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La Redazione

 

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CURVEBALL: COME GLI USA SONO STATI PRESI IN GIRO

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A cura di Das schloss
Il 14 Aprile 2011
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DA UN FANTASIOSO IRACHENO CHE VOLEVA CACCIARE SADDAM

DI MARTIN CHULOV E HELEN PIDD
guardian.co.uk

Nel febbraio
del 2003, in un piccolo appartamento della città tedesca di Erlangen,
un disoccupato iracheno si è seduto davanti alla televisione assieme
a sua moglie per vedere in diretta uno degli uomini più potenti del
mondo fare il discorso più influente della sua carriera.

Mentre il segretario di stato
americano Colin Powell raccoglieva i suoi appunti davanti
al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’uomo che lo guardava
alla televisione – Rafid Ahmed Alwan al-Janabi, noto ai servizi di
intelligence occidentali con il nome in codice di “Curveball”- aveva più di un sospetto su quello
che stava per accadere. Dopotutto, lui era la fonte principale delle
informazioni di Powell, bollato dai suoi coordinatori tedeschi come
il nuovo ‘Gola Profonda’ (una figura così cruciale da poter far
cadere un governo).

Mentre Curveball guardava Powell
spiegare le motivazioni degli USA a sostegno
dell’invasione dell’Iraq
,
nascondeva l’ammissione che non aveva voluto fare fino a quel momento:
quasi ogni singola parola che aveva detto durante l’interrogatorio
con il segreto tedesco, il BDN, era una bugia.

Tutte quello che aveva detto
sui meccanismi interni del programma di armi biologiche di Saddam Hussein
era un gioco di fantasia – che, egli afferma ora, aveva lo scopo di
far saltare il dittatore iracheno. Janabi, un laureato in ingegneria
chimica che ha lavorato per l’industria irachena, dice di essere rimasto
sbalordito man mano che la presentazione di Powell rivelava come gli
avidi comandanti dell’amministrazione Bush avevano mandato giù l’intera
storia. Ma qualcos’altro l’ha lasciato ancora più stupito; fino
ad allora non aveva ancora incontrato alcun ufficiale americano, né
a maggior ragione rilasciato interviste.

“Ho avuto la possibilità
di architettare qualcosa di concreto per far cadere il regime”, ha
detto in una serie di interviste rilasciate al Guardian nelle sue due
lingue madri, l’arabo e il tedesco. “Io e i miei figli ne siamo
fieri, e siamo fieri di essere aver fornito all’Iraq il confine della democrazia”.


[Rafid Ahmed
Alwan al-Janabi, nome in codice Curveball ha lasciato che la sua immaginazione spaziasse selvaggia,
diventando così la fonte principale delle motivazioni che hanno spinto
Colin Powell alla guerra nel 2003.]

Le sue interviste rilasciate
al Guardian, realizzate nell’arco di due giorni, sembravano essere
in parte un’espiazione di coscienza, in parte un tentativo di giudicare
quanto aveva compiuto. Sembrava anche che fossero una gara nel tentativo
di far risorgere la sua reputazione, che l’avrebbe aiutato a cominciare
di nuovo in Iraq, un paese che otto anni dopo sta ancora facendo i conti
con più di 100.000 morti civili e con le conseguenze di una selvaggia
guerra settaria.

L’uomo che ha messo in piedi
una delle più grandi truffe nella storia dell’intelligence moderna
non è stato facile da identificare. E’ arrivato in un hotel della
sua città adottiva di Karlshrue molto provato da una notte passata
a inviare e-mail. Robusto, gli occhi malinconici, si portava addosso
un forte odore di sigaretta mentre si muoveva nervosamente in preda
a una irrequieta energia. Si è appollaiato su una sedia prima di iniziare
a rispondere alle domande, un procedura con la quale sembrava avere
una certa familiarità.

“Colin Powell non ha detto
che io ero l’unica ragione per questa guerra”, ha affermato. “Lui
ha parlato di tre cose. Prima di tutto l’uranio. Poi al-Qaeda e, terzo,
la mia storia.

