L’helicrysum italicum, dagli inconfondibili fiorellini giallo-oro che emanano un odore intenso e aromatico, cresce con facilità nei paesi mediterranei in luoghi incolti, assolati e aridi, specialmente nelle zone costiere ed è una pianta medicinale nota fin dall’antichità. Utilizzata sia dai Greci che dai Romani, ma anche in epoca medievale, è stata sempre tenuta in considerazione dagli erboristi, meno però in campo medico.
In Toscana l’elicriso si può trovare con facilità anche in Garfagnana e proprio a un medico della zona, il dottor Leonardo Santini, si deve la riscoperta dell’applicazione di questa pianta negli anni a cavallo della Seconda guerra mondiale. Infatti aveva notato che i contadini riuscivano molto bene a curare le affezioni bronchiali del bestiame con l’elicriso e così lo sperimentò sui suoi pazienti ottenendo conferma alle sue aspettative. Non solo: notò che aveva anche un’azione benefica sugli eczemi, la psoriasi, le ustioni e i geloni e cominciò a rendere noti i risultati delle sue osservazioni nel 1949.
Dopo di lui altri medici hanno avuto conferme sperimentali e oggi, alle tante prove pratiche, si sono andate aggiungendo anche quelle scientifiche che riconoscono all’elicriso svariate proprietà.
Ad esempio l’ultimo studio, che è stato pubblicato a inizio estate su PubMed, ha messo in evidenza, nello specifico, l’attività antiossidante e antibatterica proprio della specie di elicriso che cresce nel clima temperato dell’Europa mediterranea. Sia l’estratto metanolico sia l’olio essenziale ottenuti da foglie e fusto hanno mostrato un potenziale antiossidante più elevato rispetto a quelli provenienti dalle infiorescenze, mentre l’olio essenziale estratto dalle infiorescenze ha evidenziato un potere batteriostatico maggiore rispetto all’olio essenziale della pianta. Inoltre è stato dimostrato che le infiorescenze sono caratterizzate da un elevato contenuto di oli essenziali e tannini, mentre nel resto della pianta sono più abbondanti flavonoidi e acidi fenolici. “Le suddette differenze rilevate” – scrivono gli studiosi – “dovrebbero essere prese in considerazione quando si tratta della loro applicazione industriale”.
A questo punto è bene specificare che esistono due specie di elicriso: l’elicriso italicum sopracitato che cresce nei territori che affacciano nel Mediterraneo e poi l’elicriso arenarium che invece cresce in Asia e in parte dell’Europa centrale. Finora solo questa seconda specie è stata ufficialmente approvata dall’EMA, Agenzia Europea per i Medicinali, come medicinale a base di erbe. TUTTAVIA, per la sua specifica composizione chimica, l’helicrysum italicum sta attirando sempre di più l’attenzione dell’industria cosmetica e farmacologica e vari studi, compreso quello recente sopracitato, ne stanno confermando le proprietà a partire dal potenziale antiossidante, antibatterico (in particolare contro i batteri gram positivi come lo stafilococcus aureus), antivirale, antimicotico e anti proliferativo.
Non è comunque da dimenticare l’uso medicinale popolare tradizionale che include la sua applicazione nel trattamento di raffreddori, tosse, pertosse, tracheo-bronchiti virali. In molte erboristerie si possono trovare estratti integrali a base sia di erba che di fiori preparati come una volta che contengono, quindi, l’intero fitocomplesso della pianta (maggiore biodisponibilità e maggiore efficacia).
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VB