DI RADY ANANDA
Club Orlov
Con il discorso tenuto la scorsa settimana a sostegno della “azadi” – o libertà – per il popolo del Kashmir, Arundhati Roy ha scatenato l’ira degli estremisti dell’ala destra, che hanno dato il via a una petizione per arrestarla con l’accusa di sedizione. Persino i moderati sono scioccati dal suo sostegno alla secessione. Faccio parte di una mailing lista indiana, ed i commenti contro di lei sono stati violenti: la maggior parte delle persone chiedeva la galera per questa attivista e prolifica scrittrice amante della libertà e della Terra.
Si è discusso apertamente di sedizione in molti stati degli USA. Il nuovo libro di Bill Kaufman “Bye Bye, Miss American Empire” (ndt. Addio, Miss Impero Americano), affronta direttamente l’argomento (Chelsea Green, 2010):
“Ridi pure se vuoi, ma entro il 2012, un decennio di ‘Guerra al terrore’ che i nostri governanti ci hanno assicurato durerà per tutta la vita, gli americani saranno contenti del loro status quo di perpetua guerra ed eterno impero? … Se pensate che nel 2008 il 77% [degli abitanti del Vermont] ha risposto sì alla domanda ‘Il governo USA ha perso la propria autorità morale?’, c’é un certo potenziale di sedizione qui.”La franca lucidità di Ron Paul ci ricorda che “Se ci si trova in una società libera, allora la si può abrogare volontariamente.”
Kaufman sostiene che l’Alaska, le Hawaii e il Portorico hanno le motivazioni più forti per chiedere la secessione. Descrivendo nel dettaglio la storia del pensiero statunitense sull’argomento – a partire dal fatto che gli Stati Uniti sono nati da una secessione – fornisce anche delle opinioni attuali. In un altro sondaggio, condotto nel 2008 da Middlebury Institute/Zogby Poll, i ricercatori “hanno scoperto che il 22% degli americani intervistati erano d’accordo sul fatto che ‘ogni stato o regione ha il diritto di secedere pacificamente e diventare una repubblica indipendente.’
“Il Sud (26%) e l’Est (24%) hanno le percentuali più alte, e fra le categorie demografiche gli ispanici (43%), gli afro-americani (40%) e la fascia d’età 18-24 anni (40%) hanno espresso maggior sostegno alla proposta. I liberali (32%) si sono espressi maggiormente d’accordo rispetto a chi si definiva conservatore (17%). La speranza è l’ultima a morire.”
Qui negli Stati Uniti e in tutto il mondo, la gente comune si oppone al dominio, imposto con la guerra, delle società che distruggono la Terra. Sosteniamo le loro motivazioni. Ma, come sottolinea Kaufman, “I liberali al governo e i conservatori dell’impero … sono le guardie della prigione che impediscono alla massa di innaffiare l’albero della libertà con il sangue dei tiranni.”
Di seguito la risposta alla violenta reazione dei media, che la Roy ha scritto ieri, insieme ad un video del discorso che ha innescato la controversia:
ABBIATE PIETA’ PER LA NAZIONE
di Arundhati Roy
Scrivo da Srinagar, Kashmir. I giornali di stamattina dicono che potrei essere arrestata con l’accusa di sedizione per ciò che ho detto in recenti incontri in Kashmir. Io ho detto ciò che milioni di persone qui dicono ogni giorno. Ho detto ciò che io, così come altri cronisti, dico e scrivo da anni. Chiunque si premuri di leggere le trascrizioni dei miei discorsi, vedrà bene che ciò che ho chiesto fondamentalmente è che sia fatta giustizia. Ho parlato di giustizia per la popolazione del Kashmir, che vive sotto una delle peggiori occupazioni militari nel mondo; per i Pandit del Kashmir, che vivono la tragedia di essere stati esiliati dalla loro patria; per i soldati Dalit uccisi in Kashmir, di cui ho visitato le tombe sui cumuli di immondizia nei loro villaggi di Cuddalore; per i poveri indiani che pagano materialmente il prezzo dell’occupazione e che stanno imparando a vivere nel terrore di quello che sta diventando uno stato di polizia.
Ieri mi sono recata a Shopian, la città delle mele nel Kashmir del Sud, che è rimasta chiusa 47 giorni lo scorso anno in segno di protesta contro il brutale stupro e omicidio di Asiya e Nilofer, le giovani donne i cui corpi sono stati ritrovati in un ruscello poco profondo vicino alle loro case e i cui omicidi non hanno ancora avuto giustizia. Ho incontrato Shakeel, iol marito di Nilofer e fratello di Asiya. Ci siamo seduti in un gruppo di persone impazzite per il dolore e la paura, che hanno perso la speranza di poter mai avere ‘insaf’ – giustizia – in India, e che ora credono che l’azadi – libertà – sia la loro unica speranza. Ho incontrato dei giovani che hanno lanciato pietre, ai quali hanno sparato negli occhi. Ho viaggiato con un ragazzo che mi ha raccontato di tre suoi amici, ragazzini del distretto di Anantnag, che sono stati arrestati e cui sono state strappate le unghie come punizione per aver lanciato pietre.
Nei giornali mi hanno accusato di fare “discorsi di odio”, di volere che l’India si disgreghi. Al contrario, ciò che dico deriva dall’amore e l’orgoglio. Deriva dalla volontà di non vedere più gente uccisa, stuprata, imprigionata o cui vengono strappate le unghie affinché affermino di essere indiani. Deriva dalla volontà di vivere in una società il cui obiettivo è quello di essere giusta. Abbiate pietà per questa nazione che deve zittire i suoi scrittori che esprimono le proprie opinioni. Abbiate pietà per questa nazione che ha bisogno di incarcerare chi chiede giustizia, mentre chi compie omicidi etinici e di massa, chi truffa le aziende, i ladri, gli stupratori, e chi si accanisce contro i più poveri tra i poveri è libero.
Titolo originale: “Is talk of secession sedition? Arundhati Roy responds to charges
“
Fonte: http://www.globalresearch.ca
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26.10.2010
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIADA GHIRINGHELLI