DI GREG PALAST
gregpalast.com
Se Dio se ne strafotte dell’Avvoltoio, di cosa fa per vivere e cosa ha fatto in Africa, perché dovrei farlo io?
Questo pensiero m’impressiona mentre me ne sto qui seduto, col caffè che diventa freddo nella mia vecchia Toyota, mentre provo a sembrare invisibile, impalato davanti al 300 di Dekalb Avenue. È appena passata l’alba qui a Brooklyn, e spero
che Peter Grossman, una star di Wall Street, esca dalla sua casa signorile in arenaria per fare un po’ di corsa o per un caffettino. Così lo posso attaccare. È sempre attento che io non lo pedini, perché ho già fregato il suo compagno, Goldfinger, l’uomo che sta rendendo Grossman incredibilmente ricco.
Le ricchezze di Grossman – circa dieci milioni di dollari per la sua azienda, Management FG – vengono dal Congo. Io ero in Congo, due giorni prima dell’appostamento di oggi, in un centro di emergenza per il trattamento del colera nella capitale (Kinshasa).
Oltre a tanti casi di colera, il Congo è pieno di cobalto. Grossman, grazie a una fetente lacuna della legge britannica, ha potuto imboscare un pagamento di ottanta milioni di dollari al governo africano per un carico di cobalto proveniente da una miniera del governo.
Grossman è un “avvoltoio”; ecco il nome che dà Wall Street – con il sorriso fra i denti – a quelli che in qualche modo possono mettere le mani su debiti vecchi e dimenticati di nazioni disperatamente povere – Congo, Zambia, Perù e Liberia sono i casi che ho investigato io stesso – che loro acquistano per pochi centesimi a fronte del loro valore nominale.
Quando – di solito dopo un concerto di Bono – le nazioni occidentali si dimenticano dei debiti dovuti da questi poveri paesi, lo stato che riceve gli aiuti diventa pronto, e con soldi sufficienti, per un attacco dall’Avvoltoio che pretende con rudezza tutto quello che gli è dovuto per il debito, che all’improvviso brandisce in modo minaccioso.
Nel caso di Grossman, la sua FG ha pagato circa tre milioni di dollari per un debito che lo Zaire (ora Congo) doveva alla Jugoslavia (ora Bosnia). Un tribunale sulla piccola isola di Jersey – un paradiso fiscale nel canale della Manica – ha ordinato al Congo di consegnare gli ottanta milioni di dollari che lo stato africano conserva in un conto bancario, un pagamento per una vendita di cobalto. Inoltre, il Congo deve pagare altri venti milioni di dollari a Grossman, se gli africani riescono a trovarli.
Se tutto questo vi sembra bizzarro e folle, avete ragione. Il Regno Unito e altre nazioni impediscono le riscossioni da parte degli avvoltoi a scapito dei paesi poveri, dato che le tesorerie dei governi occidentali hanno acconsentito a rinunciare alle loro pretese. Tuttavia, l’Avvoltoio Grossman è stato libero di avvinghiarsi sul Congo a Jersey, una pseudo-colonia del Regno Unito, perché il parlamento della Gran Bretagna non ha incluso le parole magiche “e Jersey” nella sua legge anti-Avvoltoio.
Domanda: In che modo l’Avvoltoio
Grossman ha messo le sue mani sul debito che il Congo doveva alla Bosnia?
Questo volevo chiedergli nel freddo di Brooklyn, mentre reprimevo l’urgenza
di urinare.
Questo è quello che posso ricostruire:
solo tre giorni prima della mia presenza in Congo in una clinica di
cura per il colera, mi trovavo nell’ufficio del capo della Guardia
di Finanza a Sarajevo, in Bosnia. Con il maestro investigatore Drew
Sullivan del Centro per il Giornalismo Investigativo di Sarajevo, abbiamo
rintracciato il rapporto della polizia che riportava come il primo ministro
dello stato aveva passato il controllo del debito a un certo Michael
Sheehan, noto anche come Goldfinger che, su compenso, lo ha trasferito
dall’azienda di stato bosniaca a Goldfinger.
Goldfinger. Ci siamo
visti di nuovo. Il Goldfinger del film su James Bond è una primuletta
se confrontato con il vero Goldfinger. Lui è l’uomo che ho scoperto
quattro anni fa, quando pagò il Presidente dello Zambia perché portasse
fuori dal proprio stato i soldi stanziati per le cure contro l’AIDS.
Sia io che l’FBI abbiamo avuto molto a che fare con Goldfinger.
A Sarajevo, il capo della polizia bosniaca
mi disse che il piccolo affare con il debito del Congo era un crimine,
e l’(ora ex) primo ministro, un uomo di nome Nedzad Brankovic, dovrebbe
essere in prigione. I poliziotti hanno trascritto la denuncia del crimine,
ma i magistrati ancora non hanno toccato i politici influenti.
Sono arrivato all’uomo che querelò
Brankovic, il generale di brigata Izet Spahic. Lui aveva chiuso un affare
per far costruire alla compagnia energetica della Bosnia (disperatamente
fallita) i tralicci dell’elettricità in Congo (disperatamente fallito).
Il progetto avrebbe generato elettricità, acqua pulita e profitti per
entrambi i paesi.
Era una storia davvero confortante
di due stati che stavano uscendo dalla guerra civile – con un totale
congiunto di quattro milioni di morti – e che si aiutavano reciprocamente.
Ma quando fu chiaro che l’Avvoltoio ubicato a Dekalb Avenue 300 a
Brooklyn aveva segretamente preso il controllo del debito fra gli stati,
l’affare dell’elettricità saltò.
Passai per la fabbrica di tralicci
bosniaca. Era chiusa e le diverse centinaia di operai andati via. Almeno
non c’è il colera.
Il brigadiere era furioso. Mi chiese,
“Come può pensare questa gente di ricavare un profitto dalla guerra
civile, dalla povertà e da inimmaginabili sofferenze?”
Allora, generale, quando gli umani
si faranno crescere piume e artigli?
È una domanda che rivolgerò all’Avvoltoio
Grossman quando esce, perché me lo hanno chiesto il Guardian
e BBC Newsnight.
Anche per me, la risposta dell’Avvoltoio
è illogica.
Presumo che dopo l’interruzione della
nostra storia, il Parlamento britannico si muoverà per chiudere una
scappatoia lasciata palesemente aperta per l’Avvoltoio; e il congresso
degli Stati Uniti fingerà almeno di valutare la legislazione anti-avvoltoio
che ora langue in qualche commissione.
Ma penso che concentrarsi su Grossman
e i fanatici masticatori di carne putrefatta sia un diversivo. La distruzione
dell’industria bosniaca di tralicci dell’elettricità era la conseguenza
diretta della sua privatizzazione, che portò il mercato libero nella
Jugoslavia socialista e Brankovic al potere, e ciò gli consenti di
comprare e vendere titoli di debito sul mercato finanziario mondiale
senza regole.
Sono stati la privatizzazione della
miniera di cobalto del Congo e il saccheggio delle sue ricchezze, tutti
su mandato della Banca Mondiale, del FMI e dei suoi filibustieri, che
hanno prosciugato le tesorerie del Congo.
Grossman, l’uomo degli espropri,
è solo l’ultimo dei carnivori finanziari che hanno azzannato il Congo
e la Bosnia, e la Grecia e Detroit.
L’operazione da avvoltoio di Grossman
è dall’altra parte del ponte occupato alla base da Occupy Wall
Street – “il 99%” –, mentre la cima è occupata dall’uno per
cento, ossia coloro che uccidono le economie per profitto.
È facile mirare a Grossman. Ma gli
Avvoltoi possono banchettare solo quando il sistema uccide, quando,
per guadagni facili, le economie vengono trasformate in carcasse in
decomposizione.
Fonte: Goldfinger eats Congo
23.11.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di VIVIANA