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La Redazione

 

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Fine 2019 in Grecia: l’assedio

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A cura di Franz-CVM
Il 9 Gennaio 2020
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Caos a Samos. Quotidiano "Dimokratía" del 20 dicembre

DI PANAGIOTIS GRIGORIOU

greekcrisis.fr

Tra il generale disinteresse dei media, nel Mediterraneo stanno cambiando gli equilibri. La Turchia conclude un accordo con la Libia, nel quale stabilisce unilateralmente una sua zona di influenza che attraversa il Mediterraneo, comprendendo spazi attualmente in controllo (e sfruttamento) da parte della Grecia, incluse interessanti e promettenti zone di trivellazione al largo di Cipro. Le trivellazioni sarebbero illegali e le navi turche dovrebbero essere respinte a cannonate dalla Marina Greca: sarà così?

Intanto i restanti esponenti della classe media che ancora possono permettersi una vacanza non bastano che a riempire metà degli alberghi delle località dell’interno, anche quelle di montagna. La realtà parla di pesi spopolati e pensioni che non bastano a pagare nemmeno il riscaldamento. E di greci che non votano più.

Nelle isole, dove i migranti ormai in molti casi sono più numerosi della popolazione locale, continuano gli episodi di ribellione e violenza, con blocchi stradali e manifestazioni che costringono i locali a chiudere asili, strade ed esercizi pubblici nelle vicinanze. Il tutto sembra inquadrarsi alla perfezione nella strategia turca di pressione verso le Grecia, al fine di ottenere i propri spazi geopolitici ed economici sul Mediterraneo orientale. E tutto questo avviene tra l’apparente rassegnazione al peggio dei più, che – come diceva Gunther Anders – sembrano più preoccupati di perdere la propria radio che non la libertà.

Sembra un assedio.

Restano solo due cose: il conforto degli affetti nella cornice, per chi può, della campagna con le sue tradizioni e il sostegno reciproco e la volontà di resistere di chi, come il blog Greekcrisis, cerca di farlo con dignità.


Da “E’ stagione” – pubblicato Domenica 8 dicembre 2019

Articolo originale QUI

 

Un inverno mite che promette di essere sufficientemente incerto. (…)

Pellegrini di stagione [diretti ad Egina, per visitare la maestosa chiesa di Ágios Nektários, considerata miracolosa] notano appena nel porto del Pireo (…) il sottomarino attraccato (…), il cui numero di registrazione è recentemente stato nascosto sotto vernice fresca, come tutti i sottomarini della marina greca. Metti caso che…

Perché il contesto geopolitico peggiora sempre più. “La Grecia ha annunciato questo venerdì 6 dicembre l’espulsione dell’ambasciatore libico ad Atene, poiché Tripoli non ha rivelato, come richiesto dal governo greco, il contenuto di un controverso accordo di delimitazione marittima con la Turchia, firmato la settimana scorsa. Firmato a fine novembre, il memorandum tra Turchia e Libia, che comprende i confini marittimi tra i due Paesi, ha dato il via a una tempesta di reazioni infuocate. La Grecia, come l’Egitto e Cipro, considera questo accordo contrario al diritto internazionale, sostenendo in particolare che non esiste un confine tra Libia e Turchia”.

“Questi paesi sono particolarmente preoccupati che Ankara utilizzi l’accordo per effettuare nuove trivellazioni offshore, che considerano illegali. Il punto è che negli ultimi anni sono stati scoperti giacimenti di gas e petrolio al largo dell’isola di Cipro. L’appetito dei molti paesi che si affacciano sul Mediterraneo orientale sta crescendo. Allo stesso tempo, gli arrivi giornalieri di migranti e richiedenti asilo nelle isole greche dalla Turchia contribuiscono a creare un clima di crescente tensione tra Atene e Ankara”, si legge sulla stampa francese della settimana.

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Piccola isola nel Golfo Saronico. Dicembre 2019

Va sottolineato che l’accordo di delimitazione marittima tra Libia e Turchia è completamente illegale e “incidentalmente” fa scomparire la Zona Economica Esclusiva (ZEE) di quasi la metà delle isole greche del Mar Egeo e di Creta. Di conseguenza, la marina greca dovrebbe dare la caccia e persino affondare le navi da esplorazione petrolifera straniere nella zona la cui presenza non è autorizzata. Questo è esattamente ciò che la Turchia si sta preparando a fare, cioè inviare le sue navi da esplorazione petrolifera scortate dalle sue navi da guerra.

È un inverno mite che sembra sufficientemente allarmante. Sappiamo, ad esempio, che la Germania ha espressamente vietato alla Grecia di modernizzare la sua flotta da guerra perché, come sappiamo, la colonia è indebitata, ed è davvero in tutta fretta, solo nelle ultime settimane, che i nuovi siluri sono stati appena ordinati. La stessa Germania che sta co-organizzando con la Turchia l’invasione migratoria della Grecia, un’altra arma umana di distruzione di massa questa volta attraverso il caos e la “disorganizzazione creativa” del Paese, senza dimenticare l’islamizzazione neo-ottomana della Grecia e delle isole greche, progetto annunciato più volte dai politici turchi. È già in corso, ad eccezione di quella greca, dato che la popolazione dei migranti musulmani, il 95% dei quali sono giovani senza famiglia, è attualmente pari a quella dei capoluoghi delle isole, come Lesbo, Samo o Leros, per esempio.

La grande domanda che rimane è fino a che punto la classe politica greca e l’oligarchia economica, diciamo ancora presumibilmente da qualche parte di lingua greca, hanno tradito e tradiranno completamente, o solo al 90%, perché il momento della verità non è lontano. E’ giunto il momento, dopo tutti questi decenni di menzogne.

(…) I greci, quando non sono ipnotizzati dalle pseudo notizie dei media sistemici, ne parlano tra di loro, anche sulle terrazze [dei caffè] del vecchio Peloponneso e delle isole del Golfo Saronico. Tra due bicchieri di ouzo e dopo aver lasciato qualcosa agli inevitabili gatti adespoti del luogo, le discussioni a volte ruotano intorno alla Marina Nazionale, perché non bisogna dimenticare che molti di loro hanno figli o nipoti che vi svolgono il loro servizio militare. “Abbiamo anche fatto scorta di riserve di cibo, chissà”, aggiunge il capitano Yórgos, (…) sulla terrazza del bistrot sul lato del porto.

(…)

Solo Mimi di “Greek Crisis”, all’età di 16 anni, sembra tenere i piedi per terra. E’ stagione!

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Mimi di Greekcrisis. Dicembre 2019

Da “La Grecia, adesso” – pubblicato Lunedì 16 dicembre 2019

Articolo originale QUI

Emozioni di un inverno greco che attualmente è abbastanza mite. Tessaglia occidentale. Alcuni turisti locali e nazionali sono alla ricerca di neve a media altitudine, ma va detto senza successo, come ad esempio sulla piccola pista di Pertoúli, villaggio di Le Pinde situato a 40 km dalla città di Tríkala e a 60 km dalla famosa Meteora, a circa 1200 metri sul livello del mare. (…)

E nella città di Tríkala, il parco a tema conosciuto come il “Mulino delle Fate e degli Spiriti” dovrebbe battere il record di presenze quest’anno, almeno secondo la stampa locale. (…) Per la metà di loro, gli alberghi in quota sono stati abbandonati, così come le taverne. La colpa è del crollo della classe media greca, e i ristoranti che ancora esistono costano più dei prezzi ateniesi. È altrettanto vero, la stagione invernale è molto breve, ma ci accontentiamo.

Nella città di Tríkala c’è folla, soprattutto nei fine settimana. È soprattutto il “Mulino delle Fate e degli Spiriti” che attira i visitatori, dato che questi viaggi a Tríkala sono organizzati da quasi tutta la Grecia, poiché la regione è accessibile da Salonicco come da Atene, per esempio. Senza dimenticare gli abitanti delle Cicladi, storicamente arricchiti, che si dirigono verso la Grecia continentale, quando non fuggono verso l’emisfero sud o verso il versante delle Alpi.

 

Níkos, ex ufficiale della marina mercantile e per più di dieci anni impiegato in un albergo della città, dice che “tutti gli alberghi di Tríkala sono pieni fino al 10 gennaio, poi c’è una calma quasi totale”. I caffè sono pieni, e in misura minore le taverne. Va anche sottolineato che molti Trikaliótes che vivono ad Atene o altrove, e a volte anche quelli della diaspora, soprattutto quelli recenti, tornano di solito in famiglia per Natale e Capodanno. È ancora un fatto frequente.

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Il “Mulino delle feste e degli spiriti”, stampa locale. Dicembre 2019

Dietro questa facciata, i villaggi circostanti non si riprenderanno, a quanto pare, dallo shock. Il nostro, ad esempio, ha perso quasi tutti i suoi giovani, e la sua popolazione è passata da 1.500 a meno di mille abitanti in dieci anni. I più validi si sono recati per la maggior parte in Germania, oppure altrove in Europa, e talvolta anche in Asia per gli specialisti informatici. Per mio cugino Kóstas e sua moglie Miranda, è stata la vacanza invernale [a portarli qui]; hanno raggiunto i loro figli e nipoti in Germania, e la magra pensione di Kóstas e gli strani lavori della moglie erano appena sufficienti a coprire le spese, soprattutto quelle legate al costo del riscaldamento in Tessaglia.

Per loro non ci saranno mulini, fate o spiriti. (…) “Sopravviveremo, sia con il vento che dopo la pioggia, e non mi importa, politici e altri illustri visitatori”, mi dice il cugino Dimitri. Dalla chiusura del laboratorio in cui è stato assunto, durante il secondo anno della crisi del 2011, si è accontentato di molti lavori occasionali nel villaggio, più di un sussidio di 100€ al mese. Il resto “è poi la famiglia” come diciamo qui, va detto che Dimitri è il proprietario della casa di famiglia e questo non è insignificante. E per quanto riguarda i “visitatori illustri”, è ironico perché Tsípras ha appena visitato Tríkala la scorsa settimana, circondata come dovrebbe essere dagli apparati sirizisti, una “nouvelle ciusine” politica già viziata agli occhi della maggior parte delle persone. Infatti, Dimitri non vota più.

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Tsípras e gli apparatchiki siriziani locali. Stampa di Tríkala, dicembre 2019

(…)

Tríkala, il Pindo in lontananza, la Tessaglia delle attività proposte ai visitatori come si ama sempre dire, senza dimenticare gli inevitabili animali dei luoghi, come di qualsiasi luogo greco.

“La Grecia. adesso” è il titolo scelto da Pierre Reverdy per descrivere il suo viaggio, era il 1938, sulla rivista “Le Voyage en Grèce”.

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Il Pindo in lontananza. Tríkala, dicembre 2019

Da “cari guardiani dell’umanità” – pubblicato Domenica 22 dicembre 2019

Articolo originale QUI

 

La torre dell’orologio, che indica la fortezza, è aperta ai visitatori solo da qualche anno, non era aperta ai visitatori negli anni in cui stavo finendo il liceo a Tríkala. All’epoca, questa parte alta della fortezza era ancora chiusa al pubblico, poiché gli esplosivi e le mine della guerra civile e della guerra degli anni ’40 ne impedivano l’accesso, per cui solo gli addetti alla manutenzione che si occupavano della torre e del suo leggendario orologio vi si recavano di tanto in tanto.

La stessa torre ospita anche una mostra fotografica con leggende specifiche, che ripercorre la storia della città di Tríkala dalla liberazione della Tessaglia, che si unì al quasi giovane stato greco nel 1881, fino ai giorni nostri.

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La torre dell’orologio. Tríkala, dicembre 2019

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Istantanea di vita quotidiana vicino al ponte centrale. Tríkala intorno al 1948, fotografia della mostra

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Istantanea di vita quotidiana vicino al ponte centrale. Tríkala, dicembre 2019

Altrove succedono cose differenti, e anche [NdT: perfino] la stampa nazionale riporta i fatti. “Un altro episodio della serie di questa situazione incontrollata che il nostro Paese sta vivendo, generata dalla questione dell’immigrazione, è avvenuto ieri senza l’isola di Samos. In particolare, ieri mattina c’è stata tensione tra migranti e agenti di polizia al Centro di accoglienza e identificazione, altrimenti noto come il campo di Vathi”.

“Secondo i media locali, circa 300 migranti che si erano riuniti hanno distrutto i bagni chimici e poi hanno bloccato il traffico fermando le auto sulla circonvallazione fuori dal centro, gridando slogan con cui chiedevano di essere portati fuori dall’isola”.

“Successivamente, i migranti, soprattutto di origine africana, hanno cominciato a provocare incidenti alla porta principale e all’ingresso inferiore del Centro. Fonti hanno riferito che sono state scagliate pietre contro le forze di polizia che si precipitavano sulla scena, e la polizia ha risposto utilizzando gas lacrimogeni per disperdere la folla. Infatti, a seguito degli incidenti, i dipendenti del Centro sono stati avvertiti di non venire al lavoro per motivi di sicurezza”.

“Inoltre, il comune di Samos Est ha deciso di chiudere i due asili, così come la scuola elementare situata vicino al Centro, a causa dei gas lacrimogeni e delle condizioni pericolose della zona. Si tratta di una decisione senza precedenti, che dimostra che la situazione relativa alla presenza di migranti nel nostro paese ha superato ogni limite sostenibile. Dopo gli incidenti di ieri, il sindaco di Samos Est ha persino rilasciato una dichiarazione in cui sottolinea che, qualunque cosa accada, il futuro dell’isola sarà salvaguardato. La priorità per il nostro comune, ha scritto, è di garantire i diritti alla sicurezza, alla salute, alla proprietà e alla qualità della vita dei nostri residenti e dei visitatori, sempre nel quadro della legge, la stampa greca del 20 dicembre”.

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Caos a Samos. Quotidiano “Dimokratía” del 20 dicembre

(…) “La Grecia ha bisogno di te”, ha scritto da Losanna sulla sua pagina Facebook Geórgios Sgoúrdos, un medico che è stato espulso dal paese dalla “giunta” economica e politica europeista, come la conosciamo dal 2010. “(…) Cari amici filellenici di oggi, preparatevi a sostenere di nuovo il popolo greco. È arrivato il momento”.

“Gli ultimi eventi, il memorandum militare tra Turchia e Libia, le trivellazioni illegali della Turchia nella Zona Economica Esclusiva – ZEE – della Repubblica di Cipro, gli annunci per le ricerche e le trivellazioni turche vicino all’isola di Creta, ecc. Sono atti ostili che ricordano l’invasione di Cipro e l’occupazione del 38% dell’isola da parte dell’esercito turco dal 1974, nonostante le numerose risoluzioni dell’ONU. Presto arriveranno giorni molto difficili e non si può escludere una guerra tra Turchia e Grecia, come ha chiarito il ministro della Difesa greco Panayotopoulos. Prepariamoci al peggio, cari amici della Grecia, la nostra patria avrà presto bisogno del vostro sostegno disinteressato ancora una volta nella sua tormentata storia”.

(…)

“Concretamente, ecco alcuni suggerimenti; potete: 1- organizzare incontri straordinari di associazioni filelleniche per valutare la situazione e proporre mezzi di aiuto, 2- attivare le vostre reti di comunicazione, contattare giornalisti, giornali e media online e sensibilizzarli, 3- contattare e influenzare politici, diplomatici, 4- organizzare eventi di supporto nelle grandi città, conferenze, distribuire volantini, 5- informare i vostri contatti sui social network, condividere contenuti rilevanti, creare gruppi dedicati alla causa.

“Riassumendo: l’obiettivo principale sarebbe quello di informare la nostra società, il più presto possibile, della gravità della situazione e di prepararla ad atti di sostegno il giorno in cui inizia a delinearsi lo scenario peggiore. Mi scuso per non essere stato in grado di esprimermi nella vostra bella lingua come avrei fatto in greco, ma credo che il mio messaggio sia chiaro. Rimango a vostra disposizione per contribuire a diffondere i vostri progetti, qui e altrove. Non esitate ad arricchire questo elenco con i vostri suggerimenti. Tutti i vostri commenti sono benvenuti”.

“Grazie, cari amici della Grecia… cari amici della bellezza, della giustizia, cari guardiani dell’umanità… Cordiali saluti, Dott. Geórgios Sgoúrdos Losanna, CH.”, l’appello di Geórgios su Facebook, dicembre 2019.

(…)

Va aggiunto, non senza amarezza, che il metacapitalismo fazioso, cioè finanziario, ha forse poi definitivamente preso possesso della realtà dominandola e rimodellandola costantemente, portandola anche sull’orlo del caos. Questo caos, che stiamo osservando da Atene e dalla Grecia stessa. E senza troppe reazioni, diciamo di disadattamento, che sarebbero normali a seguito della “ricercata” fine dei regimi democratici del mondo occidentale, anche se la Grecia è certo un caso atipico. Inesorabilmente, stiamo scivolando… lungo il pendio fatale che, per quanto riguarda il regime politico post-costituzionale, sembra ormai avviato dalle élites del tempo presente.

Evidentemente non manca la volontà di porre fine, e se possibile rapidamente, a ciò che resta dei regimi democratici e delle sovranità popolari, qua e là, tale sarebbe il presentimento che oggi prevale ad Atene e anche altrove, anche se apparentemente con una certa indifferenza. Le nostre società, esauste, ipnotizzate e sconfitte, si lasciano così imprigionare, sia dal “fantasma del mondo”, sia prima di tutto dal proprio, sia dallo smantellamento meticolosamente preparato e d’ora in poi dato per acquisito della loro esistenza, incarnando questa definitiva autoalienazione che non è solo economica.

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Dell’obsolescenza. Tríkala; dicembre 2019

Parafrasando Günter Anders, sembrerebbe che il rapporto tra cittadini e democrazia’ stia diventando unilaterale, con la democrazia’ né presente né assente, essendo un fantasma’. L’autore de “L’obsolescenza dell’uomo” osservava già che “innumerevoli uomini si sentirebbero più crudelmente puniti se le loro radio fossero confiscate che se fossero imprigionati, privati della libertà e lasciati con le loro radio: (…) Günter Anders, “L’obsolescenza dell’uomo – sull’anima al tempo della seconda rivoluzione industriale”, (…)

L’abolizione delle sovranità e, in ultima analisi, dei popoli stessi (in quanto collettività potenzialmente creative dal punto di vista politico), nonché di parte della loro immaginazione, con la conseguente predazione delle risorse, comprese quelle “umane”, sembra inevitabile. A meno che non mostriamo una grande inventiva in ogni forma, essenziale più che mai per il futuro e chiaramente in uno stato di urgenza.

(…) Atmosfera natalizia, surreale ed ingannevole. Momenti gravi di un secolo già notevolmente aggravato. Solo i nostri auguri rimarranno più che mai, sinceri e caldi, e prima di tutto quelli rivolti ai fedeli lettori di questo vecchio blog.

Sì, la Grecia, avrà presto bisogno del vostro sostegno, il blog anche nel suo piccolo, perché ne va della sua sopravvivenza, da qui la nostra “Campagna annuale di sostegno” del dicembre 2019 e gennaio 2020.

In breve, si tratta del nostro sostegno reciproco, attraverso i nostri paesi e le nostre reti, ora che la Grecia non è più solo un caso atipico in questa bolla di europeismo totalitario.

Sotto la fortezza bizantina di Tríkala, a Varoússi, nel vecchio quartiere, si possono incontrare, oltre ai gatti, anche abitanti, fantasmi e altre creature. Buon Natale!

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Varoússi, Tríkala, dicembre 2019

Da “Nuda terra” – pubblicato Lunedì 30 dicembre 2019

Articolo originale QUI

Ultimo articolo dell’anno in questo blog. Senza un bilancio, questa volta: meglio non rimestare il pantano. Natale nel villaggio. (…)

Il nostro Natale in paese è stato semplice e quasi frugale, eppure è stato il più grande piacere. Il tacchino, il suo ripieno, l’insalata, il vino e le patate, più il pane, è tutto per il lato tecnico… diciamo solo che… La sera del 24 dicembre, durante una visita notturna del villaggio, ho notato che chi segue l’usanza regionale di cucinare un maiale intero allo spiedo per tutta la notte, beh, è piuttosto raro. I tempi cambiano.

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Il nostro Natale. 25 dicembre 2019

(…)

Ma la riunione è autentica. Il salotto degli adulti nel soggiorno era molto ardente. Nostro zio Petros, sempre così felice di vivere, è tornato al villaggio quando è andato in pensione dieci anni fa. “Forza, brindiamo e festeggiamo la nostra vittoria provvisoria sulla morte, siamo ancora qui. Ho vissuto in Germania per cinquant’anni, ci ho lavorato ai bei tempi dei lavoratori ben pagati, non ho lamentele sulla mia vita o sulla Germania… ma poi mia moglie è morta presto, quindi non è vissuta abbastanza per il ritorno. Lo so, sono tornato nel 2013, anche la Germania non è più la stessa, la nostra vecchia strada di Wuppertal è ora abitata da persone provenienti da paesi musulmani, i tedeschi non ci vivono più, anche altri europei si sono trasferiti in altri quartieri. Ma non posso farci niente se questo mondo non è più lo stesso. Sono tornato, sono in viaggio in Grecia, visito i nostri monasteri, sono ancora del nostro tempo… e il tempo si avvicina”.

(…)

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Il piccolo museo del villaggio. Dicembre 2019

I vecchi tempi, quelli che si supponeva fossero buoni, e poi una lunga discussione a riguardo con mio cugino Theódoros, un insegnante in pensione. E’ l’artefice del piccolo museo locale del paese, mancano i mezzi per classificare meglio e quindi esporre gli oggetti ma l’essenziale è lì, [come] l’amore per il piccolo paese come si dice all’inizio… meno il riscaldamento, e fuori sta nevicando.

La vita di un tempo era certamente quasi autarchica, tutti gli strumenti, carrozze comprese, erano fatti sul posto, si poteva resistere durante le crisi finanziarie… ma si moriva a cinquant’anni. (…) si possono ammirare le foto degli atleti del villaggio di oltre cinquant’anni fa, all’epoca i libri di testo della scuola erano ancora più patriottici, in senso più palpabile e concreto. Gli scagnozzi del pirata finanziario Soros non scrivevano ancora i libri di testo scolastici come fanno oggi… così avanzati (…).

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Atleti del villaggio di più di cinquant’anni fa. Tessaglia Occidentale, dicembre 2019

(…)

La Tessaglia, ancora esiste qualche luogo tranquillo; tra le sue montagne, i monasteri e i fiumi. Bentornati, e quindi i nostri auguri che rimarranno più che mai sinceri e caldi, quelli rivolti anche ai fedeli lettori di questo vecchio blog che, ahimè, ha ancora bisogno del vostro sostegno, perché ne va della sua sopravvivenza che si tratta, da qui la nostra “Campagna annuale di sostegno” di dicembre 2019 e gennaio 2020.

C’era anche e soprattutto una terra che si chiamava ancora Grecia e che era popolata da greci!

 

TRADUZIONE per comedonchisciotte.org A CURA DI FRANZ-CVM

 

 

 

 

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Bancario, sindacalista di base, osservatore critico dei fenomeni socio-economici, con ambizioni di analisi sistemica. Traduttore della crisi greca per missione sociale perchè al tempo della "dittatura della narrazione" l'informazione è tutto. @ferre_franz - https://cosivailmondo.wordpress.com
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