DI CHRIS HEDGES
Truthdig.com
Questa è la versione integrale del discorso tenuto sabato mattina da Chris Hedges in Liberty Square a New York City quale parte di un appello rivolto alla Trinity Church affinché affidasse al movimento Occupy Wall Street un lotto di terreno vuoto, conosciuto come Duarte Square, tra Canal Street e la 6th Avenue, e di cui la chiesa è proprietaria. I manifestanti di Occupy Wall Street, a sostegno della richiesta, hanno cominciato uno sciopero della fame ai cancelli di quella proprietà. Domenica tre manifestanti sono stati arrestati con l’accusa di violazione di proprietà privata e altri tre ne hanno preso il posto.Il movimento Occupy Wall Street è
la forza che rivitalizzerà la Cristianità tradizionale negli Stati
Uniti o ne segnerà la sua irrilevanza morale, sociale e politica. La
chiesa tradizionale sta divenendo una forza marginale nella vita della
maggior parte degli americani, soprattutto tra i giovani, e le motivazioni
sono da ricercare nel declino dei suoi aderenti, nell’insolente assenza
di una condanna contro i crimini e la crudeltà dello stato corporativo,
come pure nel vigoroso rifiuto di attaccare i ciarlatani del vero Cristianesimo,
il cui cattivo uso del Vangelo, in difesa di un capitalismo senza vincoli,
del bigottismo e dell’imperialismo, è eretico. Fuori dai portoni
delle chiese, molte delle quali la domenica faticano a riempire anche
un quarto delle panche, lotta un movimento, guidato per la maggior parte
da giovani, uomini e donne, che hanno un proprio credo ufficioso, le
Beatitudini:
Beati i poveri in spirito, poiché
di essi è il regno del cielo.
Beati gli afflitti, poiché
saranno consolati.
Beati i mansueti, poiché
erediteranno la terra.
Beati coloro che hanno fame e sete
di giustizia, poiché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, poiché
otterranno misericordia.
Beati i puri di cuore, poiché
vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, poiché
saranno chiamati figli e figlie di Dio.
Beati i perseguitati a causa della
giustizia, poiché di essi è
il regno dei cieli.
Fu la chiesa, in America Latina, in
particolare nell’America Centrale e nel Cile di Augusto Pinochet,
che assicurò lo spazio fisico, il supporto morale e la guida alla ribellione
contro la dittatura. Fu la chiesa, nella Germania dell’Est, che organizzò
a Lipsia le marce pacifiche di protesta che hanno abbattuto il regime
comunista di quel paese. Fu la chiesa, in Cecoslovacchia, con il suo
cardinale novantenne, a benedire e difendere la Rivoluzione di Velluto. Fu la chiesa, e specialmente la chiesa Afro-Americana,
a rendere possibili i movimenti per i diritti civili. Ed è la chiesa,
innanzitutto la Trinity Church a New York City che, con il suo parco
a Canal Street e nella 6th, può rendere manifesto il suo impegno verso
il Vangelo e il cambiamento sociale nonviolento, consentendo al movimento
Occupy di utilizzare questo spazio libero, proprio come, in altre città,
le chiese, proprietarie di spazi aperti inutilizzati, hanno l’imperativo
morale di affidarli ai movimenti di occupazione. Se questo movimento
nonviolento fallirà, sarà rimpiazzato alla fine da un altro che impiegherà
la violenza. E se fallirà, lo farà in parte perché uomini e donne
di buona volontà, specialmente quelli nella chiesa, non hanno fatto
nulla.
Dov’è ora la chiesa? Dov’è il
clero? Perché le porte di così tante chiese restano chiuse? Perché
così tante chiese rifiutano di compiere il mandato centrale del Vangelo
Cristiano e di sollevare la croce?
Un giorno dovranno rispondere alla
domanda: «Voi dove eravate quando hanno crocifisso il mio Signore?»
Lasciate che vi spieghi perché
mi trovo in Liberty Square in questa prima domenica di Avvento, quando
si celebra la speranza e quando in chiesa ci si ricorda di come Maria
e Giuseppe lasciarono Nazareth per raggiungere Betlemme. Sono qui perché
ho provato, per quanto in modo imperfetto, a vivere attraverso il messaggio
radicale del Vangelo. Sono qui perché so che ciò che conta non è
ciò che diciamo o professiamo, ma quello che facciamo. Sono qui perché,
durante i miei innumerevoli anni oltremare come corrispondente estero,
ho visto che, in tutte le culture e in tutte le religioni, emergono
uomini e donne di grande onestà morale per combattere l’oppressore
in nome degli oppressi. Sono qui perché ho constatato che è possibile
essere un ebreo, un buddista, un musulmano, un cristiano, un indù o
un ateo e portare la croce. Le parole sono differenti ma il sacrificio
di sé e la sete di giustizia sono le stesse. E questi uomini e donne,
che potrebbero non professare ciò che io professo o credere in ciò
in cui credo, sono miei fratelli e sorelle. Io sto a loro fianco, onorando
e rispettando le nostre differenze e cercando speranza e forza e amore
nel nostro impegno comune.
In tempi come questi sento le voci
dei santi che ci hanno preceduto. La suffragista Susan B. Anthony, per
la quale la resistenza alla tirannia è obbedienza in Dio, e la
suffragista Elizabeth
Cady Stanton, che disse:
«Nel momento in cui cominciamo a temere le opinioni altrui ed esitiamo
a dire la verità che è in noi e per motivi politici restiamo silenziosi
quando invece dovremmo parlare, il sangue divino della luce e della
vita non scorre più nelle nostre anime.» O Henry David Thoreau,
che ci raccomandò di essere uomini e donne ancor prima di essere soggetti
e di non coltivare il rispetto per la legge, ma bensì per ciò che
è giusto. E Frederick Douglass, che ci ammonì: «Il potere non
concede nulla senza una rivendicazione. Non lo ha mai fatto né
mai lo farà. Scopriamo a che cosa ogni persona dovrà
sottostare in silenzio e avremo scoperto l’esatta misura dell’ingiustizia
e dell’errore a cui saranno costrette e queste andranno avanti finché
saranno soffocate sia con le parole che con le bastonate,
o con entrambe. I limiti dei tiranni sono stabiliti dalla sopportazione
di quelli che essi opprimono.» E la grande populista del XIX secolo, Mary Elizabeth Lease, che tuonò: «Wall Street possiede il
paese. Non è più un governo del popolo, fatto dal popolo e per il
popolo, ma un governo di Wall Street, fatto da Wall Street, e per Wall
Street. La grande massa delle persone comuni di questo paese
è schiava, e il padrone è il monopolio.» E il Generale Smedley Butler, che disse di avere compreso, dopo 33 anni
e quattro mesi nella Marina, di non essere stato altro che un gangster
al soldo del capitalismo, salvando il Messico per gli interessi petroliferi
americani, salvando Haiti e Cuba per le banche e pacificando la Repubblica
Domenicana per le compagnie zuccheriere. La guerra, disse, è un imbroglio
nel quale i paesi, dominati in altro modo, sono sfruttati dalle elite
finanziarie e da Wall Street, mentre i cittadini pagano il conto e sacrificano
i loro giovani nel campo di battaglia per l’avidità delle corporazioni.
O Eugene V. Debs, il candidato socialista alle presidenziali, che nel
1912, nonostante avesse ottenuto un milione di voti (il 6%), fu mandato
in prigione da Woodrow Wilson per essersi opposto alla Prima Guerra
Mondiale, e che proclamò al mondo: «Finché
ci sarà una classe inferiore io ne farò
parte, e finché ci saranno dei criminali io sarò
uno di loro, e finché ci sarà un’anima in prigione io non sarò
libero.» E il rabbino Abraham Heschel, che, alle critiche ricevute
per avere marciato con Martin Luther King a Selma durante il Sabbath,
rispose: «Io prego con i piedi» e citò una frase di Samuel
Johnson: «Il contrario del bene non
è il male. Il contrario del bene è
l’indifferenza.» E Rosa Parks, che sfidò il sistema di segregazione
del trasporto pubblico e che affermò: «La sola stanchezza che provassi
era quella di cedere il posto.» E Philip Berrigan, che disse: «Se
un numero sufficiente di Cristiani seguissero il Vangelo, potrebbero
mettere in ginocchio qualunque stato.»
E il poeta Langston Hughes, che scrisse:
Cosa accade ad un sogno rinviato?
Si essicca
Come uva al sole?
O s’infetta come una piaga
E poi cola?
Puzza come carne marcia?
O fa una crosta di zucchero
Come un dolce sciropposo?
Forse semplicemente sprofonda
Come
un carico pesante.
O esplode?
E Martin Luther King, che disse: «In
certe circostanze, la codardia chiede:
è sicuro? L’opportunismo chiede:
è politico? La vanità chiede: è
popolare? Poi arriva il momento in cui un vero seguace di Gesù
Cristo deve prendere una posizione che non
è né sicura, né politica, né popolare, ma lo deve fare perché
è giusta.»
Voi dove eravate quando hanno crocifisso
il mio Signore?
C’eravate per fermare il genocidio
dei nativi americani? C’eravate quando Sitting Bull è morto sulla
croce? C’eravate per fermare la schiavitù degli afroamericani? C’eravate
per fermare le bande che terrorizzavano con il linciaggio i neri, uomini
e donne e persino bambini, durante il Jim Crow? C’eravate quando i
fondatori del sindacato erano perseguitati e Joe Hill morì sulla croce?
C’eravate per fermare l’incarcerazione dei giapponesi americani
durante la seconda Guerra Mondiale? C’eravate per fermare i cani di
Bull Connor mentre venivano sguinzagliati contro i manifestanti per
i diritti civili a Birmingham? C’eravate quanto Martin Luther King
morì sulla croce? C’eravate quando Malcolm X morì sulla croce? C’eravate
per fermare i crimini odiosi, le discriminazioni e le violenze contro
i gay, le lesbiche, i bisessuali e i transessuali? C’eravate quando Matthew Shepard morì sulla croce? C’eravate per fermare
l’abuso e a volte la schiavitù subita dai lavoratori delle campagne
di questo paese? C’eravate per fermare l’assassinio delle centinaia
di migliaia di vietnamiti innocenti durante la guerra del Vietnam o
le centinaia di migliaia di musulmani in Iraq e in Afghanistan? C’eravate
per fermare il bombardamento a tappeto del Libano e di Gaza? C’eravate
quando Rachel
Corrie morì sulla croce?
C’eravate per fermare le corporazioni che hanno privato i lavoratori
e le lavoratrici e i poveri in questo paese di un reddito sostenibile,
della speranza e della dignità? C’eravate per condividere il vostro
cibo con i vicini in Liberty Square? C’eravate per divenire senza
tetto insieme a loro?
Voi dove eravate quando hanno crocifisso
il mio signore?
Io so dove ero.
Qui.
Chris Hedges, la cui rubrica
è pubblicata il lunedì
su Truthdig, ha trascorso quasi un ventennio come corrispondente estero
in America Centrale, Medio Oriente, Africa e Balcani. Ha realizzato
servizi da più di 50 paesi e ha lavorato per il Christian Science Monitor,
la National Public Radio, il Dallas Morning News e il New York Times,
per i quali è stato corrispondente estero per 15 anni.
Fonte: Where Were You When They Crucified My Lord?
05.12.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANTONELLA SACCO