Elettori 5 Stelle, reddito di cittadinanza e l’assalto per le richieste dei moduli. Un caso esemplare di disinformazione

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DI ANGELO ROMANO

valigiablu.it

“Hanno vinto i cinque stelle, adesso dateci i moduli per fare domanda per ottenere il reddito di cittadinanza”.

Ha fatto “notizia”, diventando virale, un articolo pubblicato ieri da La Gazzetta del Mezzogiorno sul presunto “assalto” da parte di “raffiche” di cittadini della città di Giovinazzo (un Comune di poco più di 20mila abitanti dell’area metropolitana di Bari, in Puglia), che si sarebbero presentati a frotte per chiedere i moduli per l’immediato pagamento del reddito di cittadinanza in seguito alla vittoria alle elezioni dello scorso 4 marzo del Movimento 5 Stelle. L’articolo, a firma del giornalista locale Mino Ciocia, racconta che sin da lunedì scorso, a poche ore dalla chiusura delle urne, alcuni Centri di Assistenza Fiscale (Caf) di Giovinazzo “sono stati presi d’assalto” da alcuni cittadini che hanno chiesto dei moduli per richiedere di ottenere il reddito di cittadinanza. “Sulle prime è sembrata una boutade, ma quando le richieste hanno cominciato a moltiplicarsi e a farsi insistenti, tutto è diventato amara realtà”, si legge nell’articolo, che non specifica, però, il numero delle persone che si sono presentate agli sportelli dei Caf locali. Ciocia prosegue spiegando che a fare richiesta sono stati “giovani, disoccupati e con un non elevato livello culturale”, che avrebbero appreso dell’esistenza di questo provvedimento tramite la televisione, a testimonianza, secondo il giornalista, che è stata proprio quella parte del programma dei 5stelle a fare presa sull’elettorato. “L’onere di dover spiegare” che non esistono moduli per le loro richieste è ricaduta tutta sugli operatori dei Caf. Vengono sentiti Nicola Massari, “«storico» gestore di uno dei centri interpellati”, che racconta come chi non era convinto delle risposte avute si sia rivolto poi agli uffici del Comune, e Valeria Andriano, “referente locale della Uil”, che spiega come sia difficile «far capire a queste persone che si tratta di promesse elettorali. Che non esistono moduli e che persino sul reddito di cittadinanza non c’è nessuna legge approvata» e che «per ottenere l’assegno dovrà dare garanzie di impegnarsi in un percorso di riqualificazione professionale oppure dare la propria disponibilità per progetti anche comunali di piccoli lavori o manutenzioni».

L’articolo inizia a essere rilanciato sui social network e, nel breve volgere di una mattinata, una notizia di cronaca locale diventa di carattere politico nazionale.

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