DI PAUL CRAIG ROBERTS
Online Journal
Gli statunitensi si sono allarmati lo scorso giugno quando il prezzo del petrolio è salito verso i $ 150 al barile. Oggi, mentre il prezzo cade verso i $ 100, gli statunitensi si sentono sollevati. Si sono dimenticati che prima delle guerre del regime Bush, il prezzo del petrolio era di $ 30 al barile.
Una cosa simile è successa per il dollaro. La disperazione regnava mentre il dollaro cadeva verso 1,6 in cambio di un euro. Ora che il dollaro sale a 1,4 il sollievo inonda i mercati. Non si pensa e non si vede il fatto che il dollaro non ritornerà mai in parità con l’euro.
Nelle cadute, come nelle salite, la speculazione può anticipare i fondamenti economici. Proprio come gli speculatori nel mercato dei futures petroliferi possono portarne il prezzo troppo in alto, gli speculatori della valuta possono portarne il valore troppo in basso.
I problemi del dollaro sono gli enormi deficit nel budget e nel commercio Usa e il fatto che sembra non ci sia modo di eliminarli. L’offshoring [esternalizzazione] dei lavori Usa della manifattura e dei servizi ha allargato il deficit commerciale riducendo il bacino domestico per la tassa sul reddito. Oltre che nelle importazioni energetiche gli Usa hanno grandi deficit commerciali nella manifattura.
Quando si misura in modo appropriato l’inflazione, si vede che l’economia Usa ha visto poca o nessuna crescita economica reale nel ventunesimo secolo. Eppure, secondo l’economista Joseph Stiglitz, il costo totale delle guerre del regime Bush in favore dell’egemonia statunitense e israeliana è di tremila miliardi di dollari. Senza un’economia in rapida espansione non ci sono sufficienti entrate dalle tasse per coprire questi costi.
Gli Usa dipendono dagli stranieri per finanziare il deficit annuale del budget governativo di $ 600 miliardi e il deficit annuale del commercio di $ 800 miliardi. Il governo Usa dipende da stranieri che reciclino il loro surplus commerciale di $ 800 miliardi per comprare buoni del Tesoro Usa e debiti ipotecari.
Gli stranieri stavano diventando riluttanti a continuare allo stesso tasso in questo riciclaggio. Questa riluttanza ha contribuito alla discesa del dollaro e al peggioramento della situazione di Fannie Mae e Freddie Mac, che hanno bisogno di emettere i loro buoni in modo da appoggiare i debiti di cui sono proprietarie.
Il Tesoro USA ha intrapreso dei passi per impedire, o sarebbe meglio dire spingere ad un momento futuro, una crisi. Le banche centrali straniere hanno acconsentito a comprare dollari in modo che i bassi tassi di interesse Usa potessero rimanere sino alle elezioni di novembre. Tassi di interesse alti renderebbero ora ingestibile la crisi dei mutui.
Per far continuare il riciclaggio [del denaro straniero nei buoni Usa], il Tesoro ha preso sotto la sua ala i giganti dei mutui in modo da rassicurare gli investitori stranieri. Secondo un articolo Reuters dell’otto settembre da Pechino, “la Cina, a metà 2007, era proprietaria di $ 376 miliardi di debito emesso da agenzie governative Usa, principalmente Fannie e Freddie”.
[Dall’alto: Debito Federale Accumulato (trimestrale in miliardi di dollari), Deficit Commerciale in Beni e Servizi (mensile in milioni di dollari), Debito Usa di Proprietà Straniera (trimestrale in miliardi di dollari). Fonte: UsaGold]
Se la nuova relazione del Tesoro con Fannie e Freddie implica una garanzia sui mutui sbagliati così come sui buoni emessi dalle due compagnie, è possibile che il Tesoro abbia messo a rischio la sua stessa capacità di prendere in prestito.
Il Tesoro ha già il bisogno di prendere in prestito $ 600 miliardi l’anno per finanziare le operazioni del governo USA. Quanto altro denaro il Tesoro dovrà prendere in prestito, o cofirmare, per tenere a galla le due aziende e impedire l’inadempienza dei mutui?
Il totale potrebbe essere maggiore della credibilità del Tesoro Usa.
Rimane da vedere se il Tesoro ha messo questi altri debiti problematici nella stessa situazione in cui sono i suoi debiti, o ha messo nei guai proprio i buoni del Tesoro.
Se è quest’ultima ipotesi quella vera, i giorni dell’America come superpotenza sono finiti, e al mondo verranno risparmiate le guerre egemoniche dei neocon.
Paul Craig Roberts [email] è stato Assistente Segretario del ministro del Tesoro americano, durante l’Amministrazione Reagan. E’ un ex Editore Associato del Wall Street Journal, è stato per 16 anni columnist di Business Week e di Scripps Howard News Service e di Creator’s Sindacate di Los Angeles. Ha avuto numerose cattedre universitarie, inclusa quella “William E. Simon” della facoltà di Politica Economica del Center for Strategic and International Studies della Georgetown University e Senior Research Fellow dell’Hoover Institution e della Stanford University. E’ stato insignito della Legion d’Onore dal Presidente della Francia e gli è stata assegnata la medaglia d’argento del Ministero del Tesoro Usa, per il suo “importante contributo alla formulazione della politica economica americana”.
Titolo originale: “U.S. economy — temporary respite, permanent decline”
Fonte: http://onlinejournal.com
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11.09.2008
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO