Dopo i primi bombardamenti di ieri che già facevano presagire le intenzioni, oggi, secondo quanto si apprende dall’agenzia TASS, il governo ucraino avrebbe fatto partire una serie di attacchi contro le Repubbliche di Donetsk e Lugansk.
In particolare la situazione sarebbe degenerata dalle 10:30 circa del mattino (ora di Mosca) quando, da alcune postazioni controllate da Kiev lungo il confine, sarebbero partiti 21 colpi di artiglieria di grosso calibro contro la Repubblica popolare di Lugansk in un’ora, come riferisce il Joint Centre for Control and Coordination (JCCC) – il Centro Congiunto per il Controllo e Coordinamento, l’organizzazione composta da ufficiali militari ucraini e russi, il cui ruolo è quello di aiutare ad attuare gli accordi di cessate il fuoco di Minsk e garantire la sicurezza degli osservatori dell’OSCE.
“Le formazioni armate ucraine hanno violato gravemente il cessate il fuoco, utilizzando, in particolare, armi pesanti”, ha detto la missione LPR sul suo canale Telegram.
Situazione simile a Donetsk, dove secondo le dichiarazioni dei militari della milizia popolare “l’esercito ucraino ha aperto il fuoco sul territorio della repubblica 30 volte dall’inizio del 18 febbraio, lasciando i residenti delle comunità di Verkhnetoretskoye e Krasny Partizan senza energia elettrica” – riporta TASS.
Data l’escalation in corso, sia il leader della DPR Denis Pushilin sia il suo corrispettivo a Lugansk Leonid Pasechnik hanno annunciato l’evacuazione dei civili verso la Russia, in particolar modo verso la regione di Rostov come indicato da Mosca. Anche le autorità della Crimea hanno dichiarato la loro disponibilità a ricevere i civili evacuati.
Secondo Denis Pushilin il presidente ucraino Zelenky è pronto a “dare a breve un ordine all’esercito per passare a un’offensiva e attuare il piano di invasione delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk”
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Massimo A. Cascone, 18.02.2022