Cenerentola, Biancaneve ed i bilanci in rosso delle Banche Centrali!

Il governatore Visco prima di lasciare il suo incarico dopo 12 anni a Palazzo Kock, ci informa che i bilanci di Bankit, BCE ed istituti centrali europei sono in rosso per via del rialzo dei tassi. I poteri continuano a raccontarci favole come se non ci fosse un domani, tanto c'è chi ci crede!

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di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

C’era una volta…… una banca centrale che finì con i bilanci in rosso per colpa del rialzo dei tassi!

Comincia così la nuova fiaba che i poteri profondi hanno aggiunto a tutte le altre in quello che è il Grande Libro delle fiabe che ci leggono ogni notte da tempo immemore, per farci dormire sonni tranquilli.

A raccontarcela questa volta, di fianco al nostro letto prima di addormentarci, è nonno Ignazio Visco, che ormai vecchio sta per lasciare il suo dodicennale mandato di governatore della Banca d’Italia, durante il quale di favole per far stare in piedi la frode di una moneta scarsa ed a debito emessa dalle banche centrali indipendenti anche da ‘Dio’ oltre che dai governi, è stato costretto a raccontarne in abbondanza.

Nei prossimi anni la Banca d’Italia, come la Bce e le altre banche dell’Eurosistema, “si troverà a fronteggiare risultati lordi negativi, prima che gli utili tornino gradualmente a crescere” dopo il biennio 2023-2024. [1]

A sentirla così, la cosa ci impressiona più che gli occhi grandi del lupo mannaro di Cappuccetto Rosso travestito dalla buona nonnina.

Un effetto, sottolinea, “del rialzo dei tassi Bce che ha determinato un aumento immediato del costo delle passività di bilancio”. Per far fronte a questa situazione è previsto il “fondo rischi generali, alimentato quest’anno con un accantonamento di 2,5 miliardi, raggiungendo i 35,2 miliardi”. [1-ibidem]

E come in tutte le favole il finale è sempre bello e pieno di fortuna: c’è il fondo rischi generali, che in questo caso arriva a salvarci come il cacciatore salva Cappuccetto Rosso e la nonnina dal lupo cattivo che già pregustava il suo pasto. Altrimenti, non ci sarebbe stato da meravigliarsi, se come già prospettato da altri, il buon Visco avesse chiesto di mettere le mani in tasca alla gente, per salvare una banca centrale che tutti sappiamo produrre soldi con un semplice “click”.

Il cambio della politica monetaria avviato dalla Bce con la stretta sulle operazioni di rifinanziamento e le “maggiori svalutazioni sui titoli valutati al mercato”, pesa sull’utile lordo 2022 della Banca d’Italia che scende da 9,2 a 5,9 miliardi di euro. E’ quanto afferma il governatore Ignazio Visco nel corso dell’assemblea dei partecipanti al capitale dell’istituto centrale.

Alt! fermiamoci un attimo… credo di non sbagliarmi nel sostenere che per oltre tre secoli, ovvero da quando le banche centrali sono nate, nessuno ha mai sentito parlare della loro necessità di conseguire utili ne tanto meno della preoccupazione di poter chiudere i loro bilanci in rosso.

Se ho detto una castroneria, sono certo che qualcuno mi correggerà, ma certamente di questo tema, non se ne è mai parlato e nessuno se ne è mai preoccupato, da quando le banche centrali, nella prima metà del XX secolo, sono diventate quello che sono oggi: delle produttrici di moneta fiat dal nulla in regime di monopolio.

E’ chiaro che la favola da raccontare sta assumendo toni sempre più grotteschi e dopo aver reso le banche centrali indipendenti dai governi e costretto quest’ultimi ad agire come dei buoni padri di famiglia andando a cercare il pane in giro per il mondo, lo ‘step’ successivo del piano di colonizzazione dell’intero pianeta portato avanti da Davos, prevede che le banche centrali siano equiparate ad una qualsiasi altra azienda, nell’obbiettivo di conseguire utili.

E certamente, come vedrete di qui a poco, anche usate come strumento per una falsa nazionalizzazione delle loro perdite, per continuare a depredare gli Stati.

Insomma le banche centrali, all’occorrenza sono indipendenti e con il braccino corto quando si tratta di salvare i sistemi economici reali e la vita delle persone per non dire infinitamente magnanime verso il mondo finanziario; di contro invece diverrebbero dipendenti dai governi, quando nazioni e popoli sono chiamati a coprire le loro presunte perdite.

Parliamoci chiaro, il sol parlare di perdite in relazione ad una banca centrale, se fossimo in un mondo normalmente decente a livello di onestà intellettuale, farebbe sì che chi ne parla, verrebbe subito ricoverato nei luoghi preposti alla cura della sanità mentale e qualora provata la malafede, dentro le patrie galere, per tentata truffa aggravata nei confronti dell’umanità.

La frode intellettuale di chi prospetta la paura per le perdite ed i conseguenti bilanci in rosso che una banca centrale può conseguire nella sua specifica attività, equivale al timore che l’Oceano avrebbe di essere colpito da una secchiata d’acqua improvvisa.

Siamo oltre ogni più accettabile decenza e del resto nemmeno lo stesso governatore della Federal Reserve Jerome Powell, nonché Madame Lagarde (le loro dichiarazioni in merito sono più che esplicite), ormai da tempo, se la sentono più di mettere la loro faccia di fronte alla frode galattica che una banca centrale possa finire i soldi e di conseguenza prospettare una fantomatica ricapitalizzazione, ricorrendo a soggetti non produttori di moneta, i quali la detengono per il semplice fatto che la banca centrale stessa ha fornito loro per prima il denaro che produce in esclusiva.

