DI ELLEN BROWN
Common Dreams
In un articolo “Still
No End to ‘Too Big to Fail’”, William
Greider ha
scritto
su The Nation del 15 febbraio:
I cinici del mercato finanziario ritengono
che la Dodd-Frank non si limiti alle banche “troppo grandi per
fallire”, ma che abbia invece creato una cerchia privilegiati di
istituti considerati “sistematicamente importanti” a cui non
sarà permesso fallire, indipendentemente dal loro comportamento.
Potrebbe essere vero, ma c’è
una un genere di cattiva condotta che lo Zio Sam non è in grado
di coprire: i 32 trilioni di dollari dei credit default swap
(CDS). Trentadue trilioni di dollari è più del doppio del PIL
degli Stati Uniti e più del doppio del debito nazionale.
I CDS sono una forma di derivati acquistati
dagli investitori come assicurazione contro i default. Secondo
il Controllore della Valuta, quasi il 95% dell’esposizione totale dell’industria
bancaria verso contratti derivati è da imputarsi alle cinque più grandi
banche della nazione: JPMorgan Chase, Citigroup, Bank of America, HSBC
e Goldman Sachs. Il mercato di CDS è privo di regole, e non
viene richiesto che l”assicuratore” abbia davvero i fondi per
pagarli. I CDS sono simili a scommesse, e una forte perdita al
casinò potrebbe abbattere qualsiasi cosa.
Potrebbe, almeno, a meno che il casinò
sia ben arginato. Gli “eventi di credito” che costituiscono
default sono determinati dall’International
Swaps and Derivatives Association
(ISDA), e sembra che l’ISDA
sia posseduta dalle banche e dagli hedge fund più grandi al
mondo. Ciò significa che è il banco a decidere se dovrà pagare oppure
no.
I Banchi di Morgan, Goldman e delle
altre Big Five sono giustamente preoccupate, perché un “evento
di default” dichiarato sul debito sovrano europeo potrebbe
mettere in pericolo il loro schema da 32 trilioni di derivati. Rudy
Avizius in un articolo su The Market Oracle (Regno Unito) del 15
febbraio, spiega quello che è successo a MF Global, e perché lo stralcio
del 50% delle obbligazioni greche non è stato considerato un evento
di default.
Se voi pagaste solo il 50% delle rate
del vostro mutuo, le stesse banche vi imputerebbero rapidamente un default.
Ma le regole sono abbastanza differenti quando le banche sono le assicuratrici
che sottoscrivono il contratto.
MF Global: il canarino nella
miniera?
MF Global era uno dei maggiori mediatori
finanziari di derivati, fino a quando, il 30 ottobre 2011, non incontrò
la propria fine facendo così registrare l’ottavo fallimento per grandezza
nella storia degli Stati Uniti, dopo avere riportato un “ammanco
di materiale” di centinaia di milioni di dollari in fondi segregati.
il brokeraggio utilizzava un gran numero di complessi e controversi
accordi di riacquisto, o “repo“, per finanziarsi e
per ricavare profitti. Tra le scommesse perse, c’era un qualcosa descritto
come un affare andato male, 6,3 miliardi di dollari di una scommessa
dell’istituto sulle obbligazioni di alcune tra le nazioni più indebitate
d’Europa.
Avizius scrive:
In Europa fu raggiunto un accordo che
prevedeva lo stralcio del 50% del debito greco. MF Global aveva ovunque
un rapporto di indebitamento pari a 40 a 1, anche 80 a 1 a seconda dei
dati a cui si crede. Se prendiamo il caso che MF Global avesse una leva
di 40 a 1, ciò vuol dire che non avrebbero potuto assorbire anche una
piccola perdita del 3%, e così, quando fu pattuito un ”haircut”
del 50%, MF Global era spacciata. Tentò di arginare le perdite andando
a prelevare criminalmente dai conti segregati, e tutti noi sappiamo
come questi clienti abbiano perso i loro soldi […].
Comunque, MF Global riteneva di avere
una speculazione priva di rischio perché aveva acquistato i CDS da
queste grandi banche per proteggersi nel caso in cui le scommesse sui
debito europeo fossero andate male. MF Global credeva di essere protetta
dai suoi CDS, ma siccome l’ISDA
non ha considerato l’”evento di credito greco” un default, MF
Global non poteva coprire le sue perdite, portandola al collasso.
Il banco vinse perché poteva
decidere chi era il “vincitore”. Ma cosa accadrà quando la Grecia
o un qualsiasi altro paese si rifiuterà di pagare? Non si tratta di
un “haircut”. È una decapitazione. Il titolo sarà in rigor
mortis. Non c’è dizionario che lo possa definire come un “default”.
Questo tipo di default definitivo
della Grecia viene considerato sempre più probabile da vari analisti,
e anche in tempi rapidi. Il dottor Irwin Stelzer, professore senior
e direttore del gruppo per gli studi sulle politiche economiche dell’Hudson
Institute, è stato citato sul Yorkshire
Post (Regno Unito) di sabato:
È solamente una questione di tempo
prima che falliscano. Sono in bancarotta, dipende solo da quando verrà
riconosciuto e da come verrà definito.
Certamente faranno default […] forse
anche entro marzo. Se fossi in loro, me ne uscirei [dall’euro].
Il rovinoso tocco del Re Mida
In un articolo pubblicato su The Observer
(Regno Unito) dell’11 febbraio, intitolato The Mathematical Equation
That Caused the Banks to Crash
(L’equazione matematica che ha
fatto fallire le banche, ndt), Ian Stewart ha parlato dell’equazione
Black-Scholes, facendo luce sul mondo dei derivati:
Il settore finanziario la chiama la
“Formula Mida”, la ricetta per trasformare ogni cosa in oro. Ma
i mercati si sono dimenticati della fine del re Mida.
Come ci raccontò Aristotele in
questo antico racconto greco, Mida morì di fame proprio a causa delle
sue vane preghiere per poter godere del tocco dorato. Oggi i greci stanno
facendo la fame per proteggere il casino di Wall Street da 32 trilioni
di dollari. Avizius scrive:
I soldi fatti con la vendita di questi
derivati sono direttamente responsabili degli enormi profitti e bonus
di cui gode Wall Street. I padroni della finanza hanno raccolto profitti
osceni da questo schema, ma ora vivono col timore di una rovina e che
siano finiti i soldi facili. Le banche hanno portato il livello di leva
a un livello talmente estremo che ora tutto il castello di carte è
minacciato da una piccola nazione di solo 11 milione di abitanti. La
Grecia potrebbe abbattere l’economia del mondo intero. Se venisse dichiarato
un default, i pagamenti dovuti avvierebbero una reazione a catena che
provocherebbe fallimenti delle banche in tutto il mondo, facendo sfigurare
al confronto il collasso di Lehman.
Alcuni osservatori si interrogano se
un default della Grecia sia così devastante. Secondo un commento pubblicato su Forbes il 10 ottobre del 2011:
[I]l valore nominale dei contratti
di CDS sulla Grecia fino alla scorsa settimana era di 54,34 miliardi
di euro, in base all’ultimo rapporto della Depository
Trust & Clearing Corporation (DTCC). DTCC è
in grado di realizzare un’analisi articolata, avendo i dati sui CDS
dell’intero mercato. E ha riportato che le perdite nette sarebbero
di un ordine di grandezza più basso, con l’ammontare massimo dei fondi
che si sposterebbero da una banca all’altra in relazione agli accordi
di pagamento dei CDS per un default pari a 2,68 miliardi di euro. Se
l’analisi di DTCC fosse corretta, il mercato dei CDS sul debito greco
non aumenterebbe di molto le conseguenze di un default, a meno che lo
stimolo del contagio non colpisca altri paesi europei.
È il “contagio”, comunque,
a preoccupare. Gli attori che hanno protetto le proprie scommesse scommettendo
sui due lati non potranno raccogliere le vincite sulle loro scommesse;
e ciò vuol dire che non potranno permettersi di pagare le scommesse
perdenti, e in questo modo anche altri attori faranno default sulle
proprie. Il domino potrebbe cadere in una cascata di default incrociati
che vano a infettare l’intero settore bancario e che mettono in pericolo
lo schema piramidale globale. Il potenziale di questo tipo di reazione
nucleare è quello che portò l’investitore miliardario Warren Buffett
a definire derivati come “armi finanziarie di distruzioni di
massa“. È anche il motivo per cui il sistema bancario non
può lasciar cadere uno dei principali attori sui derivati, come Bear
Stearns o Lehman Brothers. Secondo un articolo del Wall
Street Journal del 20 gennaio:
È a repentaglio la reputazione dei
CDS come strumento per gli hedger e gli speculatori, un mercato da 32,4
trilioni di dollari a giugno dell’anno scorso; il valore che potrebbe
essere assegnato al debito sovrano, e 2,9 trilioni di dollari per i
CDS sovrani, se la protezione non venisse considerata affidabile per
i pagamenti, così come l’impatto che un default disordinato greco potrebbe
avere sul sistema bancario globale.
Fonte: How Greece Could Take Down Wall Street
20.02.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE