DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info
L’Istat pochi mesi fa ci ha detto che in Italia circa 68.000 persone sono morte nel 2016 per errori medici e disastri da strutture carenti. Quasi come i morti di tutta la guerra in Bosnia. Ci sono state manifestazioni a Pesaro con Paragone e il filosofo?
Io ho scritto due articoli sul caotico e francamente pietoso dibattito italiano sui vaccini, ed entrambi finivano con queste esatte parole:
“IL DIBATTITO SUI VACCINI VA RI-A-PER-TO”.
Mi riferivo ovviamente al dibattito sociale di cittadini e legislatori, perché nella comunità scientifica esso non è mai cessato.
In quei due pezzi davo conto di uno studio americano di buona autorevolezza che considerava la questione vaccini dalla visuale del macro sistema, cioè usando i dati raccolti globalmente. E quello studio non era affatto rassicurante, poiché gli autori si domandavano in pratica questo: Perché nei Paesi dove le inoculazioni obbligatorie per bambino sono le più numerose, si registrano numeri di mortalità infantile superiori ai Paesi che vaccinano di meno (a parità di status economico e igienico-sanitario)? E concludevano: Chiediamo una verifica urgente di queste evidenze. Di nuovo:
“IL DIBATTITO SUI VACCINI VA RI-A-PER-TO”.
Ma da noi il dibattito sociale e politico sui vaccini è rimasto impantanato fra curve Ultras di fessi ‘ital-ebani’ del TalebanNo o del TalebanSì. Con uno sconticino alla curva del No, poiché loro non hanno mai proposto un disegno di legge che obblighi i genitori a non vaccinare i propri figli pena la galera, mentre la curva avversaria sì (poi modificato).
Oggi mi è passata sotto il naso un’altra opportunità di ribadire quell’assioma fondamentale per l’umanità che si chiama Libero Dibattito & Libera Ricerca, in questo caso di nuovo sui vaccini. Ha un nome quell’opportunità: Dott. Thomas Jefferson. Carica: Cochrane Collaboration Senior Author, Università di Oxford, Center for Evidence Based Medicine. Un esperto di vaccini, italiano a metà.*
Naturalmente Jefferson è medico, ma il suo lavoro assieme ai colleghi di Oxford è anche quello di, semplifico, riesaminare ciò che hanno scritto altri scienziati su una data materia, ed esprimere un giudizio. No, meglio dire un parere, perché nella scienza è impossibile sostenere che una cosa nera è davvero nera, o che una cosa bianca è davvero bianca. La scienza infatti è solo questo: dibattito continuo e mai certezze su nulla (o quasi), ed è proprio Jefferson a dirmi “Il motore principale della scienza è l’incertezza”. Si tenga a mente cosa hanno fatto i fisici quantistici: hanno preso certezze scientifiche cementate dai tempi di Newton, e le hanno fatte esplodere, dimostrando le loro ragioni e molto di più (come i miei lettori sanno).
Il Dott. Thomas Jefferson è un ricercatore ad altissimo livello, e dopo averlo intervistato l’ho promosso a fonte utile da ascoltare sui vaccini. Sì, l’ho promosso. Io sono una ‘carogna’ di giornalista da più di 35 anni, ho fatto a pezzi fior di grandi personaggi nella vita, incluso una volta Henry Kissinger (e poi quell’Umberto Veronesi et al.), e quando odoro superbia, partigianeria, o pochezza anche in un grande nome, lo cestino. Non Jefferson.
Il voto gliel’ho dato con maggior convinzione alla fine dell’intervista, quando mi ha raccontato che anni fa un altissimo funzionario di un importante governo europeo lo ha chiamato e minacciato personalmente senza mezze misure. Questo pezzo grosso pretendeva da Jefferson l’assoluzione totale, in stile Talebano televisivo, della vaccinazione contro Morbillo, Pertosse e Rosolia (MPR), “Lei ci deve dire che non esiste neppure l’ombra della preoccupazione! Che l’MPR è eccezionale!” ragliava furibondo il potente di turno. Jefferson ha fatto… click, tanti saluti signor politico importante, da me non avrà giudizi alla Mullah Omar. Poi lo stesso Jefferson però con me chiosa: “Guardi che dall’altra parte ci sono poi quelli che pretenderebbero che dicessi che i vaccini fanno stragi di malattie sconvolgenti o demenze o autismo… No, io ho il dovere di essere imparziale”.
Good start, mi sono detto, questo non è un ricercatore della classe dei Baciapile. Thomas Jefferson pubblica ogni anno una dichiarazione di conflitto d’interessi che lo vede ‘pulito’ da ombre di business (sempre che valgano davvero), e parteciperà proprio a Roma a una conferenza internazionale a numero ristrettissimo, 22 esperti, per dibattere quelli che lui stesso definisce “enormi problemi” nell’intreccio fra Big Pharma e ricerca scientifica. Posso anticipare che questo scienziato, se c’è da colpire, colpisce a 360 gradi.
Vi offro il suo punto di vista, ma ora, madri e padri, vi avviso: a differenza del mio precedente intervento, questo è molto, molto più duro da digerire, e per un motivo preciso. Il Dott. Thomas Jefferson, oltre ovviamente a condividere appieno il sopraccitato finale dei miei primi due articoli sui vaccini, è portatore di questa posizione:
Madri, padri, informatevi e poi… PENSATE.
E questi sono cavoli amari, poiché purtroppo la grande maggioranza della popolazione è inoculata fin dai primi anni di vita dal vaccino più micidiale in assoluto: quello che immunizza dal pensare con la propria testa. Pensare è angosciante, scomodo, non fa dormire. E quindi capisco che le righe che seguono saranno per tanti assai ostiche.
Sono quindi al telefono col Dottor. Thomas Jefferson, e la metto così: si deve immaginare che sta parlando alla Signora Luisa, segretaria dell’assicurazione sotto casa, incinta di 9 mesi.
La sua prima battuta da semi-italiano è ahimè questa: “Se vuole delle risposte secche Sì o No sui vaccini, Signora Luisa, si rivolga a Uno Mattina, non ai ricercatori”.
Lo attacco su un classico cavallo di battaglia dei NoVax, gli adiuvanti ai sali d’alluminio nei vaccini. Jefferson (con colleghi) pubblicò nel 2004 un articolo sul prestigioso The Lancet dove, nonostante ammettesse che i lavori scientifici sui sali d’alluminio erano vecchi e molto carenti, egli non vi ravvisava pericoli particolari e neppure chiedeva nuove indagini scientifiche. “No, lei ha sbagliato tutto”, Jefferson mi blocca. “Prima cosa quell’articolo non era una revisione Cochrane. Poi: noi sull’alluminio non abbiamo rassicurato affatto. Abbiamo detto che non abbiamo trovato nessuna prova allo stato di quei fatti. Si trattò di una revisione di test clinici che erano vecchi, condotti con i mezzi degli anni ’60 e ’70, e che comparavano l’uso di vaccini con o senza sali d’alluminio nell’arco delle decadi dagli anni ’20 agli anni ‘90. Non si vedevano differenze, cioè non si erano evidenziati grossi pericoli, ma ripeto, erano studi vecchi. Noi dovevamo essere imparziali”.
Qui emerge subito come orbita il cervello del ricercatore puro, rispetto a quello del cittadino medio. Lui dice “noi sull’alluminio non abbiamo rassicurato affatto”, e la scienza gli impone di aggiungere che “limitatamente a quegli studi però, non si erano evidenziati grossi pericoli”. LIMITATAMENTE A QUEGLI STUDI. Infatti poi il Dott. Jefferson sgancia la mina della dialettica scientifica più dura da digerire per mamme e papà:
“Stia attento a ciò che le dico. Io le sto dicendo che l’assenza di prove contro, non è la prova dell’assenza di pericoli. Questo vale lungo tutto il dibattito sui vaccini, e in tutta la Medicina”.
