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DI TONY BENN
The Tribune

“Le grandi recessioni tra le guerre non sono state azioni divine o di forze oscure. Sono state il sicuro e certo risultato della concentrazione di troppo potere economico nelle mani di pochissimi uomini. Questi uomini hanno imparato solo ad agire nell’interesse dei loro monopoli privati guidati dalla burocrazia che possono essere equiparati ad oligarchie totalitarie all’interno dei nostri stati democratici. Essi non hanno e non sentono responsabilità verso la nazione”.

Queste parole sono tratte dal manifesto del partito Laburista del 1945 “Affrontiamo il futuro” che ha brillantemente identificato la stessa crisi che ora è descritta come uno “scricchiolio del credito” [“credit crunch”], come se fosse un semplice singhiozzo in un comunque magnifico mondo globalizzato e neoliberista, che potrebbe essere corretto con una grande sovvenzione dai contribuenti per riportare il casinò di Wall Street e i suoi partner in tutto il mondo al guadagno. Mi ha ricordato il fatto che quando la schiavitù fu abolita furono i proprietari di schiavi, e non gli schiavi, che ricevettero una compensazione dal governo del tempo.

Forse è più importante – e mai menzionato dai media- che tutte le notizie che noi riceviamo ogni giorno e ogni ora siano riguardo i banchieri, mentre i presidenti, primi ministri, e gli altri leaders eletti del mondo vengono ridotti al ruolo di semplici commentatori dai quali si pretende che forniscano soldi dei contribuenti per tirare fuori dai pasticci il ricco.Infatti ciò che stiamo guardando non è niente di meno che il continuo trasferimento del potere politico reale dal seggio elettorale al mercato e dal voto al portafoglio – rovesciando le conquiste democratiche che abbiamo ottenuto nel secolo passato quando avevamo la possibiltà di usare sempre di più i nostri voti per modellare il nostro futuro economico.

Il nostro manifesto del 1945 lo ha reso chiaramente nel passaggio successivo alla citazione riportata sopra. Questo è ciò che dice : “La nazione vuole cibo, lavori e case. Vuole più di questo. Vuole buon cibo in abbondanza, lavoro utile per tutti e case confortevoli dotate di elettrodomestici che risparmino lavoro e che sfruttino pienamente le risorse della scienza moderna e dell’industria produttiva.”

Questa era la politica che portò il Partito Laburista al potere nel 1945 e che diede a questa nazione il Servizio Sanitario Nazionale, lo stato assistenziale e un imponente programma di costruzione di case, reso possibile dalle autorità locali elette che avevano le risorse rese a loro disponibili dal Tesoro.

Ora, 63 anni più tardi, stiamo fronteggiando una situazione simile e abbiamo bisogno di capire cosa sia successo se vogliamo trovare un’uscita.

Ogni giorno ci viene raccontato dai media che dovremmo riporre la nostra fiducia nel mercato e che il problema e non la risposta sono i governi eletti e, per questa ragione, non dovrebbero interferire.

Queste idee cominciarono ad emergere nel sistema politico quando giunse al potere Margaret Thatchter e nel 1994 il “nuovo” Partito Laburista le adottò come basi del suo approccio che spiega perchè lei una volta ha descritto il “nuovo” Partito Laburista come la sua “più grande conquista”.

Attualmente i diritti sindacali sono minori rispetto al 1906, le paghe sono state abbassate ed è stato raccomandato come alternativa alla gente di farsi prestare il denaro e spendere – ciò spiega perchè il mercato azionario è crollato e ha condotto sempre più persone nel debito, che è una sottile forma di schiavitù.

Questa è la ragione perchè molta gente è spaventata e la gente spaventata può essere qualche volta persuasa a cercare una risposta nell’identificare un nemico come capro espiatorio per il fallimento – come fece Hitler quando incolpò gli ebrei, i comunisti e i sindacati per la disoccupazione di massa in Germania e costituì una dittatura fascista che porto all’ Olocausto e alla guerra.

Hitler affrontò la disoccupazione dando ai disoccupati lavoro nelle fabbriche di armi e nelle forze armate che condusse alla Seconda Guerra Mondiale e alle gravi perdite umane che causò.

Qualunque cosa faccia la sinistra non deve mai replicare frantumandosi in una massa di minuscole sette ideologiche che si combattono continuamente l’ una con l’altra – poichè questa via conduce al fallimento, alla frustrazione e alla sconfitta.

Questo è il tempo per la cooperazione all’interno della sinistra per affrontare i problemi che devono essere affrontati su basi non settarie come abbiamo visto nella coalizione contro la guerra, nelle campagne per i diritti sindacali, per le libertà civili, per le pensioni, per il disarmo nucleare, per la costruzione di case popolari e per un giusto sistema di tasse – tutto ciò richiede una completa unione sindacale se si vuole arrivare al successo.

Se la situazione economica peggiorasse, come può benissimo essere, noi dobbiamo anche stare in guardia sulla soluzione della “coalizione” che ci potrebbe essere degnamente presentata come unica via attraverso la quale questi problemi vanno affrontati, un argomento che è stato anticipato in America quando George Bush, John McCain e Barack Obama hanno raccolto 700 miliardi di dollari per il salvataggio che Wall Stret richiedeva.

La stessa argomentazione fu usata da Donald Ramsey nel 1931 quando formò un governo nazionale che quasi distrusse il Partito Laburista nelle elezioni generali dal momento che rimasero solo 51 membri del Parlamento laburisti, e senza il coraggio di Ernie Bevin e della TUC (Trades Unio n Congress), non si sarebbe mai potuto recuperare, come fu invece nel 1945.

Io spero che la seconda volta di Peter Mandelson al Consiglio dei Ministri nell’ultimo rimpasto non conduca all’idea che restare a galla sia il modo migliore di superare la crisi perchè ciò potrebbe essere la crisi della democrazia – lasciando che la Commissione Europea impedisca la ricomparsa della proprietà pubblica e del controllo delle banche che molti vedono come la miglior maniera per andare avanti.

Per la prima volta nella mia vita, l’opinione pubblica stà alla sinistra del governo Laburista e l’opinione comune ci conduce in una direzione abbastanza differente da quella che stiamo seguendo dal 1979 quando la Thatcher voleva distruggere i sindacati, azzoppare le autorità locali e privatizzare le nostre risorse pubbliche delle quali noi abbiamo bisogno ora più che mai.

Nel 1945 la nazione capì che i problemi in tempo di pace richiedono la stessa intensità di impegno come in tempo di guerra.

E con la disastrosa esperienza dell’ Iraq e dell’ Afghanistan molta gente si sta chiedendo perchè sprechiamo così tanti soldi in queste guerre illegali, brutali e senza possibilità di vittoria e nelle armi nucleari quando la gente sta perdendo il proprio lavoro e subisce la confisca delle loro case.

La richiesta di pace e socialismo è intensa e attuale e dominerà l’opinione pubblica e il supporto elettorale come fece allora, nel 1945, e potrebbe fare ancora.

Tony Benn è uno dei più famosi politici dell’Inghilterra e nel Partito Laburista è il Membro del Parlamento da più tempo in carica.

Titolo originale: “What went wrong in the capitalist casino”

Fonte: http://www.tribunemagazine.co.uk
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17.10.2008

Tradotto da MASSIMO ARGO per www.comedonchisciotte.org

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