Delitto sull’Autostrada del Sole. A quindici anni dall’uccisione di Gabriele Sandri, quel colpo di pistola esploso da Luigi Spaccarotella diventa un documentario per raccontare una delle pagine più cupe della recente storia della Repubblica italiana. “Una parte di me è finita quell’11 Novembre, la vita non è più la stessa e adesso col virus ci sentiamo come in gabbia”, ripete Giorgio Sandri, papà di Gabbo, simbolo di una battaglia di verità e giustizia conclusa nel verdetto della Corte Suprema di Cassazione: omicidio volontario e nove anni e quattro mesi di carcere scontati per l’agente, appesa al chiodo la divisa della Polizia di Stato. “Come recitavano i manifesti affissi alcuni anni fa per le strade di Roma, mio figlio è rimasto vittima del sistema, non solo del gesto scellerato di un folle”. L’annus horribilis correva nel 2007, poco prima di Badia Al Pino a morire nel derby Catania-Palermo fu Filippo Raciti, altra brutta storia. Nonostante la fine del giovane tifoso della Lazio richiami più quelle di Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi, come per l’Ispettore Capo etneo pure per Sandri si fermarono a singhiozzo i campionati, tra fango mediatico, polemiche, accuse e assalti alle caserme, sotto la spinta rabbiosa degli ultras, in rivolta in ogni parte d’Italia. Come mai era successo prima. “Da allora molto è cambiato”, dice Giorgio Sandri.
A distanza di quindi anni esatti dall’uccisione del giovane Gabbo, la vicenda diventa un documentario che ComeDonChisciotte trasmette nel giorno dell’anniversario. ‘Gabriele Sandri 15 anni dopo, storia di una battaglia di verità e giustizia’ è il titolo del racconto di Giorgio Sandri intervistato dal giornalista d’inchiesta Maurizio Martucci, su CDC autore della rubrica Il TecnoRibelle e nel 2008 del libro verità ‘11 Novembre 2007. L’uccisione di Gabriele Sandri, una giornata buia della Repubblica’ (Sovera edizioni). Il ricordo di quel giorno maledetto, la figura di Gabriele come figlio, tifoso, amico e Dj, poi il dramma della stazione autostradale con le voci dei primi soccorsi e le ricostruzioni della Procura della Repubblica per la scena del delitto. E infine il travaglio collettivo del popolo degli stadi fino all’apposizione della stele nell’autogrill aretino e la nascita della Fondazione Gabriele Sandri, con le iniziative intraprese nel mondo del calcio e persino negli ospedali col gruppo di donatori di sangue. Il documentario, che racconta anche l’iter processuale nei tre gradi di giudizio, ruota intorno all’intervista condotta da Martucci a papà Sandri, realizzata a Roma il 12 Settembre 2022 con la partecipazione anche dell’attore Sandro Torella (voce narrante) e Claudio Panadisi (amico intimo di Gabriele). Riprese video e montaggio post-produzione sono di Lorenzo Isoni (videomaker), canzoni di Luigi Farinaccio (Le lacrime non hanno colore), Gianna Nannini (Meravigliosa creatura), Statuto (E’ già domenica). I filmati d’epoca sono tratti da La 7, Rai Due, Sky Sport, Canale 8 Lecce.
Articolo di Maurizio Martucci per ComeDonChisciotte.org