DI MIKE WHITNEY
Counterpunch
“Il caso contro il Venezuela
iniziato durante l’amministrazione George W. Bush è accelerato rapidamente sotto Obama.”
Eva Golinger, autrice di “The Chávez Code: Cracking US Intervention in Venezuela”
Avvocato ed attivista, Eva Golinger
ha scritto un pezzo eccellente sulle relazioni tra Stati Uniti e Venezuela
che ha postato sul suo sito web Postcards from the Revolution.
Golinger dettaglia la trasformazione stupefacente che Chavez ha effettuato da quando è salito al potere dodici anni fa. Non solo Chavez si è liberato degli oligarchi predatori che una volta dominavano la politica venezuelana, ma i suoi programmi sociali e rivoluzionari hanno elevato anche il tenore di vita per i poveri e la classe media, dando forza alle istituzioni che hanno trasformato il Venezuela in una delle democrazie più vibranti dell’emisfero. Il Venezuela ha visto una riduzione del 50% del tasso di povertà da quando Chavez è stato nominato nel febbraio 1999. I venezuelani hanno garantite cure sanitarie gratuite, un’istruzione pubblica dall’asilo fino alle scuole superiori e le libertà civili che sono protette sotto la costituzione. I cittadini degli Stati Uniti hanno tutte le ragioni per essere invidiosi della rete di sicurezza sociale che Chavez ha creato per la sua gente con la sua Rivoluzione Bolivariana.
Naturalmente, le politiche progressiste
di Chavez hanno sbigottito molti a Washington, dove i suoi successi sono considerati una minaccia all’ordine prestabilito. I mandarini delle grandi aziende considerano Chavez un piantagrane e stanno facendo di tutto per liberarsi di lui il prima possibile. Questo è il motivo per cui non si legge niente di positivo su Chavez o le sue realizzazioni nei media statunitensi, perché i boss corporativi lo odiano, come fanno per chiunque riesca a deviare soldi dall’1% della cima della catena alimentare economica al 99% che sta in fondo.
Le relazioni tra Stati Uniti e Venezuela hanno continuato a peggiorare sotto Barack Obama, che ha deluso profondamente Chavez come ha fatto con i suoi sostenitori negli Stati Uniti. L’amministrazione Obama continua a finanziare la rete furtiva di ONG appoggiate dagli Stati Uniti che stanno lavorando quotidianamente per deporre il leader democraticamente eletto da più di un decennio. Golinger ha scritto
a lungo sulle agenzie statali statunitensi e la loro persistente intromissione
nella politica del Venezuela. Qui è un estratto del post della Golinger:
“Sin dal fallimento del tentativo
di colpo di stato supportato dagli Stati Uniti contro Presidente venezuelano
Hugo Chavez nell’aprile del 2002, Washington ha intrapreso una varietà
delle strategie per rimuovere il troppo popolare dirigente sudamericano.
Le sovvenzioni multimiliardarie ai gruppi anti-Chavez in Venezuela tramite
le agenzie governative degli Stati Uniti, come la National Endowment
for Democracy (NED) e la US Agency for International Development
(USAID) sono aumentati esponenzialmente nel corso degli scorsi dieci
anni, così come il sostegno diretto politico attraverso consiglieri,
strateghi e consulenti con lo scopo di favorire un’ascesa al potere
di un’opposizione impopolare e antiquata.
Le agenzie statali degli Stati Uniti,
tra cui il Dipartimento di Stato, la Central Intelligence Agency,
il National Directorate of Intelligence e il Pentagono hanno
fatto salire di tono l’ostilità verso il governo venezuelano negli
ultimi anni. La nazione forte produttrice di petrolio è stata inserita
in innumerevoli “liste” prive di alcun fondamento prodotte annualmente
da Washington, come quelle per “non aver cooperato nelle iniziative
contro la droga”, per “non aver dato il sostegno alla
guerra contro il terrore“, per lo “sfruttamento delle
persone” e altre ancora, che sono basate su decisioni politiche
invece che su prove concrete e sostanziali per sostenere le accuse.
Queste dichiarazioni hanno dato modo a Washington non solo di giustificare
i milioni di dollari dei contribuenti statunitensi affidati ai gruppi
anti-Chavez come le ONG, ma anche per aumentare la presenza militare
nella regione e convincere l’opinione pubblica che Hugo Chavez è
un nemico.” (“War
on Venezuela: Washington’s False Accusations Against The Chavez Government”, Eva Golinger, Postcards from the Revolution)
Quindi, le cose non sono per niente
migliorate sotto Obama, e sono davvero peggiorate. il Congresso, il
cui tasso di approvazione del Congresso è sceso al di sotto del 10%,
sta ancora suonando i tamburi di guerra contro Chavez, cercando di ottenere
appoggio per un intervento diretto.
Anche se Obama si è frenato dal
fare i nomi o accuse esplicite, i suoi subalterni dentro e fuori la
burocrazia non hanno mai esitato a collegare Chavez con l’Iran o a
suggerire collegamenti tra Chavez e il terrorismo. Il ruolo di Obama
in questa campagna farlocca è chiaro come la sua volontà di fare a
pezzi il Bill of Rights col bilancio appena approvato delle spese
da destinare alla Difesa.
Ancora un estratto della Golinger:
“Altri ‘commentatori’ e ‘analisti’ sono occupati a scrivere
sui blog e sulle colonne dei giornali per allarmare sulla crescente
minaccia proveniente dal sud degli Stati Uniti. Queste accuse pericolose
e infondate potrebbero essere usate facilmente per giustificare un attacco
contro il Venezuela, come quelle sulle armi di distruzione di massa
furono usate contro l’Iraq e la “protezione della popolazione”
è stata usata contro la Libia. […] Ancora una volta il Venezuela
ha mostrato che non esiste alcun “campo di addestramento dei terroristi”
sul proprio territorio. Né sta costruendo segretamente una bomba per
attaccare gli Stati Uniti. Il Venezuela
è una nazione in pace. Non invade, attacca o minaccia gli altri paesi.”
Di cosa ha quindi bisogno un paese
pacifico come il Venezuela per evitare un confronto con gli Stati Uniti?
Il Venezuela deve diventare più
simile alla vicina Colombia che Obama e gli altri considerano un modello
della “democrazia” nella regione. La Colombia – dove gli
abusi dei diritti umani e gli assassini mirati sono routine e dove gli
Stati Uniti spendono miliardi in un programma (Plan Colombia) di contrasto
alle droghe che con continuità irrora sostanze tossiche (veleni) su
raccolti, bestiame, rifornimenti di acqua e bambini.
Abbiamo un quadro ritratto da Al
Jazeera: “Nel 2008 è stato rivelato che i soldati colombiani
potrebbero aver assassinato migliaia di civili per poi rivestire i cadaveri
con le uniformi delle FARC per ricevere bonus e festività
addizionali. Juan Manuel Santos (il nuovo presidente colombiano) ha
svolto l’incarico di Ministro della Difesa […] quando scoppiò
lo scandali sui “falsi positivi ” […]. Nonostante ciò
e altri avvenimenti – come il fatto che, in Colombia dall’entrata in
carica Uribe è stato assassinato un numero di sindacalisti maggiore
che nel resto del mondo […] (ciò
malgrado) il paese è lodato dal Dipartimento di Stato e dalla Banca
per lo i Sviluppo Inter-Americano come un modello regionale nell’affrontare
le minacce di sicurezza assicurando il rafforzamento di un sistema in
cui i profitti dipendono dalla perpetuazione dell’insicurezza.”
(“Private
security and ‘the Israelites of Latin America’”, Belen Fernandez, Al Jazeera)
Quindi, questo è il modo in cui
si può diventare un amico dell’America: eseguire gli ordini, uccidere
e imprigionare il proprio popolo (preferibilmente sindacalisti) e consentire
che il saccheggio corporativo si rimanga incontrollato. Nessuno si chieda
perché la repressiva dittatura saudita sia sempre in cima alla lista
degli amici di Washington.
Quindi, cosa può fare Chavez,
che non ha fatto nient’altro che aumentare il tenore di vita, fortificare
il ruolo della legge e rendere il mondo un posto migliore per la vita
delle persone comuni?
L’amministrazione Obama ha al momento
le mani totalmente impegnate in Asia Centrale, in Medio Oriente e in
Africa. Ma appena Obama avrà finito di “liberare” Teheran,
punterà sul Venezuela. Ci potete scommettere. Dopo tutto, il Venezuela
siede sul più grande oceano di petrolio del mondo, “più
di 500 miliardi di barili“. Ciò significa che solo una questione
di prima che le armi di distruzione di massa e i campi di addestramento
di Al Qaida vengano scoperti a Caracas.
Fonte: After Iran, Venezuela?
10.01.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE