Riconosciute dopo due anni e mezzo le terapie domiciliari precoci a base di antinfiammatori. La prestigiosa rivista The Lancet Infectious Diseases ha pubblicato un lavoro dal titolo: “La casa come nuova frontiera per la cura del Covid-19: il caso degli antinfiammatori”, il Corriere della Sera e altri media nazionali ne parlano solo adesso, ma la stampa indipendente ha sempre sostenuto i medici che hanno praticato queste cure salvando migliaia di persone dall’ospedalizzazione per aggravarsi dei sintomi.
Intervenire subito, all’esordio dell’infezione, con le terapie adeguate – in primis FANS (i principali raccomandati sono gli inibitori selettivi della COX-2: l’indometacina, l’ibuprofene e l’aspirina, ad esempio) uniti eventualmente ad altri farmaci in base anche alle necessità individuali – per prevenire la progressione verso una malattia più grave e complicanze a lungo termine E’ CIO’ CHE HANNO SEMPRE DICHIARATO CON CONVINZIONE E FATTO QUEI MEDICI che fin dal marzo 2020 si sono attivati andando anche contro i protocolli ministeriali e che per questo sono stati osteggiati dagli stessi ordini professionali e denigrati da molti colleghi.
Dunque la verità comincia pian piano a venire a galla.
Chi pagherà adesso per tutto ciò che è accaduto (le molte vite perse, gli ospedali saturi, i lockdown, le vaccinazioni imposte, le sospensioni dal lavoro per chi si è rifiutato di farsi inoculare farmaci non adeguatamente sperimentati) e che oggi è candidamente confermato si sarebbe potuto evitare iniziando subito le cure con dei semplici antinfiammatori?
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VB