Della frode legata alla favola in questione, avevo già cominciato a parlarne in un articolo del gennaio scorso [“E’ in arrivo la frode delle frodi”] – allorché persino nella indipendente e sovrana Svizzera – la Banca Nazionale Svizzera (BNS) – aveva annunciato che, in conseguenza delle perdite di bilancio conseguite, non avrebbe inviato più soldi ai Cantoni per il futuro prossimo.

Sulla stessa linea si erano espresse anche la Fed e la Reserve Bank of Australia (RBA), prospettando un taglio degli utili verso le rispettive casse del Tesoro.

Insomma, tutto orchestrato, per restringere i bilanci dei governi in modo da farli ricorrere ad un aumento della pressione fiscale per poter rispettare il dogma del pareggio di bilancio, utile solo a far impoverire la gente per depredarla meglio nel  portafoglio e nella mente.

Ma da dove arrivano queste perdite per le banche centrali? semplice, l’aumento dei tassi di interesse e il calo delle valutazioni dei titoli hanno aumentato la probabilità di perdite per le banche centrali dei mercati sviluppati che si sono impegnate appunto nei programmi di acquisto di attività (titoli di stato). Oltre a questo il rialzo dei tassi fa sì che le stesse paghino maggiori interessi sulle riserve depositate presso di esse.

Ma chi ha deciso il rialzo dei tassi?

Ancora più semplice: le banche centrali stesse!

Come vedete ci stanno prendendo in giro! e non poco….

Una banca centrale quando acquista un titolo del debito pubblico, di fatto effettua una operazione di monetizzazione, ossia va ad acquistare per conto dei governi, quella parte di titoli di stato che si è deciso di mettere nelle mani del settore privato per far conseguire un reddito da divano ai così detti risparmiatori.

Ovvero si ristabilisce quel rapporto diretto fra Banca Centrale e governo, ossia quello che per chi ci comanda rappresenta un “dogma” inviolabile.

La banca centrale che finanzia direttamente la spesa del governo a tasso zero, mediante l’emissione di moneta che si materializza attraverso un semplice giroconto fra la stessa ed il Tesoro, sappiamo che per politici, stampa ed economisti main-stream, rappresenta la bestemmia in chiesa.

Ora, vi risulterà anche più chiaro perché l’attuale governo è corso fermare la trasferibilità dei crediti fiscali!

Ascoltiamo cosa ci dice ancora il governatore Visco all’assemblea dei partecipanti:

“La ‘normalizzazione’ della politica monetaria Bce con il rialzo dei tassi, la riduzione graduale degli acquisti dei titoli e la fine del rifinanziamento delle banche a condizioni favorevoli, determina la riduzione del bilancio della Banca d’Italia del 2022 che sarà ancora più accelerato nel 2023” – rileva ancora Visco – “alla fine del 2022 l’attivo di bilancio della Banca d’Italia ammontava a 1.477 miliardi, in diminuzione del 4 per cento rispetto al 2021. Dieci anni fa, prima dei programmi di acquisto dell’App e del Pepp, il totale di bilancio era pari a circa 600 miliardi. “La dimensione resta quindi su livelli molto elevati rispetto al passato; tuttavia, per effetto del percorso di normalizzazione intrapreso essa è destinata a ridursi, con un ritmo più sostenuto a partire dall’esercizio in corso”. [1-ibidem]

Se ponete attenzione a queste parole e cercate di fare mente locale sulla massa di informazioni che vi arrivano, è molto semplice capire la frode appena esposta, attraverso quanto afferma il governatore.

Visco ci confessa candidamente che l’attivo di bilancio di Bankit negli ultimi dieci anni è quasi triplicato (da 600 mld a 1477 mld), in conseguenza dei vari programmi di acquisto titoli che la BCE ha messo in azione. Ovvero ci confessa la messa in atto di quella monetizzazione del debito di cui parlavo in precedenza.

Fermo restando che, come ben sappiamo, tale operazione a Francoforte sono stati costretti a metterla in atto per mantenere in vita la moneta euro ed suo il sistema e non per spirito di solidarietà nei confronti dei popoli da tempo alla fame; in questi dieci anni, nonostante le immani tragedie prospettate dal main-stream di fronte a tale operazione, non siamo stati invasi dalle cavallette, ne tanto meno abbiamo visto fallire le banche centrali.

Chi ora si alza in piedi e contesta l’assunto, affermando: “ma è arrivata l’inflazione” – verrà immediatamente bocciato all’esame di economia-monetaria!

In conclusione, le banche centrali sono quelle che creano denaro dal nulla per acquistare gli asset finanziari (Qe) e sono loro che decidono di rivenderli senza nessuna necessità di farlo (Qt); sono coloro che decidono il livello dei tassi di interesse e quindi quanto pagare sui depositi presso di loro e quanto far pagare i loro rifinanziamenti al sistema bancario. Sono in grado di farlo per il semplice motivo che sono il monopolista della moneta che producono.

Se abbiamo compreso questa realtà, ma soprattutto il significato proveniente dalla dottrina economica dell’essere monopolista è facile anche comprendere che sono le banche centrali stesse a creare deliberatamente quelle fantomatiche perdite a cui fa riferimento il governatore Visco e per le quali prospetta agli italiani ingiustificate paure e future sofferenze.

A Roma direbbero:

Ma de che stamo a parlà!

di Megas Alexandros

Fonte: Cenerentola, Biancaneve ed i bilanci in rosso delle Banche Centrali! – Megas Alexandros

Note:

[1] Visco, verso bilanci Bankitalia in rosso per rialzo tassi – Economia – ANSA

 

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