CINA E INDIA: DUE MODELLI?

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blankDI ERIC TOUSSAINT
Camdt

La Cina, un Paese Capitalista Moderno

La Cina si presenta oggi per il suo successo economico confermato dall’aumento del proprio prodotto interno lordo e dalla crescita delle sue esportazioni. L’incremento del PIL è stato veramente impressionante, anche se la realtà mostra che il modello di sviluppo capitalista elaborato dalla Cina prevede un elevato sfruttamento dei lavoratori, il ricorso ai licenziamenti di massa, la privatizzazione di moltissime aziende di stato, un taglio drastico della spesa pubblica nel campo dell’istruzione, della sanità e della sicurezza sociale e una industrializzazione sfrenata totalmente irriguardosa dell’ambiente naturale e della salute pubblica. La quota del PIL formata dai salari è calata fortemente negli ultimi 10 anni passando dal 53% del 1998 al 41% del 2005 (1) e, pur essendo vero che la Cina è un creditore netto degli Stati Uniti, il debito interno è aumentato considerevolmente. Soprattutto, è terribile il ritmo di crescita delle disparità.

Diversi studi mostrano che il 10% più povero della popolazione ha subito un forte peggioramento delle condizioni di vita, mentre il 10% più ricco ha visto crescere vertiginosamente i propri introiti e patrimoni. Il numero dei multimilionari con fortune che superano il miliardo di dollari è passato da tre del 2004 a 107 nel 2007 (2)
. Per quanto riguarda lo stato dell’economia, è probabile che la Cina non soffrirà troppo lo shock dovuto alla forte recessione degli USA poiché esporta più in Europa che negli Stati Uniti. Tuttavia le contraddizioni economiche interne combinate con il declino che si sta producendo negli Stati Uniti possono far emergere nuovi problemi. La crescita del debito interno, sia delle imprese che dello stato, la formazione di una bolla speculativa immobiliare e di un’altra bolla finanziaria in Borsa sono fattori che prima o poi potranno portare alla crisi economica e questo senza tener conto delle enormi contraddizioni sociali. A di là delle possibilità di crisi, resta comunque assolutamente criticabile il modello di crescita applicato.(3)


[Incontro del 14 Gennaio tra il Primo Ministro indiano Manmohan Singh e il suo omologo cinese Wen Jiabao]

Il Mito del Miracolo Economico in India

Un altro paese che si presenta come un successo è l’India. Il tasso di crescita del paese è superiore al 9%, la borsa di Mumbay/Bombay ha registrato aumenti straordinari e le imprese indiane investono sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Tuttavia a parte rare eccezioni I mezzi di comunicazione non informano sull’ evoluzione delle condizioni di vita della maggior parte della popolazione indiana. Il quotidiano Hindustan Times, nell’edizione del 14 ottobre 2007, rivela che secondo uno studio realizzato da un’istituzione governativa, il 77% della popolazione, cioè 836 milioni di indiani, vivono con meno di 20 rupie (0,5 dollari) al giorno(4). Questa cifra si differenzia di molto da quella fornita dalla Banca Mondiale che parla invece di 300 milioni di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno(5). L’Hindustan Times presenta anche i risultati di uno studio sulla fame nel mondo realizzato dall’International Food Policy Research Institute (IFPRI) secondo il quale il 40% dei bambini che nel mondo soffrono di insufficienza di peso corporeo vivono in India. Dal punto di vista della lotta contro la fame questo paese si trova dietro ad altri paesi asiatici come il Pakistan o la Cina. In una classifica di 118 paesi ai primi posti si trovano Cuba e Libia, la Cina occupa la posizione 47 il Pakistan la 88 e l’India la 94. La ricerca mostra che le condizioni dei contadini indiani sono peggiorate moltissimo e, come confermato da altre fonti, risulta che tra il 1996 e il 2003, più di 100.000 contadini indiani si sono suicidati, la maggior parte per problemi di indebitamento. Si tratta di un suicidio ogni 45 secondi.

Secondo il giornale DNA del 17 settembre 2007, sempre secondo studi governativi, risulta che il 46% dei bambini indiani soffre di deficit di peso corporeo e a Mumbay, città con più di 14 milioni di abitanti, la cui borsa ha sperimentato la sua più alta crescita nel 2007, il 40% dei bambini è in condizione di sottopeso. Sempre per il DNA, nonostante nove anni di sostenuta crescita economica, la fame in India è diminuita del solo 1%. Tutto ciò ci da una chiara immagine della vacuità della teoria del trickle down, secondo cui sono i più poveri a trarre benefici dalla crescita economica. Quali saranno gli effetti del raddoppio del prezzo del latte in India? Certamente non inciderà molto sui consumi degli indiani più ricchi.

Secondo Forbes, che pubblica il rapporto sugli uomini più ricchi del pianeta, è l’india il paese asiatico con il maggior numero di multimilionari: solo 36 persone detengono una ricchezza pari a 191 miliardi di dollari. L’india avrebbe quindi sorpassato il Giappone con i suoi 24 multimilionari e i loro 64 miliardi di dollari di patrimonio. Tra le prime cinque persone più ricche al mondo, figura in quinta posizione l’indiano Laksmhi Mittal e, secondo dati forniti dalla stampa finanziaria, il multimilionario indiano Mukesh Ambani sorpasserà lo stesso L.Mittal potendo insediare la prima posizione al messicano Carlos Slim (prima posizione) o Bill Gates (seconda posizione) nel palmarès mondiale dei più ricchi. Per altre fonti queste cifre sono discutibili. Newsweek del 12 novembre 2007 sostiene che I multimilionari cinesi sono 107 e questo porterebbe l’India in seconda posizione. A quale tra queste cifre dar credito conta poco, ciò che è certo è che il rapido sviluppo di India e Cina produce allo stesso tempo più ricchi, anche se pochi, e più poveri che sono una moltitudine.

NOTE

(1)Newsweek, 12 novembre 2007

(2)Idem

(3)Per una analisi critica del modello cinese si veda: Martin Hart-Landberg y Paul Burkett, China: Entre el socialismo real y el capitalismo, Editorial CIM, Caracas, 2007

(4)La cifra della Banca Mondiale è ottenuta in parità di potere di acquisto, e questo permette di mostrare una situazione migliore.

(5) Newsweek, op. Cit.

Titolo originale: “China and India: two models ?”

Fonte: http://www.cadtm.org
Link
12.01.2008

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIGIGNO

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