DI ALEKSANDR SHUSTOV
Strategic Culture
Contrariamente alla promessa del Presidente
Obama, gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di voltare pagina
riguardo la propria presenza militare in Afghanistan. Infatti, i progetti
sono quelli di rinforzare la presenza nella regione trasferendo parte
delle strutture militari in Asia Centrale.
Gli USA e la NATO hanno perso il controllo
del sud dell’Afghanistan, le province popolate dai Pashtun nelle quali
i Talebani sconfitti hanno a lungo imposto la legge della Sharia.
L’Afghanistan continua a ospitare alcune basi militari fondamentali
per gli Stati Uniti, a Bagram, Shindand, nella provincia del Nangarhar,
a Kandahar e nella parte settentrionale a Mazār-i-Sharīf, e dopo i
non pubblicizzati (ma ad oggi molto prolungati) dialoghi di Washington
con i Talebani è stato sancito l’accordo e gli Stati Uniti ritireranno
parte delle proprie forze armate dall’Afghanistan. Questa intesa,
in linea con la strategia del Grande Medio Oriente che comporta molteplici
riaggiustamenti ai confini del paese, va letta come una ripartizione
de facto dell’Afghanistan basata sui principi etnici.
Washington sta per offrire alle repubbliche
dell’Asia Centrale un ruolo di sostegno per ospitare i centri di smistamento
del traffico che rifornisce la coalizione presente in Afghanistan o,
se fosse necessario, per aiutare a dislocare contingenti supplementari
delle truppe occidentali nel paese. Il progetto per schierare le forze
speciali USA in Asia Centrale e in Pakistan fu rivelato nel settembre
del 2009. La lista delle priorità del Pentagono include lo stazionamento
di gruppi per le operazioni speciali in Kazakistan, Kirghizistan, Tajikistan,
Uzbekistan e in Turkmenistan con l’obbiettivo dichiarato di rafforzare
la sicurezza lungo la rotta settentrionale di rifornimento della coalizione,
anche se è già facilmente prevedibile che la loro effettiva missione
non si limiterà a questo.
Alcune informazioni indicano che il
progetto degli USA per costruire infrastrutture militari in tutte e
cinque le repubbliche dell’Asia Centrale risale all’agosto del 2010.
Il Fondo per il contrasto degli stupefacenti del Comando Centrale degli
USA sta per destinare più di 40 milioni di dollari per la costruzione
di centri di addestramento militare a Osh in Kirghizistan e a Karatog
in Tajikistan, oltre a una struttura per l’addestramento dei cani
e un hangar per gli elicotteri vicino ad Almaty nel Kazakistan e rammodernare
i checkpoint alle frontiere in Uzbekistan, Kirghizistan e Turkmenistan.
L’agenda a lungo termine degli Stati Uniti si nasconde dietro la distribuzione
geografica delle infrastrutture, considerando che Saraghs, il checkpoint
in Turkmenistan, è situato al confine della repubblica con l’Iran
e il checkpoint kirghizo è nelle vicinanze di Batkent, nella
zona strategica della Valle Fergana.
Il Kirghizistan sta mettendo in primo
piano l’agenda degli Usa in Asia Centrale. nell’agosto del 2008
Washington e Bishkek hanno aperto delle trattative per la costruzione
di un centro di addestramento nella provincia del Batkent. L’idea
fu messa da parte nell’aprile del 2010 in conseguenza dell’allontanamento
dell’ex Presidente kirghizo K. Bakiyev, ma riprese forza subito dopo.
Secondo l’esperto dell’Asia Centrale A. Knyazev, il cuore delle
operazioni si trova a Batkent. Nel frattempo, la volontà della Russia
di stabilire un centro di addestramento per l’Organizzazione del Trattato
di Sicurezza Collettiva,
sempre a Batkent, sembra definitivamente compromesso. Questo perché
nell’estate del 2010 l’amministrazione kirghiza ha rinnovato in
segreto l’affitto agli Stati Uniti della base aerea di Manas situata
nelle prossimità di Bishkek.
Dushanbe sta prendendo in considerazione
un accordo per la costruzione di una base militare con Washington simile
a quello realizzato da Bishkek. In aggiunta alle entrate finanziarie
(in Kirghizistan, il totale generato dall’affitto di Manas rende bei
60 milioni di dollari l’anno), ospitare una base militare USA potrebbe
rafforzare la fiducia nei mezzi dell’amministrazione tagica di fronte
alla Russia. La base aerea del Tajikistan situata nel quartiere di Dushanbe
potrebbe essere una candidata possibile. Il coinvolgimento delle forze
armate tagiche con gli Stati Uniti sta prendendo forza sullo sfondo
di un raffreddamento delle relazioni tra Mosca e Dushanbe, e gli oggetti
del contendere riguardano l’affitto della base aerea di Ayni al gruppo
aereo della 201esima Divisione russa e la presenza in Tajikistan dei
consiglieri militari che forniscono consulenza ai militari sulla sicurezza
dei confini. Per di più, le prospettive non sono certo rosee riguardo
la presenza della base della 201esima Divisione russa in Tajikistan
oltre il 2014, l’anno in cui scadrà l’affitto.
La visita fissata dal Ministero della
Difesa russo in Tajikistan è stata posticipata in modo indefinito
dopo il dialogo avvenuto il 22 giugno tra il Ministro degli Esteri tagico
Hamrokhon Zarifi e il rappresentante speciale del Segretario Generale
della NATO per l’Asia Centrale e il Caucaso, James Appathurai. Il
Ministro degli Esteri tagico ha rilasciato una dichiarazione che illustrava
come le discussioni si siano incentrate sulle relazioni tra il Tajikistan
e la NATO, la loro interazione nella cornice del programma della “Partnership
per la Pace” e su temi quali la sicurezza al confine dell’Afghanistan
e la riconciliazione interna. Il giorno successivo, il 23 giugno, l’ambasciatore
degli Stati Uniti in Tajikistan, Ken Gross, si è incontrato con il
Presidente tagico, Emomalii Rahmon.
Per Mosca, è evidente che rischi
di vedere affievolita la sua influenza sulle repubbliche dell’Asia
Centrale proprio quando gli Stati Uniti si stanno “ritirando” dall’Afghanistan
e si spostano in Asia Centrale.
Fonte: http://www.strategic-culture.org/news/2011/06/27/us-switching-from-afghanistan-to-central-asia.html
27.06.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE