DI ROBERT BLUMEN
Lee Rockwell
L’editore Steve Forbes, parlando a Human Events ha previsto “un ritorno al gold standard negli Stati Uniti entro i prossimi cinque anni”. Perché? Perché “aiuterebbe la nazione a risolvere una serie di malesseri economici, fiscali e monetari”.
L’articolo continua:
Il magnate dei
media ed ex candidato presidenziale ha detto che un’iniziativa
di questo tipo aiuterebbe a stabilizzare il valore del dollaro, a ripristinare
la fiducia tra gli investitori stranieri nei
bond statunitensi e scoraggiare le spese federali avventate.
[…] Se ilgold standard fosse stato presente negli ultimi anni, il valore del
dollaro non si sarebbe tanto indebolito e la spesa federale eccessiva
sarebbe stata contenuta.
[…] l’idea “sembra necessaria” non certo per guadagnare popolarità quando l’economia USA lotta per creare lavoro, per uscire dalla bolla immobiliare provocata dalle politiche del credito facile della Federal Reserve, per fermare il prezzo
della benzina e per ridare responsabilità fiscale al budget del governo statunitense, ha ripetuto Forbes.Con una moneta stabile, è “molto più difficile” per i governi chiedere prestiti
in modo eccessivo, ha detto Forbes.
Belle cose, Steve. Ma veramente? Stai
scherzando?
In politica, le cose di solito non
succedono perché “aiutano la nazione” o perché
“sembrano necessarie”. Se stessimo vivendo in quel tipo di
mondo e il gold standard del XIX secolo fosse stato così valido,
perché è stato abbandonato in favore del sistema attuale?
È stato abbandonato per ragioni politiche.
I fattori principali che hanno portato all’abbandono del gold standard
erano il desiderio dei governi di spendere al di sopra dei livelli tollerabili
di tassazione, il bisogno di finanziare la Prima Guerra Mondiale e le
altre guerre e la volontà, all’interno del settore bancario, che
il prestatore di ultima istanza salvi le banche troppo indebitate quando
prima aveva riserve insufficienti per coprire le loro perdite.
Le ragioni politiche hanno una logica
propria differente dal tipo di logica che Forbes usa, nella quale le
cose buone vengono fatte per buoni motivi. In politica, i gruppi di
interesse si organizzano per guadagnare influenza sul governo e si muovono
per il proprio profitto, a spese del resto della società.
Ma perché la logica politica
prevale sul senso comune? La teoria
della scelta pubblica in
economia ci ha fornito una spiegazione dell’insidioso processo grazie
al quale i pochi riescono a sfruttare i tanti. Evidenzia che i “benefici
concentrati” e i “costi dispersi” portano all’”ignoranza razionale”.
In parole povere, i “benefici concentrati” sono i grandi profitti
guadagnati dai gruppi privilegiati attraverso i sussidi e i bailout.
Per tutti i contribuenti, il costo di un qualsiasi salvataggio e programma
di welfare è abbastanza ridotto, per questo si parla di “costi
dispersi”. Nel cercare di attivarsi per combattere il sistema,
il contribuente deve accettare una serie di passi obbligati: il tempo
e lo sforzo per comprendere anche una sola parte delle leggi o delle
politiche è notevole, e anche se le iniziative realizzate contro un
certo programma fossero efficaci, farebbero risparmiare solo pochi dollari
in tasse. Questo porta all’”ignoranza razionale,” la decisione
presa dalla gran parte dei contribuenti per cui il tornare a lavorare
ancora più duramente o solo il godersi la vita dà risultati più soddisfacenti
rispetto all’interessarsi di politica.
Visti gli esiti che dominano la logica
delle scelte collettive, il sistema monetario non verrà riformato quando
“sembrerà necessario” farlo. Non verrà riformato per mettere
le finanze del governo sul piede giusto, e neppure per diminuire la
frequenza delle guerre. Stabilizzare il dollaro non ci riuscirebbe allo
stesso modo. Il sistema monetario corrente (o come lo ha definito James
Grant, il non sistema) verrà sostituito, alla fine, solo perché fallirà
in modo catastrofico.
Come potrebbe essere l’alternativa
al regime attuale delle banche centrali, che muovono i tassi di interesse,
con una moneta fiat senza alcuna base di riferimento? Voglio
stigmatizzare il pensiero utopistico secondo cui “le cose devono
andare peggio affinché la gente si arrabbi veramente e chieda qualcosa
di meglio”. Le cose non migliorano per forza quando c’è una
crisi. Le cose possono peggiorare e rimanere peggiori, oppure diventare
pessime e scendere ancora più in basso.
Non sono sicuro cosa che abbia in mente
Steve Forbes, perché il termine “gold standard”
è usato in modo differente da gente differente. La definizione più
convenzionale è quello di un sistema di monete nazionale che vengono
scambiate a tassi fissi, con le rispettive banche centrali, ognuna
delle quali ha un po’ di oro come bene di riserva. In un mondo
del genere, le banche centrali sono obbligate a fornire una sorta di
convertibilità, anche se le riserve detenute potrebbero essere inferiori
al 100%. Le singole nazioni potrebbero, in alcune situazioni, essere
in grado di svalutare la propria divisa nazionale in relazione ai tassi
fissi e all’oro.
Per i sostenitori della teoria bancaria di
Murray Rothbard, il gold standard significa oro come moneta vera
e propria, con le banche che detengono il 100% delle riserve per affrontare
le richieste di prelievo. A queste condizioni, non c’è alcun bisogno
e nemmeno l’utilità di avere una banca centrale e la svalutazione
sarebbe una forma di default.
Cosa ha in mente Forbes? È stato associato alle
supply side economics,
che hanno un
loro cosiddetto “gold standard”.
Dico cosiddetto perché non è per niente un gold standard, solo
un sistema in cui la banca centrale dovrebbe gestire l’inflazione
del sistema della moneta fiat in linea al prezzo dell’oro.
In questo sistema l’oro non è una moneta vera e propria, è una merce
il cui prezzo è considerato il miglior indicatore per l’allentamento
o l’irrigidimento delle politiche monetarie. Come ha evidenziato Frank
Shostak, questo sistema
non offre alcuno dei vantaggi dell’utilizzo dell’oro come moneta.
E perché ci dovremmo aspettare che quando i nodi verranno al pettine,
la Fed segua tutte le regole quando la situazione sembra richiedere
di aumentare la finzione? Come ha scritto Murray Rothbard nella sua
critica a una regola simile esposta da Milton Friedman per favorire
la crescita dell’offerta monetaria, “naturalmente, Friedman vorrebbe
allora consigliare la Fed di usare quel potere assoluto saggiamente,
ma non c’è nessun libertario degno di questo nome che non si debba
preoccupare della sola idea di conferire potere a un qualsiasi gruppo,
sperando poi che quel determinato gruppo non usi il suo potere al massimo.”
Quando il sistema corrente fallirà,
ci saranno due ostacoli fondamentali b per l’adozione di un sistema
migliore. La prima è costituita da quelle figure politiche che si sono
adoperate per abbandonare il gold standard e che non sono ancora
scomparse. La predominanza acquisita dai gruppi di potere che vogliono
utilizzare la stampa della moneta fiat è ancora tra noi; se
dovesse apparire una novità, i soliti sospetti si muoveranno per far
tornare tutto come prima. Quello che non ammazza, rende ancora più
forti.
Ma l’ostacolo maggiore è l’ideologia.
La gran parte degli economisti e dei banchieri centrali credono che
a) un’economia non possa crescere senza una quantità sempre maggiore
di moneta; b) che il gold standard ha causato la Grande Depressione;
c) che la Federal Reserve determina le politiche monetarie, una
funzione necessaria e benefica; d) che il sistema bancario (forse anche
l’industria dell’auto?) ha bisogno di un prestatore di ultima istanza
in caso di crisi finanziaria, sapete, quelle crisi che semplicemente
succedono, che escono fuori non si sa da dove senza avvisare e che ci
colpiscono quando meno te lo aspetti.
Nessuna delle proposizioni precedente
è corretta, ma fino a quando accetteranno i fattoidi, il prossimo sistema monetario è più probabile
che somigli a quello attuale con l’aggiunta di un bel rossetto pesante
rispetto a qualsiasi cosa esistita del XIX secolo.
Fonte: http://lewrockwell.com//blumen23.1.html
15.07.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE