E’ una domanda che si fanno in molti. L’attuale governo ucraino proclama solennemente che non farà mai e poi mai concessioni territoriali alla Russia, ivi compresa la Crimea. Sembra una ricetta sicura per far cessare di esistere la stessa Ucraina come stato indipendente.
La politica è l’arte del possibile, non fare concessioni territoriali a questo punto della storia probabilmente significa né più né meno che distruggere il paese.
Si è giunti a questa situazione attraverso un percorso di molti anni nei quali il costante“aiuto” occidentale ha portato il paese alla catastrofe in corso d’opera. L’ucraina attuale è nata su confini “sovietici”, cioè su confini interni, rilevanti solo a fini amministrativi che conseguentemente non sancivano alcuna divisione su base etnica geografica o culturale. Nonostante ciò, prima del 2014 non c’era alcuna necessità di cedere territori, bastava comportarsi saggiamente, in coerenza alla propria posizione geografica. Con il golpe del 2014, la situazione è stata volontariamente portata al punto di non ritorno.
Ovviamente la Russia non poteva permettere che gli americani costruissero una base navale a Sebastopoli. Sarebbe come pensare che gli americani potessero permettere una base navale russa a San Diego (città rubata al Messico insieme a tutta la California settentrionale nel 1846). Tuttavia, anche dopo il golpe e la perdita della Crimea, che non è terra ucraina in nessun senso, si poteva mantenere l’integrità territoriale residua semplicemente implementando gli accordi di Minsk e l’Ucraina avrebbe potuto diventare sostanzialmente uno stato federale multietnico, concedendo certe autonomie, profittando della sua collocazione per costituire una cerniera tra l’ Europa e la Russia, traendo vantaggi da entrambe le parti.
Ancora sarebbe bastato impegnarsi alla neutralità, alla rinuncia a qualsiasi armamento nucleare proprio o d’importazione, a limitare lo strapotere dei neofascisti, e l’Ucraina avrebbe continuato a esistere come secondo stato europeo per estensione, potenzialmente ricco, e avrebbe potuto impegnarsi in ciò che veramente conta per costruire consenso: cercare di migliorare il tenore di vita dei suoi cittadini anziché continuare ad essere terra di emigrazione. Ma gli americani non volevano questo, volevano una guerra, perciò hanno continuato ad “aiutarla”.
Povera Ucraina.
E alla fine hanno ottenuto una guerra che non ha nessun senso per il popolo ucraino, combattuta sulla propria terra, sulla propria pelle, ma per interessi geostrategici di potenze distanti, alle quali nulla importa della sorte del paese, potenze che sono riuscite a prenderne il controllo sfruttando le peggiori forze locali: i ladri (o se preferite “gli oligarchi”) e i fascisti, fomentando la favola di una grande e gloriosa nazione “europea”, convincendoli ad una impossibile riconquista militare di territori perduti che, tra l’altro, mai sono stati davvero loro.
Per riprendersi la Crimea, occorre occupare Mosca, compito evidentemente eccessivo per l’Ucraina ed anche insensato: che vantaggio ne trarrebbe? La Crimea è terra russa. Se gli americani o i presuntuosi e arroganti inglesi vogliono combattere la Russia, lasciate che lo facciano con il proprio esercito, sul proprio territorio, lasciate che siano loro a versare il sangue e vedrete che smetteranno presto di fare gli spacconi. Che senso ha lasciarsi usare come carne da cannone per interessi altrui? Questo fa grande l’Ucraina o la fa stupida?
Non stupisce che i russi puntassero sull’esistenza di forze interne responsabili che comprendessero cosa stava succedendo e volessero darsi da fare per fermare lo smantellamento del paese e riportare il potere politico in ambito nazionale, con un progetto sensato e fattibile per gli interessi ucraini.
Purtroppo allo stato delle cose cui siamo giunti, questa prospettiva, che avrebbe limitato i danni al minimo possibile, non appare più praticabile. Ora, grazie agli “aiuti” occidentali, l’intero Donbass è definitivamente perduto ed anche la regione di Kherson. Che senso ha portare ancora avanti la guerra? Quali sono le prospettive, oltre al sacrificio di una generazione? La pura vittoria militare pare chiaramente fantascienza, come è sempre sembrata, più la guerra andrà avanti, più gente e più territori il paese perderà, fino a mettere in dubbio la sua stessa esistenza.
A meno che la guerra non si estenda a tutta l’Europa con l’intervento diretto della Nato, nel qual caso lo sa l’inferno cosa potrebbe succedere, la sconfitta è certa, rifornimenti o no. La cosa più intelligente da fare, sembra quella di trattare con la Russia per cercare di ottenere il massimo possibile data la situazione, soprattutto smettendo immediatamente di lasciarsi usare come lo strumento di una guerra per procura degli americani. Il che era ciò che probabilmente fin dall’inizio i russi si aspettavano che accadesse in esito alla loro “operazione speciale”.
I piani degli stati maggiori russi sono sicuramente fatti per contemplare ogni possibile eventualità e certamente ci sono piani per occupare Kharkov, Odessa, Zaporozhie, Dnepropetrovsk, Kiev, persino L’Vov, Se la guerra andrà avanti, verranno adottati uno di seguito all’altro, a seconda delle circostanze che andranno a verificarsi sul campo di battaglia. L’interesse dell’Ucraina nel proseguire il conflitto ad oltranza pare vicino allo zero, ogni giorno che passa ci sono centinaia di morti in più e la prospettiva finale si fa sempre più oscura.
L’occidente non sta affatto aiutando l’Ucraina, la sta distruggendo. Come è impossibile che nel paese non ci siano persone che contano in grado di capire questa semplice verità?
Dato che l’amministrazione americana non sembra avere la minima remora a sacrificare paesi e popoli per i propri interessi, cosa che ha già ampiamente dimostrato in quasi ogni parte del mondo, mi pare che l’ultima speranza rimasta per l’Ucraina sia che queste forze responsabili riescano a imporsi ed a negoziare una pace nonostante l’evidente opposizione occidentale.
Se questo non accadrà, il destino del paese pare segnato e con esso continueranno ad essere in pericolo anche i rimanenti paesi europei, che per la verità non stanno dimostrando affatto un livello di intelligenza politica superiore a quello ucraino, anzi, stanno platealmente agendo, come l’Ucraina, contro i propri interessi. Sembrano in preda alla stessa pulsione di morte che nel 1914, esattamente cento anni prima di Maidan, contagiò anche il dottor Freud che l’aveva inventata e a Vienna travolse per sempre le aquile doppie dell’impero.
Il pericolo finale è che la situazione degeneri al punto di arrivare ad un conflitto nucleare generalizzato che è evidentemente la peggiore eventualità possibile.
Purtroppo non sembra che a Kiev una vita politica intelligente si sia per il momento presentata, solo un branco di esaltati che neppure capiscono di morire per conto terzi, ma, per la verità, neanche a Roma o Parigi o Berlino sembra esistere una vita politica più saggia.