FONTE: Sunweber.blogspot.com
Ho subito recentemente
un intervento alla cataratta al mio occhio sinistro. Prima dell’operazione,
sono stato rassicurato sugli esiti. Dall’intervento, quando chiudo
il mio occhio destro, il bianco è incredibilmente bianco, I blu sono
vividi. Se chiudo il mio “nuovo”o occhio e guardo dalla cataratta
che rimane nell’occhio sinistro, vedo un verde indistinto invece del
bianco che esiste.
Non avrei potuto saperlo.
Avrei dovuto pensare intensamente che quello che vedevo, in realtà,
era un puro bianco.
Stavo guardando attraverso
altre lenti.
Durante l’inverno
del 1974-1975, sedevo nella mia nuova casa ancora non terminata e leggevo
di energia. Avevo finito i soldi, gli intradossi non erano completati,
la neve cadeva all’interno. Gli amici pensavano che non ci fossero
più di 10 gradi in casa in tutto l’inverno. La mia strada carrabile
era lunga 350 metri, c’era un metro o più di neve a terra (senza
considerare i mucchi) e il mio camion era fermo accanto alla casa. Mi
trascinavo per la neve fino alla strada principale e facevo autostop
per comprare le verdure in città (ho avuto bisogno di buoni alimentari
gli ultimi due mesi dell’inverno) e per prendermi dei libri. Ero all’inizio
dei miei trent’anni, forte come un bue e stavo facendo una grande
esperienza.
Io e il mio cane fidato,
Yoni, ci sedevamo accanto alla stufa a legna mentre leggevo cose sull’energia.
“Energy for Survival”, scritto da Wilson Clark nel 1975, era utile
per tutto. Ho letto “I Limiti dello Sviluppo” di Meadow and Meadows
quando uscì per la prima volta nel 1972. Nel marzo di quell’anno
fui assunto come coordinatore energetico per il programma destinato
ai bassi redditi (TriCounty Community Action), e scrissi la prima
proposta di coibentazione a basso costo per lo stato del Minnesota e
ho gestito il programma per un anno. Oltre alle coibentazioni, scrissi
una piccola aggiunta per una borsa di studio sui pannelli di riscaldamento
a energia solare.
Comunque, non ho proseguito
il lavoro con la CAP e presi una mia strada all’università
per prendermi una laurea in psicologia, quando mi arrivò la borsa di
studio per il solare. La presi. Da quel momento le cose sono andate
meglio.
Mentre studiavo, stavo
sviluppando, testando e installando varie centinaia di metri quadri
di pannelli solari per la produzione di aria calda. Per tre anni sono
stato il presidente di una delle organizzazioni di energia solare, facendo
visite frequenti alle Città Gemelle (ndt: Minneapolis e Saint Paul)
dal centro del Minnesota. Alla fine degli anni ’70, ero in un’organizzazione
federale per l’energia solare.
In casa mia, issai
un generatore eolico vecchio di 40 anni e ho passato più tempo
a cercare di farlo funzionare di quanto non riuscire a produrre elettricità.
Nell’ultimo decennio ho installato altri due generatori eolici. Ho
installato pannelli solari. Preferisco pannelli solari elettrici.
Avendo vissuto per
i primi dieci anni in casa mia senza elettricità, ora ho una rete con
solare ed eolico con batterie e un piccolo inverter. È stato il miao
del gatto. Oltre ai miei studi in psicologia, ho continuato a leggere
ogni cosa che mi capitava a tiro sull’energia. Quando sono stati pubblicati
i resoconti dell’International Energy Agency, sono andato a
piedi in biblioteca a prendermene delle copie. Comunque, avevo già
letto qualcosa sulla teoria del picco petrolifero di Hubbard, ma non
avevo ancora compreso lo scenario. Abbinavo costantemente le riserve
petrolifere note al consumo, intuendo che si sarebbero esaurite verso
il 2040.