Ok, prendetevi 15 minuti per macinare quella frase. Parliamo di vaccini.
Lo ripesco al volo, non gli do tregua: “Ok, ma mi permetta: uno scienziato serio, dato che valutavate lavori vecchi e fatti con tecnologie sorpassate, non avrebbe dovuto invece chiedere a gran voce la riapertura degli studi sugli adiuvanti con sali d’alluminio attraverso le tecnologie di oggi?” Lui:
“No, sarebbe stata una perdita di tempo. Le ricordo che stiamo parlando di quei vaccini che usano adiuvanti, stia ben attento, cioè solo una parte di essi. Oggi la storia è molto differente, in particolare dal punto di vista quantitativo e di cos’è oggi l’alluminio nei vaccini. Nulla a che fare con quella roba primitiva di cui parlavamo prima. Negli ultimi anni ’90 sono stati introdotti nuovi adiuvanti potentissimi, qualcuno con, e altri senza alluminio, che hanno trasformato tutta la materia. Il gigante farmaceutico Glaxo non parla più di adiuvanti, ma di Sistema di Adiuvanti, come l’AS04 o AS03, dove quasi non esistono più i vecchi sali d’alluminio. Sono stati sostituiti da Compounds dove l’alluminio è presente in quantità e in forme chimiche del tutto diverse, ma immensamente diverse da ciò che abbiamo visto nel passato. La gente non le sa queste cose, e ancora si dibatte su notizie vecchie”.
La Signora Luisa sente il bebè scalciare nella pancia, caro Dott. Jefferson, forse è meglio che spieghi le basi, eh?
“Ok. A che servono gli adiuvanti nei vaccini? A stimolare l’immunità e la produzione di anticorpi nel bambino. Sono aggiunti ad alcuni vaccini perché si ritiene che i pezzetti di virus o batteri presenti (l’antigene) non siano sufficienti da soli a provocare una risposta immunizzante adeguata”.
Pezzetti di virus? Eh? Chiarire please:
“Allora: comunemente per i bambini si considerano due classi di vaccini. Il gruppo Morbillo, Parotite e Rosolia (MPR), e il gruppo Esavalente che comprende difterite, pertosse, polio, tetano, epatite B e Haemophilus B. Il gruppo MPR non ha adiuvanti, ma solo dei virus vivi ma attenuati che sollecitano la risposta immunitaria nel bimbo. Gli Esavalenti sono invece vaccini cosiddetti inattivati, hanno gli adiuvanti e contengono pezzi di virus e batteri morti”.
Ma qui torna la maledetta incertezza della scienza dove l’assenza di prove contro, non è la prova dell’assenza di pericoli. “Lo ribadisco: nel caso del MPR, si tratta di vaccini testati negli anni ’60, sono studi clinici vecchi, e quindi di difficile lettura, e noi questo lo abbiamo detto in una Cochrane Review, e cioè che gli effetti collaterali del MPR sono stati studiati in maniera insufficiente. Anche la loro efficacia è di difficile comprensione, proprio perché questi studi clinici sono datati e furono scritti male.”.
Jefferson mette quindi un piombo dalla parte dubbiosa sui vaccini della bilancia, poi ecco che ci toglie la soddisfazione della scienza da Uno Mattina dei Sì! o No!, col seguito: “Ma neppure abbiamo verificato effetti collaterali gravi. Sono stati visti effetti collaterali importanti collegati però a un particolare ceppo virale che fu usato in America per produrre vaccini. E una cosa abbiamo visto con certezza: là dove sono calate le immunizzazioni con MPR si sono verificate epidemie serie. Il morbillo in particolare è una malattia respiratoria gravissima, le assicuro che può divenire orribile, anche uccidere. Io ho vaccinato i miei figli con MPR”.
Riassumiamo: ci sono due classi di vaccini. Quella senza adiuvanti (MPR) è però quella meno studiata ed è la più antiquata, neppure si sa con certezza se funzionano bene e cosa fanno(o faranno) di preciso i loro effetti collaterali; però catastrofi non se ne sono viste finora. La seconda classe (Esavalenti) ha gli adiuvanti, e allora, Dott. Jefferson, a cosa servono gli Esavalenti e che problemi portano?
Lui riparte da un punto che non mi aspettavo: “Senta, gli esavalenti sono divenuti 6 vaccini per logiche di Mercato (prima erano 3), e se stiamo sulle logiche di mercato arriviamo fino a domattina… Le grandi aziende farmaceutiche spesso usano ampie quantità di adiuvanti (quelli di nuova generazione), per produrre più quantità di vaccino con meno antigene, e questa potrebbe essere un’operazione di business… ma i loro profitti non sono la mia materia, se ne occupino i magistrati, per cui non vado oltre”.
Bella stoccata alla carica dei 101 Vaccini…
Ritorniamo allora alla spiegazione di questi Esavalenti: si è detto che contengono vaccini contro difterite, pertosse, polio, tetano, epatite B e Haemophilus B. Jefferson chiarisce: “Difterite e tetano sono oggi malattie rare, quasi debellate. La pertosse è meno rara, ma è una brutta malattia, sfinisce l’ammalato. La polio è sulla via d’estinzione, e visti i miglioramenti igienico-sanitari moderni il beneficio del vaccino è dubbio. L’Haemophilus B è un vaccino che sarebbe destinato ai bimbi neonati, e non vedo cosa ci stia a fare per bambini in età da scuola elementare. Neppure l’OMS lo raccomanda. L’epatite B ha un’altra storia…” (fu introdotto in Italia con mazzette allo schifoso duo Di Lorenzo-Poggiolini). Genitori, rileggete i pareri di Jefferson sugli Esavalenti, e a proposito del rapporto rischi-vera utilità, THINK.
E visto che io pubblico nell’Italia dei politicanti sciagurati, manco a farlo apposta Jefferson chiosa “I 6+3 non sono male come vaccini, però coi limiti che ho elencato. Ciò che è male è costringere la gente, invece che convincerla. Io credevo che certi metodi fossero scomparsi nel 1945.”
Il nostro colloquio torna a piombo nel comparto più ‘odioso’, quello dell’eterno dubbio, eterna incertezza della scienza vera, perché il ricercatore di Oxford ci piazza sta bella bombetta: “La gente deve sapere che l’equazione: produzione di anticorpi = protezione dell’umano, può essere vera per alcuni vaccini, oppure no. La stimolazione di anticorpi non è un meccanismo che in automatico promette protezione”. Addirittura! Quindi tutti sti camici bianchi da Uno Mattina che ci dicono “sei vaccinato, vai in pace” di che parlano? E mia madre che fa sempre l’antinfluenzale? Arriva un’altra bordata:
“Vaccini inutili invece ne esistono di certo. Ho già citato la molto dubbia validità di inoculare quello per bambini detto Haemophilus B (uno degli Esavalenti), ma spettacolare è il caso di quello anti influenzale moderno, o di quello per gli anziani chiamato antipneumococcico (si dice che prevenga polmoniti). Questi sono proprio inutili, e ci sono le prove da anni. Noi al Chochrane lo diciamo da 25 anni, ma sa, c’è l’aspetto politico qui che si mette di mezzo”. Allora: il business mondiale dell’antinfluenzale è vertiginoso, vale a seconda dell’anno dai 6 ai 10 miliardi di dollari, ok? Il Dott. Thomas Jefferson ci dice che si sa da decenni che è totale spazzatura. Fantastico. Però una cosa ora l’abbiamo certa: il Dott. Thomas Jefferson non è uno che tira la volata a Big Pharma e ai suoi 6-10 miliardi di dollari in spazzatura all’anno.
La seconda parte CONTINUA QUI