DI MIKIS THEODORAKIS
Sur y Sur
Il compositore ed ex ministro greco
Mikis Theodorakis non crede che il suo paese sia responsabile della
crisi finanziaria che sta attraversando. Theodorakis intravede la mano
di Washington dietro tutto ciò e denuncia il ruolo del FMI. Una riflessione
interessante per comprendere quello che sta succedendo in Grecia.
Il senso comune di cui dispongo non
mi permette di spiegare né tanto meno giustificare la rapidità
della caduta del nostro paese dal 2009, una caduta che lo porta a ricorrere
al FMI, privandolo così di parte della sua sovranità nazionale e mettendolo
sotto un regime di tutela.
È curioso che nessuno si sia occupato
finora della cosa più ovvia, ossia di spiegare la nostra traiettoria
economica con numeri e documenti, per permettere a noi, gli ignoranti,
di comprendere le vere cause di questa evoluzione vertiginosa e senza
precedenti il cui risultato è la perdita della nostra identità nazionale
e l’umiliazione internazionale.
Sento parlare di un debito di 360 miliardi
di dollari, ma vedo allo stesso tempo che molti paesi hanno lo stesso
debito, e alcuni anche uno peggiore.
Quindi, questa non può essere
la causa principale di questo problema.
Un’altra cosa che mi incuriosisce
è la smisurata importanza degli attacchi internazionali che il nostro
paese deve subire e la cui coordinazione è quasi perfetta, malgrado
si tratti di una nazione la cui economia è insignificante, e per questo
la cosa desta molti sospetti.
Tutto questo mi porta a pensare che
qualcuno ci sta colpevolizzando e che ci sta mettendo paura per consegnarci
nelle mani del FMI – che riveste un ruolo essenziale nella politica
espansionista degli Stati Uniti – e che la questione della solidarietà
europea non è altro che una cortina di fumo perché non si riesca a
vedere che si tratti di un’iniziativa totalmente statunitense per
condurci verso una crisi economica artificiale, affinché il nostro
popolo abbia paura e si sottometta, per far sì che perda conquiste
importantissime e, finalmente, si metta in ginocchio accetti la dominazione
straniera.
Ma perché?
In virtù di quali progetti e
per quali obbiettivi?
Anche se continuo a essere fautore
dell’amicizia greco-turca, devo dire che il repentino rafforzamento
delle relazioni governative e i contatti precipitosi tra ministri e
altri attori suscitano in me timore, così come i recenti viaggi a Cipro
e la prossima visita di Erdogan.
Ho paura che dietro a tutto questo
si nasconda la politica statunitense con i suoi progetti loschi, che
hanno a che fare con il nostro spazio geografico, con l’esistenza
dei giacimenti petroliferi, con il regime di Cipro, con il Mar Egeo,
con i nostri vicini del nord e con l’attitudine arrogante della Turchia,
e che l’unico ostacolo per questi progetti sia la sfiducia e l’opposizione
del popolo greco.
In minore o maggior misura, tutti quelli
che ci circondano sono aggrappati al carro degli Stati Uniti. L’unica
differenza è che noi, dalla dittatura della giunta e dopo la perdita
del 40% di Cipro fino alle aspre polemiche con Skopje (l’antica repubblica
jugoslava della Macedonia) e con gli ultranazionalisti albanesi, abbiamo
subito continuamente colpi senza nemmeno farcene troppo caso.
Per questo devono eliminarci come popolo.
E questo è precisamente quello che sta succedendo in questo momento.
Io invito gli economisti, i politici e gli analisti a smentirmi.
Credo che non esista altra spiegazione
logica, considerando il complotto internazionale al quale hanno partecipato
gli europei a favore degli Stati Uniti come Merkel, la Banca Centrale
Europea, la stampa reazionaria internazionale, tutti uniti hanno partecipato
al «grande golpe», che consiste nel degradare un popolo dalla categoria
di libero a quello di sottomesso.
Almeno io non riesco a trovare un’altra
spiegazione. Riconosco che non ho delle conoscenze specifiche. Ma quello
che dico, lo dico utilizzando il mio senso comune. Può darsi che molti
altri stiano pensando la stessa cosa e che forse potremmo verificarlo
nei prossimi giorni.
In tutti i casi, vorrei allertare l’opinione
pubblica e sottolineare che, se la mia analisi fosse corretta, la crisi
economica – che come ho detto prima ci è stata imposta – non sarà
altro che il primo amaro boccone di una cena di Lucullo e che verranno
a galla questioni cruciali di carattere nazionale di cui non voglio
neppure figurarmi le conseguenze.
Spero di sbagliarmi!
Fonte: http://www.surysur.net/?q=node/16822
25.06.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE