, la sua collusione con le multinazionali statunitensi e il “racket”, come descritto da Butler, possiamo supporre che quest’ultima esplosione di violenza in Brasile sia stata progettata per sbarazzarsi, ancora una volta, di un politico che non segue gli ordini neoliberali.

Il Partito dei Lavoratori (Partido dos Trabalhadores) di Lula è stato descritto in passato come un partito socialista puro e semplice, ma oggi da molti osservatori è considerato come un partito socialdemocratico a metà strada. Nel 1998, Lula aveva eliminato dalla sua retorica politica ogni riferimento a proposte socialiste. Nonostante la sua dichiarata distanza dal socialismo e dall’ideologia del Partito dei Lavoratori, l’élite finanziaria di New York e Londra ha evidentemente deciso che Lula deve andarsene.

Questo è l’ultimo colpo di coda di Bolsonaro, anche se in precedenza aveva dichiarato di accettare il risultato delle elezioni e potrebbe non essere coinvolto nell’attuale sforzo di far cadere il governo Lula. Come tanti altri autocrati, leader e dittatori psicopatici prima di lui, Bolsonaro e i suoi sostenitori sono manipolati dall’USAID, dalla CIA e dal Dipartimento di Stato di Biden.

Dubito seriamente che quest’ultimo atto di violenza sia stato interamente architettato dagli indignati sostenitori di Bolsonaro.

Kurt Nimmo

Fonte: kurtnimmo.substack.com
Link: https://kurtnimmo.substack.com/p/usual-suspects-in-the-attempted-coup
09-01.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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Kurt Nimmo, scrittore, ex redattore e responsabile di un notiziario web ormai defunto, attualmente vive e dipinge nel Nuovo Messico.

 

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