Non so perché le fonti
non abbiano mai citato l’uranio e al-Qaeda, e sia invece uscito fuori
il mio nome. Lo accetto, in ogni caso, perché ho fatto qualcosa per
il mio paese e a me questo basta”.

Dalla caduta di Baghdad l’identità
di Curveball è stata oggetto di ricerca per tutto l’Iraq e l’Europa.
E’stato finalmente individuato verso la fine del 2007 come fonte principale
del discorso di Powell. Ma da allora ha tentato di mantenersi nell’ombra
– sulla base degli ordini ricevuti dal BND – rifiutando i tentativi
di avvicinamento dei pochi giornalisti che lo avevano localizzato nella
città di Karlsruhe.

L’unica occasione in cui
Curveball ha accettato di farsi intervistare è stato alla fine del
2007, quando ha detto alla CNN di essere stato usato dal BND come capro
espiatorio e di non aver mai spifferato nessuna parola sulle armi di
distruzione di massa. L’anno scorso ha chiamato la polizia quando
una troupe danese che stava girando un documentario è andata a bussargli
alla porta.

Curveball sostiene di aver
ottenuto asilo dal governo tedesco il 13 marzo 2000, meno di sei mesi
dopo il suo arrivo in Germania e prima che gli fosse stata fatta alcuna
domanda sulle armi biologiche. Curveball sottolinea questo aspetto,
consapevole del fatto che potrebbe sembrare un semplice opportunista.
“La storia delle armi biologiche non ha nulla a che vedere con la
mia richiesta di asilo. Lo stato tedesco, o il BND insomma, o qualcuno
dalla Germania ha detto che io ho parlato delle armi chimiche perché
volevo ottenere l’asilo. Questa cosa non è vera”.

Racconta che dopo circa tre
settimane dall’accoglimento della sua domanda di asilo, un ufficiale
tedesco, che lui chiama Dottor Paul, è andato a trovarlo. Nella sua
domanda d’asilo, Curveball aveva detto di aver lavorato come ingegnere
chimico, cosa che aveva destato un’attenzione particolare.

“Mi ha detto che aveva bisogno
di informazioni sulla mia vita. Ha detto che era molto importante, che
in Iraq c’era un dittatore e che io avevo il dovere di aiutare”.

A questo punto, stando a quanto
dice lui stesso, Curveball ha deciso di lasciare correre la sua immaginazione.
Per i successivi sei mesi si è seduto fianco a fianco con Paul, l’esperto
del BND in armi di distruzioni di massa e, riportando a galla le sue
conoscenze di ingegneria chimica dell’università e del periodo in
cui aveva lavorato a Baghdad, ha costruito un racconto del terrore.

Quello era il periodo in cui
ha avuto origine il discorso fatale di Powell; quello che Curveball
ha detto a Paul è diventato il pilastro chiave della presentazione
che Powell ha fatto alle Nazioni Unite (i diagrammi che ha mostrato
dei camion che trasportavano armi mobili e che potevano disperdere biotossine
nel vento).

“Abbiamo ricevuto descrizioni
di prima mano riguardanti fabbriche di armi biologiche su ruote”,
ha detto Powell. “La fonte è costituita da un testimone oculare,
un ingegnere chimico iracheno che ha fatto dei sopralluoghi in una di
queste strutture. Egli era presente durante le prove per la produzione
di agenti biologici. Era presente anche nel 1998, quando si è verificato
un incidente a seguito del quale morirono 12 tecnici”.

L’effetto all’ONU fu drammatico.
Ci si trovò di fronte a un racconto diretto e dettagliato proveniente
da un soggetto che faceva parte dei minacciosi e ingannevoli meccanismi
interni del regime di Saddam. Era una prova tangibile, di gran lunga
più convincente degli altri due elementi che Powell poteva utilizzare
per sostenere la guerra, che sembravano poco dettagliati e non in grado
di persuadere i riluttanti alla guerra.

Anche ora, Curveball sembra
non credere che le sue bugie siano riuscite ad arrivare fin dove di
fatto sono arrivate. Dice che pensava che il gioco fosse iniziato dalla
fine del 2000. A quel punto, il BND era volato a Dubai per intervistare
il suo ex capo, il dott. Basil Latif, presso il complesso industriale
militare iracheno, ed egli aveva riferito che il suo ex sottoposto era
un bugiardo.

Diversi ufficiali dell’intelligence
britannica erano presenti all’incontro con Latif. Le loro controparti
tedesche hanno lasciato Dubai guardando la loro preziosa fonte in una
luce diversa.

Secondo loro, Curveball avrebbe
sostenuto che il figlio di Latif, all’epoca studente in Inghilterra,
fosse un fornitore di armi di distruzione di massa. La falsità di tale
informazione è stata facilmente dimostrata dalle spie britanniche.

Il BND è quindi rientrato
in Germania e ha mandato un ufficiale a confrontare le loro fonti. “Lui
dice che ‘non ci (sono) camion’ e io dico ok, quando (dice il dott.
Basil) non ci sono camion allora vuol dire che (non ce n’è nessuno)”,
ha risposto Curveball in un inglese spezzato. “Non ho parlato con
loro fino alla fine di maggio 2002”.

Fintantoché il BND è
andato a cercarlo di nuovo, Curveball dice di aver badato a se stesso
per quasi diciotto mesi. Riceveva un fisso mensile dal suo coordinatore,
ma non gli era mai stato chiesto di fare qualcosa per lo stato.

“Quando è ritornato da me,
non mi ha chiesto (le stesse cose)”, dice parlando degli incontri
del 2002. “Mi ha chiesto ad esempio il nome delle insegne, quello
dello stabilimento, se conoscevo questa persona”. Curveball ha ammesso
di continuare ad aver mentito a chi lo interrogava per tutto l’anno.

Egli sostiene che il BND gli
aveva fatto capire che sua moglie, incinta, che all’epoca stava cercando
di raggiungere la Germania dalla Spagna, non sarebbe stata in grado
di raggiungerlo se lui non avesse cooperato. “Mi diceva: tu lavora
con noi o tua moglie e tuo figlio se ne vanno in Marocco”.

Secondo il suo racconto, ci
sarebbero stati almeno una dozzina di incontri nel 2002. Curveball dice
che in nessuna delle nuove domande si era parlato della centrale di
purificazione del becchime per uccelli, localizzata a Djerf al-Nadaf,
sud-est di Baghdad, luogo dove egli sosteneva che avesse sede il programma
di armi di distruzione di massa di Saddam.

Tale luogo era quello dove
si supponeva venissero caricati i camion. “Il BND non mi ha chiesto
nulla in merito a questo progetto, perché sapevano che stavo sbagliando”.

Ma nel gennaio 2003, diverse
settimane prima del discorso di Powell, l’interrogatorio è tornato
sui camion e sul becchime. “Era la prima volta dal 2000 che tornavano
a parlare con me di questa cosa”. A Curveball era chiaro che i tamburi
di guerra stavano battendo sempre più forte, ma egli sostiene che pensava
ancora che la sua storia dei camion fosse stata trascurata.

E poi c’è stato il discorso
all’ONU. Curveball sostiene che il BND gli aveva confermato che qualunque
cosa lui avesse detto sarebbe rimasta in Germania. E’ quindi rimasto
sconvolto nel vedere Powell mostrare diagrammi che egli sapeva erano
stati preparati sulla base delle sue descrizioni fraudolente.

“E quindi ho chiamato il
mio coordinatore. Gli dico che sto vedendo il discorso di Colin, e lui
dice ‘ok, questo ist ein klein’, è un problema piccolo. Tu vieni
da me… domani, e parliamo. Mi dice ‘devi andartene da questa casa
adesso perché è molto pericoloso per te e per la tua famiglia. Dal
9 aprile in poi puoi ritornare’”.

Per i due mesi successivi,
Curveball sostiene di essersi trovato in una sorta di confino virtuale,
in cui gli era stato vietato dal BDN di guardare la TV e gli era permesso
avere contatti limitati con le persone fuori dall’hotel. E’ venuto
a conoscenza dell’inizio della guerra da stralci di conversazione
con sconosciuti.

Quando gli è stato chiesto
come si sentiva riguardo alla conta dei corpi dei suoi connazionali
e al caos che si era creato in Iraq, Curveball si è nervosamente sistemato
sulla sedia e ha detto: “Quando sento di qualcuno che viene ucciso,
non solo in Iraq, ma in qualsiasi guerra, io sono molto dispiaciuto.
Ma datemi un’altra soluzione. Ci riuscite?

“Credetemi, non c’era nessun
altro modo per rendere libero l’Iraq. Non c’erano altre possibilità”.

“Saddam non [concedeva] libertà
nella nostra terra. Non ci sono altri partiti politici. Uno deve credere
a quello che Saddam dice, e a quello che Saddam vuole. E io questa cosa
non la accetto. Devo fare qualcosa per il mio paese. E così ho fatto
quello che ho fatto e ne sono contento, perché l’Iraq non ha più
un dittatore”.

La rinascita di Curveball come liberatore e patriota
è un’idea venduta a molti nella CIA
,
nel BND e nell’amministrazione Bush, le cui carriere sono state ferite
mortalmente man mano che il mistero che circondava la collocazione delle
mancanti armi di distruzione nei mesi successivi all’invasione si
è trasformato nella realtà delle cose, ovvero che tali armi non esistevano.

I suoi critici – che
sono molti e per giunta potenti – dicono che il prezzo pagato per
questo inganno sia troppo difficile da stimare, anche ora. Mentre l’America
riduce la sua presenza in Iraq, si lascia alle spalle un paese
instabile, la cui fedeltà, dopo otto anni costati potrebbe non
rivolgersi all’America e ai suoi alleati, dopo tutto. Per Curveball,
d’altro canto, è tempo di reinventare se stesso. E’ tornato due
volte in Iraq, dove ha fondato un partito che si è guadagnato 1.700
voti nel corso delle elezioni dello scorso marzo. Ha anche scritto un
libro sui suoi ultimi dieci anni ed è ora alla ricerca di un editore.

Nel frattempo, sembra che le
cose abbiano preso una piega più amara con il BND. Le spie hanno aiutato
lui, sua moglie e i suoi due figli ad avere la cittadinanza tedesca
nel 2008. Allo stesso tempo, gli hanno ridotto lo stipendio di 3.000
euro al mese, dicendogli di provvedere a se stesso.

Questa cosa si è rivelata
difficile a Karlsruhe, cittadina universitaria di medie dimensioni vicina
al confine franco-tedesco, dove la sua reputazione di fanatico lo ha
preceduto. Il primo giorno della nostra intervista, un ufficiale comunale
gli ha detto che a lui e alla sua famiglia era fatto divieto di lasciare
il paese.

Ora passa le giornate in un
appartamento in affitto nei sobborghi di una città con una moglie che
gli rimane fedele – e che afferma di aver appreso dello sfruttamento
del marito tre anni fa – e due bambini. Non ha più la Mercedes che
il BND gli aveva dato. Ed è ben consapevole che i servizi segreti,
così come la sua nuova città, si stancheranno presto di lui.

“Sarò onesto con lei.
In questo momento ho un sacco di problemi perché il BND mi ha portato
via l’appartamento e il mio cellulare: mi trovo in una brutta posizione.
Ma se potessi ritornare al 2000, se qualcuno mi chiedesse, direi le
stesse cose perché non voglio che quel regime continui nel nostro paese”.

Titolo originale: “Curveball: How US was duped by Iraqi fantasist looking to topple Saddam

Fonte: http://www.guardian.co.uk
Link
17.02.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RACHELE MATERASSI

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