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La Redazione

 

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GHEDDAFI BRUCIAVA I SOLDATI VIVI: DAVVERO?

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A cura di supervice
Il 5 Settembre 2011
78 Views

FONTE: Libyacivilwar.blogspot.com

Una recente svolta nelle notizie mi

ha stimolato a dare una fine a questo post per lungo tempo trascurato.

Almeno altre cinquantatre persone sono state rinvenute nel massacro di Tripoli, bruciate fino a farne rimanere solo lo scheletro.

Sono stati trovati, ancora crepitanti, il 26 e il 27 agosto (i racconti

variano) in un magazzino nei pressi della base della tanto demonizzata

brigata di Khamis, che da tempo si dice sia coinvolta in gravi crimini

contro l’umanità. Quindi la colpa del crimine è chiaramente attribuibile,

per l’ubicazione e per il racconto di alcuni sedicenti fuggiaschi

dal massacro, alle pratiche del regime di Gheddafi contro le persone

in rivolta. Questo incidente è, per la mente dello scrivente, estremamente dubbio.

Aspetterò fino a che avrò ricontrollato le prove da vicino per vedere

se le cose siano andate a quel modo. La gran parte di quelli che ascoltano

questi report presumeranno, comunque, che si tratti della verità

e che non è possibile che sia stato provocato dalle forze ribelli o

dagli stranamente numerosi testimoni oculari.

La tentazione di crederci è comprensibile. Dopo tutto, questa efferata

cenerizzazione di famiglie, di aspiranti alla libertà e di pochi soldati

che hanno disertato, corrisponde a un sistema già “noto”:

le truppe di Gheddafi carbonizzano così le persone, specialmente i

disertori, nei momenti di estremo pericolo. Appena prima o forse poco

dopo che i combattenti ribelli sopraffanno alcune famose posizioni in

mano ai soldati del governo uccidendoli o lasciandoli fuggire, i furfanti

di Gheddafi si ritiene che abbiano preso la decisione di fare un rogo

di quelle nobili persone che semplicemente volevano difendere i propri

diritti.

Davvero?

Oramai mi sono abituato a sorvolare questo sistema quasi completamente,

persino gli epici video

dei ribelli sulle atrocità.

Avevo l’intenzione di controllarli e di evidenziare i presunti roghi

dei propri soldati da parte del governo, assieme ai miei sospetti che

ci sia sotto qualcos’altro.

Visto che le denunce sono uscite in febbraio, questa morte terribile

veniva di solito comminata a quegli eroici soldati che si rifiutavano

di attaccare i manifestanti in base agli ordini ricevuti. Comunque,

questa stessa ragione è stata presa in considerazione per la morte

certa di 22 soldati (su un totale di 130!), ammassati e giustiziati

con un colpo in testa nei pressi di al Baida. Non avrebbero mai sparato

ai manifestanti e così sono stati gli ufficiali a farlo, prima di farli

sparire.

Ma nel caso del massacro di al-Baida le affermazioni dei ribelli cadono

a pezzi dopo un primo controllo. Un

altro video (postato dai

ribelli, ritirato in un secondo momento e nel frattempo rintracciato

e mandato in onda dalla TV libica) mostra almeno uno degli uomini uccisi,

tra i nove che hanno alcune somiglianze con gli eroi morti, ancora vivo

e condannato

a morte da quelli che li avevano catturato,

barbuti, in borghese, “contestatori” ovviamente. Il loro crimine

è stato quello di rispondere al fuoco quando i terroristi hanno attaccato

le loro posizioni e avevano il diritto di farlo “per difendersi”.

(A proposito, i corpi di questi eroici martiri sono stati maledetti

dai ribelli il giorno seguente come dei cani che si erano meritati il

proprio destino. Molto strano, considerando quello che avevano detto

al mondo intero.)

E quindi, se la vittima è stata

carbonizzata, la stessa storia dei ribelli sul chi li abbia uccisi e

perché è ancora credibile?

Appiccatori di incendi

Per gli inesperti i ribelli/”manifestanti”

sono stati i veri piromani di questi primi giorni, che hanno distrutto

le centrali di polizia col fuoco in molte città già dal 15 febbraio.

