DESAPARECIDOS D’AMERICA (AMERICA’S DISAPPEARED)

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DI CHRIS HEDGES
TruthDig.com

La dottoressa Silvia Quintela fu fatta
sparire dagli squadroni della morte in Argentina nel 1977 quando era al quarto mese di gravidanza, in attesa del suo primo figlio. Dalle notizie che si hanno, fu tenuta in vita in una base militare fino al momento della nascita del figlio e poi, come altre vittime della giunta militare, fu probabilmente drogata, spogliata, incatenata ad altri prigionieri privi di sensi e caricata su di un aereo cargo, uno dei “voli della morte” con cui furono fatte sparire circa ventimila persone. Gli aerei militari, con il loro inerte carico umano, venivano fatti volare in notturna sull’Atlantico e i corpi, incatenati gli uni agli altri, venivano gettati fuori bordo nell’oceano. Quintela lavorava come dottoressa nei sobborghi della città ed aveva 28 anni quando fu assassinata.

Un medico militare, il Maggiore Norberto
Atilio Bianco, estradato venerdì dal Paraguay in Argentina per traffico di minori, è accusato di aver rapito il figlio di Quintela ancora in fasce, così come decine, forse centinaia, di altri bambini. Bambini sottratti per essere dati in adozione a famiglie di militari. Bianco, a capo dell’unità di maternità clandestina che funzionò durante la Guerra Sporca nell’ospedale militare di Campo de Mayo, è accusato da testimoni oculari di aver personalmente portato i bambini fuori dall’ospedale. E tenne per sé uno di quei bambini. Giovedì l’Argentina ha condannato il generale in pensione Hector Gamen e il colonnello Hugo Pascarelli per aver perpetrato crimini contro l’umanità nella prigione “El Vesubio”, dove 2.500 persone furono torturate tra il 1975 e il 1978. Sono stati condannati all’ergastolo. Dopo la revoca nel 2005 di un’amnistia finalizzata a tutelare i militari, l’Argentina ne ha processati 807 per crimini contro l’umanità, anche se solo 212 persone sono state condannate. Si è trattato, per quelli di noi che hanno vissuto in Argentina durante la dittatura militare, di una dolorosamente lenta marcia verso la giustizia.

La maggior parte dei desaparecidos

argentini non erano antagonisti armati ma sindacalisti, leader

delle comunità locali, intellettuali di sinistra, attivisti studenteschi

e tutti quelli che si trovarono nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Pochissimi avevano un qualche tipo di legame con campagne armate di

resistenza. Infatti, già prima del colpo di stato del 1976, i gruppi

armati argentini (come i Montoneros) erano stati pressoché eliminati. D’altra

parte, questi gruppi radicali, come Al Qaeda nella sua campagna

contro gli Stati Uniti, non hanno mai costituito una reale minaccia

alla sopravvivenza del regime, ma la salvaguardia nazionale dal terrorismo

– in Argentina così come negli Stati Uniti – divenne una scusa

per sovvertire il sistema legale, instillare la paura e la passività

nella popolazione, formare un vasto sistema parallelo di prigioni popolate

di torturatori e interrogatori, così come di ufficiali governativi

e avvocati che operavano al di fuori della legalità. La tortura, la

detenzione prolungata senza processo, l’umiliazione sessuale, lo stupro,

il rapimento, l’estorsione, il ladrocinio, l’omicidio casuale e

l’abuso sono diventati oggi, come in Argentina durante la Guerra Sporca,

parte del nostro stesso mondo di centri di detenzione e di tortura.

Noi americani abbiamo riscritto le

nostre leggi, così come fecero gli argentini, per rendere legali

delle pratiche criminali. John Rizzo, ex consulente per gli affari legali

della CIA, ha approvato attacchi con droni che hanno assassinato centinaia

di persone, molti dei quali civili, in Pakistan, anche se non siamo

in guerra con questo paese. Rizzo ha ammesso di aver anche approvato

le cosiddette tecniche avanzate di interrogatorio. Ha rivelato a Newsweek che la CIA gestiva una “hit list

[lista di bersagli, NdT]. Nell’intervista pone una domanda: “Quanti

professori di diritto possono dire di aver firmato un mandato di morte?”

Rizzo, da un punto di vista morale, non è diverso dal dottor Bianco

estradato in Argentina, ed è per questo che alcuni avvocati in Inghilterra

e Pakistan stanno chiedendo la sua estradizione in Pakistan perché

affronti l’accusa di omicidio. Auguriamoci che abbiano successo.

Abbiamo notizia di almeno cento detenuti

che sono morti sotto interrogatorio nei nostri “black sites

[siti neri, NdT], molti di loro non avendo resistito alle percosse e

ai maltrattamenti dei nostri interrogatori. E ce ne sono probabilmente

molti, molti altri il cui destino non è mai stato reso pubblico. Decine

di migliaia di musulmani sono passati per i nostri centri di detenzione

clandestini senza un regolare processo. “Abbiamo torturato senza pietà”, ha ammesso il generale in pensione Barry McCaffrey. “Probabilmente

li abbiamo ammazzati a decine […] sia noi dell’esercito che la CIA”.

Decine di migliaia di americani sono

detenuti in prigioni di super-massima-sicurezza, dove sono privati di

ogni contatto e distrutti psicologicamente. Lavoratori senza documenti

vengono catturati e spariscono dalle loro famiglie per settimane o mesi.

Unità di polizia militarizzate sfondano ogni anno la porta di circa

40.000 americani e li

trascinano via nel cuore

della notte come se fossero combattenti nemici. L’habeas corpus

non esiste più. I cittadini americani possono essere assassinati “legalmente”.

Rapimenti illegali, eufemisticamente noti come “consegne straordinarie”,

sono uno standard nella guerra al terrore. La secretazione delle prove

rende impossibile, per l’accusato e i suoi legali, la conoscenza dei

capi di imputazione. Tutto questo fu a suo tempo sperimentato dagli

argentini. Violenza interna, anche sotto forma di disordini sociali,

rivolte o un altro catastrofico attacco terroristico su suolo americano

causerebbero, io temo, l’impianto dei brutali strumenti dell’impero

in maniera definitiva. Imbarcandoci così in una nostra versione della

Guerra Sporca.

Marguerite Feitlowitz descrive in “The Lexicon of Terror” [Il lessico del terrore, NdT] l’esperienza

di un prigioniero argentino, un fisico di nome Mario Villani. Il collasso

della struttura morale dei torturatori si rivela quando, tra una sessione

di torture e un’altra, le guardie portano Villani e alcune donne incinte

in un parco di divertimenti. Gli fanno fare un giro sul trenino e le

portano in un bar a bere una birra. Una guardia, il cui nome di battaglia

è Blood [sangue, NdT], porta la figlioletta di 6 o 7 anni all’interno

del centro di detenzione per farle incontrare Villani e altri prigionieri.

Alcuni anni dopo, Villani si imbattè in uno dei suoi principali torturatori,

un sadico noto con il nome di Julian il Turco. Julian consigliò a Villani

di andare a trovare un altro dei suoi ex prigionieri per chiedergli

un lavoro. Il modo in cui la tortura diventava routine, parte

del tran tran quotidiano, rendeva i torturatori insensibili ai loro

stessi crimini. Lo vedevano come un lavoro e a distanza di anni si aspettavano

che le loro vittime lo vedessero nella stessa maniera contorta.

Human Rights Watch, in un nuovo documento, “Getting Away With Torture: The Bush

Administration and Mistreatment of Detainees” [Farla franca con

la tortura: l’Amministrazione Bush e il maltrattamento dei detenuti,

NdT], dichiara che c’è una “prova schiacciante dell’utilizzo

della tortura da parte dell’Amministrazione Bush”. Il Presidente

Obama, continua il rapporto, è tenuto ad “avviare un’indagine sulle

accuse circa le violenze sui detenuti autorizzate dall’ex Presidente

George W. Bush e da altri alti ufficiali”.

Ma Obama non ha alcuna intenzione di

riaffermare il ruolo del diritto. Non solo rifiuta di perseguire evidenti

crimini di guerra, ma ha dato l’immunità a quelli che hanno orchestrato,

consentito e realizzato le torture. Allo stesso tempo ha incrementato

drammaticamente i crimini di guerra, incluse le incursioni di droni

in Pakistan. Continua a presiedere le centinaia di colonie penali fuori

confine, dove gli abusi e le torture rimangono un fatto comune. È complice

degli omicidi e dei torturatori.

Il solo modo per riaffermare il ruolo

del diritto, se lo si vuol fare, è pezzo per pezzo, estradizione

per estradizione, processo per processo. Bush, Dick Cheney, Donald Rumsfeld,

l’ex Direttore della CIA George Tenet, Condoleezza Rice e John Ashcroft

dovranno, se restaureremo la legge nel suo ruolo, affrontare il tribunale.

Gli uomini di legge come Rizzo, Alberto Gonzales, Jay Bybee, David Addington,

William J. Haynes e John Yoo, che hanno reso legale quello che è illegale

secondo gli ordinamenti giuridici interni e internazionali, dovranno

essere messi alla sbarra e perseguiti se davvero vogliamo uscire da

questo pantano. I nostri vertici militari, inclusi il generale David

Petraeus, che supervisionava gli squadroni della morte in Iraq e ha

diffuso la tortura nelle prigioni clandestine, vanno allineati in un’aula

di tribunale al pari dei generali in Argentina per chiedere loro conto

di questi crimini. Questa è l’unica via di uscita. E se si realizzerà

lo si dovrà ad alcuni uomini coraggiosi che, come il procuratore e

presidente del Center

for Constitutional Rights

[Centro per i Diritti Costituzionali, NdT] Michael Ratner, si stanno

battendo in questa direzione. Ci vorrà tempo, molto tempo; i crimini

commessi da Bianco e dai due officiali mandati in galera questo mese

sono vecchi di quasi quarant’anni. Se, invece, non dovessimo imboccare

questa strada, allora continueremmo a scivolare verso un terrificante,

distopico stato di polizia in cui i nostri carcerieri, per un capriccio,

ci tireranno fuori dalle nostre celle storditi e confusi e ci porteranno

al parco divertimenti per un giro in giostra, prima della prossima sessione

di tortura.

***************************************

Fonte: http://www.commondreams.org/view/2011/07/18-0

18.07.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MATTEO FERRARETTO

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