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La Redazione

 

CONTAGION D DA PENSARE

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A cura di supervice
Il 12 Ottobre 2011
103 Views
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FONTE: Watchbetweenframes.blogspot.com

Un altro giorno di pioggia a Seattle. Un clima del genere praticamente

ti costringe a vedere film. I teatri forniscono un rifugio dall’umidità

e dal freddo. E per quando riguarda uscire, una lunga camminata nella

nebbia e nel grigiore stimola la meditazione laddove produttori e

studios cercano di portare la mente umana.

Oggi: “CONTAGION”.

Entro aspettandomi un film di propaganda ed esco debitamente gratificato.

“Contagion” racconta la storia

di benevoli funzionari pubblici, motivati solo dal dovere. Corrono da

una parte all’altra del globo in cerca di un virus e del suo vaccino.

I CDC – Centri per la prevenzione

ed il controllo delle malattie – e l’OMS comunicano in qualità di agenzie

portavoce modello per sostenere il governo centralizzato. Lo spettatore

non si chiede della forse più facilmente dubbia legittimità di acronimi

come FDA, Food and Drug Administration; DOE, Dipartimento

dell’Energia; EPA, Agenzia di Protezione Ambientale. Quando si tratta

della protezione di innocenti da un virus letale, meglio inchinarsi

all’autorità morale dei pochi.

Vediamo personaggi sacrificarsi che

credono che la miglior condotta sia occultare le informazioni. La trasparenza

comporta un pericolo imminente per il pubblico.

Una sorta di meta-mercificazione della

paura percorre l’arco narrativo mentre uno per uno, milione dopo milione,

sia tra i cittadini che tra i politici cadono in preda alla nuova e

migliorata morte, rapida e dal tocco fantasma.

Se l’unica cosa di cui aver paura è la paura stessa, allora forse torniamo

al punto di partenza, dove la paura ha ancora il controllo della nostra

mente e del nostro corpo come fosse il nostro più grande idolo e burattinaio.

Sembra che il terrore rimarrà sempre colui che guida i mortali, qualunque

sia la sua origine, la morte, la sofferenza o i film dell’orrore.

Tuttavia in “Contagion

praticamente il messaggio rigira il pubblico con uno schiaffo alla “fidati

dei tuoi superiori”. Conclude senza metafore che la cosa più grande

da temere è noi stessi. Né la malattia, né un governo di qualsiasi

potenza o scopo. Abbiate paure delle rivoluzioni. Del caos. Dei ladri

che verranno a rubarvi il cibo.

E soprattutto, abbiate paura di Internet e dei blogger. Giovani

giornalisti spavaldi che saggi e vecchi dottori riducono a semplici

graffitari che usano la punteggiatura”. In “Contagion

le televisioni che recitano le notizie della sera in sottofondo trasmettono

solo l’onesta verità, mentre paranoici critici giocano con le menti

di milioni e fomentano l’ignoranza e il caos su una scala che neanche

Walter Cronkite ha mai misurato.

Contagion” maledice il

popolino e la natura accessibile di Internet. Ho paura – sì, mi spaventa

– che forse una lenta perdita di individuazione appaia all’orizzonte.

I campi del FEMA – Ente federale per la gestione delle emergenze -,

la legge marziale, la Sicurezza Interna, questi bravi uomini e donne

che tengono a noi più di noi stessi. Noi ABBIAMO BISOGNO di loro, strilla

il messaggio. Forse più di quanto abbiamo bisogno di noi stessi.

Non mi sorprende che Steven Soderbergh

abbia accettato un progetto del genere. Sostiene la “delega dell’industria

cinematografica americana per contrastare la pirateria dei diritti d’autore”.

Per me si traduce in “non permettete agli individui di tagliarsi

una fetta dei profitti di monopolio”. Di nuovo, Internet è il

tuo nemico. E anche le masse. Le entità che governano, non così tanto.

Questo film nasconde un’agenda precisa.

Ogni figura d’insieme ha bisogno di un più meticoloso e pianificato

processo rispetto alla tipica storia con l’eroe/protagonista. Assistere

Soderbergh nella sua ricerca comporta una pericolosa ridda di nomi famosi.

Ho cercato “Contagion propaganda” su Google e i risultati indicavano

che non sono più solo. Questo film ha chiarito le idee a molti scettici.

Anche il CDC è stato consultato

per il progetto, come confermato dalla National Public Radio.

Acronimi, acronimi, acronimi. In un’era in cui l’autorevolezza della

legittimità delle grandi istituzioni centralizzate continua a diminuire,

lo Stato aumenterà l’uso di grandi studios, del culto della

celebrità e del media sensazionalistici per mantenere il potere.

Anche gli studios ne beneficeranno, dato che, in mancanza di

una legge sulla proprietà intellettuale, stanno affrontando una drastica

diminuzione della loro dilatazione generazionale.

**********************************************

Fonte: ‘CONTAGION’ means something

08.10.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO

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