DI DAVID RAY GRIFFIN
911 Truth
Si è venuto a creare un certo scompiglio dopo la pubblicazione da parte di Vanity Fair dell’articolo “9/11 Live: le registrazioni del NORAD” firmato da Michael Bronner, il primo giornalista che ha avuto accesso a queste registrazioni audio – che il NORAD ha fornito, su richiesta, alla Commissione 11-9 nel 2004. La portata pubblica di queste registrazioni è stata aumentata molto dalla disponibilità di estratti di queste registrazioni (che possono essere ascoltati nella versione in rete dell’articolo) che sono stati fatti ascoltare nei rapporti TV e Radio riguardanti l’articolo. [1]
Lo scompiglio si è venuto a creare soprattutto a causa delle parte del servizio di Bronner che riportava l’accusa da parte di membri della Commissione 11-9 – durante le cui audizioni nel 2004 erano stati ascoltati degli estratti di queste registrazioni – che membri dell’esercito avevano rilasciato false dichiarazioni alla Commissione, forse deliberatamente. Questo scompiglio è stato aumentato dalla contemporanea pubblicazione – parliamo della prima settimana di Agosto 2006 – di “Without Precedent” , un libro scritto da Thomas Kean e Lee Hamilton – rispettivamente Presidente e Vice Presidente della Commissione – nel quale è ugualmente portata quest’accusa.[2] L’accusa riguarda soprattutto le affermazioni fatte prima del 2004 dall’esercito a proposito delle reazioni del NEADS – il Settore Nord Est del NORAD (il Comando di Difesa Aerospaziale Nord Americano) a due voli: AA 77 e UA 93. (C’è anche, seppur Bronner non ne faccia menzione, una seria discrepanza a riguardo di UA 175.) Queste affermazioni sono contraddette dalle registrazioni, con “registrazioni” intendiamo non solo quelle del NORAD, alle quali Bronner fa riferimento nel sottotitolo del suo scritto, ma anche quelle che lui definisce “le registrazioni parallele delle FAA” che ha usato insieme a quelle del NORAD. (Anche degli estratti di queste registrazioni della FAA sono state ascoltate durante le audizioni della Commissione nel Giugno del 2004.)
Queste che seguono sono le iniziali affermazioni fatte dall’esercito – presentate alle audizioni della Commissione nel Maggio del 2003 dal Colonnello Alan Scott e dal Maggiore Generale Larry Arnold – seguite dalle informazioni contrarie fornite dalle registrazioni.
(1) L’iniziale affermazione dell’esercito: Quando furono fatti decollare i caccia dalla base di Langley alle 9:24 quella mattina, fu per l’informazione della FAA che possibilmente o AA 77 (come suggerito dal Colonnello Scott) o UA 93 (come dichiarato dal Generale Arnold) erano stati dirottati ed erano diretti verso Washington.
Cosa indicano le registrazioni: Il NEADS non apprese che AA 77 ed UA 93 erano stati dirottati fino a quando si furono schiantati. I caccia di Langley erano stati fatti decollare invece in risposta ad un “Volo 11 Fantasma” – vale a dire, dopo un falso rapporto che AA 11 non aveva colpito il World Trade Center ed era invece diretto verso Washington.
(2) L’iniziale affermazione dell’esercito: Avendo appreso dalla FAA del dirottamento di UA 93 alle 9:16, il NEADS lo stava tracciando ed era in grado di abbatterlo se necessario. (Anche se l’affermazione riguardante la notifica delle 9:16 non è inclusa nella cronologia del NORAD – che presenta al suo posto un “N/A” [Non disponibile, NdT] – sia Arnold che Scott hanno fatto questa dichiarazione nella loro testimonianza del 2003.)
Cosa indicano le registrazioni: Il NEADS, lontano dall’apprendere del possibile dirottamento di UA 93 alle 9:16, ora in cui non era ancora stato dirottato, non ricevette questa informazione fino alle 10:07, quattro minuti dopo che UA 93 si era schiantato. Dunque il NEADS non poteva avere caccia che lo tallonavano.
(3) L’iniziale affermazione dell’esercito: Il NEADS era pronto ad agire su comando, proveniente dal Vice Presidente Cheney, di abbattere UA 93.
Cosa indicano le registrazioni: Non fu data nessuna autorizzazione all’abbattimento fino al momento in cui UA93 si schiantò. Cheney non fu notificato del possibile dirottamento di questo aereo fino alle 10:02, solamente un minuto prima che esso si schiantò, e l’autorizzazione all’abbattimento non fu data da lui che molti minuti dopo lo schianto di UA 93.
Assumendo che le registrazioni rilasciate recentemente forniscono il resoconto definitivo delle conversazioni del NEADS l’11 Settembre, le implicazioni vanno ben oltre la conclusione che il Colonnello Scott ed il Generale Arnold abbiano rilasciato false testimonianze alla Commissione 11-9, evidentemente deliberatamente. (I membri della Commissione, facendo notare che l’esercito aveva ascoltato le registrazioni, mettono fuori gioco la possibilità che Scott e Arnold sarebbero potuti essere semplicemente confusi.)
Le implicazioni sono più pesanti perchè le dichiarazioni di Scott e Arnold riflettevano la cronologia rilasciata dal NORAD il 18 Settembre 2001, che fornì i tempi in cui, il NORAD affermò allora, l’FAA lo aveva notificato dei quattro voli e dunque gli orari in cui il NEADS fece decollare i caccia in risposta. Scott, infatti, aveva preparato questa cronologia insieme al Colonnello Robert Marr, l’allora comandante al NEADS. Le implicazioni delle registrazioni del NORAD, di conseguenza, sono che virtualmente l’intera versione data dal NORAD il 18 Settembre 2001 – che ha rappresentato la versione ufficiale da quella data fino al rilascio del Rapporto della Commissione 11-9 nel Luglio del 2004 – fosse falsa.
La differenza cruciale è che secondo la storia precedente, anche se la FAA era stata inspiegabilmente lenta nel notificare all’esercito i possibili dirottamenti di AA 11, UA 175, AA 77, e UA 93, lo aveva notificato di tutti i voli prima che si schiantarono e, almeno riguardo gli ultimi tre, sufficientemente in tempo perchè i jet militari avessero potuto intercettarli. Sulla base delle registrazioni, Il Rapporto della Commissione 11-9, mentre da un lato concorda con la precedente cronologia riguardo al volo 11 (secondo cui la notifica arrivò solo nove minuti prima che esso si schiantò), afferma che l’esercito fu notificato degli altri tre voli solo dopo che essi si erano schiantati. L’esercito, di conseguenza, non può essere incolpato di aver fallito ad intercettarli.
Se questa cronologia basata sulle registrazioni è corretta, le affermazioni principali di quelli che danno una versione alternativa – che l’esercito ha fallito nell’intercettare UA 175 e AA 77 a causa di un “ordine di rimanere a terra” ed hanno poi abbattuto UA 93 (forse per impedire che i sopravvissuti parlassero) – risultano indebolite. Non sorprende perciò che un generale, prendendo la versione basata sulle registrazioni come la storia vera, abbia detto: “La vera storia è in realtà migliore di quella che abbiamo raccontato.”[4]
Assumendo che la nuova storia sia vera, il fatto che mette l’esercito sotto una luce molto migliore ha una implicazione sbalorditiva: chiunque nell’esercito – da quelli del Centro di Comando Nazionale militare del Pentagono (NMCC), alle cui dipendenze opera il NORAD, fino agli alti ufficiali al NEADS e più in generale al NORAD, fino ai piloti ed agli altri subordinati – che sapevano il vero corso degli eventi, sia per esperienza diretta o per aver ascoltato le registrazioni, sono rimasti zitti a proposito delle inesattezze nella cronologia del NORAD, anche se sapevano che la vera storia avrebbe messo l’esercito sotto una luce migliore, rimuovendo del tutto la possibilità che l’esercito fosse venuto meno alla sua opera difensiva. Perchè avrebbero fatto una cosa del genere?
Prendendo in considerazione questo aspetto chiedendosi perchè Scott e Arnold mentirono evidentemente alla Commissione, Bronner dice che i membri della Commissione 11-9 con i quali egli parlò dissero che: “La storia falsa.. .aveva un chiaro scopo.” Qual’era questo scopo? Era, secondo il membro dello staff John Farmer, “nascondere gli errori da parte della FAA e dell’esercito, ed esagerare la prontezza dell’esercito ad intercettare, e se necessario ad abbattere il volo UA 93.” [5] La ragione per mentire, in altre parole, era quella di coprire la confusione e l’incompetenza. Quella stessa motivazione è presumibilmente intesa a spiegare perchè l’esercito al completo aderì alla bugia dal 18 Settembre 2001 fino alle audizioni della Commissione 11-9 nel Giugno del 2004, quando il Generale Arnold fu messo di fronte a dati provenienti dalle registrazioni del NORAD che contraddicevano le dichiarazioni che aveva rilasciato alle audizioni nel Maggio del 2003.
Tuttavia, anche se questa spiegazione è stata largamente accettata, è davvero credibile? Se il nostro esercito fosse stato colpevole solamente di confusione e incompetenza l’11-9, sarebbe stato strano per i suoi ufficiali, dicendo che erano stati notificati dalla FAA prima di quanto lo fossero stati realmente, esporsi non solo all’accusa di frode criminale ma anche al sospetto che non avevano deliberatamente intercettato gli aerei dirottati. Ci viene chiesto di credere, in altre parole, che Scott, Arnold e gli altri, raccontando la storia iniziale, si comportarono in modo completamente irrazionale – vale a dire, essendo colpevoli solo di confusione e leggera incompetenza, dissero una bugia che avrebbe potuto portarli ad essere accusati di strage e tradimento.
Nondimeno, dobbiamo concludere che si comportarono così irrazionalmente a patto che accettiamo la premessa sottintesa nell’articolo di Bronner, e precisamente, che le registrazioni del NORAD sono autentiche – che erano state fatte, come dichiara il comunicato stampa di Vanity Fair, “nel bunker del quartier generale NordEst (NEADS) del Comando di Difesa Aerospaziale NordAmericano (NORAD).
Detta premessa è chiaramente implicita nella dichiarazione di Bronner che le registrazioni contengono “l’autentica versione dell’esercito dell’11 Settembre.” [7] Questo viene dato per scontato anche in articoli nella stampa mainstream, come quello del New York Times a proposito di quello che “le registrazioni dimostrano.”[8]
Se questa premessa è falsa, tuttavia, le registrazioni non dimostrano nulla – eccetto che l’esercito, forse colluso con membri della Commissione 11-9, ha fatto sforzi straordinari per inventare delle registrazioni che sembrassero scartare la possibilità che l’esercito, e a causa di ciò l’amministrazione Bush, fossero loro stessi complici negli attacchi dell’11-9.
Ma c’è una ragione per sospettare la verità di questa ipotesi alternativa (che a molti sembrerebbe troppo immaginaria per prenderla seriamente)? In particolare, ci sono motivi per credere che la Commissione 11-9 avrebbe preso parte ad un simile inganno? Ci sono motivi per credere che la storia così com’è dipinta dalle registrazioni sia falsa? Esiste un modo in cui le registrazioni potrebbero essere state falsificate?
Anche se ad alcuni lettori queste domande potrebbero sembrare meramente retoriche, la risposta a ciascuna di esse è “Si.” Iniziamo con la domanda se la Commissione 11-9 avrebbe potuto prendere parte all’inganno.
1. La Commissione 11-9 prenderebbe parte ad un inganno ?
Un fatto a proposito della Commissione che la maggior parte degli Americani ancora non conosce è da chi sia stato portato avanti il suo lavoro . Anche se la facciata pubblica della Commissione è stata raffigurata dai dieci Commissari guidati da Thomas Kean e Lee Hamilton, la vera opera di ricerca e scrittura dei rapporti è stata portata avanti da uno staff di circa 75 persone, di cui oltre metà erano ex membri della CIA, dell’FBI, del Dipartimento di Giustizia, e di altre agenzie governative.[9]
Soprattutto, questo staff è stato diretto da Philip Zelikow, che era virtualmente un membro dell’Amministrazione Bush. Egli aveva lavorato con Condoleezza Rice al National Security Council nell’Amministrazione di George H.W. Bush; Rice e Zelikow hanno in seguito scritto a due mani un libro; poi come Consigliere alla Sicurezza Nazionale per il Presidente George W. Bush, la Rice si portò Zelikow per compiere la transizione; egli fu poi nominato al President’s Foreign Intelligence Advisory Board [un organo che collega la presidenza con i servizi di intelligence, NdT ]; infine, lei lo scelse come ideatore principale della versione del 2002 dell’Amministrazione Bush del National Security Strategy [La strategia per la sicurezza nazionale, NdT] che ha teorizzato l’utilizzo dell’11 Settembre per giustificare una nuova dottrina di “guerra preventiva”, secondo cui gli Stati Uniti possono attaccare gli altri paesi anche quando essi non rappresentano una minaccia immediata. Questo era difficilmente l’uomo adatto per un’investigazione che avrebbe dovuto investigare, tra le altre cose, se l’Amministrazione Bush-Cheney, che ha tratto ampi benefici dagli attacchi dell’11 Settembre, fosse stata essa stessa complice.
Ma nonostante questo Zelikow fu al comando. Da direttore esecutivo, decise quali argomenti sarebbero stati investigati dallo staff e quali no. Lo staff fu diviso in otto squadre investigative, ed è stato riportato che un membro scontento abbia detto a quel tempo che sette di queste squadre “sono completamente controllate da Zelikow.” Più in generale, questo membro dello staff dichiarò, “E’ Zelikow che decide ogni cosa. Sta sviando l’investigazione e conducendola a modo suo.” Da direttore esecutivo, per di più, Zelikow fu in grado di controllare cosa sarebbe apparso – e cosa sarebbe stato escluso – nel Rapporto della Commissione 11-9.
Per illustrare quanto possano essere state determinanti simili esclusioni ed anche il perchè la Commissione 11-9 condotta da Zelikow non possa essere considerata immune da inganni, possiamo prendere in considerazione un estratto della testimonianza del Segretario ai Trasporti Norman Mineta alle audizioni della Commissione il 23 Maggio2003. Mineta testimoniò che alle 9:20 della mattina dell’11 Settembre, scese nel Centro Operativo Presidenziale per le Emergenze (PEOC) sotto la Casa Bianca, dove il Vice Presidente Cheney era in carica. Mineta ha dunque detto:
Mentre l’aereo si stava avvicinando al Pentagono, c’era un giovane che entrava e diceva al Presidente, “L’aereo è a 50 miglia.” “L’aereo è a 30 miglia.” E quando disse “L’aereo è a 10 miglia,” il giovane aggiunse anche al Vice Presidente, “Gli ordini sono ancora validi ?” Ed il vice Presidente si girò e disse, “Naturalmente gli ordini sono ancora validi. Hai forse sentito dire il contrario?” [12]
Quando a Mineta fu chiesto dal Commissario Timothy Roemer quanto tempo dopo il suo arrivo fosse iniziata questa conversazione, Mineta rispose: “Probabilmente circa cinque o sei minuti,” che, come Roemer fece notare, significavano “circa le 9:25 o 9:26.”
Questa storia era molto minacciosa per la versione che sarebbe stata fornita nel Rapporto della Commissione 11-9. Secondo quella versione, Cheney non entrò nel bunker per le emergenze che circa verso le 10,00, “forse alle 9:58”[13], ma secondo la testimonianza di Mineta, Cheney era arrivato un certo lasso di tempo prima delle 9:20. L’orario di Mineta è coerente, per di più, con molti altri rapporti a proposito della discesa di Cheney nel bunker, incluso quello dello stesso Cheney. L’orario della Commissione è chiaramente falso.
Inoltre, la Commissione avrebbe affermato che nessuno nel Governo sapesse che un aereo fosse in avvicinamento verso il Pentagono fino alle 9:36, così che l’esercito “ebbe al massimo uno o due minuti per raggiungere l’aereo non identificato diretto verso Washington.” [15] Secondo la versione di Mineta, tuttavia, il Vice Presidente lo sapeva almeno 10 minuti prima, alle 9:26.
[Il Generale Larry Arnold e l’ex ministro Norman Mineta]
Ancora peggio, la versione di Mineta potrebbe essere vista come una testimonianza oculare alla conferma di un ordine di rimanere a terra. Lo stesso Mineta, per la precisione, non ha mosso quest’accusa. Ha supposto, ha detto, che “gli ordini” menzionati dal giovane erano ordini di abbattere l’aereo. L’interpretazione di Mineta, tuttavia, non combacia con quello che è realmente accaduto. L’aereo non è stato abbattuto. L’interpretazione di Mineta, inoltre, renderebbe la storia incomprensibile. Se gli ordini fossero stati quelli di abbattere l’aereo se fosse entrato nello spazio aereo protetto sopra Washington, il giovane non avrebbe avuto nessun motivo per chiedere se gli ordini fossero ancora validi. La sua domanda ha senso solamente se gli ordini avessero a che fare con qualcosa di inaspettato – non abbatterlo.
Come ha trattato la testimonianza di Mineta la Commissione 11-9? Semplicemente omettendola dal rapporto finale. Si può comprendere una simile omissione, naturalmente, se lo scopo della Commissione condotta da Zelikow fosse stato quello di proteggere la versione ufficiale dell’11-9. Questa omissione non è, tuttavia, coerente con lo scopo della Commissione dichiarato da Kean e Hamilton, e precisamente, quello di “fornire la versione più completa possibile degli eventi dell’11-9.”[16]
Questa omissione della testimonianza di Mineta, per quanto sia seria, non può essere decisiva per il nostro giudizio complessivo sull’affidabilità del Rapporto della Commissione 11-9 se avesse rappresentato un esempio isolato. Come ho dimostrato nel mio libro di critica, tuttavia, è un esempio di un procedimento sistematico, in cui tutte le prove a disposizione che contraddicono la versione ufficiale sono state sistematicamente omesse o, in alcuni casi, distorte.[17]
Per fare un altro esempio, possiamo dare un’occhiata al trattamento della Commissione dei presunti terroristi. Secondo la versione ufficiale, gli aerei sono stati dirottati da Musulmani devoti determinati ad incontrarsi col loro Creatore. Il Rapporto della Commissione 11-9 supporta questa descrizione, dicendo di Mohamed Atta, definito il capo dei dirottatori, che era diventato molto religioso, addirittura “in modo fanatico.” [18] Tuttavia, articoli di NewsWeek, del San Francisco Chronicle, e il giornalista investigativo Daniel Hopsicker hanno riportato che Atta amava la cocaina, l’alcool, il gioco d’azzardo, la carne di maiale, e gli spettacoli di lap-dance.[19] Il Wall Street Journal ha riportato, inoltre, che molti dei supposti dirottatori si erano abbandonati a simili piaceri a Las Vegas. Ma la Commissione 11-9, semplicemente omettendo questi rapporti, ha preteso di non avere nessuna idea del perchè questi uomini si fossero incontrati a Las Vegas molte volte.[21]
La Commissione ha anche ignorato dei rapporti pubblicati dalla stampa mainstream Inglese che alcuni dei supposti dirottatori fossero ancora vivi dopo l’11 Settembre. Undici giorni dopo, per esempio, la BBC News riportò che Waleed al-Shehri, dopo aver visto la sua foto nei giornali e nei programmi televisivi, notificò le autorità ed i giornalisti in Marocco, dove lavorava come pilota, di essere ancora vivo.[22] Tuttavia, il Rapporto della Commissione 11-9, ignorando questi dati su al-Shehri (così come prove che altri supposti dirottatori erano ancora vivi dopo l’11-9 [23]), non solo ha incluso l’identità di al-Shehri tra i dirottatori e riprodotto la fotografia che l’FBI aveva di lui. Ha anche suggerito che al-Shehri accoltellò una delle assistenti di volo poco prima che il Volo 11 si schiantò contro la torre nord.[24]
Alla luce di questo ed oltre un centinaio di altri esempi forniti nella mia critica del Rapporto della Commissione 11-9, non possiamo scartare anticipatamente la possibilità che la Commissione condotta da Zelikow possa essersi impegnata in un inganno con le registrazioni del NORAD. Dobbiamo esaminare attentamente la versione della Commissione, basata su queste registrazioni, per vedere se ci sono motivi per credere che essa contenga delle falsità. Una ragione per sospettarlo è il ritratto che questa versione dipinge del comportamento della FAA quella mattina.
2. Il rapporto basato sulle registrazioni da parte della Commissione 11-9 del comportamento della FAA è credibile ?
Ci sono, suggerisco, due problemi principali con il ritratto basato sulle registrazioni che la Commissione 11-9 fa del comportamento della FAA. E’ intrinsecamente inverosimile ed è contraddetto da molti rapporti precedenti, alcuni dei quali non abbiamo nessuna valida ragione per mettere in discussione.
Bronner punta sull’idea che queste registrazioni siano imbarazzanti per l’esercito, mostrando che esso fu molto confuso e inetto l’11-9. Infatti, come abbiamo visto, si dice che questo abbia fornito motivi sufficienti per i leader militari per fornire una versione falsa. Tuttavia, quando uno esamina la vera storia raccontata da Bronner e dalla Commissione 11-9 sulla base delle registrazioni, è la FAA, non l’esercito, che è primariamente dipinto come incompetente. Questo ritratto di incompetenza è, in realtà, così estremo che è difficile crederci.
Il problema sorge perchè i membri della FAA, dal primo all’ultimo, vengono descritti fallire ripetutamente nel seguire le procedure standard l’11 Settembre, anche se questi uomini e donne sono individui altamente competenti che prima di quella data avevano attuato quelle procedure regolarmente.
Secondo queste procedure standard, se un controllore di volo della FAA nota qualcosa di strano a riguardo di un aereo che suggerisce che esso sia in pericolo – se viene perso il contatto radio, se viene spento il transponder, o se l’aereo devia dal piano di volo – il controllore deve contattare un superiore. Se il problema non può venire risolto nel giro di circa un minuto, la FAA deve chiedere all’esercito di far decollare dei jet da combattimento per vedere cosa succede. La FAA compie queste richieste di routine – oltre 100 volte l’anno.[25]
Secondo le registrazioni del NORAD e la Commissione 11-9, tuttavia, la FAA, lontana dall’aver seguito queste procedure l’11 Settembre, non ci si è neanche avvicinata.
[Le rotte dei voli dell’ 11 Settembre]
Volo AA 11
Secondo le registrazioni, la FAA non ha informato l’esercito che AA 11 era stato dirottato fino alle 8:38, anche se il contatto radio era stato perso alle 8:14, il segnale del transponder perso alle 8:21, ed era stata ascoltata la voce di un dirottatore alle 8:25. Alla luce di questi tre eventi, ciascuno dei quali avrebbe dovuto significare una chiamata all’esercito, il Centro di Boston ha chiamato il Centro di Comando della FAA di Herndon, in Virginia, dopo di che ad Herndon, invece di chiamare immediatamente l’esercito, hanno aspettato fino alle 8:32 e poi hanno chiamato il quartier generale della FAA a Washington – che ugualmente non ha contattato l’esercito. Il NEADS fu finalmente contattato alle 8:38 solo perchè il Centro di Boston prese l’iniziativa di contattarlo direttamente (che solleva la questione del perchè non lo abbia fatto inizialmente.)[26]
Possiamo davvero prendere sul serio questa versione, secondo la quale è stata mostrata grossolana e peggio criminale negligenza dal personale FAA ad ogni livello? Non è reso questo ritratto particolarmente inverosimile dall’assenza di rapporti che uno solo degli impiegati della FAA di Boston, Herndon, Washington siano stato licenziati od anche solo punito per abbandono ingiustificato di servizio? La storia diventa ancora più incredibile, inoltre, quando vediamo lo stesso livello di incompetenza presumibilmente ripetuto in relazione agli altri voli.
Volo UA 175
Ci viene detto dalla Commissione che anche se UA 175 virò fuori rotta alcuni minuti dopo le 8:42 ed il suo codice del transponder venne cambiato alle 8:47, il controllore di volo al Centro di Boston non notò nulla che fino alle 8:51, dopo di che, alle 8:55, informò un manager della FAA di New York. Questo manager poi sembra abbia contattato i manager regionali ma “gli fu risposto che stavano discutendo di aerei dirottati… e non volevano essere disturbati.” New York chiamò poi Herndon, dicendo: “Abbiamo molte situazioni che stanno accadendo qui. Si stanno aggravando alla grande. Ci serve l’aiuto dell’esercito.” Ma Herndon non contattò l’esercito. Finalmente, New York chiamò direttamente il NEADS – ma questo non fu che alle 9:03, “circa il momento in cui l’aereo stava impattando la Torre Sud.” [27]
Bronner, riportando quello che dicono le registrazioni riguardo gli eventi al Centro di New York, dichiara che i controllori lì non notarono nulla fino a che videro UA 175 virare improvvisamente verso Manhattan circa alle 8:57, ora in cui “iniziano a speculare sul bersaglio verso cui possa essere diretto il dirottatore” cosi che “non è che fino all’ultimo secondo, letteralmente, che qualcuno al Centro di New York pensa che sia il caso di aggiornare il NEADS.”[28]
Questi rapporti del comportamento della FAA, oltre ad essere intrinsecamente inverosimili, sono anche in contrasto con molti rapporti precedenti.
In primo luogo, anche se l’articolo di Bronner non ne fa menzione, la cronologia del NORAD del 18 Settembre disse che esso era stato notificato dalla FAA a riguardo di UA 175 alle 8:43. [29] Possiamo credere che gli ufficiali del NORAD avrebbero dichiarato questo – che avrebbe significato che il NEADS fallì nel prevenire lo schianto di questo Volo contro il WTC pur avendo avuto 20 minuti di tempo per impedirlo – se la verità era che l’esercito non fu notificato fino alle 9:03 ? Non sarebbe stata una bugia del tutto irrazionale? La sola altra spiegazione sembrerebbe che questi ufficiali del NORAD fossero confusi. Ma possiamo credere che fossero confusi solo pochi giorni dopo gli eventi su una questione così fondamentale?
Secondo, l’affermazione della Commissione, basata sulle registrazioni, che l’esercito non sapeva del Volo 175 fino al momento dello schianto è contraddetta anche da un rapporto che coinvolge il Capitano Michael Jellinek, un Canadese che l’11 Settembre stava supervisionando il quartier generale del NORAD in Colorado. Secondo un articolo del Toronto Star, Jellinek era al telefono con il NEADS mentre osservò il Volo 175 schiantarsi contro la torre sud, dopo di che chiese al NEADS, “Era questo l’aereo dirottato con cui avevate a che fare?” [30] – ed il NEADS rispose di sì. Se accettiamo la nuova storia, questa deve essere considerata come un’invenzione. Ma quale motivo avrebbe avuto Jellinek, o il reporter, per inventare una storia del genere ? La Commissione 11-9 ha evitato questa domanda non menzionando il fatto.
Terzo, l’affermazione che l’esercito non sapesse di problemi con UA 175 fino a che il NEADS ricevette una telefonata dal Centro di Controllo della FAA di New York alle 9:03 è in conflitto con molti rapporti riguardanti le conversazioni in corso. Ne menzionerò due.
Una notizia dal Newhouse News Service contiene questa dichiarazione: “Alle 8:43, i tecnici [del NEADS] di [il Sergente Maggiore Capo Maureen] Dooley, collegati in cuffia col centro di Boston, sentirono di un secondo aereo, il volo della United 175, che anch’esso non stava rispondendo. Ed anch’esso si stava muovendo verso New York.” [31] Secondo questa notizia, il NORAD sapeva alle 8:43 che UA 175 fosse problematico.
Un memorandum intitolato “Le comunicazioni della FAA con il NORAD l’11 Settembre, 2001” inviato alla Commissione 11-9 nel 2003 da Laura Brown, la responsabile della comunicazione al quartier generale della FAA, dichiarava:
Nel giro di minuti dopo che il primo aereo colpì il World Trade Center, la FAA stabilì immediatamente numerosi collegamenti telefonici che includevano le sezioni distaccate della FAA, il Centro di Comando della FAA, il quartier generale della FAA, il Dipartimento della Difesa [intende il NMCC del Dipartimento della Difesa], il Servizio Segreto… il collegamento delle Forze Aeree Statunitensi con la FAA entrò immediatamente in comunicazione con il collegamento con il quartier generale della FAA e stabilì il contatto col NORAD… la FAA condivise informazioni in tempo reale durante i collegamenti telefonici a proposito degli eventi che stavano accadendo, incluse informazioni sulla perdita di comunicazione con gli aerei, la perdita del segnale dei transponder, cambi non autorizzati di rotta, ed altre azioni intraprese da tutti i voli interessati…[32]
Da questo ed altri rapporti di contatti in corso, [33] possiamo desumere che l’esercito non avrebbe dovuto aspettare una telefonata dalla FAA per sapere di UA 175.
Volo AA 77
Uno dei principali bersagli del rapporto della Commissione basato sulle registrazioni, come abbiamo visto, fu l’iniziale affermazione dell’esercito che esso fu notificato alle 9:24 (non alle 9:34, come dicono le registrazioni) che AA 77 era stato possibilmente dirottato e sembrava essere diretto indietro verso Washington. La Commissione, definendo questa affermazione “sbagliata”, la definì anche “sfortunata”, perchè essa “fece sembrare che l’esercito fu notificato in tempo per rispondere.” Rigettare quell’orario di notifica, la Commissione indicò dunque, era essenziale per proteggere l’esercito dall’accusa che aveva, per complicità o incompetenza, fallito a prevenire l’attacco al Pentagono. Il vero problema, sostiene la Commissione sulla base delle registrazioni, fu la [in]abilità della FAA a supportare l’esercito con informazioni accurate e puntuali quella mattina.” [35] Era, in altre parole, completamente colpa della FAA, non in parte dell’esercito.
Secondo la versione basata sulle registrazioni della Commissione, il controllore della FAA di Indianapolis, dopo aver visto il Volo 77 deviare di rotta alle 8:54, perse il segnale del transponder ed anche la traccia radar. Tuttavia, non sapendo degli altri dirottamenti (anche se AA 11 aveva colpito il WTC otto minuti prima), il Centro di Indianapolis suppose che AA 77 si fosse schiantato. Più tardi, dopo aver sentito degli altri dirottamenti e arrivando a sospettare che AA 77 poteva anch’esso essere stato dirottato, Indianapolis condivise questo sospetto con Herndon, che alle 9:25 condivise l’informazione con il quartier generale della FAA. Ma nessuno chiamò l’esercito, così “il NEADS non ricevette mai l’informazione che American 77 fu dirottato.” [36] Il NEADS seppe finalmente di questo volo alle 9:34, ma seppe solo che esso era stato perso (non che era stato dirottato) e lo seppe solo per caso, durante una conversazione con il Centro di Washington riguardo al Volo 11 avviata dal NEADS.[37]
Questa storia mette alla prova la credulità e anche qualcosa in più. Può qualcuno davvero credere che gli ufficiali al centro di Indianapolis potessero essere stati cosi irresponsabili e che quelli ad Herndon ed al quartier generale della FAA, dopo aver saputo che due aerei dirottati si erano già schiantati contro il WTC, non avrebbero informato l’esercito che il Volo 77 poteva anch’esso essere stato dirottato ?
Questa versione, per di più, è in conflitto con i rapporti precedenti. Per esempio, in contrasto all’affermazione che ad Indianapolis non sapessero del precedente dirottamento, i controllori di volo di Boston, secondo le notizie pubblicate poco dopo l’11 Settembre dal Guardian e dal Village Voice, avevano notificato alle 8:25 altri centri regionali – tra cui Indianapolis – del dirottamento del Volo 11.[38]
Inoltre, in contrasto con l’affermazione che Indianapolis notò qualcosa di strano per la prima volta – la deviazione di rotta dell’ AA 77 – alle 8:54, il precedente rapporto del NORAD e molti articoli di giornale dicono diversamente.
Secondo queste versioni, AA 77 andò fuori rotta in modo significativo per quattro minuti alle 8:46, [39] dopo di che si perse il contatto radio.[40] Il Rapporto della Commissione 11-9 non ha rigettato questi rapporti ma li ha, come al solito, ignorati.
La versione della Commissione basata sulle registrazioni è anche in contrasto, infine, con prove che la FAA aveva notificato inizialmente l’esercito a proposito di AA 77 non alle 9:24, come disse la cronologia del NORAD del 18 Settembre, ma considerevolmente prima. Il memorandum dell’ufficiale della FAA Laura Brown menzionato prima, dopo aver dichiarato che una teleconferenza fu stabilita con l’esercito “nel giro di minuti dopo che il primo aereo impattò il WTC” (e di conseguenza circa verso le 8:50), ha detto che la FAA condivise “informazioni in tempo reale” con l’esercito riguardo “tutti i voli da tenere sotto controllo, incluso il Volo 77.” (enfasi aggiunta). Rivelando la portata di questa affermazione, lei aggiunse: “I dati registrati dal NORAD indicano che la FAA rilasciò la notifica formale a proposito del Volo 77 alle 9:24, ma le informazioni sul Volo furono trasmesse in continuazione durante i collegamenti telefonici prima della notifica formale.” [41] In una conversazione telefonica che ho avuto con Laura Brown nel 2004, lei ha sottolineato questa distinzione, dicendo che la notifica formale era soprattutto una formalità e perciò irrilevante alla questione se l’esercito sapesse del Volo 77.[42]
La principale argomentazione di Brown, in altre parole, fu che la FAA e l’esercito stavano parlando del Volo 77 prima delle 9:24. Le implicazioni del suo memorandum, di conseguenza, è che, anche se Bronner e la Commissione 11-9 dicono che la notifica delle 9:24 era falsa, lo era per essere troppo tardiva, non troppo puntuale.
La versione di Brown è confermata, per di più, da una storia del New York Times che apparve quattro giorni dell’11-9, che iniziava cosi: “Durante il periodo di circa un’ora che il Volo 77 fu sotto il controllo dei dirottatori, fino al momento in cui impattò l’ala Ovest del Pentagono, gli ufficiali dell’esercito al centro di comando nella parte Est dell’edificio stavano parlando urgentemente ad ufficiali del controllo del traffico aereo e delle forze dell’ordine su cosa fare.”[43] Il memorandum di Laura Brown del 2003, di conseguenza, riflette le informazioni che erano disponibili subito dopo l’11-9.
Che ne ha fatto la Commissione 11-9 del memorandum di Brown? Ne ha discusso. Richard Ben-Veniste, dopo averlo letto agli atti, ha anche detto: “Dunque si sta parlando del fatto se ci fosse una comunicazione informale in tempo reale della situazione, inclusa quella del Volo 77, da parte del personale del NORAD.” [44] La Commissione sapeva, dunque, che questa era la posizione della FAA, e non presentò nessuna smentita. Quando è uscito il Rapporto della Commissione 11-9, tuttavia, non ha incluso alcuna menzione di questo memorandum o della sua esistenza. La Commissione ha sottinteso implicitamente, dunque, che la versione del memorandum non potesse essere vera, affermando che la conferenza iniziata dalla FAA – che secondo il memorandum di Brown iniziò circa alle 8:50 – non iniziò che alle 9:20. [45] Al solito, i fatti sconvenienti sono stati semplicemente eliminati.
Se noi, tuttavia, ci rifiutiamo di ignorare tutti questi fatti, abbiamo valide ragioni per considerare falsa la versione di AA 77 della Commissione basata sulle registrazioni – cosa che implicherebbe che le registrazioni non sono autentiche. Un’analisi della versione della Commissione sul volo UA 93 fornirà ulteriore supporto per questa conclusione.
Volo UA 93: quando ne è venuto a conoscenza l’esercito ?
Dato il fatto che Michael Bronner fu co-produttore del film United 93, che praticamente coincide con la versione della Commissione basata sulle registrazioni, non è sorprendente che si concentri molto sulle prime dichiarazioni dell’esercito a proposito di questo volo che, assumendo l’esattezza delle registrazioni, devono essere false. Una di queste dichiarazioni fu quella che l’esercito, avendo appreso del dirottamento di UA 93 alle 9:16, lo stava tracciando prima di quando si schiantò. Sulla base delle registrazioni, la Commissione 11-9 dimostra che l’esercito non apprese del dirottamento di UA 93 alle 9:16 o in qualunque altro orario prima del suo schianto alle 10:03.
La conclusione presuppone nuovamente un’altra storia di incredibile incompetenza dei funzionari della FAA. Alle 9:28, la Commissione sostiene, il controllore del traffico di Cleveland sentì “quelle che sembravano urla” e notò che il Volo 93 era sceso di 250 metri, ma non fece nulla. Alle 9:32, sentì una voce che disse, “Abbiamo una bomba a bordo.” Sulla base di questo, non essendo del tutto affetto da morte cerebrale, notificò finalmente il suo supervisore, che per conto suo notificò il quartier generale della FAA. Ma quattro minuti dopo, alle 9:36, quando Cleveland chiese a Herndon se l’esercito fosse stato chiamato, Herndon disse a Cleveland che ufficiali della FAA molto al di sopra di loro nella catena di comando dovevano decidere se richiedere assistenza dall’esercito e stavano lavorando sulla questione.”[46]
Per accettare questa versione, dobbiamo credere che chiamare l’esercito sia una decisione grave, straordinaria, e non una di routine, fatta oltre cento volte l’anno. Dobbiamo anche credere che, in una giornata dove aerei dirottati avevano già causato grande morte e distruzione, gli ufficiali al quartier generale della FAA dovevano dibattere se un aereo dirottato con una bomba a bordo fosse abbastanza importante da disturbare l’esercito. Dobbiamo credere, inoltre, che stavano parlando di questo ancora 13 minuti più tardi alle 9:49, quando successe la seguente conversazione tra Herndon ed il quartier generale della FAA:
Centro di Comando [FAA]: Uhm, vogliamo pensare, uhm, di fare decollare dei caccia?
Quartier Generale FAA: Oh dio, non lo so.
Centro di Comando [FAA]: Uh, è una decisione che qualcuno dovrà prendere nei prossimi dieci minuti
La decisione, per di più, fu ovviamente che l’esercito non sarebbe dovuto essere scomodato, perchè 14 minuti dopo, alle 10:03, quando il Volo 93 si schiantò in Pennsylvania, “nessuno dal quartier generale della FAA [aveva ancora] richiesto assistenza dall’esercito riguardo il Volo United 93.” [47] Per credere alla versione della Commissione basata sulle registrazioni, in altre parole, dobbiamo credere che gli ufficiali FAA si siano comportati come dei completi idioti.
Oltre al fatto che la nuova storia della Commissione riguardo UA 93 è essa stessa inverosimile agli eccessi, è in contrasto con alcuni fatti sconvenienti. Uno è l’esistenza della teleconferenza menzionata nel memorandum di Laura Brown. La Commissione, come abbiamo visto, afferma che questa teleconferenza iniziata dalla FAA non iniziò che alle 9:20 (invece delle 8:50, come indicava il memorandum), ma questa affermazione non è d’aiuto riguardo a UA 93, che si è schiantato alle 10:03, così che il lasso di tempo tra le 9:30 e le 10.00 era il periodo fondamentale. Il suo memorandum diceva, come abbiamo visto, che “la FAA condivise informazioni in tempo reale.. riguardo… tutti i voli importanti” e che la Commissione stessa è d’accordo che alle 9:34, il quartier generale della FAA sapesse del dirottamento del Volo 93 così che esso era un “volo importante.” Di conseguenza, la pretesa della Commissione basata sulle registrazioni – che l’esercito non seppe del dirottamento di UA 93 fino al momento dello schianto – è nettamente contraddetta dal memorandum di Laura Brown, che anche se è stato ignorato nel rapporto finale della Commissione, era stato letto agli atti della Commissione da Richard Ben-Veniste.
Un altro fatto sconveniente era la videoconferenza intrapresa quella mattina dalla Casa Bianca da Richard Clarke, il Coordinatore Nazionale per la Sicurezza e l’Antiterrorismo, che ha descritto questa videoconferenza nel suo libro più di successo, Against All Enemies [contro tutti i nemici, NdT] – che è uscito nel 2004 mentre erano ancora in corso le audizioni. La FAA era rappresentata in questa videoconferenza dal suo capo, Jane Garvey. Ed anche se i Commissari hanno sostenuto, assurdamente, che “non sapessero chi partecipò della Difesa” [48], Clarke aveva chiaramente affermato che il Pentagono era rappresentato dal Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld e dal Generale Richard Myers, che l’11 Settembre era il Comandante in Capo delle Forze Armate Congiunte.
Clarke ha riportato anche che verso le 9:35, Garvey riportò un certo numero di “dirottamenti potenziali”, che includevano il Volo 93 nei cieli della Pennsylvania.[49] Di conseguenza, più di 25 minuti prima dello schianto del Volo 93, secondo Clarke, sia Myers che Rumsfeld sentirono dal capo della FAA che il Volo 93 era considerato un potenziale dirottamento.
Un altro fatto sconveniente ancora è l’esistenza di collegamenti dell’esercito con la FAA, attraverso i quali l’esercito, se non in altri modi, avrebbe saputo delle comunicazioni della FAA. L’esistenza di simili collegamenti, oltre che essere menzionati nel memorandum di Laura Brown, furono discussi da Monte Belger, il Vice Amministratore della FAA, durante la sua testimonianza alla Commissione 11-9 nel 2004. Dopo che il Commissario Bob Kerrey, sulla base delle registrazioni, disse a Belger, riguardo a UA 93:
“[Un] aereo era diretto verso Washington D.C. Al quartier generale della FAA lo sapevano e non hanno lasciato che i militari ne venissero a conoscenza,” Belger rispose:
Non voglio davvero sembrare di stare sulla difensiva, ma è un fatto – che ci furono membri dell’esercito in servizio al Centro di Comando della FAA… Stavano partecipando a quello che succedeva. C’erano militari nell’Organizzazione del Traffico Aereo in una apposita sala operativa. Stavano prendendo parte a quello che stava accadendo[50]
Di conseguenza, se al quartier generale della FAA sentirono alle 9:32 dell’avvicinamento di UA 93 verso Washington, come indicano le registrazioni, quindi quello sarebbe stato l’orario in cui l’esercito ne venne a conoscenza. La Commissione, mentre ritrae il personale FAA come sciocchi incompetenti che parlavano all’infinito se “cercare assistenza dall’esercito,” ha ignorato il fatto, sottolineato sia da Brown che da Belger, che ufficiali militari erano già stati informati.
Un altro fatto sconveniente è che il personale del Servizio Segreto sarebbe dovuto essere a conoscenza di queste comunicazioni da parte dell’FAA riguardo al Volo 93 (e agli altri voli.) Il memorandum di Laura Brown menzionò che il Servizio Segreto fece parte della teleconferenza avviata dalla FAA. Richard Clarke, riportando che il direttore del Servizio Segreto gli disse poco dopo le 9:30 che il radar mostrava l’esistenza di un aereo diretto verso Washington, spiegò: “Il Servizio Segreto aveva un sistema che permetteva loro di vedere quello che stava vedendo il radar della FAA.”[51] Questo fatto fu rivelato inavvertitamente anche dal Vice Presidente Cheney, che durante un’intervista cinque giorni dopo l’11-9 disse, “Il Servizio Segreto ha un accordo con la FAA. Avevano le linee aperte dopo che il World Trade Center fu….” – punto in cui si fermò prima di finire la frase.[52]
La portata complessiva di questi fatti sconvenienti fornisce una evidenza poderosa contro la principale affermazione della Commissione a proposito di UA 93 – che “al tempo in cui l’esercito seppe del volo, esso si era già schiantato.”[53] Quest’evidenza diventa ancora più solida quando prendiamo in esame la prossima questione dibattuta riguardo questo volo.
UA 93: L’esercito era pronto ad abbatterlo ?
Mentre il problema principale per la Commissione riguardo i primi tre voli era quello di spiegare perchè l’esercito non riuscì ad intercettarli ed eventualmente ad abbatterli, la sua preoccupazione principale rispetto a UA 93 era di rigettare l’idea che l’esercito lo avesse abbattuto. C’era, infatti, una mole di dati considerevole a supporto di questa affermazione.
Parte di questi dati consisteva di una voce di questa conclusione interna all’esercito. Il Maggiore Daniel Nash, un pilota di F-15 inviato a New York quella mattina, riportò che quando tornò alla base gli fu detto che un F-16 militare aveva abbattuto un aereo in Pennsylvana.[54] Durante l’intervista del Generale Myers con la Commissione Forze Armate del Senato il 13 Settembre, il presidente Carl Levin gli chiese ragguagli sulle “dichiarazioni che l’aereo che si schiantò in Pennsylvania fu abbattuto.”[55]
Questa voce fu, inoltre, apparentemente confermata da rapporti di persone che vivevano vicino al punto dove l’aereo venne giù – rapporti di avvistamenti di un piccolo aero militare, di rumori simili a missili, di rottami che precipitavano lontano dall’aereo, lontani miglia da dove si schiantò, e di parte di uno dei motori lontano da quel sito.[56]
La Commissione, cercando di rifiutare l’affermazione che UA 93 era stato abbattuto, non lo fece contrastando alcuna di queste prove; le ha semplicemente ignorate. Ha piuttosto assemblato una nuova cronologia, basata in parte sulle registrazioni, che impone che l’esercito non avrebbe potuto abbattere UA 93.
Questa nuova cronologia è basata su quattro punti: (1) Cheney, che si sapeva aveva dato l’autorizzazione all’abbattimento, non scese nel Centro Operativo Presidenziale per le Emergenze che alle 10:00. (2) Dato che il NEADS non apprese che UA 93 era stato dirottato fino alle 10:07, non avrebbe potuto tracciarlo.[57] (3) Cheney non fu notificato di UA 93 fino alle 10:02 [58] – “solo,” Bronner sottolinea, “un minuto prima che l’aereo impattò al suolo.” (4) Cheney non diede l’autorizzazione all’abbattimento fino ad “un orario compreso tra le 10:10 e le 10:15.”[59]
[Il (presunto) luogo di impatto del Volo 93 a Shanksville]
Come abbiamo visto nella prima parte, la prima affermazione è chiaramente falsa.
La seconda affermazione – che il NEADS non avesse potuto tracciare UA 93 – è in contrasto non solo con le prove, già esaminate, che l’esercito sapesse del dirottamento molto prima dello schianto, ma anche con prove che UA 93 era, in realtà, tallonato da jet militari Statunitensi. Un controllore di volo, ignorando un ordine generale ai controllori di non parlare coi media, è stato riportato dichiarare che “un caccia F-16 ha seguito da vicino il Volo 93.” [60] Il 13 Settembre, il Generale Richard Myers disse che i caccia furono fatti decollare “verso l’aereo che infine si schiantò in Pennsylvania… Gli eravamo arrivati vicino.”[61] Due giorni dopo, il Segretario alla Difesa Paul Wolfovitz dichiarò che “Le Forze Aeree stavano tracciando l’aereo dirottato che si è schiantato in Pennsylvania… ed erano state in posizione di abbatterlo se necessario.” [62] Inoltre, uno dei piloti delle Forze Aeree che era in cielo quella mattina, il Luogotenente Anthony Kuczynski, ha riportato che mentre stava volando con un E-3 Sentry (un Boeing 707 modificato) verso Pittsburgh di fianco a due F-16, a loro furono “impartiti ordini diretti per abbattere un aereo” e avrebbero fatto così se UA 93 non si fosse schiantato prima che essi lo avessero intercettato.[63] Perchè la versione della Commissione basata sulle registrazioni sia vera, tutte le dichiarazioni di questi uomini dovrebbero essere false.
La terza e la quarta affermazione – a proposito di quando Cheney apprese del dirottamento di UA 93 e diede l’autorizzazione all’abbattimento – sono in contraddizione con molti rapporti opposti. Ad esempio, anche se la Commissione dice che Richard Clarke non ricevette l’autorizzazione all’abbattimento da Cheney fino alle 10:25, lo stesso Clarke insistette di aver ricevuto l’ordine almeno 35 minuti prima, alle 9:50.[64]
Durante un’intervista con Peter Jennings di ABC News un anno dopo, inoltre, il Brigadier Generale Winfield Montague, Vice Direttore per le Operazioni al Centro di Comando Nazionale militare del Pentagono (NMCC) fece una duplice dichiarazione mentre aggiungeva che l’esercito aveva ricevuto l’autorizzazione all’abbattimento:
Ricevemmo il rapporto dalla FAA che il Volo 93 aveva staccato il suo transponder… ed era allora diretto verso Washington DC… Fu attuata la decisione di provare ad intercettare il Volo 93… Il Vice Presidente [disse] che il Presidente ci aveva dato il permesso di abbattere un inoffensivo aereo civile che minacciava Washington DC. Iniziammo a ricevere rapporti dai caccia che stavano andando a.. intercettarlo. La FAA ci tenne informati con le loro stime dei tempi a mano a mano che l’aereo si avvicinava… Ad un certo punto, l’aereo sembrò avvicinarsi e poi riallontanarsi, quindi potete immaginare che l’atmosfera all’NMCC era molto tesa… Erano circa, come sapete, le 10:03, quando i caccia riportarono che il Volo 93 si era schiantato…[65]
Subito dopo, Cheney, che stava venendo ugualmente intervistato, disse: “Alla fine, naturalmente, non abbiamo sparato contro nessun aereo.” Anche se ciò fosse vero, tuttavia, la dichiarazione di Winfield diceva, in opposizione alla versione basata sulle registrazioni, che l’esercito, essendo stato informato dalla FAA, aveva i caccia in avvicinamento verso UA 93 col permesso di abbatterlo.
Che l’autorizzazione all’abbattimento fu realmente trasmessa ai piloti fu dichiarato nella stessa intervista dal Colonnello Marr, l’ufficiale che comandava al NEADS. Dopo aver ricevuto l’ordine, egli riporta, “lo passai ai piloti. Al Volo 93 della United Airlines non sarà permesso raggiungere Washington DC.” [66] Tuttavia, i caccia che furono inviati verso UA 93, aggiunse Marr, non erano armati, cosi dovevano arrivare molto vicini all’aereo dirottato e cercare di convincere il suo pilota ad atterrare. Se ciò fosse fallito, ad uno dei due sarebbe stato ordinato di schiantarsi contro l’aereo.
Sia il Colonnello Marr che Larry Arnold, inoltre, hanno fornito versioni più complete in un libro sull’11 Settembre prodotto dalle Forze Aeree Statunitensi, “Guerra nei cieli dell’America”. Arnold, riportando che stavano seguendo il Volo 93 anche prima che esso svoltò – cioè prima delle 9:36 – viene citato dire: “tracciammo il Volo 93 mentre era nell’area tra l’Ohio e la Pennsylvania e iniziò a far rotta verso Sud in direzione di Washington.” [67]
Marr, riportando che l’autorizzazione all’abbattimento era stata ricevuta così presto, disse: “ricevemmo l’autorizzazione ad uccidere se necessario. Infatti, le parole del Generale Arnold dicevano letteralmente: “Sacrificheremo vite in cielo per proteggerne a terra.”[68] Leslie Filson, l’autore di questa versione delle Forze Aeree, chiude la sua discussione con queste parole:
Gli F-16 del Nord Dakota erano armati con missili e artiglieria e Marr stava pensando cosa ci si sarebbe potuto aspettare da quei piloti. “Il Volo 93 della United Airlines non avrebbe raggiunto Washington DC,” disse chiaramente Marr. “Sarebbe stato affrontato e abbattuto prima di arrivarci.” Arnold era d’accordo: “Avevo la ferma intenzione di abbattere United 93 se avesse continuato a dirigersi verso Washington DC.”[69]
Secondo la versione ufficiale delle Forze Aeree nel 2003, quindi, [l’esercito] sapeva prima delle 9:36 che il Volo 93 fosse in pericolo; lo stava tracciando; ed era nella posizione di abbatterlo.
Questa intera versione, per la precisione, viene dichiarata falsa da Bronner e dalla Commissione, dato che è in contrasto con la versione suggerita dalle registrazioni. Come abbiamo visto, tuttavia, la lista delle persone che dovevano star mentendo, se la storia delle registrazioni è vera, si estende ben al di là del Colonnello Scott e del Generale Arnold, al quale fa riferimento Bronner. Include anche il Colonnello Robert Marr, il Generale Richard Myers, il Genreale Montague Winfield, e, come Bronner fa notare, il Vice Presidente Cheney: dopo aver citato la dichiarazione di Cheney, rilasciata con sinistra vanteria, che l’ordine ad un pilota di “abbattere un aereo pieno di Americani è… un ordine che non era mai stato dato prima,” Bronner aggiunge: “E non fu dato neanche l’11 Settembre.”[70]
Torneremo in seguito alle implicazioni del fatto che, se la versione della Commissione basata sulle registrazioni è vera, la pratica di mentire fu diffusissima tra l’esercito e tra l’Amministrazione Bush dal 2001 al 2004. Per il momento, ci serve analizzare una ulteriore questione che ha condotto a quest’ accusa.
Il Volo 11 Fantasma
Il concetto del “Volo 11 fantasma” – il nome dato all’inesistente aereo che, secondo le registrazioni, fu creduto dalla FAA e dal NORAD dirigersi verso Washington – è assolutamente cruciale per la nuova storia della Commissione 11-9. E’ così importante a causa del rapporto ben trincerato che i caccia furono fatti decollare dalla base di Langley alle 9:24 (arrivando in volo alle 9:30). Come abbiamo visto in precedenza, la cronologia originale del NORAD indicava che i caccia di Langley furono fatti decollare in risposta alla comunicazione della FAA delle 9:24 che il Volo 77 era possibilmente stato dirottato e sembrava essere diretto verso Washington. Il Generale Larry Arnold, nella sua testimonianza del 2003 alla Commissione, fornì una versione differente, dicendo che i caccia erano stati in realtà fatti decollare dopo una comunicazione relativa a UA 93. La Commissione 11-9, insistendo che l’esercito non apprese dei voli prima delle 9:30, necessitava di una spiegazione alternativa per i decolli di Langley. Le registrazioni forniscono questa spiegazione alternativa: il Volo 11 fantasma.
Anche se la storia del Volo 11 fantasma basata sulle registrazioni è indubbiamente conveniente, il punto è se essa sia vera. Un’analisi di questa storia – che, grazie all’articolo di Bronner, è ora disponibile più in dettaglio di quanto lo fosse nel Rapporto della Commissione 11-9 – fornirà ragioni per dubitare della sua veridicità.
Alle 9:21 (34 minuti dopo che il Volo 11 si era schiantato contro il World Trade Center), secondo la versione di Bronner, il NEADS ricevette una comunicazione da Colin Scoggins, il manager del Centro di Boston della FAA, che il Volo 11, invece di aver colpito il WTC, fosse in realtà ancora in volo e diretto verso Washington. Sul come spuntò questa falsa idea, Scoggings si dice abbia detto a Bronner che mentre stava monitorando una teleconferenza tra i centri FAA, “venne detto – da chi o dove non è chiaro – che si pensò che American 11 fosse diretto verso Washington.” Il problema iniziò evidentemente – per citare la parafrasi che fa Bronner della dichiarazione di Scoggins – “quando qualcuno che ascoltò provò a contattare l’American per ricevere conferma se American 11 fosse fuori uso – cosa che qualcuno nella confusione delle informazioni che si susseguivano trasformò magicamente nell’idea che era stato un altro aereo a colpire la torre, e che American 11 fosse ancora in volo e dirottato.” Poi, dopo aver parlato con un superiore, Scoggins “fece la chiamata e disse [che American 11] era ancora in volo e probabilmente da qualche parte sopra il New Jersey o Delaware e diretto verso Washington DC.”[71]
Questo messaggio quindi, secondo la Commissione 11-9, arrivò al Comandante del NEADS, che inviò l’ordine del decollo a Langley. Dunque, la Commissione afferma, gli aerei di Langley furono lanciati all’inseguimento di un “aereo fantasma”, non di un “vero aereo dirottato.”[72]
Questa nuova storia, tuttavia, è disseminata di incongruenze. Il primo problema è l’implausibilità dell’idea che Scoggins o chiunque altro alla FAA potessero aver fatto un così enorme errore. I controllori del traffico aereo al Centro di Boston furono riportati essere stati molto chiari a proposito del destino del Volo 11.[73] Secondo una storia nel Christian Science Monitor due giorni dopo l’11-9, i controllori di volo dissero di non aver mai perso di vista l’aereo. Il controllore di volo Mark Hodgkins dichiarò in seguito ad ABC News: “Vidi l’obiettivo del Volo 11 per tutto il tragitto.”[74] Articoli del New York Times e del Newhouse News riportarono che appena i controllori di volo di Boston sentirono che un aereo aveva colpito il WTC, sapevano che si trattava di AA 11, perchè lo avevano tracciato continuamente da quando aveva iniziato a comportarsi in maniera strana.è[75] Scoggins, essendo il manager del Centro di Boston, presumibilmente sapeva tutto questo. Come avrebbe potuto dunque una qualsiasi conversazione “trasformarsi magicamente” nell’ “idea che un diverso aereo aveva colpito la torre, e che AA 11 era ancora in volo dirottato” ?
Per la precisione, Bronner riporta che, secondo le registrazioni, si era generata confusione al Centro di Boston “se l’aereo che colpì la torre fosse veramente il Volo 11.”[76] Ma tale storia suona sospetta essendo funzionale per la creazione dell’esistenza del Volo 11 fantasma. Se la storia successiva è stata inventata, ci aspetteremmo che qualcuno ha inventato anche la precedente.
David Ray Griffin
Fonte: http://www.911truth.org/
Link: http://www.911truth.org/article.php?story=2006091418303369
04.09.2006
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org e www.luogocomune.net da GOLDSTEIN e ALCENERO
NOTE
1. Michael Bronner, “9/11 Live: The NORAD Tapes,” Vanity Fair, Settembre 2006, 262-285 (http://www.vanityfair.com/pdf/pressroom/advance_Air_Force_9-11.pdf). Da ora in poi citato come “Bronner”.
2. Thomas H. Kean e Lee H. Hamilton, Without Precedent (New York: Knopf, 2006).
3. Bronner 282.
4. Bronner 264.
5. Bronner 285.
6. Vanity Fair, comunicato stampa, “Vanity Fair ottiene il rilascio delle registrazioni complete del NORAD l’11-9,” 2 Agosto 2006.
7. Bronner 264.
8. Philip Shenon, “Nuove registrazioni svelano la confusione nell’esercito l’11 Settembre,” New York Times, 3 Agosto 2006 (http://www.nytimes.com/2006/08/03/us/03norad.html).
9. Si veda David Ray Griffin, The 9/11 Commission Report: Omissions and Distortions (Northampton: Olive Branch [Interlink Books], 2005), 282-95. Da ora in poi citato come 9/11CROD.
10. James Mann, Rise of the Vulcans: The History of Bush’s War Cabinet (New York: Viking, 2004), 316, 327-31.
11. Queste dichiarazioni sono citate in Peter Lance, Cover Up: What the Government is Still Hiding about the War on Terror (New York: Harper-Collins/ReganBooks, 2004), 139-40.
12. Quoting “Dichiarazione del Segretario ai Trasporti Norman Y. Mineta alla Commissione Nazionale sugli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti, 23 Maggio 2003” (Disponibili presso www.cooperativeresearch.org/timeline/2003/commissiontestimony052303.htm).
13. The 9/11 Commission Report: Final Report of the National Commission on Terrorist Attacks upon the United States, Authorized Edition (New York: W. W. Norton, 2004), 241. Da qui in poi citato come 9/11CR.
14. Si veda Griffin, 9/11CROD 241-44.
15. 9/11CR 27, 34.
16. 9/11CR xvi.
17. Griffin, 9/11CROD (si veda la nota 9 sopra).
18. 9/11CR 116.
19. Newsweek, 15 Ottobre 2001; San Francisco Chronicle, 4 Ottobre 2001. Daniel Hopsicker, Welcome to Terrorland: Mohamed Atta and the 9/11 Cover-up in Florida (Eugene: MacCowPress, 2004).
20. “Terrorist Stag Parties,” Wall Street Journal, 10 Ottobre 2001 (http://www.opinionjournal.com/best/?id=95001298).
21. 9/11CR 248.
22. David Bamford, “Hijack ‘Suspect’ Alive in Morocco,” BBC News, 22 Settembre 2001 (http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/middle_east/1558669.stm).
23. See David Harrison, “Revealed: The Men with Stolen Identities,” Telegraph, 23 Settembre, 2001 (www.portal.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2001/09/23/widen23.xml).
24. 9/11CR 19-20.
25. Secondo la FAA, l’esercito fece decollare aerei da combattimento su sua richiesta 67 volte tra il Settembre 2000 ed il Giugno 2001 (FAA News Release, 9 Agosto 2002). Secondo il Calgary Herald (13 Ottobre 2001), il NORAD fece decollare i caccia 129 volte nel 2000. Secondo un rapporto dell’Ufficio Generale della Contabilità Statunitense del 1994, inoltre, il NORAD fece decollare i caccia 1518 volte durante i quattro anni precedenti, che significherebbe una media di 379 volte l’anno. (http://www.fas.org/man/gao/gao9476.htm).
26. 9/11CR 18-20.
27. 9/11CR 22-23.
28. Bronner 268.
29. “NORAD’s Response Times,” 18 Settembre 2001 (disponibile presso www.standdown.net/noradSettembre182001pressrelease.htm).
30. Toronto Star, 9 Dicembre 2001.
31. Hart Seely, “Amid Crisis Simulation, ‘We Were Suddenly No-Kidding Under Attack,’” Newhouse News Service, 25 Gennaio 2002.
32. Il memorandum di Laura Brown è disponibile presso www.911truth.org/article.php?story=2004081200421797.
33. Si veda Griffin, 9/11CROD 182-88.
34. 9/11CR 34.
35. 9/11CR 34.
36. 9/11CR 24-25.
37. 9/11CR 27.
38. Village Voice, 13 Settembre 2001; Guardian, 17 Ottobre 2001.
39. Questa deviazione fu mostrata nella rotta di AA 77 fornita da Usa Today (disponibile presso www.cooperativeresearch.org/timeline.jsp?timeline=complete_911_timeline&day_of_911=aa77).
40. Guardian, 17 Ottobre 2001; New York Times, 17 Ottobre 2001; Boston Globe, 23 Novembre 2001.
41. Per il memorandum di Laura Brown, si veda la nota 33.
42. Conversazione telefonica tra Laura Brown e David Ray Griffin avvenuta Domenica 15 Agosto 2003.
43. Matthew Wald, “After the Attacks: Sky Rules; Pentagon Tracked Deadly Jet but Found No Way to Stop It,” New York Times, 15 Settembre 2001.
44. Commissione Nazionale sugli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti, 23 Maggio 2003 (http://www.911commission.gov/archive/hearing2/9-11Commission_Hearing_2003-05-23.htm). Introducendo il memorandum, Ben-Veniste disse che gli era stato detto che il memo era stato sottoscritto da due “elementi di alto profilo della FAA, il Sig. Asmus e la Sig. Schuessler.” Che fu davvero scritto da Laura Brown, comunque, fu confermato durante una conversazione telefonica che ebbi con lei Domenica 15 Agosto 2004.
45. 9/11CR 36.
46. 9/11CR 28-29.
47. 9/11CR 29-30.
48. 9/11CR 36.
49. Richard A. Clarke, Against All Enemies: Inside America’s War on Terror (New York: Free Press, 2004), 7.
50. Commissione Nazionale sugli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti, 12° audizione pubblica, 17 Giugno 2004.
51. Clarke, Against All Enemies, 7.
52. “Meet the Press,” NBC News, 16 Settembre 2001.
53. 9/11CR 34.
54. William B. Scott, “Exercise Jump-Starts Response to Attacks,” Aviation Week and Space Technology, 3 Giugno 2002; Cape Cod Times, 21 Agosto 2002.
55. Questo scambio è citato in Meyssan, 9/11: The Big Lie, 162.
56. Griffin, 9/11CROD 150-51.
57. 9/11CR 30.
58. 9/11CR 41.
59. 9/11CR 41. Bronner, che sostiene che l’ordine all’abbattimento non fu dato dal Presidente Bush che alle 10:18 (282)–un’affermazione con cui termina United 93—è in contraddizione piuttosto con la Commissione 11-9, considerando che la Commissione sostiene che Cheney parlò al Presidente alle 10:18; essa inoltre, oltre affermare che Cheney diede l’autorizzazione prima, esprime scetticismo riguardo l’affermazione, fatta sia da Bush che Cheney, che Bush diede a Cheney l’autorizzazione all’abbattimento poco dopo le 10:00 (si veda 9/11CR 40-41 e Griffin, 9/11CROD 245-46).
60. Associated Press, 13 Settembre 2001.
61. General Myers Confirmation Hearing, Senate Armed Services Committee, Washington D.C., 13 Settembre 2001 (http://emperors-clothes.com/9-11backups/mycon.htm).
62. Boston Herald, 15 Settembre 2001. La dichiarazione di Wolfovitz fu anche riferita nell’articolo di quel giorno del New York Times firmato da Matthew Wald, “After the Attacks: Sky Rules.”
63. Dave Foster, “UST grad guides bombers in war,” Aquin, 4 Dicembre 2002 (http://www.stthomas.edu/aquin/archive/041202/anaconda.html).
64. 9/11CR 37; Clarke, Against All Enemies, 6-7.
65. “9/11: Interviews by Peter Jennings,” ABC News, Settembre 11, 2002.
66. Ibid.
67. Leslie Filson, Air War over America: Sept. 11 Alters Face of Air Defense Mission, Prefazione di Larry K. Arnold (Public Affairs: Tyndall Air Force Base, 2003), 72.
68. Ibid., 68.
69. Ibid., 71.
70. Bronner 282.
71. Bronner 275. Nel Rapporto della Commissione 11-9, si legge: “Ebbi giusto una comunicazione che American 11 fosse ancora in volo, e diretto verso Washington” (26).
72. 9/11CR 34.
73. Christian Science Monitor, 13 Settembre 2001.
74. ABC News, 6 Settembre 2002.
75. New York Times, 13 Settembre 2001; Hart Seely, “Amid Crisis Simulation,