DI DAMIAN CARRINGTON
Guardian.co.uk
Un nuovo studio controverso suggerisce che l’esplosione delle rivolte arabe sia dovuta agli elevati prezzi degli alimenti e che questi si collocheranno presto in maniera irreversibile al di sopra del livello che ha causato le rivolte sociali.
Cercare spiegazioni semplici per la
Primavera Araba che ha attraversato come un uragano la Tunisia, l’Egitto e la Libia è ora evidentemente un sproposito se si tiene conto
della miriade di cause della sua origine: ingiustizia sociale, povertà, disoccupazione e il lungo periodo di siccità. Ma domandarsi “perché proprio ora?” è qualcosa di molto più ragionevole e uno nuovo studio
propone una risposta: i prezzi al rialzo degli alimenti.Questo studio inoltre suggerisce che
esiste un preciso livello del prezzo degli alimenti al di sopra del quale aumenta la possibilità dei tumulti e delle rivolte sociali. La cifra è pari a 210 punti nell’indice di prezzi della FAO. L’indice si trova attualmente a 234, a causa della forte ascesa dei prezzi iniziata a metà del 2010.
I ricercatori osservano che, a partire dalle tendenze che sottendono al prezzo degli alimenti – escludendo i picchi -, “il problema attuale [del loro prezzo] trascende
le crisi politiche nazionali per rappresentare una preoccupazione mondiale per le fasce deboli della popolazione e per l’ordine sociale.” In
poche parole, grossi problemi.
Quindi ho riportato affermazioni di
peso, e per questo dovrei dire quanto prima che questa ricerca, realizzata dal New England Complex Systems Institute, ancora non è apparsa in nessuna pubblicazione con revisione peer-to-peer. L’abbiamo pubblicata comunque perché, come mi ha spiegato il presidente del NECSI Yaneer Bar-Yam, il lavoro è rilevante e la revisione dei pari molto lenta.
La prima parte dell’indagine è
sufficientemente chiara: identificare i tumulti come prodotto del prezzo
degli alimenti in base all’indice dei prezzi di alimenti. La correlazione
è sorprendente, ma è una prova di casualità?
L’indice del prezzo degli alimenti
della FAO concorda con quello delle “rivolte per fame” del 2008 e con la primavera araba. Le cifre delle morti sono riportate tra parentesi.
Grafico: New England Complex Systems Institute.
Bar-Yam ha affermato che questo enigma potrebbe essere risolto ponendo le domande in modo chiaro. Potrebbe essere che siano stati i tumulti ad aver provocato l’aumento dei prezzi dei generi alimentari e non il contrario? No, perché nel primo caso
è un fatto locale, nel secondo è globale. Questa correlazione potrebbe
essere solo una coincidenza? Sì, potrebbe, ma c’è solo una piccola
possibilità, come il gruppo di lavoro di Bar-Yam illustra nel suo articolo.
Alla fine, potrebbero essere stati
altri fattori ad aver causato la violenza e il rialzo dei prezzi degli alimenti? “Nessuno ha ipotizzato che un qualsiasi altro fattore possa provocarli entrambe“, ha detto Bar-Yam. Ad esempio, il petrolio e il legno mostrano modelli di prezzo simili a quelli del cibo, ma sembra difficile che il loro incremento possa portare a un’esplosione di violenza. La similitudine in questo incremento di prezzi, dice Bar-Yam, è dovuta al fatto che il prezzo delle merci è sottoposto alla speculazione sui mercati mondiali.
Finora, per quello che si è visto,
l’indagine sembra convincente. Se non lo pensate, esponete la vostra
opinione. La parte successiva dello studio identifica come le rivolte
sociali nel Nord Africa e nel Medio Oriente stiano strettamente relazionate con un rialzo del prezzo degli alimenti. Bar-Yam osserva anche che “molti dei tumulti nel Nord Africa vennero all’inizio identificati sui mezzi di comunicazione come tumulti causati dalla fame.” Partendo da qui, i ricercatori hanno pronosticato che si giungerà a oltrepassare in modo permanente la soglia di 210 punti tra i 12 e i 24 mesi.
Come ho scritto nel pezzo di ieri,
sulla ricerca statistica che dimostra un legame evidente tra le guerre civili a partire dal 1950 e i cambiamenti climatici causati dai cicli di El Niño, questa è un’area di ricerca molto affascinante.
Come riporta l’articolo di Bar-Yam
e della sua squadra: “La nostra analisi sul collegamento tra i prezzi mondiali degli alimenti e le rivolte sociali supporta la conclusione che sia possibile costruire modelli matematici per l’economia mondiale e le crisi sociali. L’identificazione della causa dei tumulti sarà sicuramente utile nel futuro.” Non c’è alcun dubbio. Il 13 di dicembre del 2010 Bar-Yam inviò una relazione al governo statunitense, indicando il rischio di rivolte sociali e di instabilità politica a causa del prezzo degli alimenti. Quattro giorni dopo Mohamed Bouazizi si dette fuoco per protesta, non riuscendo a vivere con la vendita di frutta e di verdura. L’avvenimento è ritenuto la scintilla che ha infiammato la primavera araba.
Esiste il rischio che la precisione
schematica di questi dati statistici ci distragga dalle sofferenze umane che si nascondono dietro alle cifre. Non deve succedere. Ma se questi
strumenti possono accendere i segnali di allarme per allertare le autorità
che sono responsabili dei problemi più incalzanti e possono aiutare
a prendere iniziative, non possono essere da disprezzare.
Fonte: Are food prices approaching a violent tipping point?
25.08.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE