DI PAUL CRAIG ROBERTS
Counterpunch
Molti americani si accontentano del rapporto redatto dalla Commissione istituita per indagare sull’11 settembre, ma due presidenti della stessa commissione, Thomas Kean e Lee Hamilton non si accontentano. Non è soddisfatto neanche Max Cleland, membro della commissione, nonché senatore americano che si è dimesso dalla Commissione sull’11 settembre dichiarando al Boston Globe (13 nov. 2003): “queste indagini sono compromesse”. Anche l’ex direttore dell’FBI Louis Freeh ha dichiarato al Wall Streeet Journal (17 nov. 2005) che c’erano delle inesattezze nel rapporto della Commissione e che “rimangono domande che necessitano risposte”.
Entrambi, sia Kean che Hamilton, hanno dichiarato in due occasioni, una nel loro libro del 2006 “Senza precedenti: la vera storia della Commissione dell’11 settembre”, e di nuovo il 2 gennaio 2008 al N.Y. Times che ci sono delle inesattezze nel rapporto della Commissione con domande che restano senza una risposta o che hanno avuto una risposta errata.Il 2 gennaio infatti Kean ed Hamilton hanno accusato la CIA di ostacolare le loro indagini: “Ciò che di sicuro sappiamo è che funzionari di governo hanno deciso di non mettere a conoscenza dei fatti un organo legalmente costituito e creato dal Congresso e dal Presidente per investigare su una delle più grandi tragedie che questo paese ha vissuto. Questo noi lo chiamiamo intralciare”.
Nel loro libro Kean ed Hamilton hanno scritto che non erano in grado di ottenere contatti con i più importanti testimoni che erano in custodia e che erano l’unica possibile fonte di informazioni sul complotto dell’11 settembre.
Le sole informazioni che la Commissione era autorizzata ad ottenere erano quelle che derivavano dagli interrogatori dei presunti capi del complotto, come ad esempio Khalid Sheikh Mohammed, provenienti da fonti terze. Alla Commissione non era consentito interrogare i presunti colpevoli presi in custodia, né tanto meno incontrare coloro che li avevano interrogati. Di conseguenza, scrivono Kean ed Hamilton, “era impossibile valutare l’attendibilità delle informazioni ottenute” poiché ricevute da una terza parte. “Come potevamo dire che qualcuno come Khalid Sheikh Mohammed ci stesse dicendo la verità?”
L’esistenza dei documenti video degli interrogatori fu tenuta segreta alla Commissione sull’11 settembre.
Tali registrazioni sono state distrutte. La distruzione è divenuta un problema poiché la decisione ad essa relativa coinvolge la Casa Bianca e perché potrebbero rivelare dei metodi di tortura che l’amministrazione Bush ha sempre negato di usare.
Quella delle torture è un depistaggio? La Commissione non era incaricata di investigare sui metodi di interrogazione o di trattamento dei detenuti. Alla Commissione era richiesto di investigare la partecipazione di al Qaeda all’attacco dell’11 settembre ed individuare i colpevoli dell’attentato terroristico. Non c’erano valide ragioni per sottrarre al vaglio della Commissione i video delle confessioni che implicano al Qaeda e Osama Bin Laden.
I video furono sottratti all’investigazione della Commissione perché i presunti partecipanti al complotto non hanno mai confessato, non implicano al Qaeda, né tanto meno Bin Laden?
Non ci sono motivi per cui l’amministrazione Bush debba temere la questione delle torture. Il Dipartimento di Giustizia ha infatti legalizzato tale pratica, ed il Congresso ha approvato la relativa normativa, firmata dal presidente Bush, dando retroattiva protezione a coloro che hanno eseguito gli interrogatori e le torture. Il “Military Commission act” che è stato approvato nel settembre 2006 e firmato da Bush nell’ottobre 2006 priva i detenuti delle protezioni previste dalla Convenzione di Ginevra. “Un nemico straniero che combatte illegalmente ed è soggetto a processo da parte della Commissione Militare con tali capi d’accusa non può invocare la Convezione di Ginevra come fonte di diritti”. Altre clausole dell’atto privano i detenuti del diritto a processi rapidi e legittima nei loro confronti la tortura e l’autoincriminazione. La legge ha una postilla che retroattivamente protegge i torturatori da eventuali incriminazioni future contro di loro per crimini di guerra.
È stata forse l’amministrazione Bush a trarre astutamente vantaggio dalla questione sulle torture al fine di esercitare pressioni sulla CIA per la distruzione dei nastri “con le torture”.
Ciò che sembra più plausibile è che i nastri con le registrazioni furono distrutti perché non contenevano alcun tipo di confessione dell’attentato da parte dei detenuti. Ciò che Kean ed Hamilton si chiedono è: come facciamo a conoscere la verità sull’accaduto senza alcuna prova?
Ciò che abbiamo è solo la parola che ha dato l’amministrazione Bush, la stessa che disse che Saddam Hussein era in possesso di armi di distruzione di massa, e mentre aveva già un rapporto NIE che diceva che l’Iran aveva concluso il suo programma di armamenti nel 2003, ci diceva che tale paese aveva in corso un programma di armamento nucleare ed era vicino a possedere armi nucleari.
Paul Craig Robert è stato assistente di segreteria al Tesoro sotto l’amministrazione Reagan. Era editore associato del Wall Street Journal e coeditore di National Review. E’ anche coautore di “La tirannia delle buone intenzioni”. Può essere contattato all’indirizzo e-mail: [email protected]
Titolo originale: “Why Were the 9/11 Tapes Destroyed?”
Fonte: http://www.counterpunch.org/
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04.02.2008
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANTO SARNO