La Florida approva il disegno di legge che limita il potere di Big Tech di mettere a tacere i nemici politici; adesso alla firma di DeSantis
Firmare questa legislazione in legge renderà DeSantis ancora più simpatico ai conservatori.
Calvin Freiburger – LifeSiteNews – 5 maggio 2021
Tallahassee, Florida – Con l’imminente firma del governatore repubblicano Ron DeSantis, la Florida è sul punto di promulgare una legge unica nel suo genere che pone forti limiti alla capacità dei giganti dei social media di discriminare il discorso conservatore online.
La proposta di legge, approvata da entrambe le camere dell’assemblea legislativa dello stato, prevede quanto segue:
- vieta alle piattaforme di social media di cancellare intenzionalmente contenuti, pagine o profili (la piattaforma, n.d.t.) relativi a qualsiasi candidato ad un’elezione in corso (con multe di 250.000 dollari al giorno per cariche a livello statale e 25.000 dollari al giorno per altre cariche), sebbene i candidati possano ancora essere sospesi per quattordici giorni o meno;
- riconosce la pubblicità gratuita fornita da una piattaforma a qualsiasi candidato (che non include i normali post degli utenti di un candidato) come contributi politici in natura;
- impone alle piattaforme di applicare i propri “standard di censura, cancellazione e riduzione occulta di fruibilità (shadow banning, n.d.t.) in modo coerente” sulla base di standard pubblicamente disponibili;
- impone alle piattaforme di informare gli utenti dei cambiamenti delle regole prima di applicarle e vieta che le regole vengano cambiate più di una volta ogni 30 giorni;
- impone alle piattaforme di informare gli utenti se sono stati sottoposti a shadow-banning e autorizza gli utenti a richiedere dati su quante persone hanno visto i loro post;
- impone alle piattaforme di permettere agli utenti di scartare quegli algoritmi che organizzano la visibilità dei contenuti in base a criteri diversi dalla cronologia o dall’ordine sequenziale, e di notificare annualmente agli utenti questa opzione;
- proibisce alle piattaforme di applicare algoritmi di shadow-banning ai candidati politici;
- impone alle piattaforme di dare agli utenti banditi una finestra di 60 giorni in cui possono recuperare i loro contenuti prima della cancellazione;
- proibisce la cancellazione di contenuti ecc. di “un’impresa giornalistica in base al contenuto delle sue pubblicazioni o trasmissioni”.
“Nel corso degli anni, tuttavia, queste piattaforme si sono trasformate da piattaforme neutrali che garantivano agli americani la libertà di espressione in censori a favore di narrazioni preferite”, ha dichiarato DeSantis a febbraio, quando ha proposto per la prima volta il disegno di legge. “Gli A.D. della Silicon Valley esercitano un potere straordinario, al punto di controllare olisticamente il flusso di vaste fasce di informazioni nel nostro paese. In poche ore, un’azienda può essere smantellata, una comunità di amici e colleghi cancellata, e persino un presidente degli Stati Uniti messo a tacere“.
I difensori delle grandi aziende tecnologiche e gli ideologi libertari che si oppongono alla regolamentazione dei social media hanno concentrato il tiro su un emendamento aggiunto alla legge dal senatore statale repubblicano Ray Rodrigues, che esenta “qualsiasi servizio di informazione, sistema, motore di ricerca Internet o fornitore di software di accesso gestito da una società che possiede e gestisce un parco a tema o un complesso di intrattenimento“.
Mentre l’emendamento è un chiaro riferimento al gigante dell’intrattenimento di estrema sinistra Disney, il cui parco e resort sono una manna per l’economia della Florida, è anche vero che Disney non possiede o gestisce nessuna delle piattaforme di social media attualmente coinvolte nella soppressione del discorso conservatore, e molti di coloro che ora attaccano l’emendamento per restringere la portata della legge hanno precedentemente obiettato alla riforma dei social media sulla base del fatto che potrebbe influenzare i siti web oltre Facebook, Twitter e YouTube.
La soppressione e la discriminazione del discorso conservatore da parte di Big Tech è stato un argomento di crescente preoccupazione da quando la vittoria dell’ex presidente Donald Trump nel 2016 è stata attribuita in parte al suo uso di Twitter per diffondere il suo messaggio, e si è accelerata nell’ultimo anno quando Google, Facebook e Twitter si sono nominati arbitri della “disinformazione” relativa alla Covid-19 e ai brogli elettorali.
Dalle elezioni, e in particolare dai disordini del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati Uniti, questi sforzi si sono ulteriormente accelerati. I disordini sono stati usati come pretesto per bandire Trump da Twitter e Facebook; il cosiddetto “Oversight Board” di Facebook ha confermato mercoledì l’esclusione di Trump.
Nel frattempo, la firma di questa legge renderà DeSantis ancora più simpatico ai conservatori, molti dei quali lo considerano un primo candidato per la nomina presidenziale repubblicana del 2024 grazie al suo approccio conservatore nella carica, la sua gestione della Covid-19 senza chiusure intensive e la sua abilità nel respingere gli attacchi dei media ostili.
Più recentemente, il governatore ha appoggiato e/o firmato una leggere che vieta la teoria razziale critica di sinistra nelle scuole pubbliche, proibendo i “passaporti vaccinali” che costringerebbero i cittadini della Florida a sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid contro la loro volontà, tenendo i maschi “confusi sulla propria identità sessuale” fuori dai programmi atletici delle ragazze, rafforzando l’integrità delle elezioni nello “stato del sole” e aumentando le sanzioni per i disordini.
La stessa pagina Facebook di LifeSite è stata definitivamente bandita proprio ieri. Il gigante dei social media ha accusato LifeSite di pubblicare “false informazioni sulla Covid-19 che potrebbero contribuire a danni fisici”.
Scelto e tradotto da Arrigo de Angeli per ComeDonChisciotte