COME PORRE FINE ALLA CRISI DEI MUTUI SUBPRIME

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blankDI PAUL CRAIG ROBERTS
Counterpunch

Le riforme spesso fanno più danni che benefici. Questo è infatti il caso della regola “mark-to-market” che sta implodendo il sistema finanziario degli Stati Uniti richiedendo alle istituzioni finanziarie di valutare i mutui subprime al loro corrente valore di mercato.

Questo crea reali problemi di bilancio. Questi strumenti finanziari sono diventati problematici prima che si fosse creato per loro un mercato, essendo stati messi sul mercato direttamente dagli emittenti agli investitori.

Adesso che sono in crisi e nessuno ne conosce il valore, nessuno è più interessato. La mancanza di liquidità dà loro un valore basso.

Il risultato è una tremenda pressione sui bilanci.

Il crollo del valore dei derivati basati sui mutui subprime sta portando le istituzioni che li hanno in portafoglio verso lo stato di insolvenza, distruggendo il loro valore azionario e forzando le istituzioni a vendere attività liquide non problematiche, determinando come conseguenza un declino generale del mercato azionario.

La soluzione è di sospendere la regola del “mark-to-market”. E fare si, invece, che le istituzioni finanziarie tengano proprietà a rischio al valore effettivo, o all’85-90% del loro valore, fino a quando il mercato ne possa decidere il valore, e consentire alle istituzioni finanziarie di svalutare i mutui subprime ed altri strumenti finanziari critici nel tempo.

Sospendere il “mark-to-market” toglierebbe pressione dal mercato azionario e renderebbe inutile per la Fed abbassare i tassi di interesse in modo da creare liquidità nell’ economia tramite un sistema bancario in difficoltà.

Il problema non è una generale mancanza di liquidità ma la liquidità per nuovi e malconcepiti sistemi finanziari.

Il basso tasso di interesse negli USA potrebbe incrementare la crisi accellerando il declino del dollaro. Ora che l’inflazione ha alzato la testa, maggiore liquidità da parte della Fed aggiunge sofferenza al mercato, come possedere una proprietà senza pagarne il debito.

E’ assurdo permettere ad una “riforma” di causare una crisi finanziaria, ma è ciò che sta accadendo.
Sfortunatamente ci sono persone che sono convinte che nulla come una catastrofe finanziaria potrebbe creare un “azzardo morale”.

E’ certamente vero che creare strumenti obbligazionari con i mutui subprime è stata una pessima idea, che le persone che avrebbero dovuto conoscere meglio la situaziona hanno aperto le porte alla avidità e alla frode, e che “qualcuno dovrebbe comunque pagare”. Ma a pagare non dovrebbe essere la gente comune e l’economia. E’ anche vero che senza l’assurdo uso di una politica monetaria del basso tasso d’interesse da parte della Federal Riserve, che ha incrementato il boom della corsa al mattone, gli strumenti del subprime non sarebbero stati creati, o almeno non in tale quantità.

La crescita rapida dei prezzi del mercato immobiliare avrebbe dovuto avere come conseguenza il rendere positivi i crediti a rischio. Che cosa ne pensavano la Fed e le società emittenti?

Nessun dubbio che l’avidità, la frode, e uan cattiva politica abbiano giocato il loro ruolo. Il cuore del problema rimane la riforma del 1999, ”riforma” che ha abrogato una precedente riforma nota come il “Glass-Steagal Act”.

Nel 1933 il “Glass-Steagall Act” separò il sitema bancario prettamente commerciale dal business delle obbligazioni. Esso impedì che le speculazioni potessero distruggere il capitale della banca e che la riduzione dei depositi bancari portasse ai fallimenti e ad una corsa agli sportelli da parte dei depositanti.

Il Congresso e il Presidente Bill Clinton hanno stupidamente abrogato il “Glass-Steagall Act” nel 1999. La revoca della legge del 1933 fu guidata dal desiderio eccessivo di profitto della macchina bancaria e dalla ideologia del “libero mercato”, che considera la creazione di libere opportunità di mercato un modo assai migliore della regolazione dello stesso.

Nel fare questo, Il Congresso e Clinton hanno totalmente ignorato l’avviso del General Accounting Office e cioè che le banche necessitavano di incrementare il loro capitale prima di poter entrare a pieno regime nel “business delle obbligazioni”.

Il GAO fece notare anche che non c’erano abbastanza strutture di regolamentazione per monitorare i nuovi network finanziari che sarebbero scaturiti rimuovendo il muro tra il “commercial” e l'”investment banking”.
Comunque, avidità e ideologia hanno vinto sopra tutto. Il risultato è una crisi che se mal gestita, sarà tremenda.

Paul Craig Roberts era Assistente Segretario del Tesoro nell’amministrazione Reagan. Era Editore Associato al Wall Street Journal e Assistente Editore del National Review. E’ coautore di “Tiranny of Good intentions”. Può essere contattato all’indirizzo email [email protected]

Titolo originale: “How to End the Subprime Crisis”

Fonte: http://www.counterpunch.org/
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11.03.2008

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di VALERIA PIERDOMINICI

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