EPIDEMIA MONDIALE: AFFARE ECONOMICO, FALSO ALLARME O GUERRA BIOLOGICA?

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Alla feroce manipolazione mediatica internazionale vanno spuntando sempre più domande ed ipotesi senza risposta, che vanno dalla logica ed il buonsenso fino a teorie cospirative della più grande varietà di ordine e provenienza. E c’è un’altro aspetto più tangibile: il costo e l’impatto economico che avrà questa psicosi che potrebbe derivare in un enorme macro-commercio finanziario col salvataggio dei paesi colpiti, come già si scorge col Messico.

Tutto quello che si distrugge bisogna “ricostruirlo”, questa è la massima che segue sempre il sistema capitalista per strappare rendimento tanto delle crisi economiche, come delle catastrofi e dalle guerre. “Se non c’è guerra bisogna inventarla per fare affari”, questa è la massima storica dei Rothschild, leader emblematici del sionismo finanziario.

Questo principio si estende anche alle catastrofi naturali o alle epidemie dove – dietro il volto umanitario “dell’aiuto” – si muove un’implacabile struttura commerciale che serve a riattivare cicli parziali dell’economia ed il rendimento capitalista. Le catastrofi e le epidemie – vale chiarirlo – non solamente hanno effetti sulla salute, ma pesano anche sull’economia per mezzo delle risorse che si usano per sconfiggerle o dell’impatto che producono su tutto il sistema economico.Una crisi pandemica, una crisi economica o una guerra mettono in moto miliardarie risorse finanziarie per affrontarle. Quelle risorse (denaro, finanziamenti, medicine, alimenti, ricostruzione di infrastrutture, etc.), sono provviste e finanziate con fondi pubblici a garanzia dei governi, ma chi fa l’affare sono le grandi corporation bancarie, alimentari, tecnologiche ed i laboratori che intervengono nelle operazioni.

Sono le stesse corporation e banche internazionali facenti parte del “complesso militare industriale” che speculano con le guerre e con la sucessiva fase di “ricostruzioni”, che ottengono profitti economici con le catastrofi e le epidemie dove – in quanto “fornitori” dello Stato – si trasformano in fornitori delle risorse degli aiuti umanitari. Il capitalismo – è storicamente provato – non ha morale nè un’altra logica che non sia la ricerca del profitto e della concentrazione di ricchezza. In questo scenario qualsiasi teoria (per quanto cospirativa risulti) che riguardi benefici economici con l’epidemia suina, può arrivare ad essere reale.

Qualcosa di certo: né i governi, né le organizzazioni internazionali della sanità possono descrivere né provare con precisione l’origine, i casi possibili, il grado di gravità e portata che può avere l’epidemia dell’influenza suina. Nonostante tutto, la macchina mediatica internazionale ha già creato una “psicosi mondiale” e conseguente isolamento di paesi e intere società, come è il caso del Messico, seminando il terrore con la possibilità di infezioni per “contatto umano.” La mancanza di informazioni probanti alimenta a sua volta un universo di domande e di teorie cospirative che oggi attraversano – tanto velocemente come un virus – i quattro punti cardinali del pianeta.

Allarmi e dubbi.

Da una parte, organismi ufficiali notano che l’influenza suina si “aggrava” e che ha già attraverstato le frontiere di quattro continenti. Martedì, coi primi casi confermati in Medio Oriente, Asia e Pacifico, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dice di “prepararsi per una pandemia”, cioè un’epidemia a livello globale. “I governi dovrebbero prendere le misure opportune per far fronte ad una possibile pandemia”, ha segnalato il direttore generale aggiunto della Sicurezza Sanitaria dell’OMS, Keiji Fukuda, che ha ricordato che la cosiddetta “influenza spagnola” del 1918 uccise milioni di persone. “L’influenza si muove in una maniera che non possiamo prevedere”, ha avvertito.

I dati di questo mercoledì indicano che il Messico registra 152 morti e quasi 2.000 infettati, seguono gli Stati Uniti (con 68 casi), Canada (13), Nuova Zelanda (3), Gran Bretagna (2), Spagna (2), Israele (2), e Costa Rica (2). In altri 20 paesi, tra questi l’Argentina, si stanno analizzando “casi sospetti”.

D’altra parte, mentre la stampa internazionale semina il terrore con titoli come: “Avanza la pandemia mondiale”, o “Il virus della febbre suina è incontrollabile”, governi ed organizzazioni ufficiali ridimensionano informazioni che minimizzano o riducono i numeri, dovendosi accertare che tutte le morti e gli infettati siano legati all’influenza suina. Curiosamente, il Messico ha confermato che dei 152 morti solo sette decessi sono per influenza suina, secondo le prove di laboratorio.

Un altro aspetto che richiama l’attenzione è che fino ad ora non ci siano vittime mortali in altre parti del mondo dove la malattia si è manifestata solo con “sintomi moderati.”

D’altra parte, mentre si espande a livello planetario la “psicosi suina” attraverso i mass media, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO), informa che sta mobilitando squadre di esperti per aiutare ad accertarsi se il nuovo ceppo del virus H1N1 dell’influenza che ha ucciso numerose persone in Messico, abbia una connessione diretta coi i maiali. Cioè, secondo l’ONU, non c’è ancora la certezza che l’influenza sia “suina.”

Il Capo del servizio veterinario della FAO, Joseph Domenech, ha detto “che non c’è evidenza di una minaccia per la catena alimentare, allo stato attuale si tratta di un’emergenza a livello umano e non degli animali, ma dobbiamo essere vigili e preparati.” Nonostante, e soprattutto a causa della “pressione mediatica”, varie compagnie di turismo britanniche, agenzie di viaggio francesi ed una linea aerea canadese hanno sospeso i viaggi verso il Messico. Cuba ha cancellato tutti i voli con destinazione Messico per le prossime 48 ore e l’Argentina ha preso la stessa decisione fino a lunedì.

Benchè l’OMS consideri prematuro limitare i viaggi nelle località colpite dal virus, Australia, Svizzera, Canada, Gran Bretagna, Francia, Italia, Olanda, Lussemburgo e Germania, sconsigliano di viaggiare verso il Messico. Il portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Gregory Hartl, ha riconosciuto martedì che ancora l’OMS non sa perché l’influenza suina si stia mostrando più grave in Messico che in altri paesi, allo stesso tempo ha precisato che l’agenzia dell’ONU non è a favore del fatto che si mettano restrizioni di viaggio o si chiudano frontiere.

“Non riusciamo a capire perché la malattia sia stata più grave in Messico”, ha ammesso Hartl in una conferenza stampa. Il sindaco di Città del Messico, Marcelo Ebrard, si è unito alla psicosi segnalando che bisogna pensare agli abitanti di Città del Messico, che sono circa 19 milioni di persone, le quali devono “convivere per un lungo periodo di tempo con questo virus”, il quale si trova “nel momento critico per evitare un contagio esponenziale.”

La Confederazione degli Industriali del Messico (Concamin) ha espresso in un comunicato la sua “preoccupazione per la decisione unilaterale del Governo del Distretto Federale di ordinare la chiusura di ristoranti, con conseguente applicazione di sanzioni.”

Secondo essa la misura non è stata raccomandata né vi è motivo di stare all’erta da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e queste affermazioni spingeranno e i consumatori a ricorrere ai commerci informali di vendita di alimenti, aumentando il rischio di acquisire malattie.” Ma in sintesi, quello che più chiama l’attenzione è che ciò che ha ucciso massicciamente persone in Messico non è stata “l’influenza suina”, (una minoranza dei casi), bensì un influenza con complicazione virali. Non è stato accertato che la pandemia sia “suina”, né si è sicuri dell’origine reale del virus.

Davanti al cumulo di contraddizioni che sorgono dall’informazione ufficiale: perché il terrore mediatico dell’epidemia?

Epidemia di affari?

Secondo un’articolo firmato dall’investigatrice Silvia Ribeiro pubblicato sulla “Giornata del Messico”, sono le imprese internazionali quelle che più ottengono: le imprese biotecnologiche e farmaceutiche che monopolizzano i vaccini e gli antivirali. Il governo ha annunciato che aveva un milione di dose di antidoti per attaccare il nuovo ceppo di influenza suina, ma non ha mai informato sul costo.

Gli unici antivirali che hanno azione contro il nuovo virus, e brevettati nella maggior parte del mondo, sono di proprietà di due grandi imprese farmaceutiche: Zanamivir, con nome commerciale “Relenza” commercializzato da GlaxoSmithKline, ed Oseltamivir il cui nome commerciale è “Tamiflu”, brevettato da Gilead Sciences, dato in esclusiva a Roche. Glaxo e Roche sono la seconda e la quarta impresa farmaceutica su scala mondiale e, come col resto dei loro farmaci, le epidemie sono le loro migliori opportunità di commercio.
Con l’influenza aviaria, tutte ottennero migliaia di milioni di dollari in guadagni. Con l’annuncio della nuova epidemia in Messico, le azioni di Gilead sono cresciute del 3%, quelle di Roche del 4% e quelle di Glaxo del 6%, e questo è solo il principio.

Un’altra impresa che insegue questo succoso affare è Baxter che ha richiesto campioni del nuovo virus ed annunciato che potrebbe avere il vaccino in 13 settimane. Baxter, altra farmaceutica globale, al 22esimo posto, ebbe un incidente nella sua fabbrica a febbraio di quest’anno. Inviò un prodotto contro l’influenza a Germania, Slovenia e Repubblica Ceca, inquinato con virus di influenza aviaria. Secondo l’impresa furono errori umani e di processo, dei quali non può dare dettagli, perché dovrebbe rivelare processi brevettati.
Non dobbiamo solo affrontare l’epidemia dell’influenza: anche quella del profitti.

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Guerra biologica?

La rivista Pacifica – elaborata da un collettivo giornalistico con sede in California, ha intervistato diversi esperti degli Stati Uniti e del Messico, i quali allertano sulla possibile preparazione di armi chimiche nei laboratori del Pentagono e dei milionari benefici per le imprese farmaceutiche.

È questo il caso dei laboratori Gilead Sciences Inc., diretti da Donald Rumsfeld, che hanno i diritti del farmaco “Tamiflu” che viene venduto come rimedio per l’influenza suina e che fece già profitti miliardari con l’influenza aviaria. Il giornalista Fernando Velázquez menziona un articolo dell’investigatrice Lori Price del sito web Globalresearch.ca, intitolato “La Febbre Suina distoglie l’attenzione dai documenti sulla tortura”, nel quale segnala che l’influenza suina, fabbricata probabilmente nei laboratori militari degli Stati Uniti, ha surclassato la notizia delle rivelazioni sulla tortura ordinate Servizi Segreti Americani (CIA) applicate a prigionieri di Guantánamo, Abu Ghraib ed in altre prigioni segrete.

Lori Price sottolinea che l’attuale isteria provocata dal virus suino potrebbe dare grandi guadagni a Donald Rumsfeld. L’ex Segretario della Difesa del governo Bush è direttore da 20 anni del laboratorio Gilead Sciences, Inc., la società con sede in California che fabbrica ed ha i diritti sul “Tamiflu”, presunto rimedio per la malattia che sta terrorizzando il mondo.

Fernando Velázquez ha anche intervistato il giornalista Ralph Schoenman, produttore del programma radio “Taking Aim”, che trasmette sulla stazione WBAI di New York. Schoenman afferma che i laboratori militari degli gli Stati Uniti stanno perfezionando armi biologiche con virus suini, l’aviaria, l’asiatica ed altre malattie per le quali non c’è risposta immunologica.

Fernando Velázquez aggiunge anche che documenti declassificati nel 1956 e nel 1958, rivelano che l’esercito statunitense creò grandi quantità di zanzare in Florida e Georgia per verificare se gli insetti avessero potuto essere usati come armi disseminatrici di malattie, e che nel 1969 più di 500 studenti di 36 paesi si laurearono in corsi di guerra epidemiologica nella scuola di chimica dell’esercito di Fort McClellan in Alabama.

Titolo originale: “Pandemia mundial: ¿Negocio capitalista, falsa alarma o “guerra biológica”?”

Fonte: http://www.insurgente.org/
Link
01.05.2009

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LILIANA BENASSI

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