DI ETHAN A. HUFF
Natural News
L’impero del social network
Facebook negli ultimi giorni ha inaugurato sulla sua piattaforma alcuni
nuovi “accessori” che molti considerano essere degli incubi assoluti
per l’invasione della privacy. Ma una caratteristica nascosta,
scoperta da Nik Cubrilovic, scrittore e imprenditore australiano, di
cui pochi sono al corrente è il fatto che Facebook ora controlla l’attività
online degli utenti, anche quando non si ha accesso al servizio.
A ogni nuovo cambiamento apportato
da Facebook, la privacy dell’utente diventa meno… inesistente,
diciamo. Le recenti modifiche al “News Feed”, ad esempio,
mostra sul sito a tutti gli “amici” tutto quello che si dice e che
si fa, e anche al pubblico. Adesso, anche dopo essersi disconnessi,
dei “cookies” permanenti tracciano tutti i movimenti sul
sito che contengano icone o widgets di Facebook. “Anche se si è disconnessi, Facebook
conosce e rintraccia ogni pagina che si visita”, ha scritto di recente Cubrilovic nel
blog. “L’unica soluzione
è cancellare ogni cookie di Facebook dal proprio browser,
oppure usare un browser separato per le interazioni su Facebook”.
Ma quanti utenti lo faranno davvero?
Il sito non ha mai detto ai suoi utenti che per prima cosa li sta tenendo
d’occhio, figuriamoci dare istruzioni su come “esonerarsi” da questa
enorme violazione della privacy.
Facebook, ovviamente, si è fatto
una cattiva fama semplicemente per aver cambiato l’organizzazione del
suo sito, incluse le impostazioni sulla privacy e lasciando che
fossero gli utenti a capire come fare per contenere le informazioni
violate a cose fatte. È passato da un approccio “opt-in”,
dove veniva data agli utenti l’opportunità di fare aggiornamenti, a
un approccio molto più complicato “opt-out”, in cui Facebook
apporta cambiamenti drastici e lascia agli utenti di trovare il modo
di far tornare le cose come erano prima (se una tale opzione è ancora
possibile).
“Mentre all’inizio si poteva scegliere,
ora i parametri di default sembrano rendere pubblica qualsiasi
cosa”, afferma David Vaile, direttore esecutivo del Cyberspace
Law and Policy Centre dell’Università di New South Wales (UNSW),
riguardo “l’audace e mozzafiato tentativo di Facebook di fare propri
i dati di una vita intera.”
“Facebook, ancora una volta, sta
facendo cose che vanno aldilà della capacità di comprensione della
maggior parte degli utenti mentre riduce la loro privacy […]
le impostazioni di default di ogni sito non dovrebbero ‘non rivelare
niente su di me a meno che io non scelga altrimenti’”.
Fonte: Facebook tracks your every move, even after logging out
28.09.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO