Prove crescenti indicano che le vendite, l’utilizzo e le complicazioni del consumo di alcol sono aumentati durante questi ultimi due anni. In uno studio trasversale appena pubblicato su Jama i ricercatori hanno utilizzato i dati dal 2012 al 2019 per proiettare i tassi di mortalità nel 2020 e nel 2021 negli Stati Uniti e hanno scoperto che i tassi di mortalità correlati al consumo di alcol sono aumentati tra tutte le età e i sessi durante la pandemia. I giovani, in particolare quelli di età compresa tra 25 e 44 anni, hanno avuto la tendenza al rialzo più forte.
Anche nel nostro Paese la problematica esiste e non è da sottovalutare. Tra i giovani sono aumentati episodi di autolesionismo e violenza, oltre a consumo di alcol, e crescono le difficoltà di relazione. Riccardo Bettiga, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Lombardia, ha dichiarato: “Da una rilevazione effettuata su 5 reparti ospedalieri e 8 servizi territoriali di Neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza della Regione Lombardia, riferiti ai soli mesi di gennaio 2020 e 2021, abbiamo trovato più che raddoppiato (da 45 a 96) il numero di accessi al Pronto soccorso e aumentate di quasi il 25 per cento (da 41 a 59) le richieste di ricovero relative a cause direttamente correlate ad atti di autolesionismo o tentativi di suicidio. I dati, seppure non esaustivi della realtà regionale, sono francamente estensibili nella loro lettura”.
Il clima di incertezza e paura in cui siamo vissuti per due anni (e che sta continuando) ha inciso pesantemente su un’età della vita che è ricca di energia, entusiasmo, ma anche di fragilità e al momento è alto il numero di minori italiani che consumano alcol.
Bevono per sentirsi più sicuri, più loquaci, per facilitare le relazioni interpersonali, per essere più accettati dal gruppo. Ma i rischi sono molti e le conseguenze pesanti, sia fisiche che psichiche. Quando l’eccessiva assunzione di alcol, infatti, è prolungata nel tempo, nell’arco degli anni si manifestano una serie di effetti tossici a carico dell’organismo e si va incontro ad un lento, ma inesorabile, decadimento di tutti gli organi.
Al di là delle enormi responsabilità politiche relative alla gestione della passata emergenza sanitaria (e ora della guerra), gli alcolici sono troppo economici, troppo disponibili e troppo tollerati in molti paesi.
È il momento di invertire la tendenza e, per farlo, si deve cominciare dalla famiglia. Molto spesso, infatti, è dove si incrina il rapporto genitori-figli che i giovanissimi si danno al bere.
Del resto è controproducente iniziare a parlare dei rischi legati all’alcol ai figli in età adolescenziale, epoca in cui tutto è soggetto a critica e visto come frutto dell’esagerazione dei genitori. È bene cominciare per tempo, insegnare come si beve in sicurezza e come l’alcol sia qualcosa da condividere a tavola con moderazione (all’età giusta) e mai da abusare.
Ma, soprattutto, è necessario costruire negli anni un rapporto che assicuri presenza e colloquio. Perché, il più delle volte, i ragazzi bevono per superare difficoltà o mancanze. E genitori attenti e capaci di intervenire al momento giusto con le parole più opportune aiutano a crescere forti per affrontare tutto ciò che la vita porta.
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VB