DI BILAL EL-AMINE
The Electronic Intifada – Live from Lebanon
Ciao a tutti. Per prima cosa, sto bene, e stanno bene la mia famiglia e i miei amici. Siamo sparpagliati in posti diversi, alcuni ancora a sud, alcuni a Tyre, il resto a Beirut e nei dintorni. Quelli che vivono nella periferia sud, dove si trova Hizbollah, sono riusciti ad andarsene prima degli ultimi attacchi e sono al sicuro coi parenti.
Come la maggior parte di voi sa, Hizbollah ha svolto un’audace operazione qualche giorno fa ed è riuscita a catturare due soldati israeliani. La resistenza ha detto già da un po’ ormai che intende liberare gli altri prigionieri libanesi in Israele, soprattutto Samir Qantar.Chiamato il “capo dei prigionieri”, Qantar è il prigioniero arabo che da più tempo si trova in Israele. Avrebbe dovuto essere rilasciato insieme ad altri prigionieri libanesi in uno scambio tra Hizbollah e Israele. Il governo israeliano ha votato di non rilasciare né lui né altri due e stupidamente ha lasciato aperto il dossier del prigioniero.
L’operazione di Hizbollah è stata un tentativo di mettere fine alla questione. Precedentemente c’erano stati tentativi inutili che la resistenza aveva pagato cari. Quest’operazione, secondo Nasrallah, il segretario generale di Hizbollah, era programmata da mesi, e la data di esecuzione, che è stata criticata senza sosta, potrebbe essere stata dettata da questioni logistiche più di qualsiasi altra cosa.
Alla luce della feroce risposta di Israele, vale la pena notare che la cattura dei due soldati israeliani era una pura operazione militare e non ha danneggiato civili israeliani. Ma la risposta israeliana è stata esattamente il contrario – una punizione collettiva della popolazione civile distruggendo le infrastrutture del paese e commettendo terribili massacri contro famiglie e rifugiati in fuga come hanno fatto ieri al sud. Chi è il terrorista in questo caso, anche utilizzando le definizioni di comodo diffuse a Washington?
Perché Hizbollah l’ha fatto; non sapevano che Israele avrebbe risposto così? Sono sicuro che hanno considerato questo come un possibile scenario insieme ad altri. Ma i due decenni di esperienza di Hizbollah nei rapporti con Israele gli hanno insegnato una cosa e cioè che Tel Aviv non si smuove su nessuna questione senza la minaccia della forza. Israele è stato costretto a lasciare il sud del Libano nel maggio 2000 – dopo oltre 20 anni di occupazione – solo dopo che la resistenza era passata in vantaggio sul piano militare.
Lo scambio di prigionieri che ne è conseguito, nel quale quasi tutti i prigionieri libanesi in Israele sono stati liberati, è stato possibile solo una volta che Hizbollah è riuscita a catturare soldati israeliani per offrirli in cambio. A detta di Nasrallah, la recente operazione era l’unica conclusione logica data la lunga esperienza di Hizbollah con Israele. Per far liberare gli altri prigionieri, dovevano essere catturati altri soldati israeliani – Israele semplicemente non offriva altra scelta.
La situazione attuale conferma solamente l’esperienza di Hizbollah. Il mondo intero, e cosa ancora più triste i governi arabi, si è rifiutato di dare una mano a frenare Israele. L’ONU si è riunita e ha deciso di non fare nulla; ieri la Lega Araba si è riunita ed è stato anche più insultante. Il governo libanese deve ancora agire, per ora ha solo denunciato Hizbollah e ha preso le distanze dalla resistenza, senza provvedere neanche ai servizi fondamentali per i profughi e i feriti.
La riunione della Lega Araba e le dichiarazioni del primo ministro libanese fanno pensare che ci sia una convergenza di interessi tra loro e Israele sul fermare la resistenza libanese disarmando Hizbollah e seppellendo una volta per tutte quelle forze nella regione, compresa Hamas per esempio, che credono che una linea di confronto con Israele sia l’unica via per ottenere una qualche parvenza di giustizia. I regali sauditi e le loro servili controparti in Giordania e in Egitto, vogliono che gli arabi si sottomettano e ingoino l’umiliazione che subiamo quotidianamente in Iraq, Palestina e Libano, tutto in nome della stabilità e del pensiero razionale.
Dal 1993, con la firma degli Accordi di Oslo, i leader arabi, gli Stati Uniti e l’ONU hanno detto che l’unica via verso la pace passa attraverso i negoziati e la normalizzazione con Israele. Ma dobbiamo continuare a vedere Israele che fa delle concessioni minime, sfruttando l’occasione per divorare ancora più terra, macellare il popolo palestinese e continuare a mettere in prigione migliaia di persone. L’elezione di Hamas è stata solo un indicatore del fatto che gli arabi hanno capito come gli accordi di pace successivi non hanno portato altro che ulteriore miseria – solo la resistenza, con tutta la sofferenza che comporta, porta dei frutti.
Come i palestinesi, anche i libanesi sono completamente soli, abbandonati a farsi dare una lezione dai poteri regionali e globali. L’incredibile risposta di Hizbollah (colpire una nave da guerra e arrivare a bombardare Haifa) è il segno che forse avevano preso in considerazione e si erano preparati alla feroce risposta di Israele. Solo la loro abilità di contrattaccare in maniera efficace può slavare il Libano dalla completa distruzione per mano di Israele – i lunatici a Tel Aviv non conoscono altri linguaggi.
Bilal El-Amine è fondatore ed ex direttore della rivista Left Turn. Originario del sud del Libano, attualmente risiede a Beirut. Articoli che ha scritto precedentemente sulla politica libanese si possono trovare sulla rivista Left Turn su Beirut Indymedia, Muslim Wakeup, e ZNet. Gli si può scrivere a [email protected]
Bilal El-Amine
Fonte: http://electronicintifada.net/
Link: http://electronicintifada.net/v2/article5034.shtml
16.07.2006
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da OLIMPIA BERTOLDINI