DI VIJAY PRASHAD
Counter Punch
La falsa modestia non si addice ai
media. Quando si tratta dei Tea Party o dei Talebani, i reporter
sono rapidi a offrire una spiegazione delle loro motivazioni e delle
loro richieste. Quando si tratta delle proteste della sinistra c’è
reticenza nel fare qualunque resoconto realistico o analisi. Immaginate
questa frase di Verena Dobnick della Associated Press, che apre
il secondo paragrafo del suo articolo ( “La protesta di Wall Street
guadagna interesse”, 2 ottobre) sulla protesta “Occupare Wall Street”:
“Manca loro un obiettivo chiaro, anche se parlano contro l’avidità
delle aziende, le disuguaglianze sociali, il cambiamento climatico globale
e altri problemi.” A me sembra che ci siano tre chiari obiettivi
in questa stessa frase: porre fine all’avidità delle grandi aziende,
combattere per l’equità sociale e creare politiche per attenuare
il cambiamento climatico.
Il passo successivo è la pura
condiscendenza. Questo articolo è di Joanna Weiss del Boston
Globe (27 settembre) : “È difficile prendere del tutto seriamente
una protesta quando somiglia più ad un circo, alcuni sembrano piovuti
direttamente dal “Burning Man”
(festival radicale “hippie” che si svolge nel deserto del Nevada,
ndt), e quando è organizzata da una rivista canadese e da un gruppo
di hacker.” Adesso ci sarebbe un protocollo di abbigliamento per
la democrazia?
Ho trascorso un pomeriggio a “Occupare
Wall Street” e in pochi minuti ho avuto un idea/assaggio della visione
sociale che ha ispirato proteste simili da Boston a San Francisco. “Noi
siamo il 99%”, dice la gente che si trova in Zuccotti Park (Liberty
Square ). Ciò che vogliono dire è semplice: la politica sociale nel
paese è egemonizzata dall’1%, quelli che dominano un’economia che
secondo il Fondo Monetario Internazionale è entrata nella “zona rossa”.
Hanno ragione. Nel suo nuovo libro, “L’uomo di fiducia”, Ron Suskind
ci offre uno spaccato dei vantaggi dati al settore finanziario dall’amministrazione
Obama. Da un lato della Casa Bianca, Obama si è impegnato a nominare
Elisabeth Warren a capo dell’Ufficio per la Protezione Finanziaria
del Consumatore, mentre dall’altro, ben più potente, il Segretario
del Tesoro Timothy Geithner ha assicurato alle banche che ciò non sarebbe
successo. Più o meno lo stesso è accaduto quando il Dipartimento del
Tesoro di Geithner ha impedito la ristrutturazione dell’ormai troppo
potente Citigroup. Suskind definisce il rifiuto di Geithner di dar seguito
a quella che appariva come una decisione già presa, una “bruciante
offesa”, e nonostante questo Geithner rimane saldamente in carica.
Se Geithner fosse stato licenziato, avrebbe potuto accettare il posto
che Stanford Weill gli aveva offerto nel 2007 alla guida di Citigroup.
Non essendo più Weill alla banca, non aveva interesse a fare una proposta
di affari al titolare della Federal Reserve di New York. Un analista
bancario ha detto ad Andrew Sorkin che l’offerta va vista in un’altra
luce: “Come si potrebbe interpretare tutto questo, se non come
una bella e succosa carota agitata davanti al presidente della Federal
Reserve di New York da una banca, che di lì
a poco avrebbe avuto bisogno di un grosso aiuto da parte della Fed stessa.”
Questo è il mondo della finanza e dei suoi politici.
Il pantagruelico settore finanziario
ci ha portato a questo. Anche l’ex capo della Federal Reserve
Alan Greenspan lo ha detto al Congresso nel 2008: “Quelli di noi
che hanno fatto l’interesse delle istituzioni creditizie per proteggere
il patrimonio degli azionisti, sono in uno stato di scioccata incredulità.”
Ma il settore finanziario non ha pagato nulla per i problemi che ha
provocato.
Invece la gente comune è stata
colpita duramente per gli oltraggi commessi dalla classe finanziaria.
Nessuna meraviglia quindi che “Occupare Wall Street” dica: “Ci
hanno cacciato dalle nostre case, siamo costretti a scegliere tra cibo
e affitto. Ci viene negata un’assistenza medica di qualità. Stiamo
soffrendo a causa dell’inquinamento ambientale. Lavoriamo un sacco
di ore per paghe basse e nessun diritto, sempre se un lavoro lo abbiamo.
Non stiamo prendendo niente mentre l’altro 1% si sta prendendo tutto.”
I dati del Governo confermano questo stato d’animo. L’ultimo cupo
resoconto del Pew Center fornisce i dettagli della miserabile situazione
della componente latina della società americana. I latinos hanno
il più alto tasso di disoccupazione (11%), il più grosso calo della
ricchezza delle famiglie dal 2005 al 2009, la più grande insicurezza
alimentare con un terzo delle famiglie coinvolte e 6,1 milioni di persone
in stato di povertà, il dato più alto tra tutti i gruppi etnici. L’unica
visione politica per la popolazione latina, cruciale per le prospettive
di rielezione di Obama, sarà una retorica ancor più xenofoba e anti-immigrazione.
Queste sono le conseguenze sociali del vivere in una recessione, governati
da politici che sono nel taschino delle banche.
“Occupare Wall Street” ha un messaggio
semplice: ridurre il potere della finanza capitalistica sul governo
degli Stati Uniti. Senza tale riduzione, non è possibile nessuna politica
sociale razionale per gli Stati Uniti. Né il governo Obama né chiunque
vinca le prossime elezioni sarà in grado di mettere in movimento un
agenda per incentivare un economia in depressione. Va dato atto a molti
sindacati (incluso il sindacato dei lavoratori del trasporto e il presidente
del AFL-CIO [la maggiore federazione di sindacati, ndt] Richard Trumka)
di avere sostenuto “Occupare Wall Street”. È probabile che mercoledì
5 ottobre, decine di migliaia di lavoratori possano partecipare alla
marcia da Liberty Square a Wall street. Sarebbe altrettanto prezioso
se i sindacati avessero dichiarato da Liberty Square che il loro sostegno
nelle elezioni del 2012 è condizionato da specifiche politiche per
limitare il potere delle banche. Sarebbe altrettanto prezioso se i sindacati
estendessero il loro appoggio a “Occupare Wall Street” al chiedere
al Presidente Obama le elezioni primarie. Come spiega la nostra lettera
che chiede le primarie:
Nel corso delle primarie
dei Democratici in assenza di rivali, il Presidente Obama non dovrà
mai giustificare la sua decisione di aver saltato le aziende più
redditizie di Wall Street, senza aver al contempo spinto per un efficace
contrasto ai comportamenti criminali che hanno innescato la recessione
o aver fallito nello stimolare una vera riforma finanziaria. Non dovrà
difendere la sua decisione di prolungare i tagli alle tasse dell’era
Bush, né quella di giustificare la sua acquiescenza verso il ricatto
dei Repubblicani durante le negoziazioni per l’innalzamento del tetto
del debito. Non dovrà rispondere a domande su come la sua amministrazione
abbia completamente fallito nel proteggere i proprietari di case che
le stanno perdendo a causa della voracità
delle banche, o non dovrà neanche nominare la parola
“povertà”, come ha fatto nel suo più
recente discorso sullo Stato dell’Unione, anche se l’America affonda
sempre più nella disperazione finanziaria.
Una seria sfida allo status quo
porterebbe i sindacati ad appoggiare questo appello. Con i Repubblicani
incapaci di accordarsi su un candidato che abbia un minimo di raziocinio,
è imperativo che il ciclo elettorale non passi senza una seria sfida
allo strumento scelto dalla finanza capitalistica, il team Obama.
La prova che il movimento “Occupare
Wall Street” ha ragione sta nel fatto che il Dipartimento di Polizia
di New York ha arrestato oltre mille partecipanti, molti più di quelli
che il governo ha arrestato nei saloni delle banche. Il 99% paga i costi
sociali, l’1% si sente al di sopra della realtà.
Fonte: De-Colonize Wall Street
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RUDY