DI PEPE ESCOBAR
Asia Times Online
Cosa credeva il branco di barboncini
europei, che Teheran si sarebbe piegata e avrebbe accettato l’embargo
sul petrolio imposto dall’Unione Europea che dovrebbe iniziare dal
primo luglio?
Senza dubbio Bruxelles si è trovata
spaesata come un cervo in mezzo a un’autostrada quando hanno iniziato
a circolare la notizie che Teheran avrebbe anticipato la sua mossa,
sbattendogli in faccia un embargo sull’esportazione di greggio contro
sei paesi dell’Unione Europea in profonda crisi, ossia quei membri
del Club Med, Portogallo, Italia, Grecia, Spagna insieme alla Francia
e all’Olanda colpite dalla recessione.
Non c’è voluto molto tempo perché
il Ministro iraniano del Petrolio e il Ministro degli Esteri smentissero
questa decisione, che tecnicamente, avrebbe dovuto annunciare ufficialmente
il Supremo Consiglio Nazionale di Sicurezza, che fra l’altro si occupa
dei negoziati sul nucleare.
Ma solo un sordo, stupido e cieco non
avrebbe colto il messaggio: il risultato delle ridicole e controproducenti
sanzioni/embargo europee sarà l’ulteriore sprofondamento di porzioni
sempre più vaste di Europa in situazioni di forte sofferenza economica.
L’Iran fornisce 500.000 barili di
petrolio al giorno all’UE. La sola minaccia di un embargo all’Iran
ha provocato un picco nei prezzi del petrolio.
Supponendo che le nazioni del Club
Med riescano a rifornirsi di petrolio da altre fonti, cosa che non è
scontata dato che l’Arabia Saudita vuole mantenere alti i prezzi del
petrolio in maniera categorica, questi dovrebbero riqualificare le loro
raffinerie per trasformarlo. Inevitabilmente ci sarebbe penuria di benzina;
l’italiano medio, per esempio, è già furioso per l’impennata dei
prezzi della benzina dal distributore.
Forse quelle decine di migliaia di
inutili burocrati di Bruxelles che portano in giro le loro cartelline
colorate dovrebbero fare qualcosa di sensato e mandare una lettera a
Washington congratulandosi ufficialmente per il fatto che gli americani
stanno impoverendo ulteriormente decine di milioni di cittadini dell’UE.
Nel dubbio, inondalo di altre
sanzioni
Sicuramente gli avvoltoi, gli sciacalli
e le iene a favore del cambio di regime/guerra non estingueranno mai
la loro sete di sanzioni. Gli Stati Uniti stanno obbligando ora l’UE
a tagliar fuori l’Iran dallo SWIFT, con base a Bruxelles, il
meccanismo/camera di compensazione di telecomunicazioni indipendente
usato da tutte le banche per scambiarsi dati finanziari (il suo nome
ufficiale è Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications).
La stessa Banca Centrale dell’Iran potrebbe esserne vittima.
In parole povere, SWIFT è la
ruota che muove le transazioni e il mercato globale. Quindi, se non
è una dichiarazione estesa e remixata di guerra economica contro un
paese, non so cosa altro sia.
Funzionerà? Difficilmente. Rappresenterà
sicuramente un’ulteriore devastazione scatenata contro “la popolazione
iraniana”, la vaga entità contro la quale gli USA non hanno nulla
di personale. Più di quaranta banche iraniane utilizzano SWIFT
per processare le transazioni finanziare, e gli iraniani lo usano come
chiunque altro in un’economia globalizzata.
Tutto ciò trascinerebbe nel fango
la reputazione di neutralità e affidabilità che lo SWIFT
ha cautamente preservato sinora; immaginate le reazioni di altri paesi
membri al fatto che anche loro possono essere totalmente marginalizzati
in relazione a un capriccio degli Stati Uniti.
Per non parlare del fatto che Washington
non può dire a SWIFT cosa fare; infatti sta esercitando
una pressione non discreta, in stile mafioso, sugli europei. Il “messaggio”
è stato recapitato personalmente da David Cohen, il Sottosegretario
americano del Dipartimento del Tesoro per il terrorismo e l’intelligence
finanziaria.
E tutto questo per cosa? Secondo l’indefessa,
soffocante raffica di notizie sparata dai media corporativi occidentali,
“forse” è per guadagnare tempo in modo che l’amministrazione
Obama possa “persuadere” il guerrafondaio e nuclearizzato
governo del Likud di Israele a non attaccare l’Iran questa primavera.
Tenete d’occhio Golia
Intanto, secondo l’Organizzazione
Iraniana dell’Energia Atomica, il paese ha sviluppato centrifughe
di quarta generazione fatte di fibra di carbonio che sono “più
veloci, producono meno residui e occupano meno spazio”, dato che
ruotano a velocità supersonica per purificare l’uranio.
Le prime barre di combustibile arricchite
al 20% e prodotte in Iran sono state installate nel Teheran Research
Reactor, non una fabbrica di bombe ma un impianto civile volto a
produrre isotopi curativi per il trattamento di tumori; questo dovrebbe
permettere al Research Reactor di operare indipendentemente da
qualsiasi interferenza straniera.
Per fugare ogni dubbio, Teheran ha
inviato una lettera all’UE dichiarandosi disponibile a che i P5+1
– i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU più la
Germania – tornassero a riunirsi seriamente al tavolo delle contrattazioni
per il dossier nucleare iraniano.
Vediamo cosa vuol dire.
È una miniatura persiana molto sofisticata
perché gli europei si prendano il disturbo di decodificarla. Teheran
sta dicendo: vogliamo sinceramente avere un dialogo con voi; ma non
abbandoneremo il nostro programma nucleare civile; e se continuate a
trattarci come dei cani, con queste sanzioni, con l’embargo e ora
con la questione dello SWIFT, possiamo applicare una pressione
molto forte sulle vostre economie già al collasso.
Chiunque scommetta sul fatto che i
disorientati politici europei e i loro sherpa riescano a capirlo,
difficilmente vincerà il jackpot.
Poi c’è la stupida accusa che i
recenti bombardamenti avvenuti o tentati a Delhi, in Georgia e a Bangkok
rappresentano la rappresaglia di Teheran per l’assassinio di cinque
scienziati nucleari civili in Iran, avvenuto per mano del gruppo terroristico
iraniano Mek su ordine del Mossad israeliano.
Se e quando Teheran avrà intenzione
di colpire gli interessi israeliani potrà farlo più vicino
a casa propria, e sicuramente ha le competenze operative per farlo senza
lasciare traccia. La possibilità che Teheran invii agenti iraniani
in paesi asiatici amici come l’India e la Thailandia – come nel caso
dei tre scagnozzi a Bangkok che mostravano apertamente il loro passaporto
e anche i loro rial – è campata in aria e va al di là di ogni immaginazione.
Questi sono solo diversivi; la questione è che bisogna scoprire chi
li sta manipolando.
Se l’isteria promossa da Washington/Tel
Aviv è già ad un punto critico, attendete fino al 20 Marzo, quando
la borsa petrolifera iraniana inizierà a vendere petrolio con altre
valute oltre al dollaro americano, preannunciando l’arrivo di un nuovo
indice monetario la cui denominazione sarà in euro, yen, yuan, rupie
o un paniere di valute.
Questo favorirà i clienti asiatici,
dai membri dei BRICS India e Cina agli alleati degli Stati Uniti Giappone
e Corea del Sud, per non parlare del membro NATO Turchia. Ma converrà
anche ai clienti europei pagare il greggio con la propria moneta. Teheran
come molti altri membri chiave del mondo in via di sviluppo vuole affondare
i petroldollari. Potrebbe essere la rivincita di Davide su Golia.
Fonte: http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/NB17Ak04.html
16.02.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSANDRA