“Dove e’ andata a finire la nostra sensibilita’ morale?”
Harold Pinter e’ morto ieri (24 dicembre N.d.r.) di cancro a 78 anni. E’ stato uno dei grandi drammaturghi del ventesimo secolo, e nelle sue commedie The Homecoming, The Birthday Party, e Old Times, ha colto l’incessante e ambivalente conflitto, la ricerca affannosa di un legame personale significativo, e l’intricata controscena dell’emozione e della memoria, che si celano nell’intimo del dilemma umano.
Pinter e’ anche stato una delle grandi voci morali levatesi a difesa dell’umana giustizia e della liberta’ che il mondo di lingua inglese ha conosciuto negli ultimi tempi. Cio’ appare evidentissimo nel suo ultimo testamento, ossia nel suo discorso di accettazione del Premio Nobel per la Letteratura che egli ha ricevuto nel 2005.
Nel suo discorso Pinter si scaglio’ contro il collasso morale che e’ apparso evidente nella guerra dell’America e dell’Inghilterra contro l’Irak, e nell’impiego della tortura che ha caratterizzato il proseguimento della loro ipocrita “guerra al terrorismo”. Egli ha detto la verita’ sulla storia postbellica degli Stati Uniti, sui crimini da loro commessi e sull’appoggio da loro dato a una miriade di barbari regimi destrorsi, tutte cose che “sono state solo superficialmente accertate, per non dire documentate, per non dire ammesse, e per non dire riconosciute, per quello che in realta’ sono: dei crimini”.
Quella di Pinter sara’ una voce in difesa del progresso umano della quale si sentira’ enormemente la mancanza.
Ecco quanto egli diceva nel suo discorso di accettazione del Nobel:
Dove e’ andata a finire la nostra sensibilita’ morale? O forse non l’abbiamo mai avuta? Che significano queste parole? Si riferiscono forse a un termine oggi raramente impiegato: la coscienza? Una coscienza che riguarda non solo le nostre proprie azioni, ma anche la responsabilita’ che abbiamo in comune con le azioni di altri? O forse queste sono tutte cose morte? Guardiamo alle carceri di Guantanamo: centinaia di persone in galera da piu’ di tre anni senza accuse, senza una difesa legale e senza il processo cui hanno diritto, tecnicamente detenute per sempre. Questa struttura completamente illegittima viene mantenuta a dispetto della Convenzione di Ginevra, e non solo viene tollerata, ma la cosiddetta ‘comunita’ internazionale’ la prende appena in considerazione. E questa violazione criminale viene commessa da un paese che dichiara di essere ‘la guida del mondo libero’! E a quelli che stanno a Guantanamo, ci pensiamo? Cosa ne dicono i mezzi d’informazione? Ne accennano qualcosa di tanto in tanto in un piccolo trafiletto a pagina sei. E quei poveretti sono stati relegati in una terra di nessuno dalla quale probabilmente non torneranno mai. Attualmente molti di loro che per reagire non hanno altro che lo sciopero della fame vengono alimentati a forza, compresi alcuni residenti britannici. E questa procedura della alimentazione forzata viene effettuata senza riguardi: niente calmanti ne’ anestetici. Vi cacciano un tubo nel naso o nella gola, e voi vomitate sangue. Questa e’ tortura! Che ne dice il Ministro degli Esteri inglese? Niente. Che ne dice il Primo Ministro inglese? Niente. E perche’? Perche’ gli Stati Uniti gli hanno detto: ‘criticare la nostra condotta nella baia di Guantanamo costituisce un atto non amichevole: o siete con noi, o siete contro di noi’. E cosi’ Blair sta zitto.
L’invasione dell’Irak e’ stata un’azione da banditi, un’azione di sfacciato terrorismo di stato che ha mostrato totale disprezzo per i dettami delle leggi internazionali. L’invasione e’ stata un’azione militare arbitraria ispirata da una serie di menzogne su menzogne e da una grossolana manipolazione dei mezzi di informazione e quindi del pubblico; e’ stata un’azione mirante a consolidare il controllo militare ed economico americano del Medio Oriente mascherandolo, come ultima risorsa, da ‘liberazione’, essendo falliti tutti i tentativi di giustificarlo altrimenti. E’ stata una colossale affermazione di forza militare che ha causato la morte e la mutilazione di migliaia e migliaia di persone innocenti.
In Irak noi abbiamo introdotto la tortura, le bombe a grappolo, l’uranio impoverito; abbiamo compiuto innumerevoli atti di assassinio a casaccio; abbiamo apportato al popolo iracheno la miseria, la degradazione e la morte; e abbiamo chiamato tutto questo ‘portare nel Medio Oriente la liberta’ e la democrazia’.
Quante persone dovreste ammazzare prima di venire qualificati assassini di massa e criminali di guerra? Centomila? Sarebbero piu’ che sufficienti, direi…
Se ci guardiamo allo specchio pensiamo che l’immagine che abbiamo di fronte sia quella giusta. Ma se appena ci muoviamo l’immagine cambia, perche’ in realta’ noi stiamo guardando una infinita serie di riflessioni. E uno scrittore, talvolta, deve rompere lo specchio, perche’ e’ da dietro lo specchio che la verita’ guarda verso di noi.
Ritengo che fra le tante cose che esistono al mondo, una ferma determinazione intellettuale di noi cittadini – incrollabile e senza incertezze – che miri a definire la realta’ vera delle nostre vite e delle nostre societa’, costituisca un obbligo tassativo che riguarda tutti noi e al quale non possiamo sottrarci.
Ma se tale determinazione non entra a far parte anche delle nostre opinioni politiche non vi e’ speranza che venga ristabilito cio’ che per noi e’ ormai cosi’ prossimo a perdersi: la dignita’ dell’uomo.
La morte di Pinter e’ per tutti noi un ben triste regalo di Natale; a meno che le sue parole e il suo messaggio non vengano ricordati sempre ed entrino nella coscienza popolare come squillo di tromba che richiami a una giustizia civile e alla fine del militarismo e della tirannia.
Titolo originale: “Harold Pinter 1930-2008: “What happened to our moral sensibility?””
Fonte: http://www.docudharma.com/
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25.12.2008