Come potrete capire,
sono un sostenitore dell’energia “rinnovabile” e “alternativa”.
Ero convinto come un credente “religioso”. Non pensavo nei termini
del mantenimento dello status quo o del business as usual.
Infatti, di solito suggerivo alla fine degli anni ’70, con gran disappunto
della Minnesota Energy Agency, che non avremmo dovuto razionare
ma esaurirle l’energia, così da poter meglio affrontare questa eventualità
perché ci sarebbero state meno persone al mondo a subirne gli effetti:
non avevo proprio riflettuto a quello che sarebbe potuto accadere.
Credevo che il solare,l’eolico,
le biomasse e il metano fossero la RISPOSTA. Questo fino al 2006.
Cosa è successo?
Intanto ho visto documenti che mostravano come l’etanolo fosse una
perdita energetica. Avevo azioni dell’impianto locale di etanolo,
ho anche progettato il loro e il primo sito web. Ma poi sono
stati pubblicati i dati ed ero un perdente. Ho disinvestito.
Poi ho iniziato a guardare
attraverso un’altra lente. Ho fatto un passo indietro è ho osservato
l’intero processo di produzione delle apparecchiature eoliche e solari.
Mi ci sono voluti diversi anni per elaborare questo cambio di mentalità.
Vidi un programma sulle miniere di rame su “Miracoli Moderni” dell’History
Channel. Osservai le altre componenti dell’eolico e del solare: il
reperimento delle materie prima, la raffinazione, la produzione, l’assemblaggio,
l’installazione e tutti i trasporti necessari. Vidi la degradazione
ambientale. Alla fine ho capito chiaramente che le attrezzature solari,
eoliche e per le biomasse non era “rinnovabile” e neppure “alternative”.
Sono un prolungamento del mondo che brucia e consuma i combustibili
fossili assieme alla devastazione della terra, dei fiumi, delle acque
sotterranee e dell’aria.
Avevo iniziato a osservare
con lenti diverse.
Ho passato diversi
decenni in prima linea in una delle contee più povere del Minnesota
come psicologo autorizzato. Le risposte che ho avuto mi dicono che ho
fatto un lavoro abbastanza buono.
Prima un po’ di psicologia.
Le persone nascono nella foresta. L’ambiente fisico e sociofamiliare
della foresta determina quanto siamo liberi di esplorare il mondo. Tanto
più il mondo riesce a essere variamente minaccioso, tanto più limitati
saremo nelle nostre possibilità di comportamento ed esplorazione. Reagiamo
in vari modi alle paure, odi, e pregiudizi dei nostri genitori. Abbiamo
scelto comportamenti a sostegno del modo con cui abbiamo imparato ad
adeguarci alla foresta e che possono proseguire nel tempo. Abbiamo trascorso
almeno la prima metà della nostra vita cercando di mantenere i nostri
comportamenti “sani”, persino creando il nostro modo per facilitare
questa elaborazione, indipendentemente da quanto potesse essere dannosa.
Per quanto ne so io, le persone non cambiano; domano i propri comportamenti
e i propri sentimenti. Il percorso (solito) nella foresta è sempre
lì, nei tempi di stress. Il prezzo della libertà è un’eterna attenzione.
Per riuscire a farci
entrare in testa le implicazioni della fine del mondo dei combustibili
fossili ci vuole tempo, anni. Per me è qualcosa di simile al lavoro
fatto in AA. La gran parte delle persone dipendenti che cercano di smettere
non sono pronti per fare il lavoro psicologico necessario fino a che
non avranno vissuto l’evidenza della propria dipendenza senza riceverne
alcun beneficio per almeno cinque anni. Ci vuole tempo per affrontare
il cambiamento, per osservare con altre lenti.
È una storia che mi
è successa varie volte come terapista.
Quando lavoravo con
un cliente, cercavo di aiutarlo a comprendere quali comportamenti non
facessero al caso suo. Metaforicamente, potevo suggerire che A più
B porta a C. Cercavo di fargli arrivare questo messaggio in vari modi
nel corso del tempo che passavo con loro. Non è facile riempirsi la
testa di tradimento, di dolore e di perdite. Ci vuole forza d’animo,
perseveranza e coraggio. Con alcuni ho avuto successo.
Ce n’erano alcuni
che in giorno se ne venivano in terapia, dicendo qualcosa del tipo,
“Sono stato al laundromat. La donna che fa I resti mi ha detto
‘che A più B fa C’. Perché non me lo hai mai detto?” La prima
volta mi fece andare fuori di testa, ma riuscii solo a dire, “Che
scoperta splendida!”
Ora certamente tutto
questo lo posso segnare nella lista dei miei fallimenti. Credo comunque
che ci sia di mezzo il vecchio adagio, “Non c’è peggior sordo
di chi non vuole sentire.”
Erano pronti a guardare
con lenti diverse.
Ora vi parlo di due
cose che spalancano gli occhi e anche di nuove lenti.
L’economia mi è
sempre sembrata una cosa bizzarra. Ero riuscito a fare bene nelle mie
piccole cose di finanze, ma il quadro generale mi è sempre sembrato
un turbinio di pezzi di carta, con i ricchi che giocano a Monopoli.
In questo ultimo decennio questa situazione è piombata in casa a molte
persone. Ci sono probabilmente molte buone fonti là fuori, ma io suggerirei
“The Crash Course” di Chris Martenson. È un passo per guardare
con altre lenti.
La comprensione reale
della fine dell’era dei combustibili fossili, del termine del nostro
sistema di vita (l’unico che molti di noi hanno conosciuto) vis
a vis con l’esaurimento delle risorse, della degradazione ambientale,
della sovrappopolazione e dell’arroganza è molto difficile da farci
entrare in testa e può comportare traumi e un senso di perdita. Potremmo
essere ancora più traumatizzati quando capiamo come siamo stati manipolati
dal business e dal governo. Cercare di comprendere tutto questo
è difficoltoso, perché è come cercare di afferrare le volute di fumo.
Siamo stati strattonati
per tutta la vita. Credete di saperlo e forse voi siete immuni. Non
è vero. Gli psicologi ben formati, chi lavora nelle pubbliche relazioni
e nella pubblicità sono ben pagati per non farsi vedere dal vostro
radar. È sempre successo. Date un’occhiata a The Century Of The Self-Full
Length Documentary
su YouTube
Forse ancora più
rivelatore, irritante e scoraggiante è il DVD “Why We Fight” che mette nella giusta
prospettiva l’avvertimento di Eisenhower sul complesso militare-industriale.
Anche “A Century of War:Anglo-American oil politics and the new world
order” di F. William Engdahl del 2004. Dall’inizio dello scorso
secolo, il mondo è stato manipolato dall’oro nero e dalle altre risorse
con la perdita di un gran numero di vite umane e un’enormità di degradazione
ambientale e di spreco di risorse.
C’è forse una lente
ancora meno accomodante da cui osservare il mondo.
Noi, cittadini degli
Stati Uniti d’America e di gran parte del mondo sviluppato, possiamo
essere avversi (o meno) alla violenza, ma ne abbiamo approfittato. La
violenza, la devastazione ambientale, la pulizia etnica, l’imperialismo
fisico e culturale (il lavoro missionario rientra in questa fattispecie),
tutti in nostro nome sono stati molto positivi per il business.
Tutto questo è stato una gran cosa nel breve termine. Lo stesso vale
per il consumismo rampante e la sua distruzione collaterale. Ora, tutto
si sta ritorcendo contro. Non ci sono pasti gratis.
Cose rivelatrici. Nuove
lenti. Una vista più limpida non sempre è piacevole.
Fonte: ThruAnotherLens
16.12.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE