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La Redazione

 

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DASPO all’infermiere Varvara, via per un anno da Milano: “Allontanato dall’ospedale Niguarda per aver protestato contro chi propaganda il vaccino in corsia”

Un provvedimento restrittivo della libertà personale che si riserva per chi spaccia o molesta, viene oggi esteso anche a chi manifesta il proprio dissenso, ritenuto un pericolo sociale. Ecco come sono andati i fatti.
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A cura di Redazione CDC
Il 6 Gennaio 2025
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Il cittadino Raffaele Varvara non potrà entrare a Milano per un anno: il questore Bruno Megale ha emesso un DASPO urbano – o foglio di via da Milano – a seguito di una pacifica azione posta in essere dall’infermiere e presidente del comitato Di Sana e Robusta Costituzione, presso l’ospedale Niguarda.

Un provvedimento restrittivo della libertà personale che si riserva per chi spaccia o per chi molesta, viene oggi esteso anche a chi manifesta il proprio dissenso, ritenuto un pericolo sociale.

Ma come sono andati i fatti?

Era il 31 ottobre 2024, quando Varvara si recò presso l’ospedale Niguarda, con altri cinque attivisti, a far visita all’ “infermiere facilitatore della vaccinazione“, figura deputata alla promozione della campagna vaccinale rivolta alle persone in attesa di visite e controlli.

“È la novità introdotta dall’Ospedale Niguarda di Milano per potenziare ancora di più l’adesione alla campagna vaccinale: nei primi 3 giorni dalla sua attivazione, è stato infatti possibile proteggere 449 persone, già in Ospedale per altri bisogni di salute,  “La nuova figura si chiama infermiere leader per la vaccinazione‘ – spiega Laura Zoppini, direttrice socio sanitaria dell’Ospedale Niguarda di Milano – e ha il compito di proporre alle persone che si trovano nelle sale d’attesa la possibilità di vaccinarsi, magari insieme al loro accompagnatore o caregiver. E’ un modo di sfruttare l’attesa in modo virtuoso, ma anche di intercettare i famigliari delle persone fragili, che spesso hanno poco tempo per aderire alla campagna vaccinale. Li informiamo sull’opportunità di proteggersi e sulla possibilità di farlo subito, senza prenotazioni o attese: è una dinamica che sta riscuotendo successo e che ci ha permesso di incrementare notevolmente la copertura delle persone vaccinate“, si legge sul sito del Niguarda (1).

In seguito, la notizia fu rilanciata da questo servizio RAI e Varvara si recò in qualità di infermiere, ex dipendente del medesimo nosocomio, ad incontrare il suo collega facilitatore, per verificare la veridicità dell’informazione.

Dall’accertamento risultò che il facilitatore non fermava le persone in attesa, come il servizio RAI propagandisticamente faceva credere, bensì stazionava per fornire informazioni alle persone che vi si avvicinavano. Un dettaglio non da poco, che lo stesso Varvara documentò in questo video.

Poco dopo, l’incontro fu bruscamente interrotto dalla dott.ssa Zoppini, direttrice socio sanitaria che, col suo enturage, aveva allertato le forze dell’ordine per disperdere il gruppo che stava pacificamente conversando con il leader della vaccinazione.

La direzione sanitaria decise di denunciare i cinque cittadini per interruzione di pubblico servizio.

Oggi, in aggiunta alle denunce, il questore ha deciso la linea dura per il promotore dell’iniziativa: DASPO da Milano, per un intero anno, all’infermiere Raffaele Varvara.

Il provvedimento QUI IL TESTO INTEGRALE gli interdice la libertà di circolazione e gli impedisce il libero esercizio della sua professione di infermiere di famiglia in assistenza domiciliare nel comune di Milano.

Abbiamo raggiunto Varvara, collega redattore di ComeDonChisciotte, per sentire la sua versione.

  • Raffaele, cosa rappresenta per te questo provvedimento di allontanamento e cosa rappresenta sul piano generale, sul piano politico?

“Il 2025 comincia per me con la disposizione del questore che mi vieta di mettere piede a Milano, città dove lavoro e dove ho mosso i primi passi da attivista; è un provvedimento a dir poco sproporzionato e rappresenta un pericoloso precedente che butta benzina sul fuoco delle tensioni sociali già presenti nel Paese.

Per me, questo è il segno dell’efficacia delle nostre azioni: il DASPO vuol dire che il comitato Di Sana e Robusta Costituzione, sta esprimendo al massimo potenziale la sua azione per la libertà di scelta terapeutica, la riumanizzazione delle cure ed il libero accesso al diritto alla salute. E’ per questo che vogliono neutralizzarmi, sopprimendo la possibilità di muovermi quale libero cittadino della Repubblica Italiana. Io non sono un criminale. O forse, oggi giorno, sono i liberi cittadini – che manifestano le proprie idee – ad essere considerati tali?”

  • Questo DASPO ti limiterà anche sul piano lavorativo?

“Dopo ben tre licenziamenti dal Servizio Sanitario Nazionale, ho capito che non sono gradito nella pubblica amministrazione, dove non c’è spazio per chi svolge una professione di cura con empatia, buon senso e umanità, ma c’è spazio solo per chi segue i protocolli in maniera acritica; così, mi sono tirato fuori dal sistema e, dall’anno scorso, esercito come infermiere di famiglia in assistenza domiciliare in regime di libera professione, nel comune di Milano.

Questo DASPO mi impedisce di circolare liberamente tra le case dei pazienti che assisto regolarmente tutti i giorni, poichè ogni volta, dovrò prima comunicare alla questura ogni mio spostamento per riceverne l’autorizzazione; questo DASPO, dunque, rischia di non garantire la continuità assistenziale e può avere un impatto sulla salute dei miei assistiti”.

  • Nel tuo caso, una violazione del DASPO verrebbe punita con la reclusione da sei a diciotto mesi, inclusa una multa fino a 10.000 euro. Che fine ha fatto la libertà individuale e politica in Italia?

“Il DASPO, in principio, era nato per contrastare il fenomeno della violenza negli stadi (è, infatti, l’acronimo di divieto di accedere alle manifestazioni sportive), ma oggi è uno strumento abusato per reprimere i basilari diritti costituzionali in nome della massima sicurezza e della massima precauzione; è il fiore all’occhiello del paradigma securitario di cui questo governo, ne è la plastica rappresentazione.

Con il DL sicurezza, l’istituzione delle zone rosse, il divieto di fumo all’aperto, l’inasprimento del codice della strada, l’aumento dell’importo delle sanzioni, il governo ha avviato una nuova stagione autoritaria.

Se Salvini dimostrasse lo stesso pugno duro che riserva al popolo che lo ha eletto, anche nei confronti dei potenti oligarchi sovranazionali, saremmo un Paese migliore; ma evidentemente, gli è più facile fare il forte con i deboli ed il debole con i forti.”

  • Milano ormai è simbolo di ricchezza per pochi e di divieti per molti. Come si possono spiegare queste dinamiche, dove si vuol arrivare?

“Le sperimentazioni di nuove forme repressive partono sempre da Milano. Fanno sempre così: cominciano a sperimentare su un territorio ristretto, se non c’è reazione da parte della popolazione, estendono la misura restrittiva alla regione e poi all’Italia intera. Lo abbiamo visto durante la stagione psicopandemica. Per questo, bisogna sempre dispiegare il nostro dissenso, rispondere colpo su colpo e organizzare percorsi di partecipazione democratica alternativa per fermare questa deriva autoritaria e salvaguardare la democrazia.”

  • Cosa farai adesso, come potrai far fronte legalmente al DASPO?

“I miei avvocati stanno preparando il ricorso, ma la mia difesa migliore è il sostegno della comunità dissidente che in queste occasioni dimostra sempre vicinanza e solidarietà; colgo l’occasione per esprimere profonda gratitudine, perchè il supporto di ciascuno è energia vitale per me!

Con questa grande propulsione di energie, continuerò a difendere la libertà di scelta terapeutica, la sanità pubblica ed il libero accesso al diritto alla salute nelle mie nuove vesti di Difensore Clinico.”

  • L’emergenza Covid, coi suoi divieti, è davvero finita in ambito sanitario? Vedi vicina una prossima emergenza?

“Quel che più mi spaventa è la cronicizzazione dell’emergenza: come i controlli all’aeroporto dopo l’emergenza terroristica post 11 settembre 2001; le misure di austerità ormai perenni nelle manovre finanziarie dopo l’emergenza economica; e anche dopo l’ “emergenza sanitaria”, si assiste ad una lenta, progressiva  disumanizzazione e privatizzazione della sanità pubblica.

Loro utilizzano sempre le emergenze per fare passi avanti verso un nuovo ordine autoritario, disumano e distopico. In questo senso, vedo vicino un’emergenza democratica, anzi la viviamo già.”

05.01.2025

NOTE

(1) = https://www.ospedaleniguarda.it/news/leggi/influenza-a-niguarda-150-vaccinazioni-in-piu-al-giorno-grazie-allinfermiere-facilitatore

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