DI DAVID RAY GRIFFIN
911 Truth
Un altro problema in questa storia è la asserita incapacità di determinare quale fosse la persona alla FAA che aveva dato origine all’idea che il volo AA 11 fosse diretto Washington. Bronner, parafrasando Scoggins, dice, “girò voce—da chi o da dove non è chiaro.” Questa conversazione, però, dovrebbe essere contenuta nei nastri della FAA, e al giorno d’oggi le identità delle persone possono essere determinate con grande precisione a partire dalle loro voci. Dal momento che la FAA devi avere i nastri con le voci di tutti i suoi controllori e dirigenti, sembra sospettosamente conveniente (dato che sarebbe stato difficile convincere qualcuno nella FAA a prendersi la colpa) l’affermazione che l’identità di questa presunta persona non possa essere stata determinata.
In aggiunta all’inerente non plausibilità della storia, un altro problema è che, prima del 2004, non era mai stato menzionato un volo AA 11 fantasma. Come ha detto la Commissione stessa, “questa storia non è stata raccontata in una singola cronologia o affermazione pubblica rilasciata dalla FAA o dal dipartimento della difesa”[77]. Non era, ad esempio, nel rapporto ufficiale dell’aviazione Usa, Air War Over America [guerra aerea sopra l’America n.d.t. ], l’introduzione del quale venne scritta dal generale Arnold [78]. Se questo straordinario episodio, che portò il NORAD a mandare i caccia all’inseguimento di un fantasma, fosse realmente accaduto, non è strano che nessuno dell’esercito lo abbia mai menzionato? possiamo forse comprendere che la FAA potrebbe non aver voluto pubblicizzare un tale imbarazzante errore. Ma quale motivazione avrebbero avuto i militari a rimanere in silenzio su di esso?
Se l’episodio è realmente accaduto, è in teoria possibile, a dire la verità, che i militari, piuttosto che nasconderlo deliberatamente, se ne siano semplicemente dimenticati. Questa fu l’affermazione del generale Arnold ad un’udienza della Commissione nel giugno 2004, in cui egli fu rimproverato per non aver citato il volo 11 fantasma nella sua testimonianza del 2003 alla Commissione– una mancanza che lo aveva portato a dare un resoconto falso sul volo AA 77. Il membro della Commissione Richard Ben-Veniste chiese:
Generale Arnold. Perché durante la sua apparizione iniziale davanti alla Commissione sull’ 11-9 nel maggio dello scorso anno non parlò del falso rapporto ricevuto dalla FAA che il volo 11 era diretto verso sud?… Non è vero forse che il non avere richiamato la nostra attenzione sulla…notizia di un volo fantasma 11 che continuava da New York City verso sud… ha minato la credibilità del resoconto ufficiale dell’aviazione,… che non contiene alcuna informazione sul fatto che… voi non ricevesse notifica che il Volo 77 era stato dirottato?… Sicuramente per maggio dello scorso anno, quando ha testimoniato davanti a questa Commissione, lei era a conoscenza di questi fatti.
La replica di Arnold fu che egli non si era “ricordato di quei fatti nel maggio dello scorso anno”.[79]
Ma questa risposta sarebbe incredibile se questi ipotetici fatti fossero fatti autentici. Secondo la nuova storia della commissione, AA 11, UA 175, e AA 77 colpirono i loro obiettivi—e UA 93 avrebbe colpito il suo obiettivo se non fosse stato per gli eroici passeggeri–perché il NORAD, sotto il comando di Arnold, non riuscì a intercettarli. E questa incapacità, che macchierebbe per sempre il suo nome, era in realtà colpa della FAA, che non sarebbe stata capace ripetutamente di notificare al NORAD i dirottamenti. E per di più, l’unica volta che il NORAD di Arnold lanciò i caccia in tempo per intercettare un volo, questi furono mandati appresso ad un fantasma. Arnold sarebbe stato sicuramente furioso per questo stupido errore. Eppure 20 mesi dopo egli non “ricordava quei fatti”.
Assumendo che quei “fatti” fossero davvero dei fatti, Bronner e i membri della Commissione avrebbero fatto bene a essere scettici su questa affermazione di dimenticanza, e non solo per le ragioni che ho appena detto. Dopo che sui nastri del NORAD viene per la prima volta nominato un volo 11 fantasma, riferisce Bronner,
Nel quarto d’ora successivo, il fatto che i caccia erano stati lanciati in risposta al volo American 11 fantasma–piuttosto che ad American 77 o United 93– viene citato altre sei volte su di [un] unico canale. Come potrebbero esserselo perso il colonnello Scott e il generale Arnold [nel 2003] mentre si preparavano per la testimonianza davanti alla Commissione sul 9-11?[80]
Così, persino se qualcosa avesse spinto l’episodio del volo 11 fantasma fuori dalla memoria di Arnold e Scott, ascoltare i nastri gli avrebbe rinfrescato i ricordi. Di conseguenza, se i nastri forniscono “l’autentica storia militare del 9-11,” come dice Bronner, allora siamo portati come lui a concludere che Arnold e Scott–insieme a molti altri leader militari e politici–devono aver mentito nel 2003.
Competenze e Incompetenza della FAA
Ma i nastri presentano davvero un quadro autentico di ciò che è successo? una grossa ragione per dubitare di ciò, come abbiamo visto in precedenza, è che la Commissione sull’11 settembre si è dimostrata disposta a nascondere e a distorcere i fatti. Un’altra ragione per essere scettici, come abbiamo appena visto, è che l’incompetenza della FAA quel giorno, per come è mostrata dai nastri, è troppo estrema per essere creduta. Il compito che la FAA ripetutamente non sarebbe stata capace di compiere quel giorno– notificare ai militari quando un aereo mostra uno qualunque dei segni standard che si trova nei guai– è un compito che la FAA ha compiuto regolarmente per molto tempo, più di 100 volte all’anno. Possiamo davvero credere che praticamente chiunque — dai controllori di volo ai loro dirigenti sino al personale a Herndon e nei quartieri generali della FAA–sia improvvisamente diventato così ridicolmente incompetente nell’eseguire questo compito?
Questa accusa diventa persino più incredibile quando riflettiamo sul fatto che la FAA ha eseguito quel giorno con successo un’operazione senza precedenti: far atterrare tutti gli aerei del paese. La Commissione stessa afferma che la FAA “ha eseguito quest’ordine senza precedenti senza commettere alcun errore.”[81] E’ forse plausibile che il personale della FAA, lo stesso giorno che ha compiuto senza errori un incarico senza precedenti, avrebbe così miseramente fallito in un compito che, per decenni, ha compiuto di routine?
3. E’ credibile il presunto motivo per mentire?
La nuova storia basata sui nastri solleva anche l’interrogativo–toccato in precedenza ma che richiede un’ulteriore discussione–se sia davvero possibile credere che Scott, Arnold e altri ufficiali delle forze armate avrebbero detto le bugie di cui sono stati accusati. Se i nastri sono autentici, non c’è via d’uscita dalla conclusione che hanno mentito. L’affermazione che si siano semplicemente confusi su tutte queste questioni è completamente incredibile. E se l’accusa di mentire che è stata sollevata contro di loro fosse ugualmente incredibile?
L’accusa sollevata da John Farmer, come abbiamo visto, è che questi ufficiali hanno mentito “ per occultare errori da parte della F.A.A. e delle forze armate, e per esagerare l’idea che i militari fossero pronti ad intercettare e, se necessario, abbattere il volo UAL 93”. Bronner suggerisce che la motivazione era, per usare le sue stesse parole, “sminuire la portata della confusione e delle incomprensioni che attraversavano i ranghi del governo”[82]. Possiamo, a dir la verità, comprendere che gli ufficiali dell’esercito possano essere stati tentati dal coprire errori e impreparazioni da parte loro. Secondo i nastri, però, era la FAA ad essere colpevole di praticamente tutta la confusione l’incompetenza. Gli ufficiali militari avrebbero mentito per proteggere la FAA?
Questo problema è in effetti espresso nell’articolo di Bronner. Riferendo che Farmer ha accusato Arnold e altri di avere mentito, Bronner afferma che Farmer non riusciva a capire perché essi avrebbero sentito il bisogno di fare ciò: “le informazioni che ricevettero [dalla FAA] erano cattive informazioni, me essi reagirono come ci si sarebbe aspettati da loro. Le mosse che fecero furono quelle giuste.”[83] Questo quadro crea un grande problema per l’accusa di Farmer-Bronner. Se gli ufficiali del NORAD, data l’informazione che essi avevano ricevuto dalla FAA, hanno preso le decisioni corrette, quale possibile motivazione avrebbero avuto per mentire? Dovremmo credere che, dopo che la FAA ha ripetutamente dato ai militari informazioni false e tardive, gli ufficiali dell’esercito avrebbero mentito per proteggere la FAA?
Persino più incredibile è il quadro generale che dovremmo accettare: se i militari avessero detto la verità, il pubblico avrebbe saputo che la FAA non ha mai informato i militari a riguardo dei voli 175, 77 e 93 sino a dopo che questi si erano schiantati. Non ci sarebbe perciò stato alcun sospetto che i militari fossero stati responsabili per il successo degli attacchi alla torre sud e al Pentagono e per aver abbattuto l’aereo che si era schiantato in Pennsylvania. Nondimeno (dovremmo credere), il NORAD ha inventato una falsa cronologia dei fatti che avrebbe potuto portare la gente a sospettare che i militari fossero responsabili per quegli eventi. Come ho fatto notare in precedenza, questo vorrebbe dire che gli ufficiali dell’esercito, per proteggere se stessi dall’accusa di confusione e incompetenza, hanno inventato una bugia che li avrebbe esposti all’accusa di omicidio e tradimento. Questa sarebbe stata una bugia completamente immotivata e persino irrazionale.
Ritorniamo in particolare all’accusa che Arnold, Scott, e i militari in genere abbiano mentito nel non menzionare il volo 11 fantasma– cioè nel non far presente che i jet di Langley erano stati lanciati in volo in risposta alla falsa informazione della FAA che AA 11 era ancora in volo e diretto verso Washington. Se questa fosse la verità, perché questi militari deliberatamente non lo avrebbero fatto presente? sicuramente non per proteggere la FAA con la quale i militari sarebbero stati furiosi dato quel falso rapporto, in aggiunta a tutte le altre cose di quel giorno. E sicuramente non per proteggere se stessi, perché al ricevimento del falso rapporto, mandarono rapidamente i caccia in volo. (Per la verità i caccia si sarebbero diretti verso il mare invece che verso Washington, ma questo particolare imbarazzante faceva già parte della vecchia storia del NORAD.)
Oltre a non avere alcun motivo per non dire la storia del volo 11 fantasma, gli ufficiali dell’esercito avrebbero avuto ogni ragione di raccontarla al posto della storia che hanno invece detto. La storia raccontata dalla vecchia cronologia del NORAD–che i caccia di Langley erano stati fatti decollare in risposta alla notifica riguardante il volo AA 77 da parte della FAA–ha esposto il NORAD all’accusa che esso avesse avuto il tempo di intercettare questo volo prima che raggiungesse il Pentagono. Ma la storia sul volo 11 fantasma mette i militari completamente fuori pericolo dando tutta la colpa alla FAA. Se la storia sul volo 11 fantasma fosse vera, sarebbe stato completamente irrazionale per i militari non averne parlato.
Non è forse più plausibile che la ragione per cui nessun militare ha menzionato il volo 11 fantasma prima del 2004 è che questa storia fu una successiva invenzione? La Commissione sull’11-9, come abbiamo visto, non crede all’affermazione di Arnold che, quando egli testimoniò nel 2003, non si ricordava dell’episodio del volo 11 fantasma. La Commissione non gli crede perché Arnold e altri ufficiali, preparandosi a fornire testimonianza nel 2003, ascoltarono i nastri del NORAD, e quando questi nastri furono fatti ascoltare alla Commissione nel 2004, resero molto chiaro che i caccia di Langley erano stati lanciati in risposta a un falso rapporto sul volo AA 11. Eppure, se nel 2003 i nastri non avessero ancora avuto inciso nulla a riguardo del volo fantasma 11, non sarebbe un mistero il motivo per cui Arnold e Scott non si “ricordarono” questo errore e anche il motivo per cui nessun altro tra i militari non lo aveva mai menzionato.
Eppure, se le cose sono andate così, cioè che Scott, Arnold e altri sono stati ingiustamente accusati sulla base della nuova storia della Commissione basata sui nastri, perché non lo hanno semplicemente detto? Perché hanno accettato pubblicamente la nuova storia, concordando pubblicamente che la loro precedente testimonianza non era corretta? Vi sono diverse possibili ragioni.
Una ragione è semplicemente la disciplina militare. Persino in pensione, gli ufficiali dell’esercito sarebbero molto riluttanti a sfidare una versione ufficiale promulgata dal Pentagono, specialmente su di una questione così importante e potenzialmente esplosiva come la risposta delle forze armate l’11-9.
Scott, Arnold e altri ufficiali asseconderebbero la nuova storia basata sui nastri, pur sapendo che è falsa, anche se la storia contenuta nella precedente cronologia del NORAD fosse essa stessa una bugia. E vi sono molte prove che lo fosse.
Una parte di queste prove vengono dal fatto che essa era già il secondo resoconto fatto dai militari sulla loro risposta quella mattina. Secondo il primo resoconto, dato immediatamente dopo l’11-9 sia da Mike Snyder, portavoce del NORAD, che dal generale Richard Myers, allora Acting Chair of the Joint Chiefs of Staff [presidente in carica del consiglio di stato maggiore n.d.t.], nessun jet militare venne fatto decollare sino a dopo l’attacco al Pentagono[84]. Questo primo resoconto, che dimostrò rapidamente lo sfortunato effetto di suggerire che i militari avessero lasciato a terra le loro forze difensive, fu velocemente rimpiazzato da un secondo resoconto, riferito da CBS News il 14 settembre e poi rispecchiato dalla cronologia del NORAD del 18 settembre [85]. Quindi questo secondo resoconto ebbe una nascita molto sospetta, dato che era difficile credere che sia Myers che Snyder potessero essere stati male informati su di una tale questione o che avessero consapevolmente fornito un falso resoconto che potesse essere facilmente visto come implicante una paralisi dell’esercito.
Oltre ad avere avuto un inizio sospetto, nemmeno questo secondo resoconto poteva resistere ad un’attenta indagine, perché persino se la FAA avesse dato notifica così tardi come affermato dal NORAD, i caccia avrebbero ancora potuto intercettare i velivoli [86].
Di conseguenza, persino prima del resoconto della Commissione sull’11-9 basato sui nastri, vi erano buoni motivi per credere che la storia raccontata da Scott, Arnold e la cronologia del NORAD fossero una menzogna.
Se questa è la verità, allora è comprensibile che Scott e Arnold avrebbero assecondato la nuova storia, pure se essa causa un certo imbarazzo a loro e alle forze armate in generale. Sapendo che sia il secondo che il terzo resoconto sono falsi, essi non avrebbero contestato il terzo in nome del secondo esponendo dunque entrambi ad uno scrutinio pubblico.
La terza e sicuramente più decisiva ragione per cui questi ufficiali avrebbero assecondato la nuova storia è che, fino a che la stampa e il pubblico accettano la terza storia, l’intero apparato militare eviterà l’accusa di essere stato criminalmente complice o anche solo terribilmente incompetente. Scott, Arnold e gli altri ufficiali accusati di avere mentito, riconoscendo che qualcuno deve pur fungere da capro espiatorio per ottenere questo bene maggiore, sarebbero comprensibilmente andati avanti nel ruolo loro assegnato–tranne che per aver insistito che loro non stavano ingannando ma si erano semplicemente dimenticati o confusi [87].
Perciò il fatto che gli ufficiali accusati di aver mentito non abbiano contestato pubblicamente la nuova storia basata sui nastri non inficia la conclusione che i nastri debbano essere stati falsificati.
4. Come potrebbero essere stati falsificati i nastri?
Questa conclusione può essere ragionevolmente sostenuta, naturalmente, solo se qualcuno potrebbe avere avuto il motivo, i mezzi, l’opportunità di falsificare i nastri.
Ogni dubbio al riguardo della sufficiente motivazione può essere velocemente accantonato. Se gli attacchi dell’11-9 fossero stati orchestrati o come minimo deliberatamente lasciati avvenire dall’amministrazione Bush- Cheney e dal loro Pentagono, allora non ci sarebbero limiti ai motivi per coprire questo gesto delittuoso e traditore. Nessun dispendio di tempo e denaro sarebbe considerato eccessivo.
Sebbene ciò sia ovvio, la questione dei mezzi per falsificare i nastri potrebbe apparirlo di meno. I nastri sono sembrati chiaramente autentici a tutti coloro che li hanno ascoltati. Le voci dei maggiori protagonisti del dramma sono chiaramente riconoscibili. Se queste persone non hanno detto in tempo reale tutto ciò che è presente sui nastri, come li si potrebbe ascoltare mentre dicono tali cose?
“Voice Morphing”
È di rilievo qui la tecnologia, piuttosto nuova, del “voice morphing” [modificazione della voce n.d.t.] (che è una delle forme di “digital morphing,” insieme alla modificazione dei video e delle fotografie). Questa tecnologia è disponibile da diversi anni, come mostrato nel 1999 dal Washington Post in un articolo di William Arkin [88]. Come esempio di ciò che era già possibile a quel tempo, Arkin ha descritto una dimostrazione in cui il generale Carl Steiner, ex comandante in capo dello US Special Operations Command [comando per le operazioni speciali n.d.t.], fu sentito fare una dichiarazione che iniziava: “Signori! Vi abbiamo riuniti qui per informarvi che stiamo per rovesciare il governo degli Stati Uniti”. In un’altra dimostrazione, fu sentita la voce di Colin Powell dire: “coloro che mi hanno catturato mi stanno trattando bene”. Né Steiner né Powell avevano mai pronunciato quelle affermazioni. Erano state totalmente fabbricate.
Cosa serve per produrre tali falsificazioni? Gli esperti di modificazione vocale possono, “semplicemente prendendo una registrazione digitale della voce di una persona qualunque”, come ha riferito Arkin, “clonare i campioni di discorso e sviluppare un accurato facsimile,” facendo sembrare che le persone hanno detto cose che “non avrebbero altrimenti mai pronunciato”. Sebbene le prime tecniche di voice morphing richiedessero operazioni come tagliare e incollare le voci, spesso producendo intonazioni robotiche, i nuovi software “possono replicare in maniera molto più accurata il modo in cui qualcuno veramente parla”.
Questa nuova tecnologia, sviluppata ai laboratori nazionali di Los Alamos, può essere usata sia da Hollywood che dalle agenzie di intelligence e dai militari. “Nel caso di Hollywood si tratta di effetti speciali. Per coloro delle forze armate Usa e delle agenzie di intelligence che compiono operazioni segrete si tratta dell’arma del futuro.” Un’agenzia interessata in quest’arma, riferisce Arkin, è l’ “ ‘Information Operations department’ [dipartimento per le operazioni informative n.d.t.] dell’Università di Difesa Nazionale a Washington, la scuola dell’esercito per la guerra psicologica tramite l’informazione.”
Facendo riferimento a ciò che i militari chiamano PSYOPS, cioè operazioni psicologiche, Arkin spiega che queste operazioni “cercano di sfruttare la vulnerabilità umana all’interno dei governi, delle forze armate e delle popolazioni nemiche.” Ma la modificazione vocale, aggiungerei, potrebbe essere ugualmente usata da un governo come un’arma per sfruttare le vulnerabilità umane nella sua stessa popolazione. Le “vulnerabilità umane” nella popolazione Usa potrebbero includere l’ignoranza del pubblico sull’esistenza di tali tecnologie, più la sua tendenza a fidarsi dei propri leader politici e militari e respingere le “teorie del complotto”.
Arkin, facendo notare che la manipolazione dei video e delle fotografie ha già “sollevato profondi dubbi di autenticità all’interno del mondo giornalistico”, insegnando ad esso che “vedere non porta necessariamente a credere”, sottolinea che l’aggiunta del voice morphing implica che ciò “vale anche per l‘ascoltare”. O almeno dovrebbe valere. Sicuramente, data l’esistenza di questa tecnologia in aggiunta agli innumerevoli problemi della storia della Commissione sull’11-9 basata sui nastri del NORAD, i nostri mezzi d’informazione dovrebbero mettere in dubbio l’autenticità di codesti nastri.
Se esistono i mezzi per falsificare i nastri, cosa dire dell’opportunità? Anche su questa non ci sono problemi. I nastri del NORAD sono stati sotto il controllo dei militari per tutto il tempo. Naturalmente, dato il fatto che quando Arnold, Scott e altri ascoltarono i nastri nel 2003 apparentemente non sentirono molte delle cose che ora vi sono incise, è probabile che il processo di falsificazione non sia iniziato prima di un qualche momento nel 2003 –forse dopo che alcuni membri della Commissione sull’11-9 realizzarono che la storia che il NORAD era andato raccontando sin dal 2001 non era abbastanza valida nel difendere l’esercito contro l’accusa di complicità negli attacchi. Ma dato che estratti dei nastri non furono riprodotti in pubblico sino all’ udienza della Commissione del 17 giugno 2004 — oltre un anno più tardi dell’udienza in cui Arnold e gli altri testimoniarono per la prima volta–vi sarebbe stato tempo in abbondanza per modificare i nastri.
Eppure, si potrebbe obiettare, sebbene la modifica ai nastri del NORAD possa essere spiegata in questo modo, è quasi l’opposto per i nastri della FAA–ai quali Bronner si riferisce come a “ registrazioni parallele,” indicando perciò che essi erano in accordo con i nastri del NORAD. Estratti di questi nastri furono allo stesso modo riprodotti all’udienza del 2004. Possiamo supporre, infatti, che ogni scetticismo sull’autenticità dei nastri del NORAD sarebbe stato messo a tacere dal fatto che i nastri della FAA erano in accordo con essi. Qualcuno potrebbe credere che la FAA, sapendo che aveva compiuto in modo appropriato il suo lavoro e che solo i militari avevano fallito, avrebbe manipolato i suoi stessi nastri per discolpare i militari facendo sembrare essa stessa completamente incompetente?
Questa sarebbe in effetti una buona domanda retorica se i nastri della FAA dell’11-9 fossero stati in suo possesso per tutto il tempo. Ma le cose non sono affatto andate così. Nella conversazione telefonica che ebbi con Laura Brown nel 2004, lei mi disse che immediatamente dopo l’11-9, la FAA dovette consegnare tutte le sue registrazioni di quel giorno all’FBI. Sebbene non fosse insolito per la FAA consegnare le sue registrazioni dopo un grande disastro, aggiunse, esse venivano normalmente consegnate al National Transportation Safety Board [comitato nazionale per la sicurezza dei trasporti]. Questa volta, però, dovettero essere consegnati all’FBI [89].
Alla luce di questa informazione oltre al fatto che le tecniche di modificazione vocale erano disponibili per le agenzie di intelligence almeno sin dal 1999, l’accordo dei nastri gli uni con gli altri non pone problemi all’ipotesi di falsificazione.
Le telefonate dal volo United 93: un precedente esempio?
C’è ragione di credere, per di più, che la modificazione vocale sia già stata usata almeno una volta in precedenza nel processo di creazione di una storia ufficiale sugli attacchi dell’11-9. Mi riferisco alle presunte chiamate telefoniche effettuate con i cellulari dei passeggeri del volo United 93 prima che si schiantasse in Pennsylvania. (Sebbene vi fossero anche presunte telefonate con i cellulari fatte dagli altri voli, ve n’erano di più dal volo UA 93 che dagli altri tre messi assieme, rendendolo, come dice il professor A. K. Dewdney, il “volo dei cellulari”.)[90] Vi sono buone ragioni di credere che queste chiamate furono falsificate.
[Una scena dal film United 93]
Un problema con la versione ufficiale è il semplice fatto che le telefonate dai cellulari (a differenza di quelle dai telefoni dell’aereo [in molti voli negli USA vi sono telefoni posti sul retro dei sedili che possono essere utilizzati pagando con la carta di credito n.d.t.]) sarebbero palesemente impossibili da effettuare. Data la tecnologia dei cellulari di allora, riuscire a telefonare con il cellulare ad un’altitudine di 2000 piedi [meno di 700 metri, un piede equivale a circa 30 cm n.d.t.] era possibile ma improbabile; tra i 2000 e gli 8000 piedi, fortemente improbabile; e sopra gli 8000 piedi, praticamente impossibile. All’altitudine a cui si dice che volasse UA 93, sopra i 30.000 piedi, riuscire a telefonare sarebbe stato completamente impossibile [91]. La nuova tecnologia che renderebbe possibili tali telefonate è stata sperimentata con successo solo nel 2004. Un articolo del Washington Post, riguardante questo test, afferma: “i viaggiatori potranno parlare con i loro telefoni cellulari personali già nel 2006” [92].
In aggiunta al dubbio sulla possibilità di fare telefonate con i cellulari dal volo UA 93, il contenuto di alcuni dei messaggi rende la loro autenticità altamente improbabile. Nel caso più noto, un uomo che afferma di essere Mark Bingham chiamò la madre di Bingham. Quando la donna rispose, egli disse: “Mamma? Sono Mark Bingham” [“Mom? This is Mark Bingham”]. Ci siamo mai presentati a nostra madre, fosse anche nella situazione più stressante, dando il nostro cognome?
Il resto della chiamata, inoltre, non dà alcun elemento che ci assicuri che la chiamata è autentica. Chi telefona ha poi detto: “voglio farti sapere che ti voglio bene. Sono su un volo da Newark a San Francisco e ci sono tre tizi che si sono impadroniti dell’aereo e dicono di avere una bomba”. Sua madre ha poi chiesto, “Chi sono questi tizi?” dopo una pausa, chi chiamava ha detto: “Mi credi, non è vero?” Dopodiché la donna disse, “Si, Mark. Ti credo. Ma chi sono questi tizi?” e poi è caduta la linea.
Data l’incapacità di chi chiamava di rispondere a una qualunque domanda, potremmo assumere che queste affermazioni siano state pre-registrate. Se fossero state pre-registrate, però, l’errore “Mark Bingham” sarebbe stato sicuramente corretto. Inoltre, alcune delle altre presunte chiamate sembrano contenere un po’ di autentica interazione.
Ma questi due fatti non presentano problema, data l’esistenza, sin da almeno la metà degli anni 90, dei trasformatori vocali. Dewdney spiegando come essi funzionino, scrive: “Si parla in un microfono, il campione sonoro viene digitalizzato e, in tempo reale, il computer all’interno del dispositivo produce un segnale che viene convertito in suono, cioè in una voce che può essere completamente differente dalla vostra. Ogni cosa che dite verrà pronunciata dalla voce sintetizzata e con . . . lo specifico suono della voce di una particolare persona” [93]. Possiamo ora capire come coloro che chiamavano fossero capaci di interagire–anche se in modo limitato –con le persone che venivano chiamate.
Se le voci sono state modificate per produrre apparente telefonate fatte con i cellulari dal volo UA 93 (e da altri voli) ciò ci dà a un motivo in più per sospettare che i nastri del NORAD e della FAA sono anch’essi stati prodotti per mezzo di una tale tecnologia. Inoltre, dato che Bronner è stato coinvolto nella produzione del film United 93, in cui le telefonate dai cellulari giocano un grande ruolo, il fatto che il suo articolo non sollevi dubbi sull’autenticità dei nastri non fornisce una prova contro questa ipotesi.
Tutta questa gente parteciperebbe in una menzogna?
Vi è, a dire la verità, un’obiezione piuttosto ovvia a questa ipotesi: se i nastri del NORAD e della FAA descritti da Bronner sono stati entrambi alterati, allora molti militari e personale della FAA lo saprebbero. Sicuramente qualcuno di loro parlerebbe. Sicuramente non tutti sarebbero disposti ad essere complici in una tale enorme frode rimanendo in silenzio!
Eppure–e questa potrebbe dimostrarsi la più importante implicazione della nuova storia–sappiamo ora che membri sia della FAA che delle forze armate sono capaci di un tale inganno e complicità. Da una parte, se la nuova storia è vera, allora molte persone sia della FAA che dell’esercito sapevano che la vecchia storia era falsa eppure la hanno appoggiata –attivamente o con il loro silenzio– dal 2001 al 2004. Da un altro lato, se la nuova storia è falsa, allora molte persone sia della FAA che dell’esercito lo sanno eppure la hanno appoggiata–verbalmente o semplicemente non contestandola–fin dalla pubblicazione del Rapporto della Commissione sull’11-9 nel luglio 2004. Dato il ritratto fatto da Bronner di alcune delle persone del NEADS non è piacevole pensare che partecipino coscientemente in un enorme bugia. Ma non abbiamo scelta, perché se la nuova storia è vera, essi erano complici in un enorme bugia tra il 2001 il 2004. E se è così, non abbiamo ragione di credere che non parteciperebbero in una nuova, migliorata bugia.
Sulla base di questa consapevolezza, si potrebbe argomentare che non c’è realmente bisogno di suggerire che i nastri siano stati falsificati tramite la modificazione vocale. Se il personale della FAA e dell’esercito è stato coinvolto in una congiura del silenzio sui nastri, non c’era bisogno di modificare le loro voci. Coloro che stavano falsificando i nastri avrebbero semplicemente potuto ordinare alle varie persone di leggere nuove frasi che erano state scritte per loro.
Per la verità questo è possibile. Ma c’è una grande differenza, almeno per persone fondamentalmente oneste, tra il partecipare attivamente in una frode e rimanere semplicemente in silenzio su di essa in base a degli ordini. Molte persone che farebbero quest’ultima cosa non farebbero la prima. Sembrerebbe più probabile, perciò, che se i nastri sono stati falsificati, la tecnologia del voice morphing è stata usata perlomeno in molti casi. Non c’è bisogno, comunque, di porre la domanda prima di un’indagine. Tutto ciò di cui c’è bisogno a questo stadio è la consapevolezza che agenti del governo avrebbero avuto sia i mezzi che l’opportunità, così come la motivazione, per produrre dei nastri fraudolenti.
[Parenti delle vittime protestano ad una udienza per le bugie e le omissioni della Commissione sull’11-9]
Conclusione
La motivazione per produrre dei nastri falsi sarebbe stata fornita dal crescente rifiuto da parte del pubblico americano della teoria del complotto formulata dal governo, in favore di una visione alternativa, secondo la quale l’11-9 è stata una questione interna–ma naturalmente solo quest’ultima cosa può essere definita, in un ambiente civile, una “teoria del complotto”. L’efficacia di questi nastri nel minare questa teoria del complotto alternativa è suggerita da un editoriale del New York Times che inizia dicendo:
Nessun tema indagato dalla Commissione sull’11-9 ha fatto scaturire tante teorie del complotto quanto l’incapacità del sistema di difesa aereo americano di intercettare anche uno solo dei quattro aerei che erano stati dirottati dei terroristi. Ciò rende [l’articolo su Vanity Fair di Bronner e “Without Precedent” di Kean e Hamilton] particolarmente benvenuti…. [Questi resoconti mostrano che] non vi era assolutamente alcuna prova che qualcuno nella difesa aerea si sia deliberatamente fatto da parte per lasciare strada libera i terroristi…, come hanno suggerito le teorie del complotto [94].
L’efficacia di queste pubblicazioni nel far accettare la nuova storia è illustrata dal resto dell’editoriale del Times, il quale afferma:
La Federal Aviation Administration . . . è stata miserabilmente incapace nel compiere il suo dovere di allertare i militari…. Comunque, la F.A.A. disse ai militari, erroneamente, che un aereo che in realtà aveva già colpito il World Trade Center era ancora diretto verso sud in direzione di Washington. Come risultato, i militari lanciarono due jet all’inseguimento di un fantasma….
È per quel che riguarda tutte le illazioni circondanti l’ ordine di “abbattimento” emesso dal vice presidente Dick Cheney durante la crisi, l’ordine raggiunse il NORAD troppo tardi per essere di una qualche utilità….
Dopo il fatto, ufficiali dell’esercito hanno reso falsa testimonianza che esagerava la loro prontezza nel proteggere la capitale della nazione. Essi indicarono che la F.A.A. aveva allertato l’esercito più prontamente di quanto era in realtà successo, che i caccia erano stati lanciati per proteggere Washington da autentici aerei piuttosto che per inseguire voli fantasma, e che l’esercito stava seguendo–ed era pronta ad abbattere– un aereo che in realtà non sapeva nemmeno essere stato dirottato e che era già caduto in Pennsylvania.
Se è stato determinato che queste affermazioni false non furono fatte deliberatamente,… Qualcuno deve ancora spiegare perché i militari… non sono stati capaci di tirare fuori la vera storia sino a che la Commissione sull’11-9 non li ha costretti ad ammettere la verità.
Come si può vedere, ognuno dei punti principali della nuova storia viene accettato come fosse Vangelo. Non c’è menzione del fatto che questa nuova storia è tempestata di problemi o della possibilità che i nastri, riprodotti per la prima volta in pubblico a quasi tre anni dagli eventi, potrebbero essere stati contraffatti. Non c’è disorientamento su che cosa possa avere spinto gli ufficiali dell’esercito a dire che la “F.A.A. aveva allertato l’esercito più prontamente di quanto era in realtà successo”. Dal punto di vista del Times tutte queste cose devono essere vere perché sono sui nastri.
Questo atteggiamento sarà sicuramente molto diffuso, nonostante tutti i problemi della nuova versione ufficiale. La questione dell’autenticità dei nastri è, di conseguenza, della più grande importanza.
Concluderò ritornando sulla significatività dell’accusa fatta dalla Commissione sull’11-9 sulla base della nuova storia, che militari avevano precedentemente mentito sull’11-9. Molti commentatori che hanno citato questo fatto hanno assunto, insieme al New York Times, che questa accusa crea un grande imbarazzo ai militari, che “non sono stati capaci di tirare fuori la vera storia sino a che la Commissione sull’11-9 non li ha costretti ad ammettere la verità”. Ciò che in realtà sta succedendo, però, è che l’esercito sta soffrendo brevemente per un esiguo imbarazzo, subito principalmente da pochi capri espiatori, a beneficio della nuova versione, che, se viene accettata, rimuoverebbe per sempre il sospetto di colpevolezza–per tradimento e strage–da chiunque all’interno delle forze armate. La nuova versione andrebbe quindi più correttamente vista come la sostituzione da parte dell’esercito della sua vecchia storia, che non lo scagionava completamente, con una sua nuova storia, che invece ottiene questo effetto.
Visto in questa luce, il fatto oramai stabilito che l’esercito ha mentito sull’11-9 ha forse un’implicazione imprevista–che non c’è una buona ragione per fidarsi della nuova storia dei militari. Poiché i militari hanno mentito tra il 2001 il 2004, non abbiamo alcuna base per fidarci di ciò che dicono ora. Per apprezzare questo punto, è importante cogliere la giusta logica della situazione. La verità della nuova versione implicherebbe la falsità della vecchia versione. Ma la falsità della vecchia versione non implicherebbe la verità della nuova versione: potrebbero essere entrambe false. E se la precedente storia, che assolveva solo parzialmente i militari dal sospetto, fosse una bugia, non dovremmo forse sospettare che la nuova storia, che li assolve appieno, è anch’essa una bugia?
Questa implicazione non verrà vista, a dire la verità, sino a che si accetta il racconto promulgato dalla Commissione sull’11-9 e ripetuto dal Times–cioè che i militari sono stati “costretti” a dire questa storia, con loro grande imbarazzo, dalla Commissione sull’11-9. Ma appena vediamo che questa è la nuova storia dei militari, che hanno usato la Commissione sull’11-9 per raccontarla (sebbene forse con qualche aiuto da questo gruppo guidato da Zelikow), allora abbiamo motivo di non accettare questa nuova favola senza esaminare la sua plausibilità, il suo conflitto con i precedenti resoconti, e la possibilità di nastri prodotti in modo fraudolento.
E quando questo racconto viene esaminato con tali dubbi in mente, come ho suggerito, ci sono molte ragioni per considerarlo una bugia [95]. Questa è, naturalmente, una conclusione con enormi implicazioni, alcune delle quali le ho discusse altrove [96].
Titolo originale: “9/11 Live or Fabricated: Do the NORAD Tapes Verify The 9/11 Commission Report?”
David Ray Griffin
Fonte: http://www.911truth.org/
Link: http://www.911truth.org/article.php?story=2006091418303369
04.09.2006
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org e www.luogocomune.net da GOLDSTEIN e ALCENERO
NOTE
77. 9/11CR 34.
78. Leslie Filson, Air War over America: Sept. 11 Alters Face of Air Defense Mission, prefazione di Larry K. Arnold (Public Affairs: Tyndall Air Force Base, 2003).
79. Commissione Nazionale sugli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti, 12° audizione pubblica, 17 Giugno 2004 (www.9-11commission.gov/archive/hearing12/9-11Commission_Hearing_2004-06-17.htm).
80. Bronner 275.
81. 9/11CR 31.
82. Bronner 285, 264.
83. Bronner 282.
84. Glen Johnson, “Otis Fighter Jets Scrambled Too Late to Halt the Attacks,” Boston Globe, 15 Settembre (http://nl.newsbank.com/nl-search/we/Archives?p_action=print); Audizioni di conferma del Generale Myers, al Comitato del Senato per le Forze Armate, Washington D.C. 13 Settembre 2001 (http://emperors-clothes.com/9-11backups/mycon.htm).
85. CBS News, 14 Settembre 2001.
86. Si veda David Ray Griffin, The New Pearl Harbor: Disturbing Questions about the Bush Administration and 9/11 (Northampton: Olive Branch, 2004), Cap. 1-2.
87. Philip Shenon and Jim Dwyer, “Agency Says Military Did Not Lie to 9/11 Panel,” New York Times, 4 Agosto 2006 (http://topics.nytimes.com/top/reference/timestopics/people/s/philip_shenon/index.html?inline=nyt-per).
88. William M. Arkin, “When Seeing and Hearing Isn’t Believing, Washington Post, 1 Feb. 1999 (http://www.washingtonpost.com/ac2/wp-dyn?pagename=article&node=&contentId=A45085-2000Feb28).
89. Intervista telefonica con Laura Brown Domenica 15 Agosto 2004.
90. A. K. Dewdney, “The Cellphone and Airfone Calls from Flight UA93,” Physics 911 (http://physics911.net/cellphoneflight93.htm).
91. Si veda Dewdney, “The Cellphone and Airfone Calls”; Michel Chossudovsky, “More Holes in the Official Story: The 9/11 Cell Phone Calls,” Centre for Research on Globalisation, 10 Agosto 2004 (http://globalresearch.ca/articles/CHO408B.html); e “QUALCOMM Press Release, “American Airlines and QUALCOMM Complete Test Flight to Evaluate In-Cabin Mobile Phone Use,” 15 Luglio 2004 (http://www.qualcomm.com/press/releases/2004/040715_aa_testflight.html).
92. Washington Post, 27 Luglio 2004.
93. Dewdney, “The Cellphone and Airfone Calls.”
94. Editorial, “Our Porous Air Defenses on 9/11,” New York Times, 13 Agosto 2006 (http://www.nytimes.com/2006/08/13/opinion/13sun2.html?_r=1&oref=slogin)
95. Non ho, per di più, menzionato molti altri problemi nelle registrazioni, come la loro affermazione che ci fossero solo quattro caccia in allerta per il NEADS, che significa, assurdamente, che non ce ne fossero alla base aerea di Andrews, che ha il compito di proteggere Washington D.C. (si veda Griffin, 9/11CROD 159-64); la loro affermazione che l’esercito non potesse tracciare un aereo con il transponder spento (si veda ibid., 166-67); e la loro apparente affermazione che ci fosse solo un gioco di guerra in atto quella mattina (si veda “Complete 911 Timeline: Military Exercises up to 9/11,” Cooperative Research [http://www.cooperativeresearch.org/timeline.jsp?timeline=complete_911_timeline&before_9/11=militaryExercises]).
96. David Ray Griffin, Christian Faith and the Truth behind 9/11 (Louisville: Westminster John Knox, 2006). Vorrei ringraziare Daniel Athearn, Matthew Everett, and Tod Fletcher per molti preziosi suggerimenti relativi a questo scritto.