DI VALENTIN KATASONOV
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Il 20 febbraio 2018 è stato dato inizio al progetto della valuta digitale El Petro, avviato dal Presidente del Venezuela, Nicolas Maduro. Il progetto persegue due obiettivi principali. In primo luogo, garantire il ripristino dell’economia del Paese, sostituendo rapidamente il Bolivar, valuta nazionale, con una nuova moneta digitale. Il 1° febbraio, al mercato dei cambi ufficioso del Paese, il Bolivar nei confronti del Dollaro veniva scambiato a un tasso 76 volte inferiore rispetto al tasso dell’inizio del 2017 (per 1 Dollaro USA nel mercato nero di Caracas si davano 235 mila Bolivar). In secondo luogo, la nuova moneta digitale mira a sostituire il Dollaro, l’Euro e altre valute degli alleati di Washington nei pagamenti per il commercio estero. Si suppone che ciò contribuirà ad aggirare le sanzioni economiche statunitensi contro il Venezuela.
Molti Paesi hanno annunciato il lancio di valute digitali ufficiali negli ultimi tre anni: Giappone, Israele, Estonia, Gran Bretagna, Svezia, Singapore, India. Tuttavia lì, vi è ancora ondeggiamento. Mentre per il Venezuela, il periodo dal primo comunicato al lancio della valuta digitale si è rivelato breve da record – circa un anno. Allo stesso tempo la valuta digitale venezuelana è munita di copertura e rafforzata dalle riserve di petrolio in uno dei più grandi giacimenti del Paese (5,3 miliardi di barili). Il valore di El Petro è legato al barile della varietà di greggio, prodotto in Venezuela, e al momento della prima emissione della nuova valuta, il suo tasso di cambio equivaleva a 60 dollari USA. In totale si è pianificato di emettere 100 milioni di unità di El Petro. Al tasso attuale, le autorità prevedono di ricevere da questo progetto un importo equivalente a 6 miliardi di Dollari.
È da notare che la maggioranza dei membri del Parlamento si è espressa nettamente contro l’avvio del progetto, in opposizione al Presidente. Rafael Guzman, Capo del comitato finanziario dell’Assemblea nazionale, ha dichiarato: «Avvertiamo gli investitori che all’acquisto di El Petro comprano un attivo illegale la cui esistenza contraddice la Costituzione del Venezuela». Il Presidente Maduro e i suoi sostenitori hanno tenuto presente in parte la critica e ora cercano di evitare l’utilizzo dei termini «cripto-valuta» e «valuta digitale», definendo El Petro un nuovo «strumento finanziario», un «attivo» o «token».
Nel periodo dal 20 febbraio al 19 marzo, come hanno dichiarato le autorità, gli investitori saranno in grado di accedere a 82,4 milioni di unità (token) di El Petro. Si presume che per il primo mese si sarà in grado di ravvivare adeguatamente il prezzo di mercato della nuova valuta digitale e sarà scambiata significativamente al di sopra del nominale stabilito di 60 dollari. E si prevede che, per l’importo della seconda tranche (17,6 milioni di unità) sarà possibile ricevere non meno [del nominale – aggiunta del traduttore] del primo mese. Nel giorno di inizio del progetto, il 20 febbraio, Nicolas Maduro ha chiarito per cosa può essere utilizzata la nuova valuta: ha disposto che abbia inizio la formalizzazione di tutti i servizi consolari nelle ambasciate venezuelane di tutto il mondo a El Petro, e ha approvato la proposta avanzata dalla Associazione delle Linee Aeree del Venezuela, per l’acquisto di combustibile per aerei nella nuova valuta digitale.
Come è possibile capire, le autorità suggeriscono che El Petro sarà trattato all’interno del Paese in parallelo con il Bolivar. El Petro può essere utilizzato per il pagamento di beni o servizi, versamento delle tasse, dei dazi e delle imposte sul territorio del Paese e anche per il cambio con cartamoneta disponibile in circolazione. Il tasso dipenderà dal volume delle operazioni eseguite nei punti di cambio che sono stati autorizzati dalle autorità a svolgere tale attività.
Come comunicato dai media, per il primo giorno è stato possibile raccogliere un importo equivalente a 735 milioni di dollari. Poco dopo Maduro ha riferito un’altra cifra: è stato raccolto un importo equivalente a oltre 1 miliardo di dollari. Ha aggiunto che 350 milioni di dollari verranno destinati allo sviluppo dell’industria.
A partire dalla sera del 20 febbraio, il Presidente venezuelano ha realizzato un gran numero di post nel suo «Twitter», nei quali vi è riferimento «al rafforzamento della sovranità economica del Venezuela», «alla rivoluzione tecnologica», «a un nuovo modello economico», «allo sfondamento del blocco [delle sanzioni americane – aggiunta del traduttore]». Ad ogni modo, all’inizio del progetto è necessario massimizzare la reputazione del nuovo strumento finanziario. Inoltre, negli Stati Uniti, i media stanno facendo tutto il possibile per screditare El Petro. E i media venezuelani citano in particolare le parole di Maduro: «Oggi è nata una criptovaluta, in grado di competere con Superman.
Gli osservatori scettici hanno attirato, è vero, l’attenzione sul fatto che non c’erano rapporti ufficiali sui principali acquirenti (investitori). Ci sono ragioni per ritenere che gli acquirenti fossero in prevalenza non residenti, poiché ai cittadini venezuelani è vietato l’acquisto di valuta estera. Secondo le regole di collocamento dagli investitori sono ammessi solo Dollari USA ed Euro, così come le criptovalute Bitcoin ed Ethereum. Sono sorti sospetti che l’acquisto fosse effettuato da speculatori stranieri che intendevano rivendere alla popolazione locale i token nel mercato secondario per i Bolivar. Alcuni esperti prevedono che con il tempo l’intera massa di El Petro emessi, migrerà verso il mercato grigio, dove la nuova moneta digitale avrà la stessa sorte del Bolivar. E non ci sarà alcuna conversione di El Petro in oro nero, poiché i detentori finali del nuovo strumento finanziario non saranno in grado di dimostrare la legalità dell’acquisizione. A proposito, le autorità, con l’avvio del progetto non hanno rivelato il meccanismo di conversione. Molto probabilmente, non esiste. E questo è ben noto agli speculatori navigati che non intendono detenere a lungo uno strumento finanziario con copertura discutibile. Non è più necessario dire che per tali investitori possono insorgere problemi legati alle sanzioni statunitensi. Rammento che a gennaio il Ministero delle finanze degli Stati Uniti ha emesso un avvertimento per i cittadini venezuelani, dichiarando che gli investimenti nella nuova criptovaluta sono illegali, in quanto violano le sanzioni contro il Venezuela.
Il 22 febbraio, il Presidente Maduro ha rivelato alcuni dettagli sull’avvio del progetto. Secondo lui, in tutto sono state registrate circa 292 mila offerte con l’intenzione di acquisire El Petro, di cui il 36% sono state effettuate in Dollari USA, il 15% di Euro, il 18% nella criptovaluta Ethereum e il 31% in Bitcoin. L’interesse per la nuova valuta venezuelana è stato dimostrato da Colombia, Brasile, Giappone, Cina, Palestina, Spagna, Saint Vincent e Grenadine. Come si può evincere, tra gli acquirenti sono assenti gli investitori dagli Stati Uniti, ma ciò è cosa da poco conto: le regole del gioco sono tali che gli acquirenti possono conservare l’anonimato o spacciarsi per qualcun altro.
In apparenza, El Petro è molto simile alle cripto-valute come Bitcoin o Ethereum. Un nuovo strumento finanziario non viene emesso in modo accentrato (dallo Stato), ma viene creato tramite il mining(1). Alla sua creazione, secondo i dati delle autorità, oggi sono coinvolte oltre 800 mila persone. Nicolas Maduro ha permesso di allocare risorse per la creazione di campus studenteschi per la produzione di criptovalute in tutto il Paese. Il Capo dello Stato ha inoltre consentito a tutte le casse di risparmio di partecipare al processo di creazione della valuta digitale e di acquisirla.
Un’altra caratteristica, che mette in relazione El Petro con i Bitcoin e altre singole valute digitali, è che ai partecipanti alle transazioni con uso di El Petro è garantito l’anonimato. Ciò deriva, in particolare, dalle dichiarazioni delle autorità che El Petro sarà scambiato con il resto del mondo, secondo le condizioni del blocco finanziario. Ma dov’è la garanzia che questa valuta digitale, incettata dagli investitori con i Dollari, sarà utile a scopi direttamente opposti, cioè l’inizio di un lavoro per indebolire ulteriormente la sovranità economica del Venezuela? Per qualche motivo sono sicuro che Washington prenderà parte all’acquisizione di El Petro, attraverso i fondi supervisionati dai servizi segreti statunitensi. Se Caracas avesse voluto davvero usare El Petro come arma contro le sanzioni finanziarie di Washington, avrebbe dovuto collocare questo strumento finanziario secondo una sottoscrizione riservata tra investitori fidati. E ancor meglio, se in qualità di investitori non si facessero avanti società private e banche, ma gli Stati. E solo certuni Stati, solo quelli che si trovano sotto [il regime – aggiunta del traduttore] di sanzioni e perseguono una politica amichevole nei confronti del Venezuela. Tra questi, la Russia è al primo posto.
E bisogna ammettere anche che El Petro è uno strumento di debito. Non esiste cifra ufficiale esatta del debito venezuelano, ma è probabile che ad oggi si aggiri sui 130 miliardi di Dollari. L’emissione di El Petro può essere paragonata all’emissione di titoli di debito, il cui valore è oggi equivalente a 6 miliardi di Dollari. Tuttavia, è un nominale. La quantità di richiesta da parte dei possessori di token El Petro può essere significativamente più alta. Ancora una volta, tornerò sull’argomento degli acquirenti anonimi in Dollari di El Petro. E se fossero degli avvoltoi finanziari sotto l’ala della giustizia e dei servizi speciali americani? Ricordiamo come tali avvoltoi hanno acquistato strumenti di debito in Argentina e in altri Paesi, portandoli al default.
Per dirla in parole povere, il progetto di El Petro, lanciato all’inizio di questa settimana in Venezuela, è conveniente riconoscerlo come poco compiuto. Per il Paese e la sua leadership, nel corso della realizzazione del progetto, possono insorgere gravi costi.
Allo stesso tempo, molti seguono da vicino l’esperimento digitale venezuelano. Un certo numero di Paesi si stanno preparando a lanciare le loro valute digitali. Per loro saranno molto utili sia l’esperienza positiva che quella negativa del Venezuela.
Valentin Katasonov
Fonte: www.fondsk.ru
Link: https://www.fondsk.ru/news/2018/02/26/cifrovoj-eksperiment-venesuely.-o-zapuske-el-petro-45676.html
26/02/2018
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88
Note a cura del traduttore
- Il mining è il modo utilizzato dal sistema bitcoin e dalle criptovalute in generale per emettere moneta. La rete bitcoin memorizza le transazioni all’interno di strutture di dati chiamate in gergo “blocchi“. Affinché un blocco possa essere aggiunto alla catena dei blocchi, ovvero all’enorme database pubblico contenente tutte le transazioni in bitcoin, è necessario che un elaboratore lo “chiuda” trovando un particolare codice, che può essere unicamente azzeccato a furia di tentativi. Questa operazione cristallizza il blocco, impedendo qualsiasi modifica futura, e chi trova tale codice è ricompensato con una certa quantità di bitcoin (attualmente 25), più tutte le tasse delle transazioni da lui inserite nel blocco, come incentivo alla “donazione” di tempo macchina alla causa del bitcoin. Questa operazione è chiamata in gergo mining, nome che deriva dal parallelismo bitcoin-oro, nel quale il reciproco è costituito dai minatori che cercano strenuamente le pepite d’oro nella roccia.
Fonte: https://bitcointalk.org/index.php?topic=24228.0