DI JAMES SAFT
Reuters
L’economista Nassim Nicholas Taleb vuole vedere le banche nazionalizzate. E i banchieri puniti.
Nassim Nicholas Taleb, l’autore di “Il cigno nero: l’impatto dell’altamente improbabile”, ha una semplice proposta per, come dice lui, “salvare il capitalismo e il libero mercato dalle banche”.
Nazionalizzare le banche, limitare i compensi per coloro che lavorano in quella che egli definisce la parte di “pubblico servizio” [utility] del sistema e avere una seconda gamba completamente non assicurata che possa prendersi tutti i rischi che vuole e giocarsi anche le mutande, ha detto durante un’intervista a Davos allo World Economic Forum.
“Hanno truccato il gioco. Li paghiamo per i loro profitti, non c’è una qualche restituzione del denaro perciò sono incentivati a nascondere i rischi che si prendono”.
“Questo è il motivo per cui, dal momento che amo il libero mercato, ritengo debba avvenire una totale nazionalizzazione di quella parte di attività economiche che richiede assicurazioni ed effettua pagamenti e liquidazioni”. “Sono arrabbiato con la politica Usa. Ciò che abbiamo fatto è esattamente l’opposto del socialismo, hanno ottenuto il TARP [1] per farsi pagare i bonus e prendersi ulteriori rischi”.
[Nassim Nicholas Taleb]
Egli descrive il suo piano come capitalismo 2.0. Avrebbe una struttura a bilanciere, con la parte assicurata di pubblico servizio da un lato e la parte di libero mercato con rischio privatizzato dall’altro.
Egli descrive i bonus bancari come asimmetrici perché il banchiere prende per sé la parte positiva ma non partecipa alle responsabilità, che potrebbero alla fine essere pagate dai contribuenti, proprio come abbiamo visto.
Taleb, che come avrete notato non ha peli sulla lingua, non è un sostenitore della private equity [2].
“La private equity non ha assolutamente alcuna ragione di esistere. Il proprietario di una private equity ha tutta la parte positiva e le banche tutto il negativo. Egli non avrebbe alcuna obiezione a un sistema in cui le private equity si finanzino tramite dei fondi speculativi, a condizione che né l’una né gli altri abbiano accesso ad assicurazioni governative.
E, un po’ come un profeta del Veccio Testamento, Taleb è arrabbiato e vuole che coloro che egli ritiene responsabili soffrano.
“Li voglio vedere i poveri e si meritano di essere poveri. Non si può avere il capitalismo senza la punizione”.
Oh, un’altra cosa, vuole vedere Bob Rubin, che ha accumulato milioni mentre era presidente di Citigroup, sputare fuori il denaro.
“Voglio che Bob Rubin restituisca al contribuente americano i suoi 110 milioni di dollari”.
[Bob Rubin]
NOTE DEL TRADUTTORE
[1] “Troubled Asset Relief Program” (TARP), cioè “programma di soccorso per i beni in difficoltà”, il piano di salvataggio da centinaia di miliardi di dollari che prevede l’acquisto da parte del governo Usa dei cosiddetti beni “tossici” di proprietà delle banche. Vedi voce su Wikipedia.
[2] “Il private equity è un’attività finanziaria mediante la quale un investitore istituzionale rileva quote di una società, sia acquisendo le azioni, sia apportando nuovi capitali all’interno di una società (target). Generalmente le società target non sono quotate in borsa, e presentano un’elevata capacità di generare flussi di cassa costanti e altamente prevedibili, ovvero importanti tassi di crescita potenziale. L’investitore si propone di disinvestire nel medio-lungo termine realizzando una plusvalenza dalla vendita della partecipazione azionaria”. Vedi il resto della voce su Wikipedia.
Titolo originale: “US Must ‘Save Capitalism’ From the Banks: Nassim Taleb”
Fonte: http://informationclearinghouse.info
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07.02.2009
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO