Il noto intellettuale americano
accusa il leader venezuelano di concentrare troppo potere nelle proprie
mani
DI RORY CARROLL
Guardian.co.uk
Hugo Chávez da tempo considera Noam Chomsky uno dei suoi migliori amici in occidente. Ha gioito dell’appoggio del noto studioso alla rivoluzione socialista del Venezuela e ha ripetuto le sue denunce dell’imperialismo statunitense.
Il presidente del Venezuela, che ha rivelato di aver subito un intervento chirurgico per asportare un tumore, ha fatto diventare un bestseller uno dei libri di Chomsky dalla sera alla mattina dopo averlo brandito durante un discorso alle Nazioni Unite. Ha ospitato Chomsky a Caracas con festeggiamenti e in pompa magna. All’inizio di quest’anno Chávez ha persino suggerito a Washington di nominare Chomsky ambasciatore degli USA in Venezuela.
Il presidente ora potrebbe ripensarci, perché il suo intellettuale preferito ha ora rivolto
il tiro verso Chávez.
Parlando all’Observer la scorsa settimana, Chomsky ha accusato il leader socialista di concentrare troppo potere in un “assalto” alla democrazia del Venezuela.
“La concentrazione del potere esecutivo, se non è temporaneo e per circostanze specifiche come nel caso della Seconda Guerra Mondiale, è un assalto alla democrazia. Si può discutere se le circostanze [del Venezuela] lo richiedono: le circostanze interne e la minaccia di attacchi dall’esterno, è un argomento legittimo. Ma il mio giudizio personale in questo dibattito mi dice che non è questo il caso.”
Chomsky, un professore
di linguistica al Massachusetts Institute of Technology, ha parlato
alla vigilia della pubblicazione di una lettera aperta (vedi sotto)
che accusa le autorità del Venezuela di “crudeltà” nel caso
di una giudice che è stata incarcerata.
Il sedicente socialista
libertario dice che la situazione di María Lourdes Afiuni è un’
“eccezione lampante” in un periodo in cui in tutto il mondo
si cerca la libertà. Chiede a Chávez di rilasciarla con un “gesto
di clemenza” per il bene della giustizia e dei diritti umani.
Chomsky rivela di aver
contattato dietro le quinte il governo del Venezuela dalla fine dello
scorso anno dopo essere stato avvicinato dal Carr Centre for Human
Rights Policy all’Università di Harvard. Afiuni è incappata nelle
ire di Chávez nel dicembre del 2009 dopo aver liberato Eligio Cedeño,
un importante banchiere accusato di corruzione. Cedeño fuggì immediatamente
dal paese.
In una trasmissione
televisiva il presidente, che aveva preso di petto il caso, definì
la giudice una criminale e pretese che venisse incarcerata per trent’anni.
“Quella giudice deve pagare per quello che ha fatto.”
Afiuni, 47 anni, una
madre single con il cancro, ha trascorso più di un anno in prigione,
dove è stata assalita da altre prigioniere. In gennaio le autorità
hanno alleggerito il suo confino, mettendola agli arresti domiciliari
nell’attesa del processo per corruzione, accusa da lei rifiutata.
“Il giudice Afiuni
ha già sofferto abbastanza”, è scritto nella lettera
di Chomsky. “Ha dovuto subire atti di violenza e umiliazioni che hanno
messo a repentaglio la sua dignità come persona. Sono convinto che
debba essere liberata.”
Amnesty International
e il Parlamento Europeo, tra gli altri, hanno condannato il trattamento
riservato alla giudice, ma l’intervento di uno studioso considerato
un amico della rivoluzione Bolivariana, che viene nominato insieme all’eroe
dell’indipendenza venezuelana Simón Bolívar, è probabile che bruci
ancora di più.
Parlando dalla sua
casa di Boston, Chomsky ha detto che Chávez, che è al potere da dodici
anni, sembra aver intimorito il potere giudiziario. “Sono scettico
che [Afiuni] possa ottenere un giusto processo. È sorprendente che,
per quanto ne sappia, nessun giudice si sia schierato a suo favore […]
cosa che paventa un’atmosfera intimidatoria.”
Ha anche incolpato
Chávez per aver assunto poteri per condizionare l’assemblea nazionale.
“Ovunque in America Latina esiste una potenziale minaccia della
patologia del caudillismo [autoritarismo] e deve essere tenuta
a freno. Non sono sicuro se il Venezuela abbia fatto già troppi passi
avanti in questa direzione, ma penso che potrebbe anche essere il caso.
Si è sviluppata una tendenza di centralizzazione del potere nelle mani
dell’esecutivo che non credo sia una cosa salutare.”
Chomsky ha espresso
preoccupazione per il tumore di Chávez e augura al presidente un pieno
e pronto recupero.
Il libro di Chomsky,
Hegemony or Survival: America’s Quest for Global Dominance, è diventato
un successo editoriale dopo che Chávez ne aveva sventolato una copia
durante un discorso del 2006 alle Nazioni Unite, diventato famoso per
aver individuato nella politica del presidente George W. Bush la mano
del diavolo.
L’autore rimane un
critico accanito degli USA, che ritiene abbiano torturato Bradley Manning,
la fonte ipotetica dei cablogrammi diplomatici pubblicati da WikiLeaks,
e che continuano a intraprendere una campagna “violenta e incessante”
contro il Venezuela.
Chomsky ha detto che
il governo di Chávez ha il merito di aver ridotto fortemente la povertà
e di aver introdotto politiche di sostegno alle comunità autonome e
all’unità dell’America Latina: “È difficile giudicarne l’efficacia,
ma se avessero successo sarebbero da considerare i semi di un mondo
migliore.”
Leonardo Vivas, coordinatore
delle iniziative nell’America Latina del Carr Centre, ha detto
che il caso di Afiuni è l’esempio più calzante per analizzare l’erosione
della giustizia in molti paesi latinoamericani. Il centro spera che
Caracas dia retta a Chomsky: “È uno degli intellettuali più conosciuti
negli USA ed è rispettato dal governo venezuelano.”
“La decisione di
influenzare in pubblico il governo è stata presa perché la mite diplomazia
ha dei limiti”, ha detto Vivas.
Chávez, che è
ancora convalescente a Cuba, in passato ha sempre risposto velocemente
alle critiche, e c’è il rischio che l’iniziativa a favore di Afiuni
sorta l’effetto contrario.
“Potrebbe succedere”,
ha detto Vivas. “Ma intanto verrebbe data attenzione al problema.”
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La lettera di Chomsky
La giudice María
Lourdes Afiuni ha sofferto abbastanza
Con questa lettera
pubblica, voglio esprimere il mio aperto sostegno alla libertà
della giudice María Lourdes Afiuni, detenuta in Venezuela dal dicembre
del 2009. Nel novembre dello scorso anno sono venuto a conoscenza della
sua situazione grazie alle iniziative nell’America Latina del Carr
Centre for Human Rights Policy dell’Università di Harvard. Fin
da allora sono stato direttamente coinvolto in una mediazione con il
governo venezuelano allo scopo di vederla liberata dalla prigione grazie
a un gesto di clemenza del Presidente Chávez.
La giudice Afiuni ha
la mia comprensione e la mia solidarietà fin dal primo momento.
Le condizioni della sua detenzione, l’inadeguatezza delle modalità
del suo arresto, il trattamento degradante che ha dovuto subire nell’Instituto
Nacional de Orientación Femenina, il drammatico peggioramento del
suo stato di salute e la crudeltà riversata su di lei, tutte ben documentate,
destano in me forte preoccupazione per il suo benessere fisico e psicologico,
così come per la sua sicurezza personale.
Queste ragioni mi hanno
convinto nel dicembre del 2010 di indirizzare, unitamente al Carr
Centre, una petizione per ottenere un perdono ufficiale dal presidente
nel contesto delle amnistie presidenziali annuali.
In gennaio ho ricevuto
con sollievo la notizia che il Procuratore Generale del Venezuela ha
consentito gli arresti domiciliari per la giudice Afiuni, viste le
sue fragili condizioni di salute dopo un’urgente operazione chirurgica.
Essere nella propria abitazione con la famiglia e ricevere cure mediche
adeguate è stato senz’altro un miglioramento significativo della
sua situazione.
Comunque, la giudice
Afiuni ha già sofferto abbastanza. È stata sottoposta a
atti di violenza e umiliazione che hanno minato la sua dignità. Sono
convinto che debba essere liberata, non solo per le sue condizioni fisiche
e psicologiche, ma in conformità al fatto che la rivoluzione Bolivariana
considera la dignità umana un obbiettivo da perseguire. In questi tempi
dove in tutto il mondo si grida alla libertà, la detenzione di María
Lourdes Afiuni costituisce un’eccezione lampante che deve essere rimediata
velocemente, per il bene della giustizia e dei diritti umani e per riaffermare
un ruolo preminente del Venezuela in queste lotte.
Per le ragioni sovraesposte
voglio che i venezuelani vengano a conoscenza della mia totale solidarietà
alla giudice Afiuni, mentre confermo il mio sostegno deciso alle iniziative
del Carr Centre dell’Università di Harvard per liberarla dalla
carcerazione. Allo stesso tempo ho grandi speranze che il Presidente
Chávez voglia prendere in considerazione un atto umanitario che ponga
fine alla detenzione della giudice.
Fonte: http://www.guardian.co.uk/world/2011/jul/03/noam-chomsky-hugo-chavez-democracy
03.07.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE