Davvero c’è da rimanere sbalorditi alcune volte per le assurdità che vediamo accadere, eppure ci sono giorni in cui, più di altre volte, la realtà supera nettamente la fantasia.
Il caso di oggi riguarda una palese discriminazione che una cittadina europea – con doppio passaporto per nascita, tedesco e russo – residente in Lombardia, ha dovuto subire per la sola ragione di essere di origini russe.
Come riporta il sito di notizie genova24.it, sempre attento a ciò che accade nel capoluogo della Ligure, Yana, la protagonista della storia, si è vista la settimana scorsa catapultata all’interno del conflitto economico-finanziario che l’Occidente sta portando avanti contro la Russia, subendo la chiusura del suo conto in banca, con successiva rescissione unilaterale del contratto che la legava all’istituto di credito.
“Lei è russa e siamo costretti a chiudere il suo conto per questioni politiche”, sono state le laconiche spiegazioni del direttore della filiale che poi si è affrettato a stracciarle davanti agli occhi il libretto degli assegni, ritirarle il bancomat e liquidare il conto di qualche migliaia di euro con un assegno
– scrive Nicola Giordanella, autore dell’articolo.
Tale azione rientra nelle possibilità di una banca; basta che come giustificazione venga sottolineata la fine del rapporto di fiducia con il cliente. Una fiducia che ovviamente, viste le decisioni che i Paesi europei stanno mettendo in pratica, è facile da mettere in discussione, nonostante oggi non sia ancora vietato per i cittadini russi avere un conto in una banca europea. Attualmente infatti ad essere vietate sono le transazioni di denaro verso banche russe, mentre ad essere presi di mira sono solo i grandi patrimoni degli oligarchi, ad oggi congelati. E sicuramente questa storia non rientra in nessuno dei due casi.
Eppure, nonostante ciò, il direttore della banca ha ritenuto giusto privare Yana del suo conto bancario, esponendola ad alcune difficoltà nella gestione delle sue finanze nonchè soprattutto discriminandola palesemente, sebbene la donna non abbia nessuna colpa per quello che sta accadendo a più di duemila chilometri ad est di Genova.
Purtroppo, nonostante diversi tentativi, Genova24 non è riuscita a mettersi in contatto diretto con la filiale per chiedere spiegazioni riguardo questo increscioso episodio.
Massimo A. Cascone, 20.03.2022