DI DAVID GOLDMAN
Seekingalpha.com
C’è un sacco di
grasso da tagliare dai budget dell’Europa Meridionale. La crisi
fiscale dei PIIGS lascerà permanentemente i popoli di questi paesi più poveri e infelici, e i partiti politici che devono impoverire i loro cittadini avranno bisogno di tempo per mettersi al riparo prima di far calare la scure. Il vecchio espediente della svalutazione era semplice, perché imponeva effettivamente una tassa sulla ricchezza dell’intero paese verso l’estero (riducendo il valore reale dei risparmi di tutti) senza il bisogno di trattative continuate. L’assenza dell’opzione della svalutazione all’interno dei meccanismi dell’Euro richiede mosse di teatro più scaltre da parte dei politici incompetenti e avventati che hanno fatto carriera, elargendo i denari presi a prestito ai loro elettori.
Questo è vero al momento, quando l’indice di dipendenza strutturale degli anziani per l’Europa Meridionale si colloca intorno al 25%. Tra il 2020 e il 2045, comunque, l’infertilità dell’Europa Meridionale lo farà innalzare, e questo tasso salirà oltre l’80, un numero impossibile, ingestibile. A quel punto le caratteristiche di questi paesi cambieranno radicalmente; saranno soffocati dagli immigrati dal Nord Africa come dalla fascia sub-sahariana, che non avranno le capacità o le abitudini per riuscire a mantenere lo stesso livello economico. E le loro economie scivoleranno verso una rovina comparabile solo a quella dei classici nell’antichità. Forse i cinesi faranno della Grecia un parco a tema. La Spagna, che potrà contare sugli immigrati all’America Latina, è probabile che se la caverà meglio.
A voler essere precisi, l’Irlanda non dovrebbe essere inclusa nei paesi PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna). Anche se l’Irlanda post-cattolica ha perso la sua famosa fecondità, il suo tasso di fertilità ancora
è superiore al tasso di sostituzione. L’economia irlandese era fin troppo dipendente dalla finanza offshore come fonte di impiego e ha sofferto in modo sproporzionato dal collasso della bolla creditizia
nel 2008. Ma questo piccolo paese ha anche una produzione di alta tecnologia e altre industrie che rendono possibile un ripristino della prosperità. I paesi del sud Europa hanno il destino segnato. Hanno passato il punto demografico di non ritorno. Ci sono semplicemente troppo poche femmine in età riproduttiva per invertire il rapido invecchiamento.
Indice di dipendenza strutturale degli anziani dell’Europa Meridionale
(considerando un costante tasso di fertilità)
Fonte: United Nations World Population Prospects, revisione del 2010
Perché si dovrebbe
comprare un bond a trent’anni da questi paesi? Nel 2041 non
ci saranno abbastanza contribuenti per pagare le cedole. E questo solleva
un’altra questione: qual è l’orizzonte temporale per un equity
investment in questi paesi? Anche se Standard and Poor’s ha calcolato
la durata delle equities tra i venti e i trenta anni, questa
è in qualche modo un stima che nasconde degli interessi di parte, e
non è una misurazione degli orizzonti reali delle aspettative. I mercati
hanno notoriamente la vista miope. Ma a un certo punto i mercati dovranno
riconoscere che le aziende che hanno un bacino di lavoratori così come
i propri clienti in rapido calo non sono in condizioni di guadagnare
profitti. La contrazione demografica comincerà a colpire a metà degli
anni ’20, ed è possibile che i mercati ignorino l’inevitabile destino
demografico fino ad allora.
Ci sono poche ragione
per aspettarsi che un contagio europeo faccia saltare oggi il sistema
finanziario. Ma non ci sono comunque ragioni per investire in questi
paesi, se non su una base opportunistica.
Fonte: http://seekingalpha.com/article/278370-southern-europe-beyond-a-demographic-point-of-no-return
07.07.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE