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La Redazione

 

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CHEERLEADER DI UN' ECONOMIA ALLA HITLER

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A cura di Das schloss
Il 17 Novembre 2010
124 Views
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DI GARY NORTH
lewrockwell.com

Ellen Brown è un avvocato di professione, una Greenbacker per fede (n.d.t. dall’inglese “greenback” riferito alle banconote “dal dorso verde” quindi i dollari) e fan dell’economia di Hitler per coerenza.

Non nasconde più di tanto il suo supporto per l’economia nazionalsocialista, come vi dimostrerò. La cosa triste è che: sta ottenendo sempre più consensi ai Tea Party. Il suo libro, The Web Of Debt (2006), è citatissimo nel Web. Ai primi di Ottobre, 2010, google dava quasi 600,000 risultati per “Ellen Brown” e “Web of Debt”. E’ tanto.

A questo punto si presenta un problema tattico. Per due generazioni, i conservatori sono stati messi a tacere dalla Sinistra con la seguente accusa “Fascisti!”. Adesso Ellen Brown sta rendendo tale accusa plausibile. Ironia della sorte: Ellen Brown è di Sinistra. Non c’è nulla di vagamente vicino al libero mercato o di conservatore in The Web of Debt. E’ un appello allo stato assistenziale fondato sul federalismo. Loda il New Deal. Loda John Maynard Keynes. Ha soltanto un’obiezione verso questi programmi: i soldi prestati dai governi per fondarli. Vuole uno stato di assistenza fondato interamente su cartamoneta stampata dal Congresso. In pratica è una conservatrice alla Nancy Pelosi.
Come è possibile che le sue idee vengano ascoltate ai Tea Party? É una storia lunga. Provo a riassumerla.

I GREENBACKER

La Brown è una Greenbacker. E lo dice apertamente. Molte persone non hanno mai sentito parlare dei Greenbacker. Il greenbackerismo è stato un movimento marginale della politica americana fin dagli anni sessanta del milleottocento. Nel 1870 il Greenback è stato il primo partito politico americano a favore di una economia a decreto monetario puro, un sistema cartaceo controllato dal Congresso con una valuta non convertibile in oro o argento.

I Greenbacker riconoscono soltanto la cartamoneta. Sono contro ogni forma di gold standard. Sono contro il sistema di riserva frazionario. Sono contro il sistema operativo centrale, a meno che la banca centrale non sia posseduta o controllata al 100% dal Congresso.

Facevano parte della Sinistra non-marxista durante il diciannovesimo secolo. Negli anni trenta del millenovecento, si sono separati. Alcuni di loro hanno tentato di entrare a far parte della Destra anti-Rooseveltiana. Gertrude Coogan ne è un esempio. Non era molto nota, ho scritto un libriccino sulla sua economia, pubblicato dal Mises Institute: Gertrude Coogan’s Bluff [Il bluff di Gertrude Coogan n.d.t.] (Potete scaricarlo cliccando qui).
Altri si unirono alla Sinistra anti-Rooseveltiana. L’esempio più noto fu quello del predicatore radiofonico, Padre Charles Coughlin, che successivamente abbandonò il New Deal perché non lo ritenne sufficientemente vicino allo stato assistenziale. Chiamò il New Deal un “Accordo Ebreo”. E favorì la politica economia di Hitler.

In una strana combinazione, nel 1943 il membro del Congresso Jerry Voorhis convinse la Devin-Adair Books a pubblicare il suo lavoro, Out of Debt, Out of Danger. Negli anni del dopoguerra, divenne una delle tre case editrici dei conservatori, assieme alla Caxton e alla Regnery.

All’inizio degli anni cinquanta del novecento, i Greenbacker girovagavano nella Destra. Un editore Greenback ottenne il controllo editoriale del The American Mercury, che ai tempi era una rivista per nulla di Destra fondata originariamente da H.L. Mencken. George Lincoln Rockwell fu uno degli scrittori, il quale fondò più tardi il Partito Nazista Americano.

Alcune case editrici minori cominciarono a ristampare dei libri degli anni ’30, e altri nuovi. (Per una breve bibliografia cliccate qui). Fecero dei piccoli passi verso la Destra convenzionale. Ma trovano appoggio in alcuni gruppi marginali, specialmente in quelli antisemiti che si opponevano alla “Cospirazione Internazionale dei Banchieri Ebrei”.

Questa segretezza è cambiato del tutto. Dal 2008 il loro mercato è cresciuto in maniera esponenziale. Due delle ragioni sono Ellen Brown e Ron Paul, entrambi sono contro la Federal Reserve. Il loro dissenso ha funto da pubblicità negativa per la FED (n.d.t. Federal Reserve). Questo ha fatto si che le truppe del Tea Party si radunassero. Una terza ragione è stata la crisi economica dell’autunno 2008 e gli aiuti Federali per le banche. I Greenbacker stanno cavalcando la crescente onda che si oppone al sistema della Federal Reserve.

Ecco il problema strategico: il movimento del Tea Party è pieno di persone che non capiscono niente di economia. Non sanno distinguere il dissenso di Ron Paul per la FED, basato sul gold standard, dal dissenso di Ellen Brown, basato sullo standard del decreto monetario. Sono intellettualmente indifesi.

NAZIONALSOCIALISMO TEDESCO

Nel 2006, è stato pubblicato il libro di 500 pagine della Brown. Nel 2008, veniva ristampato per la quarta volta. Si tratta di un attacco al sistema frazionario di riserva bancario e alla Federal Reserve. Ha cominciato a farsi strada sul web.

All’inizio il libro non appare per ciò che realmente è: un appello a costruire un governo fondato sullo stato assistenziale. Ma nelle prime pagine si possono trovare pochi riferimenti a riguardo. Soltanto a pagina 234, a metà del libro, arriva al nocciolo della questione: l’economia Nazista.

I tedeschi si trovavano in situazioni talmente disperate che cedettero il controllo del paese ad un dittatore e così facendo si sono allontanati dal “sistema americano”, che presupponeva un Commonwealth governato democraticamente. Ma l’autorità autocratica diede ad Hitler qualcosa che i Greenbacker americani potevano soltanto sognarsi – il controllo totale dell’economia. Fu capace di testare le loro teorie dimostrando che funzionassero realmente.

A questo punto, qualsiasi persona con un quoziente intellettivo superiore a 90 dovrebbe cominciare a sentire puzza di bruciato.

I Greenbacker sono grandi sostenitori di Abraham Lincoln. Perché? Perché nel 1861 permise alle banche di sospendere i pagamenti in oro. Poi nel 1862 e nel 1863, sottoscrisse sotto forma di legge un sistema a decreto monetario senza sostegni chiamato Greenback. Lo vedevano come il creatore – un mancato eroe nazionale contrastato dai banchieri, che dovevano assassinarlo.

Non hanno mai discusso del fatto che Lincoln fosse un difensore del sistema bancario di riserva frazionale. Non hanno mai menzionato che nel Gennaio 1863, sottoscrisse la banconota autorizzando un secondo rilascio di Greenback, ma inviò al Congresso una lettera che deplorava la legge. Richiese un National Bank Act. Il Congresso glielo concesse un mese dopo.

Detto questo, ritorno a parlare del discorso della Brown sul Nazionalsocialismo.

Come per Lincoln, anche le scelte di Hitler riguardavano la totale sottomissione alla schiavitù del debito o la creazione di un proprio decreto monetario; e come Lincoln, scelse il decreto come soluzione. Avviò un piano di lavori pubblici affianco ai programmi proposti da Jacob Coxey e dai Greenback negli anni novanta del 1800. I progetti previsti per la fondazione includevano il controllo delle alluvioni, la riparazione degli edifici pubblici e delle residenze private, la costruzione di nuovi edifici, strade, ponti, canali e aree portuali. Il costo dei programmi per i vari progetti ammontava ad un bilione di unità della valuta nazonale. In seguito furono emesse un bilione di cambiali non inflazionistiche chiamate Labor Treasury Certificates. In questo progetto furono coinvolte milioni di persone e i lavoratori venivano pagati con i Treasury Certificate. I lavoratori allora spendevano i certificate su beni e servizi, creando più lavoro per più persone…

Entro due anni, il problema della disoccupazione fu risolto e il paese si ristabilì. Ebbe una valuta solida e stabile senza problemi di inflazione, a quel tempo milioni di persone negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali erano ancora senza lavoro e con sussidi di disoccupazione [Web of Debt, p. 234].

Il sistema economico tedesco era guidato dal governo centrale. Preservava l’illusione di una proprietà privata, ma si trattava di un sistema socialista. Il governo controllava gli strumenti di produzione. Il governo distribuiva il decreto monetario e stabiliva il controllo dei prezzi e dei salari. Mise su un sistema di 1.600 cartelli nel 1933-36. Dal 1934, i funzionari del governo fissarono i prezzi delle merci. Il governo inoltre fece si che il proprio potere potesse prevalere su qualsiasi individuo della società.

Ci sono stati solamente due studi importanti sull’economia inglese e tedesca dal 1939. Uno di questi si chiama The Vampire Economy e descriveva i dettagli di questo sistema economico centralizzato. Fu pubblicato nel 1939. Puoi scaricare una copia gratuitamente qui. L’altro è l’immenso studio di Adam Tooze, The Wages of Destruction (2006). Raccontano entrambi la stessa storia. (Stranamente entrambe pubblicate dalla Viking).

Il Dr. David Gordon ha recensito il lavoro di Tooze. Ecco alcuni pezzi della sua recensione.

Come ha annotato Adam Tooze, nel 1932 Hitler palesò il suo interesse verso dei programmi per creare posti di lavoro e questo ovviamente richiedeva una spesa da parte del governo. Ma una volta al potere, il suo interesse si spostò dalla creazione di posti di lavoro al riarmo. Ciò richiedeva addirittura una maggiore spesa da parte del governo; e gli armamenti crebbero rapidamente.

Il partito Nazista non adottò la creazione di posti di lavoro come chiave del suo programma fino alla fine della primavera del 1932 e mantenne questa condizione soltanto per diciotto mesi, fino a Dicembre 1933, quando l’interesse per la creazione di posti di lavoro civili fu formalmente rimossa dalla lista delle priorità del governo Hitler… La creazione di posti di lavoro era in netto contrasto con le tre questioni che realmente creavano unione nella destra nazionalista… la priorità tripla del riarmamento, del ripudio dei debiti esteri della Germania e salvare l’agricoltura del paese… Fu la reazione di Hitler a questi problemi che marcò realmente la linea di separazione tra la Repubblica di Weimar e il Terzo Reich e non la creazione dei posti di lavoro. (Adam Tooze, The Wages of Destruction, Viking, 2006, pp. 24-5)…

In effetti, la Germania si era avventurata in una politica keynesiana: la spesa del governo si incanalava sempre più verso un’economia militare voluta da Hitler…

Keynes stesso apprezzava gli sforzi Nazisti. Nella sua prefazione dell’edizione tedesca di The General Theory, del 7 Settembre, 1936, Keynes scrisse che le idee del suo libro potevano essere portate a termine senza difficoltà sotto un regime autoritario:

Tuttavia la teoria dell’output nella sua totalità, che è ciò che il seguente libro ha la pretesa di voler insegnare, si adatta più facilmente alle condizioni di uno stato totalitario, di quanto lo sia la teoria della produzione e della distribuzione di un dato output sotto condizioni di libera competizione e in larga misura del laizzer-faire.

Hitler era il capo di un partito politico. In italiano, il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, o abbreviato “Partito Nazista”. Non era chiamato Socialista casualmente. Immaginare che questo sistema fosse tutt’altro che socialismo sarebbe come ripetere a pappagallo quella che era la linea di partito della sinistra dal 1923. “No, no, no: i Nazisti non erano veramente dei socialisti”. Bene, se non lo erano loro, di sicuro la loro politica assomigliava al socialismo. Credevano nella centralizzazione del controllo sull’economia e quando presero il potere nel 1933, imposero quel tipo di controllo. Questo controllo divenne ancora più ferreo dopo il 1939, a causa della Seconda Guerra Mondiale.

ARMI NON BURRO

Il segreto dell’economia nazista era quello di spendere soldi per la guerra. In uno studio sulla politica monetaria e fiscale del Nazismo, nel 2000 l’economista Albrecht Ritschl concluse.

Una revisione critica del deficit spending durante la ripresa Nazista rivela incredibilmente il ruolo ridotto della politica macroeconomica. Sia la prova descrittiva che i risultati delle previsioni delle serie temporali multivariate suggeriscono che la ripresa dalla Grande Depressione fu principalmente condotta da una ripercussione visibile nei dati già dalla fine del 1932. Intorno al 1936 la ripresa tedesca non si trovava in vantaggio rispetto a quella britannica o a quella statunitense, in cui si seguivano politiche fiscali molto meno espansionistiche. Ad ogni modo, anche in Germania lo stimolo fiscale generato dal deficit di bilancio era troppo modesto per essere costante con la stimolazione della domanda Keynesiana sotto un meccanismo di entrate/spesa. Al fine di spiegare gli cospicui tassi di crescita, a volte anche a due cifre, del prodotto nazionale lordo durante la ripresa, i deficit avrebbero dovuto essere da due a cinque volte più alti di quanto fossero realmente. Apparentemente, la ripresa dipendeva da forze di politiche altroché fiscali o monetarie, come nei casi della Gran Bretagna o degli Stati Uniti…

La ripresa Nazista appare meno spettacolare di quanto si è creduto fino ad ora. I nostri risultati indicano che la spesa del governo era già dominata dai preparativi bellici in una fase piuttosto prematura della ripresa Nazista. Trovo poco da giustificare all’interpretazione popolare che la ripresa fu provocata dalla creazione di posti di lavoro non militari e dalla costruzione della autobahn. L’investimento nell’autobahn raggiunse magnitudini abbastanza grandi solo nel 1936. Tutti questi progetti impallidiscono se paragonati al rapido aumento della spesa militare, eccetto per il 1933 quando il riarmamento non era ancora realmente iniziato. Per far si che i preparativi bellici si svolgessero velocemente, l’amministrazione Nazista fece spesso passi da gigante per escludere la domande da parte di privati. La crescita del consumo non servì ad incrementare il prodotto nazionale e il contributo alla ripresa da parte di investimenti privati rimase insignificante.

Il controllo severo della spesa pubblica fu in parte realizzato mantenendo le tasse agli alti livelli raggiunti durante gli anni delle depressione. [Deficit Spending in the Nazi Recovery, 1933–1938: A Critical Reassessment, Istituto per la Ricerca Empirica nell’Economia, Università di Zurigo pp. 16–17.]

Hitler non era un sostenitore della crescita economica. Amava l’espansione militare piuttosto. Il Professor Tooze riassume in questo modo.

Questa cornice è essenziale se vogliamo capire il rifiuto di Hitler di accettare il vangelo liberale del progresso economico. La crescita economica non può essere data per scontata e Hitler non era senza motivo l’unico ad affermarlo. Come abbiamo visto, la dottrina della vita economica come campo di battaglia era già stata sviluppata in pieno in Mein Kampf e nel “Secondo Libro” di Hitler. E questa prospettiva darwiniana fu incoraggiata inoltre dalla successiva Depressione. Data la densità della popolazione tedesca e l’insistenza di Hitler sull’inevitabilità del conflitto attorno alla crescita a livello di esportazioni, la conquista del nuovo Lebensraum fu certamente un motivo di progresso per le entrate pro capite della Germania. Hitler difficilmente sarebbe potuto essere più enfatico o costante nel difendere la sua posizione. Come abbiamo visto, si è preoccupato di evidenziare questo credo nei primissimi giorni del suo governo nel 1933. Una politica estera aggressiva basata sulla forza militare era l’unica ragione reale della prosperità economica. (Wages of Destruction, pp. 145-46).

Hitler era un mercantilista che credeva nell’espansione grazie alla conquiesta militare.

UN’OFFERTA SPECIALE

Ellen Brown aggiunge:

Mentre Hitler meritava chiaramente l’obbrobrio riservatogli per le sue violenze militari e razziali, è stato smisuratamente popolare tra il popolo tedesco, quanto meno per un certo periodo. [Web of Debt, p. 235.]

Il messaggio della Brown: Hitler è stato uno di noi! Vuole che gli Stati Uniti seguano il suo esempio… ma solo per quanto riguarda la politica economica, naturalmente. Non per i campi di concentramento. Non per quanto riguarda la guerra.

Non fa alcun riferimento alla conclusione ovvia, cioè, quella che il potere centralizzato del governo sulla moneta, sugli affari e sul lavoro era alla base del potere che il governo imponeva agli Ebrei e altre minoranze. Quasi come se la sua tirannia razziale e la sua aggressione militare fossero completamente separate dalle suo visioni economiche e dalle politiche economiche del governo. Dovrebbe essere ovvio che queste politiche erano un’offerta speciale. Senza la centralizzazione del potere sull’economia, il governo tedesco non avrebbe potuto usare la tirannia che ha effettivamente esercitato in tutti gli altri settori. Questo è stato il tema dell’argomentazione di F.A. Hayek in The Road to Serfdom (1944). É un vero peccato che Ellen Brown non creda nei temi presentati su quel libro. Ha scartato tutti i temi sul mercato libero come “il sistema britannico” di Adam Smith.

La sua economia del benessere dal volto felice e completamente mistico del Nazismo tedesco, con il suo alto tasso di impiego, è l’economia che Ellen Brown vuole vedere affermarsi negli Stati Uniti. É molto chiara riguardo le sue intenzioni. Chiunque creda che non è nient’altro che una Nazionalsocialista con la sua prospettiva economica non prende seriamente ciò che dice.
La sua ignoranza sulla pratica e sulle conseguenze dell’economia Nazionalsocialismo – guerra e campi di concentramento – è monumentale. Lo stesso vale per la teoria monetaria. La sua ignoranza è un’offerta speciale.

ECONOMIA GREENBACK

Per capire il senso dell’economia Greenback, lasciate che indaghi su alcuni errori economici di Ellen Brown. Adesso li elencherò nell’ordine di apparizione su Web of Debt. Non farò nessuna confutazione in queste sede. Mi sono concentrato su un articolo per errore. Cliccate su un link qualsiasi per vedere la citazione direttamente da Web of Debt e la mia confutazione.

1. I governi dovrebbero risanare il debito stampando cartamoneta.

2.Non c’è abbastanza oro che favorisca uno scambio.

3.La scarsità economica è il risultato dell’avidità dei banchieri.

4.L’economia del mercantilismo statale è equilibrata, il libero mercato no.

5.Keynes non si sbagliava su quanto ha affermato riguardo ai soldi.

6.Il New Deal ha reso gli americani più ricchi attraverso i lavori pubblici.

7.Il controllo dei prezzi del cibo del New Deal andava bene per l’America.

8.Keynes è stato un grande economista perché ha promosso i deficit di bilancio.

9.La teoria monetaria di Rothbard è errata (se la citi male).

10.Il New Deal stanziava capitali meglio del libero mercato.

11.Un sistema monetario è un accordo contrattuale nazionale.

12.La caduta dei prezzi e l’aumento della produttività causano delle recessioni sotto il gold standard.

13.Il governo può saldare il proprio debito con cartamoneta senza alcuna inflazione dei prezzi.

14.Il governo può estinguere la Provvidenza Sociale con cartamoneta senza alcuna inflazione dei prezzi.

15.Gli americani dovrebbero affidare al Congresso la regolamentazione del sistema monetario.

16.Il governo dovrebbe creare uno stato assistenziale più grande con un decreto monetario.

17.Il sistema bancario dovrebbe essere gestito come gli Uffici Postali.

18.Le banche dovrebbero essere gestite su base non-profit.

19.Se il Congresso stampasse i soldi, non ci sarebbe bisogno di una tassa sulle entrate.

20.Il prezzo dell’oro fluttua troppo selvaggiamente per fungere da denaro.

21.E’ possibile avere un governo civile.

STORIOGRAFIA GREENBACK

Implausibile e confusa come può essere l’economia Greenback se paragonata alla versione della storia americana dei Greenbacker è roba da Premio Nobel.

Ho letto i loro libri, a periodi, per circa 45 anni. Ho sempre scoperto le solite storie vecchie e false di continuo. Gli autori Greenback le verificano raramente. Le tramandano semplicemente.
In termini di quantità di storie fasulle, Web of Debt di Ellen Brown supera qualsiasi cosa io abbia mai letto. E’ colmo di citazioni fasulle di gente famosa. Sono presenti addirittura una serie di strafalcioni. Iniziamo con il mio preferito. Ritiene che il presidente della Federal Reserse di New York, Benjamin Strong, abbia segretamente incontrato nel Febbraio del 1929 il capo della Bank of England, Montagu Norman. Assieme, sono arrivati alla conclusione che il crollo della borsa fosse inevitabile. Hanno deciso di non far nulla per evitarlo. La Brown non riporta nessuna prova, ma ci assicura che “i dati lo suggeriscono” (p. 143). Mi viene da credere che ci sia qualche pezzo cruciale che metterebbe in discussione la storia. Strong è morto nel 1928. Con questo presupposto di Ellen Brown come studiosa di storia, offro altri 30 esempi.

1.Una citazione fasulla di Sir Josiah Stamp sulla Bank of England.

2.Jefferson era promotore della cartamoneta senza supporto.

3.Lincoln promuoveva cartamoneta senza debito.

4.La Pennsylvania coloniale ha evitato le tasse distribuendo cartamoneta.

5.Una citazione fasulla di Franklin sulla cartamoneta coloniale.

6.E’ stata ignorata un’affermazione negativa di Franklin su “Continentals”.

7.Una citazione fasulla di John Adams sul debito come mezzo di conquista.

8.La “Bibbia Cristiana” proibisce [i tassi di] interesse, ma quella ebraica no.

9.La cartamoneta medievale cinese senza sostegno ha successo da secoli.

10.Le ricevute medievali inglesi di legno erano proprie di una economia libera da interesse.

11.Una citazione fasulla di Nathan Rothschild.

12.Una citazione fasulla di Jefferson sulle banche.

13.La cartamoneta della Guerra Civile ha arricchito i sopravvissuti.

14.Jefferson e Jackson si sono contesi la prima Banca statunitense.

15.Una citazione fasulla di Lincoln sugli uomini e sui salari.

16.Lincoln ha preferito i Greenback all’Union debt delle banche.

17.I Greenback erano delle valute senza un sostegno aureo.

18. Due citazioni fasulle di Bismarck sui banchieri europei.

19.I banchieri internazionali sconfissero Lincoln nel 1863 con il National Bank Act.

20. Una citazione fasulla di Garfield sul controllo monetario.

21.Nell’Isola di Guernsey vigeva un decreto monetario senza inflazione.

22.Un documento fasullo: “Il manifesto dei banchieri del 1892”.

23.Il populismo difendeva gli interessi dell’uomo comune.

24.Benjamin Strongo (1928) ha tramato con Montagu Norman nel 1929.

25. I capitalisti “Robber Barron” [“baroni rapinatori” N.d.r.] hanno aumentato i prezzi e diminuito la qualità.

26.Milton Friedman ha dichiarato che la Federal Reserve ha causato la depressione.

27.Il Nazionalsocialismo di Hitler ha messo fine alla Grande Depressione tedesca.

28.In Germania dopo la privatizzazione della banca centrale si è verificata l’iperinflazione (1921-1923) .

29.Gli speculatori della valuta estera hanno portato all’inflazione nello Zimbabwe.

30.Il prezzo dell’oro è aumentato nel diciannovesimo secolo.

31.La ribellione di Shay (1786) ha avuto luogo dopo che la ratifica della Costituzione (1788).

CONCLUSIONE

Ellen Brown è riuscita ad ottenere ciò che nessun altro Greenbacker è riuscito ad ottenere fin da Padre Coughlin: un vasto pubblico nazionale. Il suo libro, Web of Debt, è considerato dai Greenbacker in tutto il mondo come qualcosa di autorevole. Non condivide l’antisemitismo di Hitler ma il suo punto di vista economico. I suoi discepoli che leggeranno questo articolo e che cliccheranno sulle prove dei suoi errori avranno qualche problema. Potranno vedere con i loro occhi che la Brown non ha idea di quello che dice in particolare in due campi: la storia economica e e la storia americana. Ha usato delle citazione fasulle per infondere le sue deboli idee economiche. Non ci si può fidare di lei. Si allontaneranno da lei e dal suo libro? Si metteranno a cercare qualche altro libro che dimostra l’ipotesi dei Greenback? O abbandoneranno il Greenbackismo?

Per quanto riguardo Ellen Brown, adesso dovrà seguire quattro linee d’azione.

1. Far finta di non aver mai letto questo articolo, presumendo che i suoi seguaci non l’abbiano visti.

2. Bruciare tutte le copie del suo libro e scrivere una revisione per correggere le sviste. (Lavoro duro, e poi mi toccherà anche rispondere).

3. Bruciare tutte le copie del libro e smetterla di promuovere il Greenbackismo. (Fanno mai cose del genere gli scrittori?)

4. Rispondermi, punto per punto, sul suo sito, dimostrando che io mi sbaglio al 100%. (Impossibile, e mi toccherà rispondere).

L’avvocato Brown adesso ha un “consulente” avversario: io. Da ora in poi, sarò la sua bambola di pezza. Quando lei mi risponderà e mi invierà un link, io risponderò dal mio campo: Ellen Brown: Greenbacker.

Ho passato 45 anni ad affrontare i fanatici monetari. E lei è di gran lunga la più vulnerabile di tutti. Ma non si tratta soltanto del fatto che lei non capisce né l’economia né le basi della ricerca storica. Nessuno di loro ne è capace. Ciò che la rende così vulnerabile sono la sua alta visibilità e la sua persistenza. Lei è riuscita a fare ciò che era sottinteso da tutti loro dopo il 1935, ma che soltanto Padre Coughlin ebbe il coraggio di fare. Difendere l’economia di Adolf Hitler. Aspettavo un obiettivo del genere da 45 anni.

Ne vedremo delle belle.

Titolo originale: “Cheerleader for Hitler’s Economics

Fonte: http://www.lewrockwell.com
Link
08.10.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di NINO VITALE

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