DI DAVEY D E DENNIS BERNSTEIN
Counter Punch
Alle prime ore di martedì 25 ottobre, la polizia di Oakland, in collaborazione con altri sedici dipartimenti del Nord e Centro California, armata pesantemente, con elmetti, tenute antisommossa, fucili a “pallettoni non letali“, gas
lacrimogeni e granate a concussione, ha assaltato l’accampamento di
Occupy Oakland. Il primo attacco a Frank Owen Plaza è avvenuto alle
4:45 circa, nel centro di Oakland, dove erano accampati circa 200 fra
uomini, donne e bambini. Elicotteri volteggiavano e puntavano i loro
fari dall’alto e almeno un blindato era in strada, trasformando il centro
di Oakland in una zona di guerra. In circa mezz’ora la polizia ha malmenato, ammanettato e arrestato più di cento manifestanti e ha cacciato via il resto della gente. La polizia ha occupato l’area negando il pubblico accesso. I manifestanti pacifici sono stati trattenuti con cauzioni
molto alte per diversi giorni, contrariamente alla politica usuale di segnalazione e rilascio adottata negli arresti durante manifestazioni
politiche.
La polizia ha poi proceduto a sfasciare
la tendopoli, buttando all’aria beni e oggetti personali. I bus sono
stati deviati e la stazione della Bay Area Rapid Transit (BART)
del centro è stata chiusa per ore, mentre funzionari e polizia raccomandavano
ai lavoratori della zona di stare alla larga. Martedì notte centinaia
di manifestanti sono scesi nuovamente in strada e la polizia in assetto
ha ancora usato la mano pesante, sparando candelotti di gas chimici
direttamente contro la folla. Scott Olsen, due volte veterano della
guerra in Iraq, è stato colpito alla testa da distanza ravvicinata
da uno dei candelotti ed è in condizioni critiche all’ospedale di Oakland.
Venerdì, in prima serata, migliaia di persone si sono riunite, hanno
ricostruito il campo e hanno svolto una manifestazione di protesta contro
le azioni della polizia. Il sindaco Jean Quan, che era fuori città
quando 17 corpi di polizia armati e coordinati si sono mossi in tenuta
antisommossa, con elicotteri e un blindato, ha dichiarato che l’azione
della polizia era necessaria, adducendo preoccupazione per la salute
e la sicurezza, affermando che il “99%” del personale della
polizia ha agito correttamente in una situazione molto difficile e pericolosa.
Ha affermato che la polizia era lì per proteggere le proprietà, per
garantire l’incolumità di ogni cittadino e per difendere le banche
locali che erano sotto attacco. Tuttavia molte testimonianze visive
e molti video mostrano che non ci sono stati danni alle proprietà e
non ci sono stati segnali di manifestanti violenti che attaccavano la
polizia. Tra coloro che erano in piazza a Oakland venerdì notte, c’era
il regista e attivista politico radicale Michael Moore. Ha parlato con
Davey D e Dennis Bernstein della KPFA/Pacifica Radio e dopo si è rivolto
a quella folla di oltre mille persone che si è riunita venerdì sera.
DB: Michael Moore, benvenuto,
apprezziamo che sei venuto e hai trascorso qua un po’ di tempo. L’ultima
volta che hai parlato, mezz’ora fa, non c’erano elicotteri, ora ce ne
sono quattro che ci girano sopra testa. Da noi si tratta di una specie
di consuetudine per le operazioni di polizia. Forse sono qui per fare
il tifo anche per te.
MM: In realtà quelli in cielo
fanno parte del movimento Occupy helicopter. Questa cosa non
avviene solo sul terreno, ma anche nell’ atmosfera.
DD: [La polizia] ha attaccato
i manifestanti quando dormivano per prenderli di sorpresa. Si stanno
vedendo tattiche simili ovunque, a New York o altri posti che vengono
militarizzati, tattiche brutali della polizia contro la gente normale.
MM: Io credo una cosa, Oakland
ha raggiunto un sacco di persone, ne parlano in tutto il paese, come
quando a partire dal 11/9 si sono spesi infiniti di miliardi di dollari
per la sicurezza nazionale. Non sappiamo quanti, perché per legge non
sono obbligati a dircelo. Ma quello che sappiamo è che le forze di
polizia in tutto il paese hanno chiesto e ottenuto un sacco di soldi
per comprare armi, blindati, apparecchiature di spionaggio e strumenti
neanche conosciamo. Per certi versi è spaventoso che gli abbiamo concesso
di arrivare a questo. E hanno fatto tutto con il pretesto del 11/9.
Sai, se quel giorno fosse morta una
persona a me cara, e c’era un mio amico in uno di quegli aerei, quello
da Boston, era un produttore con cui avevo lavorato… il fatto che
lui e gli altri morti… e la loro morte e i loro nomi sono stati usati
per fare così tanto male in tutto il paese, è davvero disgustoso.
DD: Sicuramente. Sai, come ogni
cosa a New York, ci sono i dirigenti della polizia che ora sono pagati
dalle istituzioni finanziarie/bancarie di Wall Street; stiamo assistendo
a una privatizzazione della polizia e credi che questo si stia spandendo
in altre città?
MM: No, beh, si è diffusa ma
si fermerà perché questo movimento sta crescendo velocemente. È incredibile.
Ho avuto la fortuna di aver viaggiato per il paese nelle ultime settimane,
ho visto con i miei occhi, se solo tu prendessi un autobus o un’auto
macchina e facessi un giro nella cittadina più piccola dove c’è un
piccolo movimento “Occupy” rimarresti sbalordito. C’è una piccola
città dove vivo: Niles. Ci sono solo dieci/undici mila abitanti. Ci
sono un centinaio di persone accampate lì, che manifestano occupando
Niles. Ora cento persone possono non sembrare tante a Oakland, ma cento
persone sono l’1% della popolazione di Niles. Se l’1% degli Americani
dimostrasse al National Mall sarebbe una manifestazione di oltre tre
milioni di persone. Così cento persone a Niles sono come tre milioni
di persone a una manifestazione nazionale sul viale di Washington, questo
non è mai successo.
DD: Giusto.
MM: Solo per darti un’idea.
E ancora, nessuno ha organizzato niente a Niles. Non c’è un’organizzazione
nazionale alla quale appartengono. Non rendono conto a nessuno, non
hanno dirigenti. È semplicemente accaduto spontaneamente. Ed è una
cosa incredibile da vedere. Mi ha sollevato lo spirito; è come essere
sotto l’ effetto di qualche droga, se solo sapessi qual’è questo effetto.
DD: Boot Riley mi ha appena
raggiunto e vuole che ti parli di alcuni lavoratori dei sanitari che
chiedono se domani li accompagnerai, se sei in città. Ma l’altra cosa
che Boots ci ha ricordato è lo sciopero generale a Oakland del prossimo
venerdì. E poi credo che ci sia uno sforzo nazionale della gente di
iniziare a cambiare le banche. Cosa pensi di questo, del fatto che la
città di Oakland chiede uno sciopero nazionale?
MM: Alla fine è questo quello
che deve succedere. In pratica la gente dirà “Mi
spiace non partecipiamo più a questo sistema. Non siamo più
parte di questo ingranaggio, diamo le dimissioni“. Penso che
alla fine questa sarà una cosa che accadrà, e non so quando succederà,
non so come avverrà.
DD: Beh, so che venerdì prossimo
abbiamo programmato uno sciopero nazionale.
MM: Suona come se tutto iniziasse
da qui [Oakland].
DB: Sono qui con Michael Moore
e Davey D. Posso chiedervi qual è stata la vostra reazione istintiva
quando avete sentito di questo giovane, un veterano pacifista che è
stato colpito da un colpo a distanza ravvicinata e mandato all’ospedale
in condizioni critiche dall’azione di diciassette dipartimenti di polizia,
mandati ad arrestare un centinaio di persone mentre dormivano con i
bambini nel campo. Qual è il tuo pensiero su questo livello di violenza?
MM: È ovviamente spaventoso.
Non sono il solo a dire che loro, ancora loro, hanno esagerato, proprio
come Wall Street ha esagerato con l’avidità. La polizia qua ha esagerato
con la gestione brutale e fascista, perché la gente, qualsiasi persona
in tutto il paese, ha visto quello che è successo ad Oakland e ne è
rimasta inorridita. Nessuno vuole vivere in un paese del genere. Nessuno
vuol vedere la polizia pagata, con le loro tasse, fare questo ai cittadini.
Voglio dire, mi sento male per quello che è successo qui e per coloro
che sono stati feriti, e di sicuro per Scott Olsen, che è in ospedale
e probabilmente ci vorrà molto tempo prima che riprenda una vita normale,
sempre che accada.
Sai, sto anche pensando a quei ragazzi,
lui e i suoi compagni, o al suo compagno che parlava in televisione
l’altra sera di quando erano in Iraq e sono diventati contrari alla
guerra, hanno visto in prima persona quanto questa guerra sia sbagliata.
E questa è una cosa molto coraggiosa da fare quando sei un soldato,
quando sei in zona di guerra e ti dichiari contro la guerra. Guarda,
per fare il soldato, prima di tutto, in un esercito di volontari, le
implicazioni sono che se firmi per entrare in pratica stai dicendo “Sono
disposto a dare la mia vita così che altri possano vivere“.
E l’esercito dovrebbe essere impiegato per quello che dovrebbe essere
davvero, ovvero per l’autodifesa. Sono disposti a morire. Quale dono
maggiore può fare un essere umano che è disposto a dare la propria
vita per un’ altra?
Così questi ragazzi che sono
andati due volte laggiù, sono tornati e hanno voluto dire ai loro compatrioti
americani “Sono stato laggiù
e so che questa guerra è sbagliata“. Per questo ci vuole molto
coraggio, più di quanto ne avessero già dimostrato. Per scoprire poi
che le persone che l’hanno ferito erano del posto in cui viveva, di
Oakland in California.
E la differenza tra Oakland e l’Iraq,
in termini di ciò che Scott Olsen ha dovuto affrontare è
questa. In Iraq la più grande minaccia mentre stai guidando è
quella che chiamano ordigni esplosivi improvvisati (IED). Ok?
Scott Olsen è ora in ospedale per le conseguenze di un IED.
Non c’è stata nessuna improvvisazione. Quegli oggetti che sono stati
sparati hanno lo scopo di controllare le persone. Questo è quello che
davvero concerne l’Homeland Security. Loro non sono preoccupati
di al-Qaeda. Al-Qaeda è uno scherzo al momento. Anche
la nostra CIA dice che in Afghanistan sono rimasti una cinquantina
di membri, ok? Bene, questo è l’uomo nero. Questo è l’uomo nero che
hanno voluto creare per provare a spaventarci e ci sono riusciti, così
tutti sosterranno una grossa spesa militare e la militarizzazione delle
forze di polizia.
DB: Diciassette forze di polizia,
diciassette nella Bay Area, ma non sappiamo chi abbia esattamente sparato
a Scott Olsen perché indossavano tutti le uniformi e le maschere.
DD: Beh, stanno dicendo che
è stato il dipartimento di Alameda. Me lo ricordo, ero in prima fila.
MM: Il poliziotto di New York
che ha spruzzato lo spray al peperoncino negli occhi di alcune ragazze,
sapete, queste ragazze sono state in grado di riconoscerlo, avrà una
sospensione ed è stato trasferito a Staten Island. Troveranno chi è
stato.
[A questo punto della conversazione
con Moore, che era in collegamento dalla piazza, un testimone, un attivista
di Occupy Oakland ha offerto la sua testimonianza visiva sui
disordini di martedì notte che hanno mandato Olsen all’ospedale in
condizioni critiche]
Testimone: Scott era accanto
a me e l’altro ragazzo con il cappello dei marine, e loro l’hanno
colpito dopo un paio di minuti che eravamo tutti lì. Sai cosa sto dicendo,
perché eravamo lì, era il tramonto, loro hanno sparato tre lacrimogeni
“Boom!” poi hanno aspettato circa trenta secondi, “Boom!”
e poi un altro “Boom!” È stato pazzesco; come se fossimo
in guerra! C’erano donne anziane, i media non ne hanno parlato,
c’ era gente lì.
[C’erano bambini] che non riuscivano
a respirare. Io che sono un po’ in forma sono riuscito a correre per
tre isolati fino all’undicesima o la decima. Ma c’ erano persone per
terra che soffocavano.
DD: Giusto, e queste sono le
storie che non vengono raccontate.
MM: Beh, vengono raccontate
qui su Radio Pacifica, è qui che inizia, poi gli altri cominceranno
a dargli una copertura. Ed alla fine arriverà anche la giustizia. Le
persone che hanno preso le decisioni di questo, ai cittadini disarmati
che manifestano pacificamente, ci sarà giustizia.
E alla fine la responsabilità
è del sindaco, non importa quanto sia progressista, non importa
quanto sia carina, non importa quanto sia dispiaciuta per tutto quello
che è successo. Non importa se ha dovuto interrompere le sue vacanze
o qualsiasi cosa stava facendo ed è dovuta tornare indietro. Il punto
è che la responsabilità è sua e la gente di Oakland ha già sofferto
abbastanza.
Lo posso gridare forte, quanti anni,
quante volte sono venuto a Oakland per vedere cosa stava accadendo a
questa città. E parliamo di una città che è stata abusata
dalle politiche di Corporate America e di Wall Street, ed è
incredibile vedere la vita che scorre e la resistenza che ancora riesce
ad opporre. Queste persone non hanno rinunciato. E non mi sorprende
che questo momento di svolta, in questo movimento, sia avvenuto qui
ad Oakland, questa settimana. E se doveva essere qui, qui è stato,
e ha ispirato, ha ispirato le persone di tutto il paese.
DB: È un po’ diverso dalle
marce per la pace degli anni ’60, con un gente un po’ diversa.
MM: È diverso. Quelle cose
erano tutte ben organizzate. Questa no. Ed è un controsenso che da
una disorganizzazione così sia venuto fuori uno dei migliori movimenti
visti in vita mia. Senza struttura, senza disciplina, senza organizzazione.
Non sono un anarchico, ma c’è un qualcosa che mi richiama dall’interno
e credo che sia per tutti così. Sai, credo sia condiviso da milioni
di persone. Ci rifiutiamo di vivere nel modo in cui hanno costruito
la nostra America. Non andremo da nessuna parte, e questo significa
che le cose devono cambiare. Fine della storia. Grazie mille per avermi
invitato.
DD: Michael, hai un ultima parola
da lasciare prima di andartene?
MM: Sì, a tutti quelli che
ascoltano e che partecipano al movimento; sappiate che avete già cambiato
il dibattito nazionale. Abbiamo già delle vittorie, avete ucciso l’apatia
del nostro paese, avete tolto la disperazione dai cuori delle persone.
Così tante persone stanno sedute a casa e pensano di essere da sole
“Cosa posso fare? Vivo a Debuke“, “Cosa posso
fare? Vivo a Boise“, “Vivo a Salt Lake“, “Io
vivo a Grass Valley, California“. Cosa posso fare? Cosa posso
fare? Niente. Così me ne starò seduto sul divano. Bene, smettete di
starvene seduti, niente più divano. La gente ha le orecchie e gli occhi
ben aperti e sta partecipando. Tutto questo diventerà più grande,
e te, Dennis, io, non abbiamo in realtà nulla da fare. Nessuno dovrà
fare nulla. Dobbiamo solo guardare che questo accada.
Questi semi sono stati piantati dagli
abusi di Corporate America verso la propria gente. Ed è tempo
di germogliare, non c’è modo di impedirlo. Si dovranno pentire del
giorno che hanno esagerato, e di quando hanno deciso di uccidere la
classe media di questo paese, e di non dare speranze ai poveri. Quel
giorno dovranno pentirsi di tutto, quindi siate generosi; chiunque mi
ascolta fa parte di un movimento che ha gia conquistato delle vittorie.
Ed andrà aumentando sempre più, perché queste cose fioriscono d’inverno.
DB: Anche io voglio ringraziarti
per esserti fermato a Pacifica ed essere venuto ad Oakland. Abbiamo
trascorso dei bei momenti e spero che tornerai presto.
MM: Lo farò e grazie mille
ancora. Mi spiace che siamo via radio; anzi no, non sono dispiaciuto,
ma se poteste vedere… Siamo qua su un tavolino in mezzo a Oakland
occupata. Laggiù c’è la Wells Fargo Bank e migliaia di persone, ogni
genere di persona, e ogni tipo di persona è qua. Questa è l’America
dove vogliamo vivere, quella che vediamo qui ora, questa è la democrazia
come dovrebbe essere. E sono molto fiducioso.
Fonte: Talking With Michael Moore on OWS
31.10.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di REIO