Sono state bruciati tre edifici delle forze dell’ordine solamente

a Benghazi il 16 dello stesso mese, nei raid che hanno portato alle

prime morti dei “contestatori” di basso profilo.

In secondo luogo, bruciare corpi fatti

principalmente di acqua non è il modo più efficiente per assicurarsi

la morte dei disertori. Qui

c’è un video di un tentativo

di un “manifestante” su un uomo già ucciso, che è fallito.

È comunque un sistema sufficientemente crudele e può essere utile

per demonizzare qualcuno, se uno volesse farlo. Forse questi fatti spiegano

perché i ribelli, tanto intenzionati a demonizzare il proprio nemico,

abbiano deciso di effettuare questi attacchi arrostitori, informando

così il mondo di quello che stava realmente avvenendo.

Io credo che ci siano molti video,

in posti diversi, di “soldati bruciati vivi” nei primi due

giorni della rivolta. Ma ora mi concentrerò su uno molto conosciuto,

che viene dal fronte di Bengasi postato il 21 febbraio (il video è

sotto). Un

articolo di “informazione”

del giorno successivo che si riferiva a questa scoperta ci ha fornito

la seguente notizia, che ci è utile indirettamente:

Cinque corpi carbonizzati

sono stati trovati lunedì nelle caserme militari di Bengasi, la

seconda città della Libia e roccaforte dei manifestanti anti-Gheddafi.

Secondo uno dei nostri Osservatori, i corpi erano quelli di soldati

selvaggiamente massacrati per aver rifiutato l’ordine di sparare contro

i cittadini libici che stavano protestando in questa nazione africana.

La

Jamahiriya News Agency (JANA) gestita dal governo ha riportato che

la base di Al-Fudhail bin Omar, sede delle caserme dove sono stati rinvenuti

i corpi, era un importante obbiettivo delle proteste anti-Gheddafi.

Bengasi

è caduta in mano ai contestatori il 18 febbraio. Due giorni dopo,

i dimostranti si sono diretti al complesso militare per demolire l’edificio

che loro consideravano un simbolo del governo autoritario di Gheddafi.

JANA ha riportato che l’edificio

è stato depredato dai “rivoltosi” ma non ha menzionato il

ritrovamento dei cinque soldati bruciati.

In realtà, Bengasi probabilmente non

è caduta prima del 20, quando le vaste caserme fortificate nel

centro della città, chiamate anche la Katiba, sono cadute dopo giorni

di assalti dei “contestatori”. Era un forte simbolo, e molto

odiato, ma non sono sicuro che si tratti della stessa “base Al-Fudhail

bin Omar” dove sono stati ritrovati quei corpi. Se si trattasse

di luoghi differenti, entrambe basi conquistate a Bengasi, possiamo

presumere che il loro destino sia stato analogo e anche le analisi siano

simili.

Il 20 febbraio gli attacchi alle mura

di Katiba, sferrati in modo continuo dal 17, hanno avuto una svolta

drastica. Si sono create delle larghe brecce e un numero non definito,

probabilmente almeno varie decine, di soldati del governo sono stati

uccisi dentro il complesso, e almeno uno è stato decapitato dalla folla

infuriata. Un

“eroico” attentatore suicida, Mahdi Ziu, gli ha permesso di entrare. Le armerie sono

stati saccheggiate, i carri armati e altri armamenti pesanti sono stati

trafugati per condurre attacchi più incisivi in altre città.

I rimanenti soldati di Katiba, centinaia,

sono stati costretti a entrare in alcuni edifici. Molti di questi sono

stati dati alle fiamme dai ribelli, devastati e macchiati dal fumo,

come mostra il video successivo. Solo il Ministro degli Interni Abdel

Fateh Younis è riuscito ad assicurare il rilascio di quelli rimasti

vivi, in seguito all’accordo per la sua defezione nella notte del

20.

Altri martiri in mostra

Comunque, qui abbiamo il video filmato in alcune caserme di Bengasi il giorno seguente, degli stessi cinque soldati carbonizzati:

L’utente Ibnomar, colui che lo ha

postato, ha spiegato:

Ripresa dei soldati

bruciati che Gheddafi ha ucciso perché

non volevano commettere le brutalità

che gli erano state ordinate.

Verso il paradiso, insieme

alle più grandi stelle E fino al Giorno Promesso (il Giorno della

Resurrezione); [yadda yadda]

In verità, quando si vedono cose del

genere, ritenerle con forte probabilità un’altra atrocità dei ribelli.

Se il racconto precedente non è per voi ancora abbastanza, qui c’è

ancora cibo per la mente.

Le vere vittime: martiri per

cosa?

Un lettore mi ha dato una dritta un

po’ di tempo prima per leggere il report dell’Human Rights

Council sugli abusi, di entrambi i fronti, nel periodo iniziale

della guerra civile [link per il PDF, che ha accompagnato il comunicato stampa].

Tra le loro scoperte c’era l’abuso generalizzato dei neri africani,

uomini e donne, specialmente quelli del Ciad. Uno dei più sconvolgenti

tra quelli che hanno ritenuto abbastanza credibili da essere testimoniati

era questo:

4. Violazioni commesse dai gruppi dell’opposizione

206. La Commissione

ha ascoltato vari racconti degli attacchi sui lavoratori emigrati portati

via dai gruppi armati dell’opposizione. […] Un altro caso riportato

alla Commissione in relazione all’omicidio extra-giudiziale di

cinque ciadiani che erano stati arrestati a causa della

loro nazionalità e portati nelle

caserme militari di Bengasi.

È stato riferito che decine di uomini armati sia in divisa che in borghese

abbiano versato kerosene sui loro corpi e che li abbiamo bruciati

a morte il 21 febbraio.

Ehi, non è lo stesso giorno esatto

della pubblicazione di questo video? È questo il video dei “crimini

di Gheddafi” che invece conferma questo orribile crimine di guerra

dei ribelli? (O si tratta di un crimine “di protesta”? Esiste

un tribunale per una cosa del genere?) Spesso i morti di pelle nera

vengono orgogliosamente mostrati nei video, con i segni lasciati dalle

orribili torture, e vengono definiti mercenari africani, e vengono definiti mercenari

africani (quando non lo erano).

Ma c’è una potenza ben diversa nel definire gli scheletri, di razza

e veste indeterminata, come audaci soldati del governo, come quelli

di al Baida, uccisi per essere rimasti eroicamente “con la gente”.

Può darsi che alle teppe di Katiba

siano state lasciate, dopo l’affare di Younes, meno soldati da massacrare

e con cui poter fare giochi di pubbliche relazioni di quanto avessero

sperato. Così hanno dovuto rastrellare cinque lavoratori ciadiani,

arrestandoli come “mercenari”. Ma una volta bruciati vivi,

erano diventanti dei bravi soldati, presumibilmente arabi, da ammirare

e che erano stati ridotti a quel modo nella base che era in mano al

perfido governo.

Fermare i bagni di sangue?

Grazie a Dio l’Occidente è intervenuto

a fermare questa sorta di regime brutale. E ora i “combattenti

per la libertà” stanno scoprendo altre decine di corpi carbonizzati

nella stessa Tripoli, nelle zone che erano in mano al governo perfido.

E ancora una volta hanno la spiegazione pronta. Di nuovo, è avvenuto

un orrendo bagno di sangue poco prima che sfondassero i combattenti

per la libertà. Hanno salvato un’infinita di altre vite, ma troppo

tardi per salvare almeno

400 vittime del regime fino a questo momento

nei quartieri della resistenza di Tripoli.

E in questo caso, c’è mancato davvero

poco, dato che il video che ritrae i resti li mostra che ancora bruciano.

Cerchiamo di essere scettici, tanto

quanto sarà necessario. Gli aspetti etici in ballo sono notevoli

e i più grandi poteri del mondo ci vogliono dire che hanno appoggiato

i bravi ragazzi che a loro volta sono riusciti a fermare i massacri,

senza iniziarli e facendoli finire.

****************************************

Fonte: Gaddafi

Burning Soldiers Alive: Really?

03.09.2011

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